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Autore: niebo    19/01/2012    2 recensioni
Il giovane in smocking tirò fuori dalla tasca sinistra dei pantaloni un pacchetto di sigarette. Ne sfilò una e l’accese con un accendino, preso dall’altra tasca.
“Cosa vuoi da me?!” ripetè con decisione.
“Cosa voglio da te? Semplice.” soffiò fuori dalla bocca una densa nuvola di fumo “Voglio che uccidi una persona.”
[...]“Cosa ti fa credere che ucciderò una persona per te?!”
“Io non lo credo….” Fece un tiro ed espirò di nuovo il fumo “…io sono sicuro che lo farai.”

La storia di sette persone la cui vita è indissolubilmente legata all’avvento dell’Apocalisse.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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better off alone Better off alone


“Aspetta.”
Ulrich fu preso improvvisamente da una stretta morsa allo stomaco.
Aaron, che si stava dirigendo a passo spedito verso la sala in cui già risuonava forte la musica, si bloccò e si voltò a guardarlo.
“Scusami… Ti va se prima di raggiungere gli altri… uscissimo un attimo?”
Gli rispose sorridendo dolcemente e facendo un lieve cenno d’assenso con la testa.


***




“Un’indicibile perdita di tempo.”
“Eh?” fece Newton voltandosi verso Piotr, sorseggiando il suo cocktail alla frutta.
Mentre l’intera sala si stava divertendo scatenandosi a più non posso sulla pista, Piotr e Newton erano gli unici due che si trovavano al tavolo dei rinfreschi, a fare da spettatori.
“Nulla.” disse Piotr con voce piatta, quasi annoiata.
Pareva che i suoi occhi chiari fossero vuoti, rispetto a tutto ciò che vedeva intorno a sé. Sembrava fossero persi, che non avessero nessuna meta precisa, ma che si guardassero attorno solo perché costretti a rimanere aperti. Probabilmente bastava il suo pensiero per farlo vagare nel nulla… all’osservazione di ciò che gli stava attorno si sarebbe dedicato in un altro momento…
“Che stai guardando, Piotr…? Li stai squadrando per bene i sederi delle ragazze, eh?!?!” intervenne Newton alzando il sopracciglio, dopo aver tirato su con la cannuccia l’ennesimo sorso di cocktail.
“Mhm?” fece Piotr risvegliandosi dal torpore dei propri pensieri e voltandosi verso Newton.
“Aaaaah, lascia perdere… se non ti arrabbi non è divertente!!!!!!” gli rispose, riprendendo a bere il suo drink, annoiato.
Intanto il volume della musica pareva alzarsi sempre più, in modo proporzionale ai movimenti della gente, sempre più frenetici e scomposti. Le luci colorate illuminavano a tratti la sala, e risultavano abbastanza fastidiose quando erano a intermittenza ma, soprattutto, quando ti puntavano dritto negli occhi…
“Aaron ci sta mettendo più tempo del previsto a raggiungerci.”
“Già, effettivamente è un quarto d’ora che stiamo aspettando il signorino… io mi sto annoiando a morte!!!!!! Anche il cocktail inizia a farmi schifo!!!! Ma poi, adesso che ci penso… io la musica la sento…. Però alla console non c’è nemmeno l’ombra del d…”
Improvvisamente le luci e la musica si spensero.
Solo qualche lamento della gente era rimasto a condire l’atmosfera.
E in questi casi, approfittando dell’assenza di luce, commenti di ogni genere, spesso trattenuti, partono molto più facilmente….
Cazzo.”
“Piotr…?! Non ti vedo più!!!!!!!!! Ehi. Aspetta un attimo. Che hai detto????”
“Niente.”
“Oh, certo. Non è che se non ti vedo allora non ti sento!!!!!!”
“Ho detto: “Grandioso.”.”
“Ehi non prendermi per il culo!!!!!!!! Non era una parola così lunga!!!!! Guarda che non sono mica scemo, io!!!!! Lo so che hai detto un’altra cosa!!!!!!”
“Se lo dici tu…”
“Eh?!”
“Ho detto “Pazzo.”.”
“Pazzo???? Chi????”
“Tu.”
“Ma che cazzo vuoi da me, io non sono pazzo!!!!! Perché dovrei esserlo scusa????”
“Storpi la realtà oggettiva delle cose.”
“Storpio che…???”
“Un cazzo.”
“Eh?!?! Vuoi parlare in italiano per una volt…!!!!!! Aspetta. Di nuovo?????”
“Pazzo.”
“Pazzo chi?????”
“Tu.”
“Grrrrrr!!!!! Piotr, la vuoi smettere di approfittare del buio per darti liberamente al linguaggio frivolo????”
“….”
“….”
“Qualcosa non va.”
“Concordo.”
“Scambio di ruoli.”
“Decisamente.”
Cazzo!!!!!”
“Newton, la vuoi smettere di approfittare del buio per darti a un linguaggio frivolo?”
“Guarda che sei tu che… Ehi…aspetta un attimo. Tu ti stavi dando alla pazza gioia sparando parolacce a caso, io non centro nient...!!!!!!”

“Ehilà ragazzi!!! Qui è Dj Andy che vi parla!!! Siete pronti a passare una magnifica serata all’insegna della musica più fica del pianeta?!?!?”

