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Autore: fatina83    18/01/2012    0 recensioni
Sophie è una ragazza semplice che fa l'incontro della sua vita ma il problema e che la sua semplicità andrà a scontrarsi inevitabilmente con quella di lui molto più dura e problematica. Riuscirà a cavarsela e uscirne comunque a testa alta???
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jackson Rathbone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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**scusate ma, una vita frenetica ha ostacolato parecchio la stesura di questo capitolo... giuro che non l'ho farò più :P 


Capitolo 23: SORPRESE DI NATALE

 
Quel 24 Dicembre tornai al mio appartamento sicura di trovare qualcuno della mia famiglia, mia sorella Giulia e poi… qualcun altro.
Era quello che mi aveva messo di più in agitazione. Nella mia vita non mi ero mai addormentata in un letto che non fosse il mio ma quella notte, avevo per la prima volta fatto qualcosa che era sicuramente fuori dai miei canoni e mi preoccupava pensare che ci sarebbe stato qualcuno pronto a riprendermi.

Quando scesi dalla macchina avevo il cuore in gola, mia sorella non mi avrebbe mai detto nulla, anzi avrebbe esultato peggio di un ultrà al gol del suo idolo calcistico, ma l’altra persona cosa avrebbe detto?!?! Jay rimase in auto a fissarmi e non disse nulla, mi guardava sorridendo come se la cosa lo divertisse tanto.

«tra meno di due ore ho un aereo… ma spero di vederti al concerto tra qualche giorno
» dalla mia bocca non uscì nulla, solo un lieve respiro affannato e carico di agitazione. Mi voltai a guardarlo, mi dispiaceva lasciarlo così, non avevamo avuto il tempo di parlare di cosa era successo e di cosa poteva succedere, senza dirgli qualcosa di speciale o semplicemente a domani.

«beh… direi che…»il telefono riprese a suonare. Uscii velocemente dalla macchina senza nemmeno pensarci. Chiusi con forza lo sportello… quasi si staccò dalla potenza con cui lo feci sbattere, mi girai un attimo per assicurarmi che fosse ancora attaccato  e poi corsi via.

Aprì il portone del residence, mi facevo schifo da sola. “che diavolo mi è saltato in mente, perché non sono tornata indietro a salutarlo come meritava” pensai. Salì le scale con un nodo alla gola, per quello che mi aspttava e per quello che avevo lasciato, per come l’avevo lasciato… un bacio ecco cosa era mancato, adesso che tutto sembrava venire più naturale.
La porta si spalancò da sola lasciando le chiavi ancora attaccate alla toppa.

«sorpresa!!! » Giuly mi accolse alla porta abbracciandomi ed io rimasi pietrificata nel vedere chi ci fosse insieme a lei. Andrea se ne strava immobile vicino al divano, intrecciano le mani dietro la schiena. Erano anni che non lo vedevo, lui e il suo lavoro. Corsi come una furia saltandogli in braccio e con gli occhi lucidi dalle lacrime che facevano fatica ad uscire, gli dissi quanto mi era mancato.
….

Mi strinsi ancora un po’ più a lui, sentivo il calore di quel corpo caldo avvolto con me tra le lenzuola e per un attimo un sorriso si dipinse sul mio viso. Mi appoggiai a lui ed aprì lentamente gli occhi, la viste era ancora appannata, strabuzzai gli occhi fino a vedere una sagoma maschile che mi guardava fisso, felicemente curioso di quella mia riscoperta affettuosità. Sbattei le palpebre più volte sino a che la vista si delineò e la persona a me vicino si fece più chiara. All’improvviso mi alzai di scatto e le mie guance si colorarono di rosso e il leggero freddo di dicembre in California era solo un tiepido soffio in confronto al gelo che cadde in quell’istante in camera mia.

«Buongiorno… non pensavo ti fossi mancato così tanto» sorrisi stranita ed imbarazzata… 
«certo che mi sei mancato Andrea che domande» sentii le guance in fiamme
«cosa sognavi Sophie.. o dovrei dire chi… sognavi»
«smettila, cosa vuoi che sognassi, il natale a casa ecco cosa sognavo»
«e dovrei crederti
»  lo faceva di proposito a farmi saltare le staffe

Mi alzai dal letto sbattendo i piedi ed uscì da quella stanza, non avevo voglia di dare spiegazioni, tanto meno a lui… e già, come avrei spiegato a mi fratello che stavo sognando lui, quell’uomo che sembrava aver fatto breccia nel mio cuore, colui che forse era riuscire a sciogliere quell’enorme gelo.

