Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Elettra28    20/01/2012    12 recensioni
Lima 12 anni dopo il diploma dei ragazzi del Glee
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“ho dimenticato il cellulare in infermeria!” esclamò la mora, mentre era già seduta in macchina ed Adam stava per partire. Il ragazzo si girò a guardarla e lei continuò “vado a prenderlo, faccio subito”

Si mise a correre nell’andito, non sapeva perché stava correndo, forse perché aveva bisogno di scaricare un po’ di tensione, o perché voleva uscire al più presto da lì, perché ne aveva avuto abbastanza per quel giorno e voleva solo buttarsi a letto e dormire…. aveva anche pensato di chiedere ad Adam di non parlare di quello che era successo, di non parlare di niente, voleva soltanto addormentarsi e lasciare quella giornata.

Girò l’angolo che la portava al suo reparto e quasi si scontrò con una figura a lei conosciuta

“Hey!” Brittany fece in tempo a tenerla per le braccia, prima che cadesse a terra
Santana perse il respiro ed, il fiato corto che aveva causato la corsa, diventò lento, incrociando quegli occhi
Si sentì di nuovo persa, si sentì indecisa se lasciare lì Brittany e continuare a correre come se niente fosse, o  fermarsi ed abbracciarla. Fù la bionda ad interrompere quel vortice di pensieri
“dove corri così di fretta? È successo qualcosa a Beth?” si preoccupò
“cosa?.... no… no, è … è solo che… avevo dimenticato…..” balbettò, confusa da quello sguardo intenso dell’altra “vieni con me” disse poi, senza ragionare, senza controllarsi….
La trascinò in uno stanzino, che sapeva essere utilizzato come magazzino per i medicinali

Brittany si mise a ridere, intuendo quello che la mora aveva intenzione di fare. Era felice e non si sarebbe tirata indietro di sicuro, le aveva fatto malissimo vedere Santana con Adam, era la prima volta che succedeva, sapeva che prima o poi doveva succedere, ma non si aspettava di prenderla così duramente, probabilmente pensò che la situazione emotiva del momento, con tutto il casino di Beth, aveva contribuito.
“che hai intenzione di fare dottoressa Lopez” ironizzò, tenendo ancora stretta la sua mano.
Notò che Santana era seria e che, la mano che stava stringendo tremava, insieme a tutto il suo corpo. Brittany si rese conto che stava davvero male. Si fece seria e le diede una carezza, guardandola dolcemente

Santana non riuscì più a sostenere quella situazione e si buttò sulle sue braccia, per farsi tenere stretta da Brittany
“ho avuto tanta paura Britt” disse trà i singhiozzi
“ssshhhh…. Lo sò…. Lo so San….” Le fece una pena indescrivibile e continuò a stringerla, sempre più forte
“…. Ma è andato tutto bene no? Ora è tutto ok… Beth starà bene” le disse poi, cercando di attirare lo sguardo di Santana

La mora, sentendo il profumo dato da quella stretta così intima, guardando i suoi occhi e vedendo il suo sorriso si sentì persa. Brittany si avvicinò per baciarla e lei ricambiò quel bacio, ma, inspiegabilmente, provò paura, perché, ancora una volta, non riusciva a controllare e decifrare i suoi sentimenti, ancora una volta si ritrovava ad essere divisa trà, il voler baciare all’infinito Brittany, ed il dover scappare, perché in una macchina, Adam l’aspettava e si era già trattenuta troppo.

Si fece violenza e staccò le sue labbra da quelle di Brittany, la guardò con uno sguardo spento e la bionda si accorse di quegli occhi, che non appartenevano alla Santana che, la notte prima, aveva amato con passione