La folla rispose in coro con un boato che fece tremare la sala, nonostante l’intera stanza fosse ancora completamente al buio.
Evidentemente erano talmente sballati che si fidavano anche solo di alcune semplici parole che uscivano da un microfono…
Improvvisamente tutti le luci si riaccesero, e la musica ripartì a tutto volume.
L’unica differenza era che ora, al mixer, vi era la presenza di un giovane.
Alto, capelli biondi… occhi azzurri nascosti da un cappello da cowboy troppo basso sul viso… i pantaloni bianchi come la neve e sul petto una maglietta viola con una provocatoria scritta dorata:
Unwrap me, is my gift
ovvero:
Scartami, è il mio regalo
Regalo evidentemente molto gradito, al sentire i commenti proveniente dalla folla, soprattutto da tutte le giovani ragazze presenti nella sala che, alla vista del tanto sospirato dj, iniziarono a gridare all’unisono…come oche. Ma in fondo… anche gli uomini rimasero affascinati da quella figura prestante, imponente, misteriosa,… e dal suo sorriso intrigante e malizioso…
Tutti gli occhi sognanti della folla erano puntati su di lui.
Con la sua sola presenza, in un secondo era diventato l’Unico… il Solo… il Figo… il Mito… il….
“….Farmacista??????” sbottò Newton dopo aver riversato con poca grazia tutto il cocktail contenuto nella propria bocca addosso alla persona che più gli stava appresso.
Piotr.


***




Un vento leggero muoveva dolcemente i loro capelli, mentre entrambi stavano seduti sul ciglio del marciapiede. Era come se entrambi, nel silenzio, stessero guardando lo stesso punto, ma vedendoci dentro qualcosa di diverso. Il buio della notte prendeva la conformazione di ciò che loro volevano… di ciò che il vento sussurrava alle loro orecchie…
Ulrich alzò lo sguardo al cielo, chiudendo gli occhi.
Aaron si voltò per osservarlo, intenerito.
Quando Ulrich se ne accorse, arrossì subito tornando a guardare di fronte a sé, impacciato dal fatto di sentirsi al centro dell’attenzione.
Aaron gli sorrise.
“Va meglio?” gli chiese poi.
Ulrich si voltò subito verso di lui, ancora più imbarazzato di prima.
“Sìsì!!!!! Sono solo un po’ scombussolato…” disse sorridendogli come se si fosse magicamente ripreso.
Scombussolato…
Già.
Era proprio la parola più adatta a descrivere la situazione. Non solo in riferimento al suo stomaco… ma anche alla sua testa. Teneva la mano premuta sulla pancia, dove ogni tanto avvertiva qualche fitta… A qualcosa stava servendo, anche se era pur sempre solo una mano… Ma in ogni caso, alla fine, sapeva che quel dolore sarebbe passato presto.
Lo stesso non si poteva dire della sua testa.
Neanche mille mani appoggiate sopra la sua fronte gli avrebbero dato sollievo…
“Mi dispiace di averti trascinato qui…” disse improvvisamente Aaron  mentre fissava la strada, deserta, davanti a sé.
“…forse avresti preferito rimanere a casa…”
Ulrich lo guardò, sorridere tra sé al nulla di quella terra di cemento, priva di vita.
Si stupì di quelle sue parole così apparentemente innocue… ma dal gigantesco peso. Come poteva prendersi la colpa anche di qualcosa in cui non centrava nulla? Lui non aveva fatto niente di male… E si stava caricando di un fardello che non era nemmeno il suo.
Si sentì terribilmente in colpa…
Ma cosa stava facendo..?
Per colpa sua una persona stava soffrendo anche se non avrebbe dovuto farlo.
Si stava prendendo gioco delle uniche persone che in quel momento lo stavano aiutando…
Da quando era diventato così meschino?
Così egoista?
Non gli bastava soffrire da solo?
Aveva bisogno di altre persone addolorate che gli facessero compagnia?
Si sentì come il peggiore rifiuto lasciato ai margini della strada…
Di quella strada.
Si faceva schifo da solo.
Come poteva stare lì a guardare quando altre persone che gli volevano bene stavano male quasi quanto lui?
E per lui.
Abbassò lo sguardo in direzione del marciapiede su cui era distrattamente seduto.
Sospirò, chiudendo gli occhi.
“Qualche anno fa… è morta la persona più importante della mia vita…”
Aaron si voltò improvvisamente, preso alla sprovvista al sentire quelle parole così importanti dette così, quasi per sbaglio.
E lo guardò, stupito, cercando di comprenderlo, di aiutarlo, di sorreggerlo in qualche modo… ma si sentì per la prima volta così piccolo e insignificante di fronte a lui.
Così impotente…
Le sue parole erano scivolate leggere nell’aria, ed erano già volate via… ma avevano lasciato sul suo cuore un peso così grande… e capì… capì che ciò che Ulrich nascondeva dentro non erano semplici briciole di vita perse distrattamente per strada.
Era la sua vita intera.
“Da quel giorno… non sono più stato in grado di riprendermi… Ho cercato di trovare una via d’uscita… ma ho sempre imboccato le strade sbagliate… Tuttora non so se quello che sto facendo sia giusto… Però ora che ho incontrato te… ora che ho incontrato voi… ho finalmente trovato una certezza. E ho capito che… per una volta… sono felice… di aver imboccato la strada più difficile...”
“Non lo sarà.” lo interruppe subito Aaron.
Ulrich si voltò sorpreso verso di lui, non capendo cosa stesse cercando di dirgli.
“Finché sarò con te… farò in modo che la tua strada non sia mai difficile. A costo che lo diventi la mia.”
E fu quasi sul punto di scoppiare in lacrime quando Aaron, baciandosi alternativamente le dita delle mani, gli pronunciò quelle tre parole…
“…Te lo prometto.”


