Titolo: White Peak
Fandom: Sherlock Holmes - A Game of Shadows
Personaggi: Sebastian Moran/James Moriarty (one-sided)
Genere: Angst, introspettivo
Parole: 385
Avvertimenti: spoiler (in caso qualcuno non l'abbia ancora visto :O)
Note: Mi sono spezzata il cuore da sola, con sta flashfic. No, perché dannazione, sono approdata sulla ship più angst dell'universo intero, e mio DIO, REICHENBACH. No, vabbè. Niente, l'ho scritta perché il Moran di Paul Anderson è la bellezza, il Moran del Newman!verse è la cosa più bella sulla quale abbia messo occhio negli ultimi mesi e VAFFANCULO MOFFAT NON PUOI AVER UCCISO JIM. Questo è un discorso randomico per dire che ora mi chiuderò in cameretta e prenderò ad angstare di brutto. Ecco. Spero vi piaccia e che non mi uccidiate ;_;



Una scura figura solitaria spicca nel bianco gelido e pungente, appollaiata nel modo più confortevole possibile sul sedile duro in legno della carrozza ferma da ore nei pressi di Reichenbach. Scruta pazientemente lo spazio attorno a sé, riflettendo sul fatto che in fondo non c'è molto da vedere. È il picco più solitario che abbia mai visto su una montagna, e non c'è davvero nulla a parte il castello dove lui ed il Professore sono entrati nel pomeriggio. L'orologio da taschino recita le otto di sera.
Sta aspettando da tantissimo tempo, attende con paura ed insieme impazienza. Paura, ovviamente, di farsi prendere dalla tentazione di perdere la pazienza ed andarsene. Se Moriarty non trovasse la carrozza lo cercherebbe in capo al mondo pur di fargliela pagare. Impazienza perché è sicuro che tornerà, eppure non sa quando, devono tornare nel loro rifugio svizzero e mettersi al caldo.
Assapora già il sapore del pesce arrosto o di qualsiasi cosa ci sarà da mettere sotto i denti, sente già sulla lingua il sapore del vino pregiato messo a disposizione per loro: per festeggiare la sconfitta di Sherlock Holmes.
Quindi rimane seduto lì, arrotolandosi l'ennesima sigaretta ed infilandola fra le labbra, prendendo qualche boccata amarognola, soffiando il proprio nervosismo al vento.
Moriarty sarà felice. Sarà così felice che forse gli concederà di vedere quel maledetto Don Giovanni, finalmente. E forse una ricompensa più intima e personale.
Sbuffa e guarda di nuovo l'orologio. Le otto e mezza, e ancora nessuno esce dal castello. Se ne sono già andati tutti, coi loro calessi costosi ed i loro affari conclusi. La prima ad andarsene è stata la carrozza col cadavere dello zingaro.
E poi ha colto con lo sguardo, senza farsi notare, la figura immensamente triste e confusa e sola del Dottor Watson. Camminava a capo chino, trascinando i piedi nella neve solidificata, l'aria di un uomo svuotato da ogni scopo o sentimento.
Ha ghignato, riconoscendo il segno che Holmes è finalmente andato. Fuori dai loro piani, alleluia.
Osserva le nuvole fredde che danzano nell'aria ad ogni respiro, sentendo sempre più freddo, sulla pelle e nel petto, una sensazione simile all'angoscia che inizia a circondare come uno strato di brina le sue viscere. Prende a fissare la porta del castello, ripetendosi con convinzione che il Professore tornerà.
E non si muoverà da lì, continuerà ad aspettare.
Perché lo deve riportare a casa.