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Autore: _Globulesrouge_    17/01/2012    6 recensioni
Una insolita Vigilia di Natale al Fangtasia che coinvolge i personaggi di Pam, Ginger ed Eric. Collocata temporalmente dopo la stagione 4 del Telefilm, tenendo dunque per buono tutto ciò che è successo in tutte le stagioni già trasmesse di True Blood.
CIT: Non fu l’oscurità del tramonto a svegliarla al sopraggiungere della notte ma i stupidi rintocchi delle campane che risuonavano a festa.
Si alzò dalla sua bara rivestita in velluto rosso mentre il sole fuori non era del tutto tramontato e ancora si notava il suo bagliore espandersi all’orizzonte prendendo tutte le sfumature dei colori del paesaggio circostante....
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eric Northman, Pam Swynford De Beaufort
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Crying blood during Christmas eve



Non fu l’oscurità del tramonto a svegliarla al sopraggiungere della notte ma i stupidi rintocchi delle campane che risuonavano a festa.
Si alzò dalla sua bara rivestita in velluto rosso mentre il sole fuori non era del tutto tramontato e ancora si notava il suo bagliore espandersi all’orizzonte prendendo tutte le sfumature dei colori del paesaggio circostante.
Le sue orecchie iniziarono a sanguinare, a causa del riposo interrotto da quello strano rumore gioioso che nelle sue orecchie risuonava come il più funesto che avesse mai udito.
“Dannazione’’ esclamò digrignando i denti mentre si aggrappava alle tende amaranto del locale rigorosamente sigillato e buio affinché non potesse entrare neanche un filo di luce durante il giorno.
“Ahhhhh!’’ le urla di Ginger la fecero sobbalzare e si voltò su se stessa per guardarla in cagnesco.
“Cosa c’è?’’ disse tirando fuori i canini e incrociando le mani sul petto perché visibilmente irritata da quell’urlo privo di ritegno.
“E’ lei signorina Pam?’’ Ginger abbassò la pistola camminando sulle sue zeppe come in preda a degli strani tic nervosi. “Ho sentito uno strano rumore e visto che non è ancora il tramonto sono scattata in allarme perché credevo si fosse introdotto qualcuno!’’ si giustificò balbettando mentre si portava il ciuffo biondo e corto della frangetta dietro l’orecchio.
“Deve riposare non è ancora notte!’’ le disse Ginger correndo verso di lei in modo scattoso come se temesse costantemente un attacco alla giugulare.
“Non toccarmi’’ scandì bene Pam portando le mani smaltate di fronte a lei come a creare un muro tra di sé e la sua strampalata cameriera.
“Ma vi stanno sanguinando le orecchie’’ le rispose quasi sottovoce Ginger portandosi istintivamente le mani davanti agli occhi per proteggersi da un eventuale scatto d’ira della sua interlocutrice.
“Questa maledetta canzone mi ha svegliato, falla smettere dannazione’’ esclamò stringendo i pugni e tornando verso la sua bara camminando elegantemente. “Mettete questi’’ fu l’unica cosa che riuscì a risponderle Ginger frugando in modo scattoso nella sua borsa alla ricerca di un paio di tappi di cera.
“Lascia perdere’’ fu l’unica cosa che Pam riuscì a risponderle sbuffando per la sua completa e perenne inopportunità.
Nel frattempo il sole tramontò del tutto e la notte sopraggiunse facendo rinvigorire le membra di Pam che assaporarono l’oscurità e facendola finalmente uscire fuori all’aperto.
Le strade di Shreveport non erano buie e oscure come ogni giorno; come quando soltanto la macabra luce rossastra del locale illuminava quelle strade buie e dimenticate da Dio. Quel giorno, come ogni anno la strada luccicava di strane decorazioni appese ai pali della luce che rappresentavano pacchiani fiocchi di neve argentata.
Una smorfia di disgusto si disegnò nel volto algido e perfetto della vampira quando i suoi occhi amanti della notte si scontrarono con il bagliore di quelle decorazioni e di uno stupido albero di natale posto alla fine della strada che si illuminava a intermittenza di oro e argento; quegli osceni colori tanto diversi dal nero, il rosso e il rosa che tanto amava.
“Che orrore’’ disse digrignando tra i dente mentre stupide canzoncine natalizie continuavano a risuonare nell’aria facendola infastidire.
“Domani è Natale signorina Pam’’ le disse Ginger apparendo infreddolita alle sue spalle e rannicchiandosi su se stessa per ripararsi dall’aria umida.
