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Autore: Astrid__    18/01/2012    1 recensioni
Louis è appena arrivato nella bellissima Berlino, e durante una picola passeggiata pensa alla sua bella.
Colei che gli ha risolto la vita.
Perchè Louis questo sbaglio lo rifarebbe all'infinito......
Ennesima cagata! u.u
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla meravigliosa Berlino

Grazie per tutto ciò che mi ha dato

E per ciò che spero mi darà in futuro

E grazie per avermi fatto scoprire

Che ci sono posti molto più vicini dell’Australia

Di cui innamorarsi totalmente

 

Louis scese in fretta dal vagone della metropolitana alla fermata di Berliner Strasse, un itinerario che ricordava perfettamente dall’ultima volta che era stato lì.

La Germania.

Non ci andavano spesso, lui e la sua band..... probabilmente perché il pubblico tedesco non era quel che si dice esattamente caloroso e decisamente troppo patriottico... o forse semplicemente perché in altri paesi erano meglio pagati. Il punto era che lì non tutti lo riconoscevano, quando passava per la strada.

Ed era qualcosa di assolutamente meraviglioso.

Per questo nei pochi giorni che gli era concesso di trascorrere a Berlino amava alzarsi presto e percorrere quelle vie tanto a lungo quanto i suoi orari glielo permettevano.

Berlino non dormiva di mattina presto, anzi.... era decisamente piena di vita e Louis doveva ammetterlo, pur con vari tour mondiali alle spalle, gli risultava davvero difficile ricordare una città più eterogenea, fatta di facce di mille colori e di storia ricostruita fedelmente.

Una città giovane e antica, per quanto paradossale questo potesse sembrare.

Gli piaceva, insomma e, per quanto i suoi compagni preferissero dormire un po’più a lungo, lui non avrebbe rinunciato mai alle sue interminabili passeggiate, durante le quali si sentiva assolutamente normale, un volto fra tanti.

Arrivava a casa con un gran mal di piedi, certo, ma incredibilmente riposato, nonostante tutto.

Non ci avrebbe vissuto, no, certo: casa era casa.

Sì.... ma dove era casa per Louis Tomlinson?

Con un sospiro, si appoggiò al palo del semaforo che precedeva l’attraversamento che portava alla Porta di Brandeburgo, aspettando che l’omino diventasse verde.

Era sempre stata Doncaster, la sua casa... Londra, al massimo.

Insomma, casa era dove stavano i suoi genitori, casa era dove era sempre tornato dopo i suoi tour, casa era dove trascorreva le feste.

Eppure, da un anno e mezzo a quella parte c’era un altro posto che gli veniva piuttosto naturale chiamare casa.

Un posto lontano dalla sua cara vecchia Inghilterra, un posto con il quale la sua famiglia c’entrava poco o niente.

Parigi.

Perché a Parigi non c’erano mamma e papà, né le sue sorelle, nè Harry o Niall, Liam e Zayn, ad aspettarlo, ma c’era qualcun altro.

Qualcun’altra, per la precisione.

Julie.

Julie, era entrata nella sua... beh, nella loro vita quasi per sbaglio, all’improvviso, ma non avrebbe potuto farlo in modo migliore.

Julie che li aveva amati, tutti e tre, ma che alla fine, aveva dovuto scegliere.

Sorrise, attraversando la strada insieme al resto della folla di turisti e berlinesi.

Aveva dovuto scegliere, sì, e, alla fine, aveva fatto l’unica scelta che nessuno si sarebbe mai aspettato.

"Con Harry non va." Sospirò Julie, lasciandosi cadere sul letto di Luois. "Non va proprio."

"Ma come." Domandò lui, perplesso, sedendole accanto. "Vi siete sempre amati così tanto..."

"Non lo so, Lou, lo credevo anche io... ma forse il bello era proprio questo, no? Rincorrersi senza potersi avere..."

Louis annuì, prendendo ad accarezzarle piano i setosi capelli castani.

"Quindi ami Liam?" Dichiarò, senza un minimo di esitazione.

Era ovvio, no?

Harry o Liam, Liam o Harry. Il suo cuore non era mai appartenuto a nessun altro, né l’avrebbe fatto mai.

Forse.

"No, niente Liam." Rispose lei, a sorpresa, con un filo di voce. "Io ho bisogno... ho bisogno di forza, di sicurezza e né Harry ne Liam me la sanno dare. Loro non sono mai stati un punto fermo della mia vita... o meglio, lo sono stati come amici, voglio loro molto bene, ma..."

"Ma non sono il genere di uomo che vorresti accanto, lo capisco."

"Sai, credo di non aver ancora conosciuto la persona giusta per me."

Si era vergognato come un ladro, uscendo da quella stanza, dopo il suo primo bacio con Julie.

"Lo dirò a Harry." Aveva promesso lei, ma, ciononostante, lui non poteva realmente fare a meno di sentirsi come se avesse tradito il suo migliore amico.

Ma la cosa più grave era che non era pentito per nulla ed era certo che, se avesse potuto tornare indietro, non avrebbe agito in maniera diversa.

Perché era giusto così, era sempre stato giusto così.

Perché per Julie lui c’era sempre stato, e lei per lui allo stesso modo.

Erano legati, legati indissolubilmente ed era inevitabile che, prima o poi, il loro strano amore si sviluppasse in qualcosa di, se possibile, ancora più forte.

