QUESTA FF E' UN HUMMELBERRY ROMANTICA. Sì, e non fate quei visi che so che state facendo. Ci tengo a precisare che ovviamente ho inserito l'avvertimento OOC perchè in questa breve shot i miei Kurt e Rachel sono diversi dagli attuali del telefilm, ma non sono stravolti, sono semplicemente quelli che sarebbero se le cose fossero andate un pelino diverse. E con un pelino diverse intendo praticamente in un semplice mondo senza Blaine.
Già, in questa mia FF
Blaine non esiste, perchè scusate, ma per quanto io possa provarci, per
quanto l'Hummelberry sia la mia seconda OTP, secondo me nessun'altra ship
con Kurt è concepibile in un mondo dove esiste Blaine, e si conoscono.
E ci tengo anche a
precisare che non ho stravolto Kurt. Kurt è gay, è giusto che sia così, ho
semplicemente usato lo stesso ragionamento che uso sempre per Darren nelle
mie CrissColfer: you fall in love with a person, not with a gender, tanto
per dirvela alla Darren, appunto. Ci si innamora di una persona per quello
che è, indipendentemente dal suo genere, nazionalità, religione o
quant'altro, e io ci credo davvero. Quello che vi porto io è ovviamente un
rapporto più forte di quello che può sembrare attualmente fra Kurt e
Rachel, perchè entrambi non hanno le loro metà. (già, anche Rachel non sta
con Finn, che comunque secondo me non riesce a capirla nè tanto meno la
merita, non si ricorda nemmeno che è vegana .-.) Per il resto ho
riprodotto praticamente l'atmosfera della 2x22 e della 3x01, tenendo di
conto di tutto quanto è davvero successo.
Ci tenevo a fare queste precisazioni prima di lasciarvi alla lettura, perchè sono fondamentali per capire la mia storia. Ora posso lasciarvi alla shot ^^
Enjoy!
Without you
Quando Kurt passò
davanti al suo specchio per cercare l'ennesimo pacchetto di fazzoletti da
consumare nel giro di nemmeno mezz'ora, l'immagine che gli si parò davanti
lo fece paralizzare.
Il controtenore venne
assalito dalla spiacevole sensazione di non riconoscere nemmeno il ragazzo
di quel riflesso, con gli occhi gonfi e arrossati dal pianto che
sembravano sporgere dalle orbite, il viso solitamente candido macchiato di
rossa alterazione, e le guance completamente bagnate e solcate dalle sue
lacrime.
Si era ripromesso di non ridursi mai più in quelle condizioni, si era ripromesso che non avrebbe permesso a niente e a nessuno di farlo ripiombare in quel patetico stato di autocommiserazione dei suoi fallimenti, ma la sua forza di volontà non era stata abbastanza. Come i suoi crediti. Come il suo talento.
Kurt non si era mai sentito tanto stupido in tutta la sua vita, per aver
permesso a quella fievole fiammella di speranza di accendersi nel suo
cuore, fomentata dalla sua tenacia, dal suo duro lavoro, dalla sua
convinzione. Aveva commesso l'imperdonabile errore di aver cominciato a
crederci, e adesso ne stava pagando le conseguenze con tutti i dolorosi
interessi.
Proprio mentre stava per ributtarsi sul letto e rinchiudersi nel suo
bozzolo di sofferenza e delusione, qualcuno bussò alla porta della sua
stanza.
"Vattene Finn!" sbraitò Kurt con voce roca e affaticata dal pianto
incessante di quell'ultima ora, affondando poi la testa fra i cuscini e
sperando quasi di soffocarci, o almeno svenirci, così da liberarsi per un
po' di quello stato pietoso.
Però la porta della sua camera si aprì lentamente, e Kurt alzò la testa di scatto pronto a inveire contro il fratellastro e sfogare almeno un po' della sua rabbia, quando si ritrovò davanti ad un paio di grandi occhi castani che lo osservavano con lo sguardo più triste che gli avessero mai rivolto.