***




“Oh cacchio!!!!! Piotr scus…!!!! Cioè volevo dire… E’ tutta colpa di quel fottuto dj!!!!!! Mi ha fatto prendere un colpo e….”
“Non fa niente.”
“…non mi aspettavo fosse lui e allora…!!!!!! Che hai detto..?”
Piotr si voltò e si allontanò da Newton, senza dire più nulla.
Newt si fermò a guardarlo allontanarsi, stranito. Non una frecciatina, non una parola d’insulto e senza pretendere nemmeno delle scuse..?
No...
Non era decisamente da lui.
Decise allora di seguirlo, per vederci un po’ più chiaro.
“Ehi Piotr!!!!!!! Piotr!!!!!!” gridò facendosi largo tra la folla.
Cominciò a perderlo di vista.
“Merda!!!!!! Piotr, ma dove cazzo stai andando?!?!?” urlò forte senza che l’altro potesse sentirlo.
Si alzò sulle punte per vedere meglio.
In bagno… Sta andando in bagno!!!!!
Allungò il passo per raggiungerlo, soddisfatto di aver almeno compreso dove si stesse dirigendo.
Inseguendo Piotr in maniera così istintiva, non si rese nemmeno conto del fatto che si stesse preoccupando per lui.
O forse lo sapeva bene…
…ma lo stava negando a sé stesso.
Raggiunse il bagno e spalancò la porta, entrando in fretta e furia.
Si fermò sulla soglia, ansimando per il fiatone dovuto al frenetico inseguimento.
Vide Piotr di fronte al lavandino, pulirsi il maglione con un po’ d’acqua e una salviettina di carta.
Al sentir la porta sbattere, Piotr si era voltato, e ora lo stava guardando stupito. Rimasero a fissarsi per un attimo, senza dire nulla. Solo il respiro affannato di Newton risuonava nell’aria.
“Ti ho detto che non fa niente.  Non era necessario che venissi qui.” disse poi Piotr tornando a pulirsi la maglia.
Newton rimase ancora fermo a guardarlo.
Non sapeva cosa dirgli.
Non poteva mica  uscirsene con un “Piotr, ho l’impressione che ci sia qualcosa che non va!!!!!” come se niente fosse. Avrebbe dato l’impressione di essere un sensitivo o qualche altra ridicola cosa...
O peggio.
Avrebbe potuto dare l’impressione che si stesse preoccupando di…
“Piotr, ho l’impressione che ci sia qualcosa che non va!!!!!!!”
Come non detto.
Non per niente Newton si morse la lingua subito dopo…
“Va tutto bene. Non c’è bisogno che ti preoccupi per me.”
“No che non va tutto bene, scemo!!!!!! Si vede lontano un miglio che hai qualche grillo per la testa!!!!! Sei ancora più pensieroso del solito!!!!! Ah e poi… Cosa ti fa credere che io mi stia preoccupando per te????? Ti senti per caso così importante?????” concluse Newt incrociando le braccia sul petto e inscenando il ruolo dell’altezzoso indifferente.
Piotr inarcò un sopracciglio.
Poi aprì il rubinetto del lavandino che gli stava di fronte, e fece passare le proprie mani sotto l’acqua scrosciante, per pulirsele dai residui di cocktail appiccicoso che vi erano rimasti.
“Il fatto che tu pensi troppo poco ti fa credere che io stia pensando troppo.”  Rispose sorridendo tra sé e lanciando a Newton uno sguardo di sfida.
Newt si bloccò un attimo.
Il solito paio di secondi per afferrare il senso della frase, e poi…
“Ma che cazzo vuoi da me????? E io che ero anche venuto qui preoccup… cioè, per accertarmi che la macchia se ne fosse andata via!!!!!! E questo è il ringraziamento!!!!!!”
Piotr si asciugò le mani sfilando qualche altra salviettina di carta, e si diresse verso l’uscita del bagno.
Passò a fianco a Newton e, dopo aver alzato piano la propria mano, la calò sulla sua testa, spettinandogli  un po’ i capelli.
“Ehi!!!!! Ma che cazz…?!?!? Chi ti ha dato il permesso di toccare i MIEI capelli???????”
Piotr accennò un lieve sorriso.
“Andiamo. Ora siamo noi che probabilmente stiamo facendo aspettare Aaron e Ulrich.”


