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Autore: shesafeandsound    18/01/2012    9 recensioni
non sempre le persone amano chi pensiamo noi. Non crediamo mai che le cose ci possano sfuggire di mano fino a farci scivolare in basso, perché se hai un cuore selvaggio non sempre l'amore dura.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 1




 can I tell him that I can’t breathe?


Drew talks to me, I laugh cause it’s so damn funny
That I can’t even see anyone when he’s with me
He says he’s so in love, he’s finally got it right,
I wonder if he knows he’s all I think about at night
-Teardrops on my guitar-

 




Ero pronta per partire, o forse no.
Quelle valigie rosse erano accanto al mio letto color mogano dalla sera scorsa e non aspettavano altro che essere riempite da qualche vestito e molti ricordi di quella Londra che amo tanto. Continuavo a fissarle, senza motivo, come se il mio sguardo fosse altrove. Sembravo un anima in pena, con occhi verdi scavati e circondati dalle occhiaie causate dal poco sonno di quei giorni.
Mia madre entrò in camera mia senza bussare, come sempre, più le dicevo di farlo meno lo faceva, perciò con il tempo ci avevo rinunciato.
“Fatte le valigie?” mi chiese avvicinandosi a me.
“No!” le risposi sgarbatamente, come avevo sempre fatto.

Il nostro era il tipico rapporto madre-figlia adolescente,non dico di odiarla ma mi da fastidio averla intorno, mi danno fastidio le sue domande, lei vuole sapere troppo della mia vita come se fosse la mia migliore amica. Certo, lei per me c’è sempre e se mi vede piangere mi consola e mi lascio consolare ma eccetto queste situazioni, in casa si sentono solo le nostre urla e la porta della mia camera sbattere.

“E quando le fai?” mi disse alzando la voce. Io sbuffai infastidita.
“Non urlare, mamma, non c’è bisogno. Ora le faccio,tanto non dobbiamo partire domani!”

Oh, si, mi danno fastidio anche le sue urla. Comincia ad urlare per tutto. Quella donna dovrebbe farsi una bella dose di camomilla e calma.
Dovevamo partire fra qualche settimana ma avremmo dovuto smontare i mobili e quindi i vestiti sarebbe stato meglio metterli nelle valigie prima.

Uscii dalla camera senza dirmi nulla ed io mi sentii subito in colpa, perché in fondo le volevo bene e, quando le rispondevo male, avevo paura di ferirla ma quando era vicino a me i miei nervi saltavano impulsivamente senza motivo e tutto ciò che riuscivo ad essere era sgarbata.
Mi buttai con la schiena indietro sul letto. Feci un lungo respiro e chiusi gli occhi, ero stanca ed era stato l’ultimo giorno di scuola.
Erano le 23:58, meglio dormire.
Volevo andarmene lontano ma non volevo trasferirmi, perché qui avevo la mia migliore amica che significa tutto per me.

Aprii gli occhi lentamente, il sole che sbatteva sulle mie palpebre socchiuse mi fece svegliare. Mi alzai dal letto dopo una bella dormita e cominciai a togliere tutti gli abiti dall’armadio.

 


***


 
 

Mamma io vado un po’ al mare, dissi prendendo la borsa sulla sedia e correndo verso l’uscita.
“No!” disse con un tono acido.
“Mamma smettila! È importante!” dissi di fretta.

Perché doveva sempre farmi perdere tempo ? vedi che sono di fretta, lasciami uscire!

“Ho già …”
Non ascoltai le ultime parole che uscii di casa, senza darle conto.
“Ho già detto di no, bla, bla, bla!” dissi prendendola in giro una volta fuori.
Corsi verso la spiaggia che distava circa 350 metri da casa: sempre dritto, giri a destra, poi sinistra,ancora diritto e quando vedi un gruppo di marmocchi che urlano per l’acqua gelata, allora, sei arrivata.
Erano i primi di giugno ed era tutto così bello, l’aria calda che faceva ondeggiare i miei capelli castani mossi, il sole caldo che batteva su i miei occhiali … tutto perfetto.
Lui era in piedi vicino al muretto di uno stabilimento qualunque, mi sorrise e mi salutò facendo sventolare la mano sinistra.
Immediatamente, un sorriso si disegno sulle mie labbra.
Lui era il mio fidanzato, si, nella mia mente stavamo insieme ed eravamo fidanzati, ma, nella realtà, lui era solo Louis, il migliore amico di mio fratello.
 

 -Lui è Louis, viene a scuola con me. Dì alla mamma che si fermerà a pranzo con noi!- Disse Harry, mio fratello, il primo giorno che portò il suo amico a casa nostra. Da quella volta in poi, cominciarono a stare sempre insieme ed io mi innamorai della sua simpatia, del suo sorriso, delle sua labbra, del suo modo di essere … di lui. Nessuno lo sapeva, tantomeno lui. Erano 4 anni che nascondevo tutto questo mio amore e avrei continuato così, a me stava bene. Mi piaceva guardarlo da lontano ed immaginarmi una vita con lui: il matrimonio,  la nostra prima volta, i nostri figli e la nostra casa.

 

 
Lo salutai con un bacio sulla guancia e ci dirigemmo verso la spiaggia. Per me era come un fratello maggiore anche se volevo fosse qualcosa di più.
Salimmo sugli scogli e stendemmo gli asciugamani. Era presto, circa le 7.30, e la spiaggia era deserta, c’era solo qualche proprietario di alcuni bar dei vari stabilimenti.
I miei piedi erano immersi nell’acqua, e le mie cosce nude stavano diventando calde per il calore del sole mattutino. Dei riflessi di arancione chiaro, giallo, si disegnavano nell’acqua ogni volta che le onde si infrangevano sugli scogli, rispecchiando la luce fioca del sole.

Stavamo scherzando sulle cazzate che avevano fatto il giorno scorso lui e mio fratello, quando ad un certo punto mi avvicinai a tentai di baciarlo.

“No, Rosalie, no!”
 
Sei una cretina! Ora hai rovinato la vostra amicizia e non  hai ottenuto nulla,brava cogliona!

“Tu sei una bellissima ragazza ma io ... sono fidanzato” disse incerto ad ogni parola.
“con chi?” chiesi io. 


 




myspace

buonsalve ragazze. eccomi qua a rompervi con la mia terza fan fiction *O* ok, no. ahahahah
spero che l'inizio vi piaccia, anche se sarà una cosa totalmente diversa dalle mie altre ff.
all'inizio metterò dei pezzi di canzoni che possano riportare un po' al capitolo. nulla (?) spero vi piaccia.
un bacio,
Noemi

 

  
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