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Autore: Luna Mrow    18/01/2012    6 recensioni
Sono passati tre anni dalla fine di TDWT, e il mondo intero pensa che Courtney sia scomparsa. In realità si è nascosta, non potendo più sopportare il mostro che era diventata. Ma il fato la rispedirà della sua vecchia vita; può dimostrare di essere cambiata? DxC, Riassunto completo all'interno
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8
Una sbronza...o qualcosa del genere.

 

I miei occhi si aprirono appena, ma subito si richiusero per il terribile mal di testa che avvertii. Sentivo ogni battito del mio cuore rimbombare dentro di me come una batteria, e sentivo il terribile bisogno di un'aspirina. Tenni gli occhi chiusi per un minuto buono, concentrandomi e rilassandomi. I secondi passavano.... Ero io oppure faceva terribilmente caldo qui? Aspetta un attimo... dove è qui? Dove mi trovo?
Ripetendo il mio stupido errore di poco prima, aprii gli occhi e mugugnai per via del dolore alla testa. “Al diavolo” sussurrai. Non avevo altra scelta oltre a quella di tenere gli occhi chiusi, con quel terribile pulsare che mi teneva come prigioniera. Mi sentivo come dopo una sbronza, o qualcosa del genere. Il punto era che non avevo nemmeno bevuto dell'alcool, la causa principale di una sbronza!

Concentrati Courtney. Dove sei? Mossi le mani attorno a me; okay, posso dire con sicurezza che mi trovo su un letto con delle coperte estremamente morbide. Morbide? Le lenzuola del mio motel erano tutte ruvide e di certo non come queste! Quindi, ne deduco che non sono al mio motel. Pensa... quale è stata l'ultima cosa che ho fatto prima di svegliarmi? Pensa!

Ero alla fiera... Justin mi aveva comprato lo zucchero filato... subito dopo è stato rapito... l'ho rincorso per salvarlo... uno dei rapitori mi ha spinta.... e sono caduta giù dalle scale. Poi cosa è successo? Cosa? Non posso essere morta, sennò sarei piatta come un pancake... qualcuno mi ha presa... qualcuno mi ha.... Duncan!

È tutto okay, Principessa. È tutto okay, ti ho preso.”

Mi hai spaventato, Courtney. Non ti devi più mettere in pericolo in questo modo.”

Si , mi importa di te.”

Duncan. Come posso essere stata così stupida? Duncan mi aveva presa. Il battito del mio cuore aumentò del triplo; mi aveva salvato la vita. Ma questo non rispondeva ancora alla mia domanda, dove mi trovavo?

Questa volta aprii gli occhi più lentamente. Mi misi una mano sulla fronte ed esercitai una piccola pressione, mentre cercavo di mettermi seduta. La mia prima conclusione era esatta: mi trovavo su un letto, ma il fatto che ci fossero pile di magliette nere con nomi di band rock sopra, jeans strappati, boxer, calzini puzzolenti e converse sparpagliati per la stanza potevano dire solo due cose:

Sto avendo un'allucinazione e mi sto immaginando nella camera d' hotel di Duncan,

o

sono davvero nella sua stanza perché lui mia ha portata qui.

Per quanto preferissi l'opzione dell'allucinazione, ero abbastanza sicura che lui mi avesse portato qui. Se mai fossi stata preda di un'allucinazione avrei visto cose assurde come elefanti rosa.

Adesso l'unica domanda è: dove è Duncan? “C'è nessuno?” chiesi, cercando di parlare il più piano possibile per via della mia testa fragile.

Vuoi una tachipirina?”

Spalancai di nuovo gli occhi, e lo vidi seduto su una sedia nell'angolo della stanza, con i piedi sul mobile vicino, le braccia incrociate e lo sguardo puntato su di me. Avrei dovuto capirlo che c'era pure lui nella stanza.