"Kurt" lo chiamò quasi in un sussurro Rachel, la quale teneva in mano una
vaschetta di gelato e due cucchiai. Il ragazzo si tirò subito su e si
asciugò come meglio poteva le guance con la mano, cercando di non apparire
come il patetico disperato che sembrava, anche se davanti a lui c'era la
sua migliore amica, colei che lo aveva visto in tutte le condizioni e con
la quale non esisteva la vergogna e l'imbarazzo.
Con lei Kurt poteva semplicemente essere sé stesso, nelle sue parti migliori e in quelle peggiori.
"Che...che ci fai qui?" chiese lui schiarendosi la voce e mettendosi
meglio a sedere. La ragazza chiuse la porta dietro di sé, ma rimase lì
senza muoversi.
"Lo so che in questo momento sono l'ultima persona al mondo che vuoi
vedere, ma...non voglio che tu stia solo ora, anche se é l'unica cosa che
desideri...da solo faresti dei pensieri che non voglio nemmeno che ti
passino per l'anticamera del cervello" rispose Rachel abbassando di tanto
in tanto lo sguardo, mentre si torturava il labbro inferiore ad ogni
pausa. Kurt sospirò lievemente e stirò le sue labbra in un sorriso velato
di tristezza.
"Non essere ridicola Rachel...tu sei l'unica che non sbatterei fuori di
qui in questo momento" le rispose, battendo una mano sul letto accanto a
lui per farle segno di sedersi al suo fianco. Sul volto della ragazza
apparve un sorriso intriso di sincerità che le irradiò tutto il viso fino
agli occhi, i quali sembrarono sorridere a loro volta.
"Ti ho portato il tuo gelato di soia preferito" disse affrettandosi per
raggiungere il suo migliore amico, che ridacchiò appena e prese il
cucchiaio che l'amica gli stava offrendo. Quelli erano esattamente i
piccoli gesti che gli mostravano ogni volta quanto il loro legame fosse
diventato forte, un legame di cui entrambi non potevano più fare a meno.
Il fatto che conoscessero perfettamente l'uno i gusti dell'altro, che sapessero sempre la cosa giusta da fare o dire per l'altro, e di come riuscissero a leggersi nel pensiero con una facilità disarmante diceva molto su quello che erano diventati Kurt e Rachel.
"A quali pensieri ti riferivi prima?" domandò Kurt mentre l'amica stappava
la vaschetta del gelato e la metteva in mezzo, affondandoci poi il proprio
cucchiaio, imitata all'istante dall'altro.
Rachel alzò lo sguardo e lo puntò sul suo migliore amico, naufragando senza esitazione nell'azzurro nei suoi occhi.
"Non voglio che tu pensi di non essere all'altezza, perché lo sei
Kurt...lo sei quanto me...é stato solo una questione di ingiustizie e
crediti...ma l'aver partecipato ad uno spettacolo o no non basta a
definire quanto sei bravo" rispose la ragazza con convinzione, ma gli
occhi dell'altro si coprirono inevitabilmente di un ennesimo alone di
lacrime.
"Ma basta a distruggere tutti i miei sogni..." sussurrò mentre sentiva il
magone risalirgli per la gola, insieme ad una gran voglia di ributtarsi a
capofitto nello sfogo del suo dispiacere. In quel momento un pensiero gli
sfrecciò davanti agli occhi, un'unica piccola considerazione che bastò a
farlo crollare di nuovo.
"Non voglio rimanere intrappolato qui Rachel" mormorò lasciandosi sfuggire
un singhiozzo, seguito subito dopo da un altro e da un altro ancora,
finché non si ritrovò accoccolato contro il petto della sua migliore
amica, bagnando il suo maglioncino con le proprie lacrime.
Rachel lo strinse a sé con forza, appoggiando la guancia contro i suoi capelli insolitamente spettinati e lo cullò dolcemente, sussurrandogli dei lunghi "ssh" per cercare di calmare i suoi mugolii sconnessi.