«cosa succede» Giuly uscì dalla cucina insieme a katy e mi guardavano perplesse.
«non dirlo a me chiedilo a lui… è sempre lui che inizia»
«siete i soliti bambini, non solo a casa… ma anche adesso che non vi vedete da 5 mesi riuscite a beccarvi»
«mi abbracciava come se gli fossi mancato… io… che di solito mi insegue con il bastone in mano» chiusi fuori dalla porta mio fratello e mi preparai per affrontare un nuovo giorno ed un altro tour per le vie californiane.

Ma che diavolo mi era preso, non solo mi ero vergognata come una bambina per il semplice fatto che mio fratello mi avesse quasi scoperto, ma quel sogno era così reale, e l’abbraccio con Andrea lo aveva enfatizzato ancora di più….
Il giorno passò velocemente tra negozio strade e piccole soste tra i vari caffè del centro, non mi resi conto del tempo che passava, e mentre rientravamo mia sorella insisteva per una serata mondana, una di quelle serate americane piene di fiumi di alcool e di bei maschioni… così l’aveva definita lei. Appena misi il piede i casa Katy quasi mi saltò in braccio.

 «AAAAAAAAAAAAhhhhhhhhhhhhhh… vieni Sophie, presto» katy mi afferro la mano e mi tirò verso il divano e ancora prima di dirmi cosa fosse successo mi sforzai di capire perché diavolo le fosse venuta una crisi isterica, di solito bastava che io le raccontassi di Jay, o semplicemente sapere che lui fosse sotto casa nostra per far manifestare in lei quella crisi incontrollabile.
«Cosa succede, perché urli così?!?! »
«tieni, questo è tuo» mi passò un pacchettino rosso e su un bellissimo bigliettino natalizio c’erano le sue iniziali “MJRV” , ecco perché le urla di Katy, sulla scartalo aveva fatto uno dei suoi scarabocchi e la sua inconfondibile firma.  La tenni in mano per qualche secondo fissandola pensierosa, poi alzai lo sguardo. Mia sorella sembrava al quanto  perplessa, mio Fratello stranito, mentre Katy era in uno strato d’animo inimmaginabile.
«Dai cosa aspetti» incitò mia sorella «anche se non ho capito di che si tratta sembra essere importante… almeno per lei» disse mentre con il pollice indicava la mia inquilina ormai estremamente agitata.
«ok, ok… la apro» mi sedetti sul divano mentre le tre civette mi osservavano dietro le mie spalle.
Aprii la scatola e la svuotai completamente scaraventando l’intero contenuto sulle mie ginocchia.
Per primo scivolò giù il nuovo Cd del gruppo, con gli autografi di tutti, per la gioia di Katy, che iniziò a saltare come una pazza per il salotto.
Poi guardai bene tra i vari bigliettini, foto e quant’altro, trovai 5 pass per lo spettacolo che ci sarebbe stato in serata.
A quel punto la gioia di Katy raggiunse il limite mentre io continuavo a pensare a come me la sarei cavata con la mia famiglia.

«E… chi sono questi qui… mmmm però…. Niente male il biondino, ed anche il moro…wow»  era difficile dire alla mia famiglia cosa era successo da quando avevo messo piede a Los Angeles, ed ancora peggio era riferire loro che finalmente avevo affrontato la paura verso gli uomini, che riuscivo a guardarlo negli occhi e che... mi ero innamorata e che l'idea d tornare a casa iniziava a farmi stare male. 
«allora?!? » la voce di mia sorella mi riportò con i piedi per terra
«cosa!?! »  caddi dalle nuvole in un solo istante
«chi è questo che ti ha invitato e ... perchè non mi hai detto nulla»
«non ti ho detto nulla perché… non c'era niente da dire» le risposi freddamente mentre cercai letteralmente di sfuggire andandomi a nascondere nell’altra stanza.

Non volevo domande su Jay perchè non volevo dare nessuna risposta. Mia sorella era una persona che pensava al divertimento … era brutto da dire ma lei… era la classica ragazza facile dove bastava che qualche ragazzo carino le dicesse ciao e lei era pronta ad innamorarsi, e forse era questo che mi preoccupata della situazione, il fatto che mia sorella si potesse innamorare di Jay, del mio Jay.
  
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