E' inquietante, mi hai guardando dormire per tutto il tempo?” Cavolo, non era quello che avrei voluto dire, ma fu quello che uscì dalla mia bocca. Avrei dovuto ringraziarlo per avermi salvato la vita, ecco. “Volevo dire... sì, una tachipirina sarebbe perfetta.” mormorai, dandomi uno schiaffo mentalmente.

Lui roteò gli occhi e si alzò, dirigendosi verso il bagno, e capii che cercava le pillole. Notai anche se aveva deciso di non mettersi la maglietta, e feci di tutto per non guardare i suoi addominali scolpiti. Duncan poteva non essere Mr. Gentilezza, ma cavolo se era Mr. Figo. Peccato che una ragazza dovrebbe puntare alla prima qualità, non alla seconda.

Ecco” disse, uscendo finalmente dal bagno con due pillole verdi in una mano e una bottiglia d'acqua nell'altra. Esitai, e Duncan sghignazzò. “Che c'è?”

Emh.. Stai rispettando i limiti della dose giornaliera delle pillole, vero?”
Lui ridacchiò, capendo dove volessi arrivare. “
Si, e poi controllare il foglietto illustrativo della Walgreen se sei preoccupata.

No, ti credo.” Presi le pillole in mano e me le lanciai in bocca, bevendo una lunga sorsata d'acqua per ingoiarle. Duncan appoggiò il bicchiere sul mobile e ci si appoggiò col gomito.

Eccola di nuovo: l'imbarazzante tensione che poteva essere tagliata con un coltello. Fummo silenziosi entrambi per un po', mentre i suoi occhi sembravano perdersi nello spazio e i miei erano fermamente puntati sul pavimento ingombro di vestiti. Sotto il suo paio di pantaloni rotti da barbone (almeno secondo me solo un barbone avrebbe voluto indossarli), vidi una maglietta a maniche lunghe grigio scuro, con dei bottoni bianchi e una piccola tasca sul petto. “Hai tenuto la maglietta che ti ho comprato?” chiesi improvvisamente, rompendo il silenzio tra di noi.

I suoi occhi seguirono il mio sguardo fino alla maglia. “Oh, sì” rispose.

Durante il periodo tra Azione e Il Tour avevo comprato a Duncan quella maglietta per andare ad una cena fuori che i miei genitori avevano organizzato. Dal momento che lui non aveva niente di elegante, gli avevo regalato quella a mo' di sorpresa. Aveva finito col buttarci sopra gamberetti e sei margaritas dopo aver corrotto il cameriere a rovesciargliele sopra, ma era stata una festa stravolgente. “Sorpresa?” mi chiese dopo un po'.

Mi risvegliai in fretta dai miei pensieri. “Sorpresa da cosa?”

Dal fatto che ho tenuto la maglietta”

Oh, beh sai... Pensavo che dopo Il Tour tu non volessi più niente che avesse a che fare con me.” Calò di nuovo quell'imbarazzante silenzio.

Tu hai conservato quello che io ho dato a te?” mi chiese.

Intendi dire se ho tenuto quel braccialetto da 25 centesimi che mi hai preso in una macchinetta al cinema, il pacchetto di gomme da masticare che mi hai comprato per ottenerne un secondo gratis o il finto tatuaggio col teschio e le ossa incrociate che hai lasciato per sbaglio a casa mia? No, sono abbastanza sicura di aver gettato via il braccialetto, mangiato la gomma e aver dato il tatuaggio ai figli dei vicini.”

Duncan roteò gli occhi, ma sorrise compiaciuto. “Non so che cosa è che mi affascina di più, se il fatto che ti ricordi ogni cosa che ti ho dato, o quando te l'ho data e come te ne sei disfatta.” Sorrisi appena pure io. “Però.. Aspetta, non è tutto.”

Che cosa manca?”

Mi sembra di ricordare di averti intagliato un teschio nel legno, ai tempi dell'Isola, ricordi?” Il mio sorriso scomparve. Annuii, sentendo il senso di colpa invadermi. “L'hai tenuto?” chiese lui in un sussurro, quasi avesse percepito il mio cambiamento d'umore.