"Andrà tutto bene, te lo prometto Kurt" gli disse lasciandoli un bacio fra
i capelli.
"Non ci posso credere di essermi illuso così di poter andarmene davvero da
qui, di riuscire a fare qualcosa della mia vita...finirò come tutti gli
altri sfigati di Lima" borbottò alzando appena il capo, e la ragazza gli
afferrò delicatamente il viso con entrambe le mani, poggiando la fronte
sulla sua e fissandolo dritto negli occhi.
"Non dirlo nemmeno per scherzo" ribatté scandendo accuratamente ogni
parola.
"Erano proprio questi i pensieri di cui parlavo, e non li permetterò. Tu
non rimarrai qui come gli altri sfigati, tu brillerai Kurt"
Il ragazzo sbuffò in un misto di scetticismo e rassegnazione, distogliendo
lo sguardo per non mostrare ancora le sue lacrime amare, ma Rachel lo
strattonò delicatamente obbligandolo a incrociare di nuovo i suoi occhi.
"No, no! Non fare così, ti prego...non permettere a nessuno, specialmente
ad una semplice scuola di convincerti che non sei bravo abbastanza. La
storia é costellata di talenti a cui nessuno avrebbe dato neanche una
possibilità. Da una Madonna arrivata a New York senza niente, ad un
Einstein che andava male a scuola...tu sei uno su un milione Kurt, e se
non ci credi tu, come pretendi che lo facciano gli altri?" continuò
l'amica con convinzione, senza esitare nemmeno un istante, inchiodando il
suo sguardo nella profondità delle pozze azzurre dell'altro, tentando di
scavare dentro di lui e infondergli quello che pensava, che sentiva, tutta
la fede e l'ammirazione che aveva per lui.
Rachel sapeva, lo aveva
capito una volta che il loro rapporto era diventato così saldo, che Kurt
era migliore di lei, perché nonostante il grande talento e l'ambizione,
lui conservava quell'umanità e quel cuore che lei non aveva scrupoli ad
abbandonare.
E grazie a lui, aveva
imparato ad essere migliore a sua volta. Per una volta, si era messa da
parte per aiutarlo, e credeva di esserci riuscita, ne era certa e fiera,
si era lasciata avvolgere e trasportare dal caldo tepore del suo sogno di
vivere le esperienze più entusiasmanti della sua vita con il suo migliore
amico.
La mancata ammissione di Kurt alla NYADA era stato un colpo tanto crudele ed inaspettato che gli aveva spezzato in due il cuore, perché Kurt era l'unico al mondo che sapeva starle vicino, che non colpevolizzava senza remore i suoi difetti, ma che le insegnava a migliorare, e che a sua volta imparava da lei. Kurt era l'unico che voleva al suo fianco a New York, e l'unico di cui sapeva non poter fare a meno.
"Tutte le volte che io ho vacillato, che ho dubitato di me stessa, tu eri
lì, pronto a farmi ricredere, ad obbligarmi se necessario...e io farò di
tutto per ricambiare" disse Rachel facendo scendere le sue dita dalla
guancia dell'altro alla sua mano, stringendola e portandosela al volto,
appoggiandocisi dolcemente e riuscendo a far sorridere Kurt, anche se
brevemente.
"Grazie Rach, grazie davvero, ma non é giusto che tu rimanga qui con la
mia depressione...tu sei stata presa, tu dovresti festeggiare" rispose il
ragazzo stringendo le labbra, mentre l'amica aumentava la presa intorno
alla sua mano e si concedeva un sospiro.
"Non sono molto in vena, sinceramente...non stavo mentendo quando ti ho
detto che parte del sogno era andare a New York con te, e lo credo
ancora...per questo tutto ha un sapore amaro, quando invece dovrebbe
essere dolce. Sono felice di essere entrata, ma da sola...senza di te...é
come se tutto diventasse sfocato, incerto. É come se fossi persa" confessò
Rachel, senza quasi accorgersi che i suoi occhi stavano mano a mano
diventando più lucidi, fino a quando un paio di lacrime sfuggirono alla
presa delle sue ciglia.