Fece un bel respiro e chiese
“che succede San?”
La mora abbassò la testa, non riuscendo a guardarla e Brittany le prese il mento, per sollevarle il viso
“che succede’” ripetè, guardandola sicura negli occhi
“Britt…. Io…. Io…” non riuscì a reggere l’emozione e pianse di nuovo, Brittany sentì che aveva bisogno di coraggio per parlare e decise di darle un leggero bacio per tranquillizzarla “ io… ho bisogno di tempo….” Disse ancora trà le sue labbra, serrando gli occhi, per la difficoltà di quelle parole
“ti prego cerca di capirmi… devo sistemare delle cose fuori e dentro di me, tutto…. Tutto questo mi stà sconvolgendo” si sfogò, vedendo che Brittany seguiva i suoi movimenti attentamente
“ho bisogno di stare sola Britt…. “ fù l’unico momento in cui riuscì a guardarla negli occhi e vedere lo sconforto che traspariva chiaramente, le venne ancora più paura, ma capì che era la cosa giusta, lo capì nel momento in cui percepì il dolore di Brittany, capì che Blaine aveva ragione e che, se avesse continuato così, avrebbe fatto del male, non solo a lei, ma anche alle persone che amava.


Brittany deglutì, aveva preso una botta dietro l’altra in quelle poche ore, sapeva che, prima o poi, quel momento sarebbe arrivato,sapeva di aver sconvolto Santana, entrando di nuovo nella sua vita, per questo era stata molto attenta all’inizio. Ma non sapeva che la cosa le avrebbe fatto così male. Si sentì il cuore a pezzi ed, ancora una volta, si chiese se sarebbe riuscita a sopravvivere senza di lei.

Si avvicinò di nuovo, spalancando le braccia, per stringerla e farle capire che era tutto a posto e che capiva perfettamente, quando Santana indietreggiò nervosamente, mettendo una mano davanti

“voglio solo abbracciarti…. Ti prego” la implorò, mentre la mora affondava trà le lacrime, evidentemente provata. Si arrese e tornò trà le sue braccia. Brittany l’abbracciò, come se fosse consapevole che poteva essere l’ultima volta e sospirò, cercando di memorizzare quel profumo che la caratterizzava.
Santana non sapeva se ce l’avrebbe fatta senza di lei a quel punto della sua vita, e non sapeva nemmeno se, quella, era stata una buona idea…. Non sapeva più niente, non aveva più certezze e sicurezze e quello stato la faceva impazzire. Sentì un bisogno incredibile di baciarla, così sollevò il mento e si avvicinò alle sue la labbra, ma Brittany spostò la testa e disse
“no! Così renderemo tutto più difficile….” Notando la delusione nell’altra “lo capisco Santana, davvero, ed hai tutto il diritto di prendere questa decisione” cercò di risultare il più sicura possibile, per non farla cedere, anche se avrebbe voluto dirle di rimanere con lei per sempre, perché, in quel momento, stava pagando tutti gli errori fatti in passato.

Si concessero un ultimo sguardo, senza dirsi niente e si staccarono lentamente fino a toccare l’ultimo palmo della mano, mentre la mora si allontanava per uscire di nuovo di corsa.

Brittany aspettò che si chiudesse la porta davanti a lei e si accasciò a terra, abbandonandosi ad un pianto sconfortante.


 
“hey ci hai messo una vita!” disse Adam,appena la moglie si mise a sedere in macchina, col cellulare appena recuperato. Le fece una carezza, prima di mettere in moto
“tutto bene amore? Hai pianto di nuovo?” chiese preoccupato
“no… è che ho corso e sono abbastanza stanca” si giustificò
“ok, adesso andiamo a casa e ti preparo un bel bagno rilassante e poi… a nanna!” disse con entusiasmo, guadagnandosi un minimo sorriso forzato da parte di Santana
Non faceva che pensare a Brittany, aveva lasciato, li dentro, la cosa più bella che le fosse mai capitata nella sua triste e falsa vita, e forse, in tutta quella falsità, il sorriso di Brittany era la cosa più vera.
 
Si stese finalmente sul letto di casa sua, Adam era stato premuroso come non mai, probabilmente era attanagliato dai sensi di colpa, per aver combinato tutto quel trambusto nei giorni precedenti.
Sospirò e si mise un braccio davanti agli occhi, si sentiva stanchissima, pensò a Beth, a Quinn a Puck ed a come aveva visto, i suoi amici di una vita, così divisi in quel momento, se ci fosse stato Mr Shue  avrebbe dato sicuramente qualche compito settimanale ,sul valore dell’amicizia e sullo stare uniti, soprattutto in queste occasioni… era odioso con quei suoi gilet assurdi e con la sua mania di proporre canzoni improbabili per le gare, ma quando c’era bisogno di unire il gruppo e far capire i valori importanti della vita, era il più bravo…. Dopo la Berry ovviamente. A quel pensiero le scappò il primo sorriso dopo tante ore.