***




“NON-SONO-ANCORA-ARRIVATI!!!!!!!!!!!!!!!” sbraitò Newton al vedere che Aaron e Ulrich non solo non li stavano aspettando, ma non c’erano proprio.
“A quanto pare…”
“Smettila di fare l’indifferente Piotr!!!!! Tu vuoi che siano qua tanto quanto lo voglio io, perché sai benissimo da solo che stare con te è una noia mortale!!!!!!”
“Insinuando che io mi annoio da solo, stai al contempo negando la tua stessa presenza. Ovvero, non tenendo in considerazione te stesso nella tua stessa affermazione, non ti stai considerando da solo. Vedo che stai imparando ad ignorarti. I miei complimenti.”
“Grrrrrrrrrrr!!!!!!!!!!!!!!! Vedi perché voglio che Aaron sia qui?????? Tu mi porti all’esasperazione!!!!!!! Dannato Mr SoTuttoIo dei miei stivali!!!!!!!!!!!”
Piotr si limitò a squadrarlo per un paio di secondi.
Per poi aggiungere…
“Quali stivali..?”
Newton allora fu sul punto di rispondergli nuovamente a tono, ma si trattenne.
Qualcosa lo trattenne.
Un vago brontolio che giungeva in lontananza…
“Ho altre cose più importanti da fare che ribattere continuamente alle tue battutine sarcastiche!!!!!”
“Ah sì?” fece Piotr alzando il sopracciglio “Tipo...?”
“Mangiare!!!!!” rispose Newt afferrando con entrambe le mani, poste a coppa, un’ enorme valangata di patatine dalla ciotola che stava sul tavolo dei rinfreschi, dietro di loro.
E mentre Newton si abbuffava, Piotr aspettava pazientemente, ingannando il tempo osservando la folla ballare, ballare e… ballare.
Lo riteneva uno spettacolo piuttosto monotono.
Soldi sprecati, se per vederlo avesse dovuto comprare un biglietto.
Ma qualcosa colpì improvvisamente la sua attenzione.
Avrebbe preferito che non fosse successo, però sapeva che prima o poi sarebbe accaduto. Una persona così appariscente non sarebbe mai rimasta nascosta nell’ombra per troppo tempo.
E allora lo osservò, da lontano.
Non seppe bene il motivo…
Ma, volente o nolente, ormai aveva attirato la sua attenzione.
Anche perché era impossibile non notarlo.
Con una grandissima disinvoltura aveva scavalcato con un solo balzo il mixer situato in un’improvvisata postazione da dj, fatta di scatoloni impilati uno sopra l’altro. E subito si era buttato in pista, al suono della sua stessa musica, e altrettanto velocemente si era ritrovato circondato da un sacco di ammiratrici vogliose.
O almeno questa fu l’impressione che ebbe Piotr.
Da questa cosa però non era particolarmente colpito.
Ripeto, una persona così appariscente difficilmente sarebbe passata inosservata.
Ma c’era dell’altro…
Qualcos’altro che aleggiava nell’aria, tra lo scandire di note della musica dance e i colori accesi delle luci a intermittenza…
E una strana sensazione.
Un orribile sensazione.
Perché da quando l’aveva visto entrare in pista…
…non era più riuscito a smettere di osservarlo.
Lo vedeva ballare sicuro di sé in mezzo alla pista, quasi fosse l’unico ballerino al centro della sala.
E, in quello che sembrava quasi un gioco erotico, si divertiva ad alternare le espressioni sul proprio viso, che però ricordavano tutte una sorta di godimento interiore.
Ma a parte questi piccoli dettagli che non potevano scatenare in lui nulla se non un vago ribrezzo, il solo vederlo ballare in modo così sciolto, unico in mezzo a tutta quella gente, gli ricordava qualcosa di simile a un telo… morbido e fluido… attraversato da un soffio di vento.
Allo stesso modo gli pareva che Andy si lasciasse attraversare dalla musica.
E, osservandolo così avvinghiato e stretto da quella passione così forte, gli pareva quasi un’altra persona.
Oddio senza sbilanciarci troppo ora…
Probabilmente lo sembrava solo perché stava facendo qualcosa che gli piaceva…
Che amava…
E anche perché non stava rompendo i coglioni a lui.
Cosa non da poco conto.
Decisamente non da poco conto.
Però era veramente strabiliante.
Questo doveva ammetterlo.
Non aveva mai visto nessuno ballare così.
I suoi movimenti erano così fluidi, liberi… e si susseguivano incessantemente incastrandosi in modo perfetto l’uno con l’altro, come una sequenza di palle da biliardo che si colpiscono una di seguito all’altra.
E facendo sempre centro.
Finito un movimento, ne iniziava subito un altro, senza che nemmeno si percepisse il distacco tra i due.
Piotr era da sempre un grande osservatore.
Nessun particolare, nessun dettaglio sfuggiva alla sua vista.
E ora si era preso bene ad osservare Andy.
In ogni più piccolo ed insignificante particolare.
Almeno finchè Andy non si fosse accorto di lui perché, se fosse successo, l’avrebbe subito avvicinato e molestato, come suo solito.
Ma la cosa strana era che in quel momento non riusciva a vedere Andy completamente in cattiva luce. Stava facendo quello che gli piaceva. E magari può sembrare esagerato da dire, ma ci stava mettendo l’anima.
Lui l’aveva percepito.
Però forse non era stato l’unico…