"Non voglio stare senza di te" disse prima di gettargli le braccia intorno
al collo, senza avvertimento, e catturarlo in un abbraccio da mozzargli il
fiato, mentre Kurt le avvolgeva la schiena e la stringeva a sé,
inebriandosi del suo profumo così familiare e rassicurante che era in
grado di tranquillizzarlo, di farlo sentire quasi a casa.
In quel momento condivisero lacrime, paura, tristezza, malinconia, rabbia, delusione, ma finché erano insieme, tutto sembrava essere al posto giusto. Loro sembravano essere al posto giusto.
Dopo quelle che ad entrambi parvero ore si staccarono, scambiandosi un
sorriso sghembo e asciugandosi goffamente le guance bagnate.
"Voglio...voglio fare una cosa" commentò Rachel alzandosi in piedi e
intrecciando di nuovo le sue dita con quelle di Kurt, strattonandolo quel
poco che bastava per fargli capire di seguirla.
Il ragazzo aggrottò
appena la fronte ma si alzò a sua volta senza dire niente, facendosi
trascinare dall'amica nel salotto al piano terra.
Si avviò verso il pianoforte nell'angolo della stanza, sedendosi sulla panca lucida e poggiando leggermente le dita sui tasti, mentre Kurt prendeva posto al suo fianco e la osservava curioso.
"Questa canzone volevo portarla al Glee Club, ma poi ci siamo concentrati
su altro e quindi non ho avuto l'occasione di cantarla...fino ad ora
almeno. Noi siamo abituati a cantare i nostri sentimenti, ed é quello che
voglio fare adesso...voglio farti capire come mi sento nel modo più
sincero possibile...attraverso la musica" spiegò la ragazza con una nota
di timidezza negli occhi, mischiata all'emozione e alla dolcezza delle sue
parole.
Dopo che Rachel vide
uno dei suoi familiari sorrisi sghembi materializzarsi fra le sue labbra
di Kurt, il suo cuore si alleggerì appena e così poté concentrarsi sul
piano davanti a lei, prendendo un bel respiro. Si era sempre esibita, fin
da quando era piccola di fronte al pubblico più variegato, da quello delle
case di riposo a quello dei centri commerciali, eppure era la prima volta
che provava quel profondo tremore d'emozione, forse proprio perché in quel
momento non stava per cantare davanti a qualche sconosciuto, ma stava per
farlo per il suo Kurt, e per lui era disposta a mettere a nudo tutte le
paure e le insicurezze che si forzava di reprimere.
La ragazza socchiuse gli occhi e cominciò a suonare, lasciandosi immergere nella melodia.
"I can't win, I can't reign, I will
never win this game, without you, without you"
Rachel intonò l'inizio della canzone tornando ad incrociare gli occhi di
Kurt solo quando cantò le ultime parole.
"I am lost, I am vain, I will never be
the same, without you, without you"
I loro sguardi si catturarono come in un campo magnetico, e Kurt si
ritrovò a trattenere il respiro, travolto senza preavviso dalla carica di
emozione che lo investì insieme alla vellutata voce di Rachel, quella
stessa Rachel che grazie a lui era cambiata, e che senza di lui non
sarebbe stata la stessa.
"I won't run, I won't fly, I will never
make it by, without you, without you. I can't rest, I can't fight, all I
need is you and I, without you, without...you!"
Gli occhi della ragazza, ricolmi di sentimento, si riempirono lentamente
anche di lacrime, e Kurt si fece più vicino a lei sulla panca, cingendole
la vita con un braccio e continuando ad osservarla commosso e colpito.