“Dannazione non ti ho chiesto che giorno è oggi e nemmeno quale sarà domani’’ le sibilò Pam a un millimetro dal volto, “e smettila di tremare dal freddo, siamo in Louisiana diavolo!’’ continuò alzando le braccia al cielo, “qui non nevica da decenni grazie al cielo, ci mancherebbe soltanto uno stupido Natale sotto la neve’’ disse scrollando il capo mentre si dirigeva a passo spedito all’interno del Fangtasia.
“Non c’è molta gente questa sera’’ esclamò Ginger di punto in bianco che era stata del tutto ignorata dalla sua datrice di lavoro che giaceva in piedi immobile e perfetta in una tenuta di lattice nero come la notte.
“Non c’è nessuno’’ le rispose scocciata Pam constatando che nemmeno un essere umano o un vampiro fossero in procinto di entrare nel suo locale dove la musica elettronica alzata al massimo volume le aveva finalmente impedito di sentire quelle stupide canzoncine che tuttavia poteva ancora udire in lontananza per via del suo super udito.
Ogni anno per Natale il locale rimaneva vuoto, nessun umano in cerca di brivido, di V. o di musica forte si dirigeva al Fangtasia durante la vigilia e nessun vampiro metteva piede lì dentro, come se comunque ogni essere della Louisiana vivente o meno sentisse la necessità di ingozzarsi di tacchini farciti o di scambiarsi stupidi inutili regali che il giorno seguente sarebbero finiti nella spazzatura insieme ai loro orrendi incartamenti.
“Non hai una cavolo di famiglia o degli amici per festeggiare questa giornata inutile come la tua presenza qui dentro in un giorno dove non abbiamo uno straccio di cliente?’’ le sue parole uscirono dalla sua bocca perfettamente truccata con tono deciso e leggermente irritato.
“Non la lascierò sola per la vigilia, possiamo fare qualcosa per passare la serata’’ propose Ginger balbettando per essersi immediatamente resa conto delle sciocchezze che stava dicendo.
“Non mi interessa la tua presenza qui, fuori!’’ le disse Pam indicando la porta ed invitandola ad uscire.
“Mi spiace che quest anno il signor Northman non sia qui con noi’’ disse sottovoce chiudendosi la porta alle spalle.
Pam sbuffò sedendosi al di là del bancone con estrema eleganza. Quella strana donna si credeva ormai la sua migliore amica da quella volta che aveva lasciato che la abbracciasse in lacrime dopo che Eric l’aveva abbandonata e rinnegata come figlia, lasciandola sola all’interno del Fangtasia. Da quel giorno Ginger aveva preso una strana confidenza nei suoi confronti e anche impaurendosi cercava comunque un contatto con lei, come a volerle dire che aveva ancora qualcuno, come a volerle dimostrare che comunque le era vicina o una delle tante scemenze che le passavano per quel piccolo cervello coperto da capelli arruffati e biondi.
Eric non era più tornato da quella volta, né Pam era più riuscita a trovarlo. Quella stupida fatina tramutata in una cameriera priva di eleganza e di gusto nel vestire l’aveva messo contro di lei, glielo aveva portato via egoisticamente, senza meritarsi nemmeno un millesimo di lui. Sookie non era degna di lui, non era degna di portarle via l’unica cosa che di più simile a una famiglia avesse mai avuto.
Ricordava i giorni passati in compagnia di Eric; ogni anno per Natale il Fangtasia era sempre vuoto e costantemente sgombro di persone. Erano stati sempre soltanto loro due da quando era morta e rinata a nuova vita, sempre e soltanto lei ed Eric uniti insieme nel disprezzo delle tradizioni umane e delle loro inutili e brevi vite. Afferrò una bottiglia di True Blood e la scaraventò a terra mentre quei ricordi le passavano davanti alla mente, dolorosi e violenti come una catena d’argento legata attorno al collo. Avvertì una lacrima di sangue scendere dal suo occhio destro, rovinandole del tutto il trucco e la reputazione che nessuno avrebbe notato perché era sola con se sessa all’interno del Fangtasia.
Urlò di rabbia quando vide le lacrime rosse gocciolare nel bancone per ricordarle ancora una volta che quando si trattava di Eric anche lei poteva essere vulnerabile, anche lei poteva amare e soffrire come una insensata umana, o anche più intensamente.
Era lì ad urlare il suo disprezzo per Sookie e la disperazione di essere stata abbandonata dal suo creatore. Pam era certa che lui potesse sentire il suo dolore e il suo richiamo, certa che lui l’avrebbe ancora una volta ignorata, forse nemmeno l’avrebbe più sentita, forse si era già scordato di lei e degli anni passati insieme. Non era altro che una figlia disonorata per lui, un errore micidiale, una indegna persona che era stata trasformata in una creatura superiore senza meritarsi niente di ciò che lui le aveva dato in tutti quegli anni. Eppure lei aveva fatto tutto soltanto per proteggerlo, per portarlo via dall’autodistruzione in cui quella inetta cameriera lo avrebbe trascinato trasformandolo in un essere che lui stesso avrebbe disprezzato senza riserve.