“a che pensi?” Adam si era messo a letto con lei e le stava accarezzando i capelli, mentre la guardava innamorato.
Santana si girò, tolse il braccio dal suo viso, ed ebbe improvvisamente bisogno di sentire un abbraccio e del calore umano, sapeva che doveva stare da sola, per capire veramente i suoi sentimenti, ma decise di concedersi, per quella notte, un po’ di tenerezza, non ce l’avrebbe fatta a passare la notte da sola. Si avvicinò ad Adam e si fece tenere stretta, percependo già il calore del suo corpo.

“che sono a pezzi” sospirò sul suo petto
“sei stata grande amore stasera, se non fosse stato per te….”
“mmmm “ mugugnò, zittendolo subito, voleva solo dormire in quel momento
“sai amore? Dopo stasera ho capito alcune cose… ho capito cosa vuoi dire quando parli di affetti qui a Lima, perché siamo talmente uniti…..”
“Adam!” lo interruppe “non ora, ti prego…. Non stasera…. Non ce la posso fare…. Dormiamo ok?” le sorrise dandogli una carezza
Adam ricambiò il sorriso e continuò ad accarezzarle i capelli, mentre sentiva il respiro di Santana, che si faceva sempre più lento e profondo
“Amore ti amo da morire”  disse dopo qualche secondo. Santana era ancora sveglia, ma fece finta di dormire, per non dover rispondere
Adam si sporse ad osservarla e disse “dormi già?.... bene, così faccio le prove per quello che ti devo dire domani”  disse. 

“sai cosa? Ho fatto un casino,mi sono comportato come un ragazzino eccitato per la sua prima macchina, mi sono fatto prendere da questo lavoro e da questo traguardo ed ho dimenticato le cose vere ed importanti della vita…. E sai chi me le ha fatte capire queste cose? Tu amore… perciò decideremo insieme cosa fare, perché abbiamo deciso di condividere insieme tutto della nostra vita. L’ho capito ora sai? Mi ci è voluta la fottuta paura di perderti per capirlo”fece un timido sorriso.

Santana sentiva perfettamente tutte quelle parole e le venne quasi da piangere, ma si trattenne perché non voleva assolutamente che, Adam, capisse che aveva sentito tutto. Sentì che si avvicinò delicatamente alla sua tempia, per darle un bacio, ne approfittò per muoversi e sistemarsi nella sua parte di letto , girarsi dall’altro lato e finalmente riuscire a versare qualche lacrima silenziosa.
 
 

Sorseggiava il suo caffè mattutino, mentre sentiva l’acqua della doccia scendere, non riusciva nemmeno a gustarsi quel sapore forte del caffè rigenerante, sapeva che, nel momento in cui sarebbe uscito dalla doccia, lei avrebbe dovuto prendere coraggio e dire quello che, la sera prima aveva detto a Brittany, non nello stesso modo sicuramente, ma doveva fargli capire che, comunque ,aveva bisogno di tempo e soprattutto di stare un po’ da sola. Provò a pensare un discorso da fargli, qualcosa di sensato da dire che non potesse fargli male, ma era impossibile. lo sentì uscire dalla doccia ed avvicinarsi a lei, ebbe un sussulto e rabbrividì