Stranamente non riuscivo a guardarli negli occhi; avevo lo sguardo puntato sul pavimento. “No” mormorai “Io... l'ho gettato dal finestrino dell'auto mentre stavo guidando”.

Non capivo se era più stupito o mortificato da quello che gli avevo appena detto. “Perchè?”

Perchè... perchè ero incavolata con te.. è stato subito dopo Il Tour, ero così arrabbiata... ma me ne sono pentita un attimo dopo” dopodiché mi alzai e attraversai la sua stanza, puntando alla porta.

Dove stai andando?” mi chiese.

Io devo... voglio..” -sigh- “Non posso rimanere qui.” Ancora non avevo trovato il coraggio di guardalo in faccia. Era come se un'ondata di vergogna mi avesse sommerso, dopo avergli detto del teschio. Ma non era solo quello... stava diventando sempre più difficile rimanere concentrata, e non cadere nel mondo dell'incertezza e della confusione. Adesso sono terribilmente confusa. Non sono tornata per ricominciare la mia storia con Duncan, giusto? No. Sono tornata per curare vecchie ferite. Tutto ciò che ho ottenuto da Duncan è stato dolore, non è vero? Non l'ho imparato la scorsa volta?

Aprii la porta, ma una mano la richiuse quasi immediatamente. Risalii con lo sguardo il braccio e vidi Duncan ritto in piedi accanto a me. Mi stava guardando intensamente, né con allegria o un'aria quantomeno divertita; non riuscivo minimamente a capire la sua espressione. “Non te ne andare.” disse, con un tono più intimidatorio che altro. La sua mano era ancora stretta alla maniglia, su cui scaricava tutto il peso del corpo, per cui mi sarebbe stato impossibile uscire senza usare la forza.

Duncan, io...”

Mi zittì. “Lo sai quanto fuori di testa ero quando credevo che tu fossi morta? Come hai potuto lasciarmi credere una cosa del genere?”

La sua domanda mi lasciò a bocca aperta. “Scusa?” chiesi, con un pizzico di tensione nella voce. “Mi sembra di ricordare che l'ultima volta che ci siamo visti tu mi odiassi. Cos'è allora, non mi odiavi davvero? Beh ti sei comportato come se lo fosse. Mi hai trattato come se fossi la più grande stronza dell'universo, mentre Gwen era una santa! Quindi, mi dispiace se non eri in cima ai miei pensieri!”
“Maledizione, Courtney!” disse furente. “Perchè pensavi che ti odiassi?”

Il mio primo presentimento era quello del fatto che mi hai tradito” Duncan non mi stava lasciando molto spazio per respirare tra lui e la porta. Schiacciati di nuovo l'uno con l'altra. “Perchè quando sei tornato in gioco nella terza stagione hai cominciato a perdere interesse in me? Perchè hai cominciato ad odiarmi? Perchè era ovvio che mi odiassi, dal modo in cui di trattavi.”

Se è per questo mi odiavi pure tu!” urlò Duncan “Sembrava tu fossi posseduta dall'odio e dalla rabbia, cavolo, avevo paura che tu mi uccidessi nel sonno”

Mi accigliai, tossicchiando. “Io.. io non ho mai...” la rabbia mi rendeva il parlare molto difficile. “Odiavo il fatto che Gwen fosse considerata la 'buona'.” dissi tra i denti. “Odiavo come per tutti fossi diventata la cattiva, la psicopatica, la stronza, la sfruttatrice. Odiavo che Gwen fosse la ragazza che riuscivi a capire al volo, la ragazza con cui passavi il tempo senza litigarci ogni singolo secondo! Odiavo che voi due foste amici, che andaste così d'accordo, che rideste e che scambiaste opinioni!”
Parlare improvvisamente mi fu ancora più difficile, ma continuai “Odiavo come fossi diventata ossessionata con la vittoria da complottare contro gli altri alle loro spalle, odiavo che pensassi di essere così importante di non aver bisogno di amici nel reality, odiavo che avessi fatto quella stupida lista delle cose che dovevo cambiare il te, odiavo che non fossi carina, ma solo una stronza, odiavo il fatto che prima o poi... sapevo ci saremmo allontanati.” presi un grande respiro. “Quindi, scusami se ho voluto ricominciare tutto ca capo, ma io sono cambiata per te.”