Perché notò che Andy riscuoteva una grandissima ammirazione, non solo da parte delle donne, ma anche da parte degli uomini. E questo non sessualmente parlando, anche se magari c’era qualcuno interessato anche da quel punto di vista…
Il fatto era che Andy poteva fare qualsiasi stronzata. Poteva mettersi a rotolare a terra come un pazzo, a ballare il ballo del qua qua o mettersi ad imitare un tricheco in calore (cosa che in realtà non si discostava molto dalla sua vera natura)…
Però.
Qualsiasi cosa facesse… riscuoteva una grandissima ammirazione da parte di tutti.
Se si fosse messo a ballare come un deficiente… probabilmente gli altri l’avrebbero seguito e imitato. O in ogni caso non avrebbero comunque diminuito la considerazione che avevano di lui.
E tutto ciò nonostante non lo conoscessero.
Forse era questo che attirava Piotr.
Il suo carisma.
Quello strano magnetismo che suscitava in tutti…
…a parte lui.
Però in certi casi bisogna anche saper essere obiettivi.
Ma Piotr non fece in tempo a pensar relativamente bene di lui, che subito Andy riuscì a smentirlo.
Perché fino a quel momento aveva ballato da solo.
Ora aveva iniziato ad avvinghiarsi anche alle ragazze.
E così il suo istinto animale diventava inevitabilmente sempre più evidente.
Molto evidente.
Semplicemente, quando si stancava di ballare da solo, si avvinghiava ad una ragazza, che trascinava a sé col semplice ausilio del suo sorriso.
Falso e spudorato…
pensò Piotr.
E il momento successivo gli faceva venire ancora di più il ribrezzo.
Lo vedeva che, mentre stringeva a sé con forza l’oggetto del suo desiderio, ovvero l’occasionale compagna di ballo, i suoi occhi si socchiudevano, alzava la testa verso l’alto, e sul suo viso si dipingeva con un’espressione d’estasi così evidente che Piotr temette che stesse venendo sul serio.
Probabile.
Estasi poi dovuta a cosa?
Chissà.
Forse dovuta alla musica che lo avvolgeva… o molto più probabilmente all’occasionale ragazza che stava rimorchiando.
E le sussurrava qualcosa nell’orecchio, le sorrideva maliziosamente e l’ipotetica “lei” rideva a quelle parole così segrete che lui le aveva appena confessato.
“Porco.” disse improvvisamente Piotr apatico e con le braccia conserte sul petto.
“Cosha..? Ge l’hai chon me??????” sbottò Newton con la bocca piena di pop corn e altre schifezze varie.
“No, tranquillo. Continua pure a fare il porco anche tu…”
Probabilmente Newt non percepì bene la velata frecciatina di Piotr… altrimenti gli avrebbe risposto per le rime. Era troppo occupato a rimpinzarsi… come un maiale, appunto.
Piotr tornò all’oggetto della sua osservazione.
Quasi fosse un inviato speciale di National Geographic che scruta le abitudini del raro esemplare di Macacus arrapatus della Sexonia meridionale
Ma poi.
Era un esibizionista.
E che esibizionista, dannazione!!!!!
Quando lo vide prendere il proprio cappello e lanciarlo come un frisbee così che qualche donna della sua schiera lo afferrasse ammaliata ed arrapata pure lei… il sangue gli ribollì in corpo.
Si stava approfittando di tutte quelle galline che gli svolazzavano intorno.
Ma questa non era una novità.
Anzi.
Questo era il biglietto da visita con cui Andy si era presentato a lui.
Come poteva dimenticarlo?
Quell’aria da presuntuoso, di uno che conosce le proprie capacità a tal punto da diventare troppo sicuro di sé…
E così tutte le sue mosse risultavano finte, calcolate…
Sapeva bene cosa voleva o come poterlo ottenere.
Ed era proprio questa sua innata presunzione che Piotr non poteva sopportare.
Non poteva sopportare lui.
E meno male che non l’aveva ancora visto!!!!!
Sapeva che prima o poi sarebbe venuto a cercarlo, ma sperava che non riuscisse a trovarlo.
Quell’arrapato, d’un mandrillone, di un cane in calore, peggio di quelli che ti si attaccano alla gamba e incominciano a…
“Perché ti preoccupi tanto di lui?”
La voce squillante di Newton lo risvegliò improvvisamente dai suoi pensieri.
“Prego?”
“Massì!!!!! E’ inutile che neghi!!!!! Ti ho visto, sai???? E’ da più di un ora che stai osservando quel dj!!!!!!Che hai in testa, eh????”
Ma, prima che Piotr potesse rispondergli, Newt si rispose da solo.
Sussultò.
“Oh no…. Non dirmi che… Sei passato all’altra sponda!!!!!!!!!”
“Newt…”
“OHMMIODDIO, Piotr!!!!!! Da te non me lo sarei mai aspettato!!!!!!!”
“Newt…”
“Appena lo verrà a sapere Aaron vedrai come rimarrà scioccato!!!!!!!!!! Forse quasi quanto me!!!!!!!! Anzi…. Più di me!!!!!!!!!!!!!!!”
“Newton, guarda che io… ma che stai facendo?” domandò Piotr vedendo che, a ogni sua parola, Newt faceva un passo indietro, allontanandosi da lui.
“Newt, guarda che non sono affetto da peste….”
“Sìsì certo!!!! Dicono tutti così!!!!! E poi…. Bim Bum Bam!!!!!!! E ti ritrovi frocio!!!!!!!”
“Newton la vuoi piantare???” gridò questa volta Piotr, alzando decisamente il tono di voce.