“sei già pronta per andare a lavoro?” si avvicinò, mentre ancora si asciugava i capelli con l’asciugamano e le stampò un bacio sulle labbra.
“si, trà poco vado” rispose distrattamente
“scommetto che ti fionderai dalla tua pupilla, per vedere come stà”
Santana sorrise debolmente,  fù quando Adam si avvicinò, con fare sospetto, per guardarla in faccia che deglutì nervosamente.
“tutto bene amore?” chiese
Santana fece un sospiro e poggiò la tazza, si accorse che Adam aveva lo sguardo perso
“Adam….” Lo guardò finalmente
“che succede?” inclinò la testa, guardandola preoccupato, per quello sguardo serio
“Adam io…. Accidenti….” Diede un pugno sul tavolo
“hey… hey…calma, che succede Santana?” si avvicinò per abbracciarla, ma lei si scostò, lasciandolo pietrificato ed incredulo
“no… aspetta!” disse poi
Lui rimase fermo, nella posizione in cui era, pronto ad ascoltarla e, per Santana, diventò ancora più difficile vederlo così spiazzato.
“Adam io…. Sento il bisogno di stare un po’ da sola…. Ho bisogno di capire delle cose dentro di me” disse, mentre lui spalancava sempre più gli occhi
“che cosa???” chiese, facendosi coraggio per avere una conferma, all’assurdità che stava sentendo
Rimasero in silenzio a guardarsi, e, da quello sguardo, Adam capì che sua moglie non scherzava ed era seria
“Andiamo Santana…. Ho fatto un errore cazzo!”
“non…. Non si tratta solo di quello!” chiuse gli occhi e pregò che, la persona che era davanti a lei, la capisse subito, senza dover dare troppe spiegazioni
“e cosa allora?” invece chiese
“è che….è un periodo particolare, dopo quello che è successo, mi sono resa conto che abbiamo esigenze diverse Adam, ed io non posso tenerti prigioniero qui a Lima, mentre tu hai bisogno di altro, hai la necessità di volare alto….! Capisci?”
“no… no…. Non capisco! Scusami ma non capisco”
Santana chiuse di nuovo gli occhi e respirò, perché voleva che, quella conversazione, finisse al più presto e voleva che Adam la capisse, senza continuare a parlare
“io…. Non so…. se possiamo ancora vivere felici insieme, perché, se io ti seguo a New York, sarò infelice e se ti tengo qui a Lima, sarai infelice tu”

Adam aveva sempre quello sguardo incredulo, gli sembrava tutto un brutto sogno, perché era talmente assurdo che stesse sentendo quel discorso, in quel momento. Tentò di nuovo di avvicinarsi a lei e, con più forza, riuscì ad abbracciarla e tenerla stretta

“ma certo che possiamo amore…. Possiamo e ce la facciamo, perché ci amiamo e troveremo una soluzione, io viaggerò e, se è necessario, farò trasferire il mio ufficio qui… in fondo Lima non è un così brutto posto e, dopo ieri, ho capito che le persone a cui tieni tu, sono persone importanti anche per me e non sono pronto a lasciarle….” Adam parlava e Santana piangeva, serrando gli occhi fortissimamente, non seguiva più nemmeno il suo discorso, si era fermata a quel “ci amiamo” pronunciato da Adam, così decise di interrompere quello strazio e lasciando la presa urlò
“Adam basta!” bloccandolo impetuosamente
“io non sono più sicura di amarti!” disse poi, cercando di abbassare il tono. Vide che il ragazzo chiuse la bocca e la guardò spento, senza avere il coraggio di dire niente, dopo quell’affermazione
“ho bisogno di tempo, ho bisogno di stare sola…. Per capire se ce la posso fare e se il nostro amore può superare tutto questo” lo guardò e si accorse che respirava a fatica, la cosa le procurò un dolore immenso, avrebbe voluto abbracciarlo, ma sapeva che non poteva fare una cosa del genere in quel momento,  l’unica cosa che si sentì di fare, era quella di fuggire da quella stanza e da quella situazione, così disse
“perdonami, spero che tu capisca e rispetterai questa richiesta” per poi uscire di fretta da quella stanza, prendere la borsa e lasciare la casa.


Salì in macchina e si lasciò andare ad un pianto disperato…. Aveva fatto male a due delle persone più importanti della sua vita, in nemmeno 24 ore, poteva ritenersi una persona terribile ora, poteva applaudire a tutti quelli che, al liceo, la chiamavano vipera ed insensibile, perché ora li capiva benissimo e sapeva che avevano ragione. Aprì il finestrino della macchina, perché non riusciva a respirare, le prese una sorta di attacco di panico, al pensiero che ora, era sola ad affrontare tutto questo, ora doveva vedersela lei, senza nessun appoggio, perché i suoi migliori amici, erano concentrati a far stare bene la loro figlia e non poteva pensare, egoisticamente, che si dedicassero ad asciugare le sue lacrime.