Quanto era cambiata da quando si erano conosciuti, quante cose avevano imparato l'uno dall'altra. Kurt era convinto che fino all'anno prima Rachel sarebbe stata capace di passare sopra tutto e tutti per raggiungere i suoi obiettivi, ma poi le loro vite si erano inevitabilmente intrecciate, e finalmente Rachel aveva capito che esisteva qualcosa che valeva più degli assoli o della carriera...gli amici. E in particolare, Kurt. Era questo che stava cercando di dirgli, era questo che voleva che sentisse nel modo più intenso e diretto possibile. Che non poteva farcela senza di lui.
"I won't soar, I won't climb, if you're
not here I'm paralyzed...without you, without you. I can't look, I'm so
blind, lost my heart, I lost my mind without you, without...you!"
Il ragazzo sorrise tra le lacrime, imitato da Rachel che continuò a
suonare senza distogliere nemmeno per un istante lo sguardo dagli occhi
dell'altro, il quale, mosso da tutto quell'amore e da quell'emozione,
percepì dentro di sé, senza alcun preavviso, il naturale desiderio di
sporgersi quel minimo che bastava per raggiungere le labbra di Rachel e
baciarla.
Nell'esatto momento in
cui quel pensiero gli balzò in testa, Kurt capì che era completamente
assurdo, che non poteva aver senso perché lui era gay e lei era una
ragazza, e lui non si era mai sentito attratto da una ragazza in tutta la
sua vita, ma al contempo la spontaneità con cui quel sentimento si era
presentato gli fece rendere conto che invece il suo senso ce l'aveva, che
non era semplice attrazione carnale, ma che voleva concederle la più
semplice e dolce dimostrazione d'affetto della storia, e che di fronte a
quello, dinnanzi ad i suoi sentimenti e al loro legame, niente aveva più
importanza, niente poteva mettersi fra loro, nemmeno una stupida
etichetta.
Kurt non voleva baciare
una semplice ragazza, voleva baciare Rachel, perché era la sua Rachel,
perché non poteva né voleva fare a meno di lei, perché lei si stava
aprendo a lui come non aveva mai fatto con nessuno. E con tutto questo,
che importanza poteva avere il fatto che fosse una ragazza?
Era quella la magia dell'amore. Che non aveva barriere, non aveva limiti, non aveva confini, colpiva e basta, stravolgeva ogni cosa in cui si credeva, ogni certezza, ogni ideale. E tutto improvvisamente brillava di una luce diversa.
"I am lost, I am vain, I will never be
the same, without you...without you"
D'un tratto, il mondo intorno a loro diventò confuso e ovattato, e Rachel
non finì nemmeno di intonare quell'ultimo "you", dato che le sue labbra
unite per pronunciare la "u" spinsero inconsciamente Kurt ad avvicinarsi e
baciarla.
Poggiò delicatamente la
bocca sulla sua, catturando subito il suo labbro inferiore e assaporandolo
morbidamente, mentre insidiava una mano fra i suoi capelli e le
accarezzava la nuca. Rachel sobbalzò appena per la sorpresa, ma non esitò
a ricambiare il bacio, cingendogli il collo e stringendosi a lui, mentre
con una mano artigliava la sua camicia.
I due si baciarono senza fretta, beandosi di quella dolce sensazione per dei lunghi attimi, finché entrambi non si divisero in cerca di fiato. La ragazza osservò spaesata Kurt, senza però allontanarsi da lui.
"E questo per cos'era?"
domandò lei senza riuscire a trattenere un sorriso che contagiò
velocemente anche l'altro.
"Per dirti che verrò
con te, Rachel. Non m'importa se dovrò andare a lavorare da Starbucks, io
e te andremo a New York insieme. Era questo il nostro sogno e non
permetterò che si infranga" rispose Kurt accarezzandole la guancia con il
dorso delle dita.
Il sorriso di Rachel si allargò a dismisura e senza aspettare oltre si sporse di nuovo a baciarlo. Solo poco fa una cosa del genere gli sarebbe sembrata folle e innaturale, ma in quel momento, la sentì come l'unica cosa giusta da fare.