O, forse, per nulla più forte.

Forse solo diverso.

 

Capelli castano chiaro, lunghi e lisci, bassa statura, figura sottile... possibile?

"Julie!" Chiamò, correndo a perdifiato verso la Porta, sotto al primo arco della quale la ragazza stava in piedi, di spalle, apparentemente sorda al suo richiamo.

Che ci faceva lei lì? Che avesse voluto fare una sorpresa?

Sarebbe stato meraviglioso farle conoscere tutti quanti, dalla famiglia alla troupe, semplicemente stupendo...

"Ehi, amore non mi senti?" Domandò, accostandosi alla ragazza, che si voltò di scatto, guardandolo ad occhi spalancati.

Occhi grandi, profondi... e neri.

"Oh, mi... mi scusi..." Biascicò, mangiandosi le parole, come sempre, quando era imbarazzato, ed arrossendo fino alla punta delle orecchie.

"Kein Problem...." Rispose la giovane, allontanandosi quasi di corsa.

Chissà che aveva pensato di lui...

Ora capiva Harry e Liam, li capiva alla grande, quando dicevano che quella ragazza era davvero peggio di qualsiasi droga.

Tornando a sorridere, posò la propria giacca a terra e vi si sedette sopra, appoggiandosi ad una delle pareti della Porta, gli occhi rivolti al viale Unten den Linden, nel primo tratto del quale, di Linden non c’era nemmeno l’ombra. (Linden = Tigli, Tempe n.d.)

Lo trovava davvero romantico... gli sarebbe piaciuto tornarci con Julie, prima o poi.

E rieccola, pensò, ravviandosi i capelli castani.

Non gli dava pace ma, chissà perché, era un supplizio che non gli dispiaceva patire.

Forse era destino che loro due finissero insieme, rifletté, lanciando una moneta nel bicchiere di un mendicante che gli stava raccontando una qualche tiritera in tedesco, lingua della quale lui non capiva una singola parola.

Gli piaceva credere che gli uomini non avessero poi molto potere sulla loro vita, che tutto fosse già scritto e che si ripetesse all’infinito, una vita dopo l’altra, un’epoca dopo l’altra.

Era comodo, in un certo senso.

Comodo pensare che non fosse stata una sua decisione fidanzarsi con la donna di suo fratello.

Comodo pensare che non fosse una sue responsabilità l’aver spezzato un voto a cui aveva sempre tenuto da morire.

Comodo immaginare che non fosse lui quello dannatamente soddisfatto di averlo fatto.

Bacio.

Di nuovo.

Di nuovo ancora.

"Se non smetti di baciarmi non dormiremo mai, temo..." Mormorò Julie, mentre le labbra di Louis si posavano sul suo naso per l’ennesima volta e le braccia di lui si stringevano un po’di più intorno al suo corpo sottile.

"E chi ha sonno?"

Julie scosse il capo, sorridendo e posandogli a sua volta un bacio tra i capelli scompigliati.

E poi sentì qualcosa... qualcosa di freddo contro la pelle nuda.

"Quando lo dirai ai ragazi?"

Entrambi sapevano bene di cosa stesse parlando.

Nessuno dei due aveva una risposta.

Louis si strinse nelle spalle.

"Non ne ho la più pallida idea..."

"Lou... non puoi aspettare che se ne accorgano da soli."

"Lo so, lo so... lo farò appena torno in Inghilterra, ok? Prima di partire per la tournée."

Julie annuì, accoccolandosi contro il fianco di lui.

"Sei pentito?"

"Nemmeno per idea!" Replicò, pronto. "Lo rifarei un milione di volte, se avessi altre vite da vivere."

"Non saresti con me, in un’altra vita."

"Sì che lo sarei. Magari non ci chiameremmo Louis e Julie, ma saremmo insieme, ne sono sicuro. Sempre."

E poi bacio, ancora.

 

Ed era la verità, rifletté, alzandosi ed imboccando la via dei tigli di buon passo, mettendo in conto di riuscire ad arrivare ad Alexanderplatz prima delle dieci.

Lui era certo che lui e la sua Julie sarebbero stati insieme, sempre e comunque, anche in un altro tempo e in un altro luogo, anche con altri nomi, volti e mestieri.

Perché loro erano così, la Stella Polare l’uno dell’altra.

Lo erano stati da amici e ora lo erano da innamorati e lui questo loro legame non l’avrebbe cambiato con nulla, nulla al mondo.

Ne era certo: se Louis Tomlinson fosse nato un’altra volta della sua vita non avrebbe cambiato proprio nulla, perché era stata lei, pur con tutti i suoi alti e bassi, a portarlo da Julie... e se il premio era lei... beh, non c’era ostacolo che avrebbe potuto interrompere la sua corsa.




Salve a tutti bella gente! Allora, in queste vacanze purtroppo appena finite, sono stata per la seconda volta nella meravigliosa berlino. Mentre ero sotto la Porta di Brandeburgo, con la mia migliore amica, l'iPod ha deciso di mettere 'Gotta Be You'.
Da qui l'ispirazione per questa ennesima cagata, scritta sull'aereo.
Vi prego in tutte le lingue del mondo, commentate!
Bacio, Giù. <3
#MuchLove.




SaSaSa 

  
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