Dopo svariati minuti si calmò e finalmente mise in moto, pensando che, la miglior cosa per evitare di impazzire, fosse quella di andare a lavorare, ci sarebbe stato il tempo, nelle ore di solitudine che l’aspettavano, di disperarsi.

Prese il telefono e compose un numero, prima di scendere dalla macchina per dirigersi a lavoro
“eccola la nostra eroina! La donna dei miracoli! Non ero presente ma ovviamente ho avuto un aggiornamento dettagliato!” sentì dall’altra parte del telefono
“ciao Francesco” rispose, ignorando l’ironia dell’amico
“hey, tutto bene San?”
“si… cioè no!” si corresse “ti devo chiedere un favore” disse poi
“tutto quello che vuoi mia bella moretta”
“ti prego, stai vicino ad Adam….” Disse con la voce commossa, sentendo silenzio dall’altra parte
“che è successo San?” disse preoccupato
“per favore… promettimelo Frà, promettimi che gli starai vicino” disse, ormai con le lacrime agli occhi
“o… ok… lo chiamo subito…. Ma… ma tu stai bene Santana?”
“si.. io stò bene, stò entrando a lavoro e spegnerò il cellulare” disse mentendo
“ok… “ rispose sempre più confuso
“grazie Francesco…. Grazie davvero”
“figurati….”rispose
Chiuse la chiamata, prima di scendere dalla macchina si riaggiustò il trucco, e fece un bel respiro, dirigendosi verso l’entrata del pronto soccorso.
 

 
Sistemò alcune cose e diede le varie mansioni ai suoi specializzandi, poi si precipitò subito a vedere come stava Beth. Entrò dentro la stanza e vide che Quinn, stremata, dormiva sulla poltrona, con la mano che stringeva quella della figlia, mentre Beth era sveglia e non potendosi muovere, vedeva che muoveva gli occhi per tutta la stanza.
Si avvicinò perché potesse vederla e le sorrise, aveva ancora la mascherina per respirare, ma poteva vedere chiaramente dai suoi occhi che sorrideva. Il suo viso era pieno di lividi e ferite causati dall’incidente.

“Hey” le disse, accarezzandole la testa e dandole un bacio sulla fronte
“come và il respiro?” le sussurrò piano, per non svegliare Quinn, che sicuramente aveva avuto poche ora di sonno
Vide che Beth annuì, si spostò per controllare la cartella clinica ed annuì soddisfatta, per l’andamento positivo degli ultimi esami
“Adesso proviamo a togliere la mascherina…. Mi devi dire se fai fatica a respirare ok? “ appena Beth annuì, tolse la mascherina e vide che la ragazza riusciva a respirare normalmente.

“Sanny” disse subito sorridendole. Santana, vedendo quel sorriso si mise a piangere, pensando che stava rischiando di non vedere più, quel viso splendido e sorridente e non se lo sarebbe mai perdonato.
“bene, senza mascherina puoi darmi anche un bacio allora” le sorrise e si avvicinò, mentre si beava delle giovani e delicate labbra di Beth, si staccò e, girandosi, gliene diede uno anche lei.
“hai molto dolore?” chiese poi
“un po’…” rispose. Santana sollevò lo sguardo verso la sua flebo di antidolorifici, ed aumentò la frequenza delle gocce, per poterle dare più sollievo. “così dovrebbe andare meglio” disse
“mi rimarrà la cicatrice?” chiese Beth
Santana annuì, conoscendo già il continuo di quella conversazione “e pure bella grossa” disse
“figo!” esclamò, svegliando improvvisamente la mamma, che si destò di colpo