Fortunatamente il volume dalla musica aveva coperto il suo urlo disperato…
“Ok…ok.. stavo scherzando… ma mi raccomando, non farmi brutti scherzi, eh? Sono un uomo molto credente, e la cosa potrebbe ferirmi profondamente…” disse facendo il finto amareggiato.
“Newton tu sei il dio Ateo in persona. Se vuoi che io tenga in considerazione quello che dici, almeno usa a tuo favore delle tesi credibili.”
“Sìsì, certo….” fece Newton snobbandolo nuovamente e andando a versarsi un altro po’ di cocktail.
Piotr, al vederlo andare via, sospirò, mettendosi una mano sulla fronte, e massaggiandosela un poco.
Gli stava venendo un forte mal di testa.
E i motivi erano piuttosto evidenti, direi…
Si tolse la mano dal viso, e tornò a guardare la pista.
Andy si era allontanato un secondo per controllare la musica o per cambiare qualche cd, ma fu di ritorno subito dopo.
E la solfa si ripeteva.
Andy che si strusciava allegramente su una ragazza… poi su un’altra… e su un'altra ancora…
E tutte loro erano accondiscendenti, anzi, pareva non potessero essere più gratificate.
Gli fece veramente schifo pensare a come potesse trattare le donne come oggetti, come semplici appagamenti del suo desiderio.
Tutto doveva girare intorno a lui.
Ovviamente.
Che uomo infame… come si fa a trattare in maniera così superficiale delle….    
Ma d’improvviso anche i suoi pensieri si bloccarono.
Notò qualcosa, che aveva smosso la monotonia di ciò che stava osservando.
Andy si spostò dal centro della pista, abbandonando tutte le ragazze che lo circondavano e, a passo  lungo e deciso, si diresse verso il fondo della sala, alla parete perpendicolare a quella dove stavano Piotr e Newton.
Piotr provò ad osservare meglio, nel buio della sala, per vedere cosa stesse facendo Andy.
Strizzò un po’ gli occhi, e si sistemò bene gli occhiali sul naso, così riuscì ad intravedere la figura di una giovane ragazza, seduta in disparte, che stava piangendo, sola.
Vide Andy parlarle un po’… abbassarsi poi sulle ginocchia… e sorriderle dolcemente, asciugandole le lacrime che scendevano copiose sul suo viso.
La ragazza sembrava desistere dalle sue attenzioni, sembrava intimarlo di tornare a ballare e di lasciarla perdere…
O almeno questa fu l’impressione che ebbe Piotr.
Provò, ad avvicinarsi un po’ a loro, per osservare meglio, senza però farsi vedere.
Andy a quel punto si rialzò in piedi, prendendole le mani.
Lei ancora fece segno di no con la testa, e Piotr potè leggere dal suo labbiale le parole “Non so ballare.”
Ma Andy continuava ad insistere, e la trascinò comunque con sé.
Piotr, continuò ad osservarli, da lontano.
Mentre tutti ballavano come pazzi scatenati al suono di quella musica così energica, Andy abbracciò la ragazza, tirandola verso di sé e ballarono vicini, uno di fronte all’altro, un lento che solo loro potevano immaginare di sentire.
Ad un certo punto la ragazza riprese a piangere e strinse forte Andy a sé. Allora lui in risposta le sorrise dolcemente, e le disse…
“Stai tranquilla. E’ tutto a posto ora.”
Sembrava che lei si stesse affezionando particolarmente a lui.
E Andy se ne era reso conto.
Quando la vide troppo stanca e frastornata la fece sedere su una sedia, dove quasi si addormentò. Fece per allontanarsi da lei, quando si risvegliò e gli disse esitante..
“Dove vai?”
Andy le sorrise.
“Vado al mixer. Anche se mi diverto purtroppo sto pur sempre lavorando.”
Se ne andò da lei lasciandola con un sorriso e, quando si voltò a guardarla, pareva già assopita.
Durante il tragitto verso la sua postazione puntò un tipo e lo fermò, mettendogli una mano sulla spalla.
“Senti, ti piace quella ragazza?” disse Andy indicando con un cenno la giovane addormentata in fondo alla sala.
“Sì è carina…” fece l’altro non capendo dove Andy volesse andare a parare.
“E perché non ci hai provato con lei???” chiese di nuovo Andy più insistente.
“Perché ci stavi provando tu!!!! Non sono mica un porco che se le fa tutte una dietro l’altra io!!!!!!”
“Bene.” disse allora Andy ricomponendosi e sorridendo malizioso.
“Va’ dai lei allora.” aggiunse.
“Cosa??? Ma se ci stai provando tu!!!!!”
“Se ti piace e non hai cattive intenzioni accompagnala a casa. Ha bisogno di riposare.”
“Ma….”
Andy afferrò il ragazzo per la maglietta.
“E se ti azzardi a torcerle anche un solo capello ti ammazzo. Chiaro?”
“Sì… chiaro…” rispose l’altro intimorito.
Andy fu allora sul punto di andarsene, quando il ragazzo lo bloccò con una domanda.
“Ma perché vuoi che me ne occupi io? Cos’è… Non ti piace..?”
Andy si voltò.
“Oh no. Mi piace eccome. E’ una bellissima ragazza.”
“E allora perché non ci provi tu? Perché lo stai lasciando fare a me???”
Andy sorrise, stupito da quella domanda.
“Perché…” disse allontanandosi voltando le spalle al ragazzo “…è  meglio che si dimentichi di un tipo come me.”