In quel mondo che
sembrava girare dalla parte sbagliata, Kurt e Rachel si resero conto di
essere l'unica cosa ad avere senso.
Insieme.
Perchè senza l'altro, non potevano vincere.
Senza l'altro erano
persi, smarriti, sbagliati.
Ma loro non dovevano stare l'uno senza l'altro.
Spazio dell'Autrice.
Allora, direi di partire dal principio del principio xD Come mi è saltato in testa di scrivere una cosa del genere?
Beh, intanto partiamo dal fatto che avevo una voglia di scrivere Hummelberry da un sacco di tempo, praticamente dalla messa in onda della 3x01, dove si raggiunge il livello di perfezione massima dell'Hummelberry. Essendo la mia seconda coppia preferita, la cosa mi ha stesa, e lasciata con una gran voglia di approfondire questo rapporto. Però non avevo mai trovato l'imput.
Finchè non ho sentito "Without you" cantata da Rachel. E' l'unica canzone che ho sentito del First Listen Friday, e mi è bastato ascoltare le prime righe per pensare: "questa deve cantarla a Kurt".
So che nel telefilm la canterà a Finn e la cosa mi indigna anche non poco, per questo ho subito avuto l'impulso di scrivere di Rachel che la cantava a Kurt, e la prima cosa che mi è balzata in testa è la loro possibile divisione per la mancata ammissione di Kurt alla NYADA. Così mi sono messa all'opera, e vi devo confessare, non è stato affatto semplice. Non è stato come le CrissColfer che butto giù in un pomeriggio, o le idee per le Klaine che vengono come funghi. C'ho lavorato ininterrottamente per 5 giorni, correggendomi di continuo per paura di andare troppo OOC, di esagerare con Rachel, o con Kurt, o con entrambi, ma alla fine sono soddisfatta del risultato, perchè veicola un messaggio in cui io credo molto: le etichette sono inutili quando si parla di amore.
Kurt è gay, Rachel è una ragazza. Ma questo non toglie che secondo me sarebbero perfetti insieme, che potrebbero esserlo.
Secondo me un rapporto dove ci si aiuta a crescere e migliore a vicenda è un rapporto da supportare, indipendentemente da tutto. E' per questo che sono una Klainer. Ma dopo Kurt e Blaine, un rapporto del genere di sicuro lo condividono Kurt e Rachel.
Basta
pensare alle parole del loro miglior duetto, For Good, e a tutte quelle
che ne hanno passate, a come hanno imparato ad apprezzarsi e sopportarsi
fino ad arrivare a migliorarsi a vicenda, a starsi vicini ed
incoraggiarsi.
Rachel ha fatto diversi passi falsi, non lo nego. Ma nel conteggio globale, togliendo Blaine, lei è l'unica che ha sempre fatto qualcosa per Kurt, la prima che si è accorta che aveva bisogno d'aiuto, che aveva bisogno di non sentirsi solo. ("I know you're lonely, but you're not alone").
Insomma, io amo questi due, e volevo dargli voce. Forse lo rifarò, forse no, dipende dall'ispirazione. Forse mi ributto sulle mie belle Klaine che è meglio, ma intanto questa è stata una cosa che ci tenevo a fare, e che ho fatto.
Adesso siete liberi di insultarmi xD
Una curiosità per farvi ridere: ho dovuto ricorreggere TUTTI, e dico TUTTI, i pronomi e gli aggettivi, insomma tutto quello che è accordabile, perchè non sono abituata a scrivere di una ragazza, mi rivolgo solo a personaggi maschili quindi tutto era al maschile xD Dovrei farmi delle domande xD
Bene,
detto questo, ringrazio i coraggiosi che hanno letto fin qui e quelle che
sprecheranno un minuto del loro tempo per lasciarmi un commento, anche
fatto solo di ingiurie xD
Per
chi si farà la diretta stasera, buona serata, è ancora lunghina, perchè
invece saggiamente andrà a dormire, buona notte!