Duncan non disse niente; alleggerì addirittura la presa sulla maniglia e fece un paio di passi indietro. “Vecchia o nuova riuscirai sempre a farmi impazzire.” sussurrò piano, prendendomi le mani nelle sue.

Lo prenderò come un complimento, anche se non lo era” replicai freddamente. Gli avevo appena scaricato addosso tutta la mia frustrazione e questo era tutto quello che era in grado di dirmi? Che lo facevo impazzire? Sono sull'orlo di scoppiare in lacrime e lui mi risponde così?!

Dovresti andare dalla polizia, vorranno farti delle domande sul rapimento di Justin. Sono ancora tutti alla fiera; ho mandato un messaggio a Bridgette dicendole che ci saresti andata una volta svegliata.”

Ho lasciato la mi macchina laggiù.” dissi indifferente. Giuro che stavo per tirargli un pungo in faccia.

Allora ti porterò io.”

Aggrottai le sopracciglia. “Non hai niente da dire riguardo quello che ti ho appena urlato addosso? Cosa diavolo sei? Un fottutissimo robot senza emozioni?! Tutto quello che ti ho detto non ha nessun effetto su di te, nessun significato?”

In un millisecondo Duncan fu davanti a me, tendendomi per le spalle saldamente ma allo stesso tempo con dolcezza e puntando i suoi occhi di ghiaccio dritti nei miei. Prima che avessi il tempo di gridargli di andarsene, o addirittura picchiarlo, come avevo intenzione di fare fin dall'inizio, mi baciò per la seconda volta. In una semplice, veloce mossa le sue labbra erano sulle mie. Odio la mia vita, pensai, mentre rispondevo al bacio. Lo sentii sorridere, si lasciò addirittura sfuggire una piccola risatina, finchè non gli morsi il labbro inferiore con tutta la forza che avevo.

Lui si staccò in fretta. “Ow!”

Gli feci la linguaccia. “Questo è per essere stato uno stronzo.”

Cavolo, mi hai fatto sanguinare” disse, tastandosi il labbro. “Ma credo di essermelo meritato.”

Come io mi merito una risposta”

Sospirò “Non voglio essere un tuo nemico per tutta la vita, Courtney. Non possiamo avere una tregua? Guarda, mi dispiace, okay? Non voglio lottare più con te... Anche perchè avresti sempre la vittoria.”

Sorrisi appena; questa era la mia chance di diventare finalmente amica di Duncan? Qualcosa di cui mi ero maledetta di non aver ottenuto in punto di morte? Avevo sempre rimpianto non essere stata amica di Duncan... forse il fato mi stava dando una seconda possibilità? “Okay. Facciamo pace; ma niente scherzi sdolcinati da quelle tue labbra, okay?” dissi, e lui rise.

Come vuoi. Non è che non ti sia piaciuto.”

Roteai gli occhi. “Vanitoso come sempre, eh?” Alzandomi sulla punta dei piedi, mi avvicinai a lui e gli stampai un bacio veloce sulla guancia; al che lui mi guardò con un'espressione molto confusa. “E questo è per avermi salvato la vita.” dissi semplicemente “Adesso andiamo, mi devi portare alla fiera così che la polizia ci possa interrogare.”

Ci? Notiziona Principessa, sei te quella che era con Justin quando è stato rapito.”

Ma te sei stato testimone della scena, e la polizia vorrà parlare anche con te”

Duncan sospirò tra sé e sé. “Fantastico.” borbottò. “L'ultimo tipo di persone col quale un criminale vorrebbe andare a parlare.

 

 

 

 

 

 

 


 


 

  
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