***




Quando li videro entrare… beh quasi non riuscivano a credere ai loro occhi.
Pareva così strano vederli ridere, scherzare e scambiarsi battute come se si conoscessero da anni. E soprattutto perché fino a qualche ora prima Ulrich si mostrava ancora piuttosto titubante nel dare confidenza ad Aaron.
Ancor meno a loro.
Ma quando Piotr e Newton li videro in quell’atteggiamento… non poterono fare a meno di rimanere piacevolmente sorpresi.
Forse era anche ora che quei due finalmente iniziassero a conversare amichevolmente, senza nessuna paura…
Però qualcosa doveva essere successo.
Sicuro.
Prima c’era un evidente muro tra loro due, un muro che entrambi non erano ancora stati in grado di abbattere. E adesso invece sembrava che quel muro fosse magicamente scomparso.
Così.
Da un momento all’altro.
Chissà che cosa…
Non importa…
pensò Piotr tra sé e sé.
Li guardò e sorrise, al vederli così in sintonia.
Pareva andassero d’amore e d’accordo come non mai.
Newton invece continuò a fissarli, a bocca aperta,  e con ancora il bicchiere stretto nella mano.
<>No… Non è possibile!!!!! Aaron? E il serial killer…? Pappa e ciccia???? Culo e camicia???? Dev’essere un allucinazione!!!!!!! Ma sei sicuro che siano loro????E poi… chissà perché si dice “Culo e camicia”… Mmmm… questa è proprio una bella domanda… Mah… Forse perché sotto sotto….
“Ehi! Che c’è da guardare?” disse Aaron dopo aver interrotto la sua risata al vederli così stupiti.
Ulrich, accorgendosi solo in quel momento di essere stato osservato per tutto il tempo, arrossì, e smise subito di parlare.
“Come che c’è che non va???? Te ne sei andato via che quasi neanche lo conoscevi e ora arrivi qui tutto pappa e camicia, culo e ciccia o come cacchio si dice…..!!!!!!!”
“Non c’è niente che non va, sono sicuro che ti sta confondendo con qualcun altro. Non è vero Newton…?” intervenne tempestivamente Piotr.
“Qualcun altro un cavolo!!!!!!!!!! Io mi riferivo proprio….!!!!!!!!”
“Oh. Hai detto che vuoi un sorso di cocktail? Ti accontento subito.”
“Ehi aspetta!!!!! Io non ho detto proprio nient….!!!!!!”
Ma Piotr lo zittì portando il suo stesso bicchiere, con la sua stessa mano, alla sua stessa bocca con la forza.
E Newt fu costretto a bere, altrimenti si sarebbe sbrodolato tutto…
“Buono?” domandò poi Piotr con indifferenza, quasi quella fosse solamente una domanda da manuale.
“Pfffffffff!!!!!!!!!!!!!!” sbottò Newton sputando fuori il cocktail in segno di risposta più che esaustiva.
E una volta ripreso….
“Eddai insomma!!!!!!!!! La volete piantare una buona volta o no con i vostri litigi???? Io e Ulrich stavamo solo chiacchierando un po’… non è vero Ulrich? Ulrich…? Ulrich…?!”
Aaron si voltò più volte per cercare l’amico che, preso dal battibecco degli altri due, aveva perso momentaneamente di vista.
“Ulrich...? Ulrich...?” continuava a domandare spostandosi a destra e a sinistra e rovistando tra la folla.
“Aaron è laggiù.” gli disse Piotr facendo un cenno con la testa.
Ulrich dal canto suo, sentendosi semplicemente a disagio per la situazione imbarazzante che si stava per creare, si era solamente allontanato un poco da loro, e si stava ora guardando attorno con aria incantata, come se fosse finito nel mondo delle fiabe.
Effettivamente quella era una realtà per lui sconosciuta, ed era normale che fosse incuriosito da tutta quella folla di gente festante, dalle luci psichedeliche, dalla musica fin troppo alta, dai cocktail, dai rinfreschi…
Non sapeva più dove voltare la testa.
Si era guardato talmente tanto attorno che quasi si sentiva il torcicollo.
Ma poi improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione sopra tutto.....
“Lascialo andare.” disse Piotr ad Aaron bloccando così il suo tentativo di salvataggio.
“Ma devo andare a prenderlo!!!!!! Si mischierà con quella folla di tamarri allucinati che potrebbero risucchiarlo tra loro!!!!! Potremmo perderlo Piotr!!!!!! Potrebbe diventare un ibrido!!!!!!!”
“Calmati Aaron, stai iniziando a parlare come Newton… il ragazzo vuole semplicemente guardarsi un po’ in giro…”
“Sì ma è pericoloso!!!! Potrebbe perdersi in quell’ammasso di gente, finirebbe per essere calpestato e risucchiato da quella massa informe!!!!!!!!”
“Vuoi dire come sta succedendo a Newton?”
“Sì, voglio dire come sta succedendo…. Cosa????”
“Newton è appena andato a ballare con la massa informe.”
“E perché l’hai lasciato andare????????”
“Qualsiasi cosa che allontani Newton da me è sempre ben accetta.” commentò Piotr lapidario come suo solito.
“Ma… ma…. Dovevi fermarlo!!!!!!!” intervenne Aaron disperato.
“E’ grande e vaccinato. In teoria. Ma in fondo, quando si tratta di legalità, quello che conta è l’età anagrafica…”
“Ma Piotr si tratta della massa informe!!!!!!!!!! Siamo fratelli, dobbiamo sostenerci l’un l’altro perché non ci degradi fino al degenero completo!!!!!!!!”
Piotr rispose inarcando il sopracciglio.
Per l’ennesima volta.
Aaron sospirò, e si appoggiò di schiena al tavolo dei rinfreschi, accanto a Piotr.
“Non credi sia meglio tener d’occhio un tipo come lui in mezzo a così tanta gente?” disse rivolgendo il suo sguardo verso la folla “Newt è bravo a combinare casino in condizioni normali, figuriamoci quando è pieno di gente… Ubriaca e festaiola per di più… Sai bene che lui è uno che si fa facilmente prendere la mano, soprattutto nelle cose che lo attirano di più, che solitamente sono proprio le cose che non dovrebbe fare… Quindi perché non…” si voltò verso Piotr.
“Piotr? Piotr…? Piotr…?! Maccome di nuovo?????” esclamò esasperato.
Com’è che la gente quella sera aveva così tanta voglia di sparire senza dirgli niente?
Sospirò abbassando lo sguardo in direzione dei propri piedi.
Li guardò per un poco ma poi scorse qualcosa, con la coda dell’occhio.
Alzò lo sguardo in quella direzione e intravide Piotr che cercava con lo sguardo qualcuno, tra la folla.
Beccato...
pensò sorridendo tra sé e sé.
Poi scostò lo sguardo dall’altra parte della sala. Lo avevano lasciato solo, sì. Ma tutti i vari componenti del gruppo erano comunque sparsi in giro per la stanza. E da quella parte, si era diretto Ulrich.
Non ci mise molto a ritrovarlo.
Ulrich era l’unico a muoversi lentamente per la sala, come uno zombie,  guardandosi in giro e tenendo la bocca leggermente aperta, senza neanche accorgersene. Sembrava veramente affascinato da tutto quello che stava vedendo.
E se da una parte era un male, beh, per lui che della vita non aveva visto ancora niente, non poteva che essere un bene.
Questa era una motivazione più che valida per lasciarlo fare.
Era giusto che anche lui a poco a poco scoprisse cosa c’era al di fuori di quelle mura entro le quali lo avevano tenuto chiuso per tanti anni…
Sorrise di nuovo afferrando un bicchiere di cocktail e bevendone un sorso.
“Oh beh… Vorrà dire che oggi passerai la serata da solo caro, mio…” si disse tra sé.
Poi si voltò verso Piotr…
Verso quello che riusciva a scorgere di Newton…
Verso Ulrich…
“…ma va bene così.”
Sorrise dolcemente, sorseggiando nuovamente un po’ del suo dolce cocktail ai frutti tropicali.