Afferrò un'altra bottiglia di True Blood e la trangugiò senza neanche metterla in una coppa, senza curarsi del fatto che si fosse sporcata di quello schifoso liquido vermiglio che sapeva di ferro arrugginito e che non avrebbe mai bevuto neanche sotto tortura.
Un conato di vomito le arrivò in gola mentre quel sangue sintetico le raggiungeva lo stomaco calmando per un attimo la sete che la stava logorando.
“Che schifo’’ urlò provando disprezzo di se stessa, mentre beveva quella roba perché non aveva neanche uno straccio di vittima da scannare, neanche un barbone o un qualunque umano che non aveva niente da fare per la vigilia di Natale.
Non si guardò allo specchio quella notte perché aveva troppa paura di ciò che avrebbe potuto vedere, come se il vetro non riflettesse soltanto la sua immagine ma anche ciò che essa aveva dentro e tutta la rabbia e il dolore che avrebbe voluto lasciare sopiti dentro di sé.
Improvvisamente udì uno strano rumore al di fuori del Fangtasia, come un fruscio appena accennato; veloce come una soffiata intensa e brevissima di vento. Ginger entrò all’interno del locale mentre la mano le tremava temendo uno scatto furioso da parte di Pam.
“Ancora tu?’’ Pam tirò fuori i canini e si avvicinò a Ginger sbattendola contro il muro, scordandosi del fatto che lei potesse vedere le macchie cremisi stropicciate sotto i suoi occhi.
“L’ho trovato’’ biascicò Ginger mentre la presa di Pam rischiava di soffocarla, “l’ho trovato per te’’ le disse quasi strozzandosi con la gomma da masticare.
Pam lasciò la presa facendo cadere Ginger a terra che si massaggiò il collo tornando a respirare affannosamente.
“Eric’’ Pam balbettò portandosi le mani davanti alla bocca mentre altre lacrime cremisi abbandonavano ormai incontrollate le sue iridi glaciali.
Eric si avvicinò a lei e senza proferire parola le asciugò il viso per poi afferrare i suoi capelli biondi e lisci tra le mani. Lo fece quasi con violenza, per poi costringerla a immergere il viso ormai provato dal dolore tra il suo muscoloso petto.
Nessuno dei due parlò ma rimasero in quella posizione per un minuto che parve eterno. Era come un padre che aveva ritrovato la figlia dopo tanto tempo in cui aveva inutilmente ripetuto a se stesso che non l’avrebbe mai più rivista o perdonata.
“Buon Natale Pam’’ disse scherzosamente sorridendole nel modo strafottente ma estremamente bello in cui soltanto lui riusciva a fare.
“Noi odiamo il Natale’’ gli rispose Pam ancora sconvolta da quel ritorno in cui ormai non sperava più.
“Lo so’’ disse incrociando le braccia sul petto e sistemandosi il giacchetto di pelle.
Ginger che aveva fissato la scena accasciata in un angolo iniziò a piangere istericamente, pronunciando parole senza senso, come se avesse appena assistito a uno di quegli inquietanti film natalizi in cui tutti si riuniscono mettendo da parte gli antichi dissapori; quei film in cui non sai se piangi per la commozione o per auto commiserare te stesso per aver sprecato due ore della tua vita a guardare una tale inutilità inverosimile.
“Ginger non ha nessuno con cui festeggiare’’ la prese in giro Eric allungandole una mano per sollevarla da terra.
Ginger si rannicchiò su se stessa come a volersi istintivamente proteggere dal vampiro altissimo proteso sopra di lei.
“Posso rimanere con voi?’’ balbettò insicura asciugandosi le lacrime gocciolanti di mascara ma sempre rimanendo in una posizione difensiva sebbene fosse sicura che nessuno dei due le avrebbe mai fatto del male.
“Si Ginger’’ sbuffò Pam apparendo alle spalle di Eric e afferrandola per un braccio affinché si alzasse da terra.
Uno strano sorriso si dipinse sul volto di quella isterica donna. Pam non le chiese mai come avesse fatto a ritrovare Eric o a convincerlo a tornare, semplicemente le mandò una occhiata di gratitudine, simile a quella che le aveva dato quando dopo l’attacco delle streghe si era adagiata sopra la sua bara per impedirle di uscire e carbonizzarsi alla luce del giorno. In fondo Ginger era sempre pronta a vegliare su di loro durante il giorno e sia Pam che Eric sapevano che ormai, in qualche modo, faceva parte del Fangtasia e della loro strana famiglia.
  
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