***




Luci colorate, musica, balli, quell’atmosfera di festa che sembrava non finire mai….
Tutto quello che lo circondava era davvero meraviglioso….
Ormai aveva esplorato quasi tutta la sala da cima a fondo.
E quasi quasi l’avrebbe esplorata nuovamente…
Se fosse che si era dimenticato di un punto importante, che ancora non aveva visitato.
Quel punto che già da lontano aveva improvvisamente attirato la sua attenzione.
Quello che sovrastava tutti gli altri.
Quello da cui tutto pareva nascere.
Quello che più di tutti l’aveva lasciato a bocca aperta.
E nel contempo quello che più lo intimoriva, e a cui si avvicinava con più esitazione.
Ma ora era arrivato lì.
A due passi da quel posto così importante…
Fu quasi sul punto di tornare indietro.
Se non che…
“Vuoi fare una dedica, fanciullo?” disse Andy mentre stava rovistando tra gli scatoloni, cercando dei cd.
Era inginocchiato e voltato di schiena, ma si era accorto della presenza di Ulrich vedendolo di sfuggita con la coda dell’occhio.
Ulrich rimase zitto, a bocca ancora aperta e immobile, come una statua.
“Guarda che non ti mangio mica, ragazzo…” disse Andy rialzandosi e voltandosi nella direzione di Ulrich.
Fu sul punto di mettere il cd sulla console, quando si fermò per un momento, esitante.
Ulrich continuava a fissarlo, di rimando.
E anche Andy rispose alla stessa maniera.
“Ah… capisco…” disse poi ritornando a guardare il suo mixer “…la serata si fa interessante.”
Accostò una cuffia all’orecchio, sorreggendola tra la testa e la spalla e sorridendo tra sé, divertito.
“Allora…” aggiunse poi posizionando il disco sulla console “…la vuoi fare questa dedica, o sei solo uno dei tanti….”
I loro sguardi si incrociarono ancora.
Andy gli sorrise, malizioso.
 “….a cui piace stare a guardarmi?”
I suoi gelidi occhi azzurri incontrarono di nuovo quelli di Ulrich, che non seppe fare altro se non rimanere costantemente immobile di fronte  alla vista delle enormi ali nere, che sovrastavano il suo licenzioso  interlocutore.
  
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