Santana sorrise e guardò Quinn, che si sfregava gli occhi
“Ma Buongiorno Fabray!” esclamò la mora
“Hey! Amore come stai” si girò a guardare la figlia che era senza mascherina
Beth le fece un sorriso meraviglioso “ciao Quinn…. Non ho la mascherina e mi verrà una cicatrice grossissima”rispose
“ho detto grossa, non grossissima” la rimproverò la mora
“Wau!” disse Quinn, avvicinandosi per darle un bacio in fronte ed accarezzarla, guardandola dolcemente
“può stare senza mascherina?” chiese poi a Santana
“si per qualche ora… è meglio alternare, durante la giornata può fare delle pause e toglierla, ma quando la vuoi far stare zitta, ne puoi approfittare e rimettergliela” scherzò la latina
Beth rise e fece una smorfia di dolore per i dolori della ferita
“tesoro ti fa tanto male?” subito Quinn si sporse verso di lei preoccupata
“un po’ ma resisto… magari non rido” rispose, guardando Santana, che fece una faccia da finta colpevole
“anche perché non sei tanto carina, con quella faccia pena di lividi e le labbra gonfie, sembri un pugile sai?” disse Santana
“ho sul serio la faccia così?” chiese incredula, mentre tutte e due la guardarono annuendo
“oh kakkio, Quinn dammi uno specchietto” ordinò e la bionda si precipitò a prenderlo nella sua borsa e glielo mise davanti al volto, provocandole uno sguardo di stupore
“cazzo e fighissimo! Ho un occhio nero!” esclamò
“Beth!” la rimproverò Quinn, per la parolaccia
“dai Quinn, non puoi di certo dire che non è figa la mia faccia così”
Quinn sorrise, perché Beth le fece una tenerezza incredibile, perché non si lamentava e riusciva a trovare dei lati positivi, anche in tutto quel disastro e perché, soprattutto, poteva vedere ancora il suo sorriso e sentirla esclamare quelle cose così assurde. Era la sua Beth ed era felice di averla così.
“certo Beth fighissima” si avvicinò di nuovo per darle un bacio sulla guancia e poi le sussurrò “pensa quando la vedrà Shelby o peggio ancora tua sorella…. Stanno per arrivare” disse divertita
“sul serio?” chiese terrorizzata
Quinn annuì, per poi dire “Puck è andato a prenderle all’aeroporto” la bionda scambiò uno sguardo preoccupato con la sua amica e Santana, capendo subito, disse
“Fabray sei a pezzi! che ne dici se ti offro un caffè ,per rimetterti in sesto?”


Uscirono dalla stanza, dopo che Santana aveva passato il cellulare a Beth, che voleva farsi delle foto per ricordo e per mandarle agli amici.

“Shelby è molto arrabbiata?” chiese subito la mora
Quinn si strinse sulle spalle, incrociando le braccia ed iniziando a piangere, sfogando la tensione che aveva trattenuto fino ad ora, davanti alla figlia
“hey…. Hey… vieni qui… “ Santana la strinse forte e cercò di calmarla
“ho paura San…” singiozzò “ho paura che questa volta non ce lo perdoni”
“smettila, non dire così…. Non è stata colpa tua” la tranquillizzò
“lo sò è stata un’idea sua, perché è una testarda e Puck gli ha vietato miliardi di volte di prendere quel dannato scooter…. Ma ciò non esclude, che noi dovevamo stare attenti” disse, non perdonandosi l’accaduto
“credo che Beth non permetterà alla mamma di vietarle di vedervi, la conosco bene e ci tiene troppo a tutti noi” disse la mora
“non lo so… “ scosse la testa e riprese a piangere
“vieni andiamo a prenderci questo caffè”
 


Era passata un’ora e Santana era riuscita a tornare da Beth, mentre si stava incamminando nell’andito, verso la sua stanza, vide Shelby discutere con Quinn e Puck
“Santana! Eccoti!” l’ex insegnante del McKinley la vide subito e la chiamò
La mora non avrebbe voluto intromettersi in quella discussione, perché aveva visto che era abbastanza accesa
“ciao Shelby” la salutò, mentre diede uno sguardo preoccupato a Quinn e vide che Puck passeggiava nervosamente avanti ed indietro
“prima di tutto grazie e ringrazia anche Blaine, nel caso non riuscissi ad incontrarlo” disse, mentre la mora annuì
“dobbiamo predisporre il trasporto a New York per Beth, voglio portarla via il più presto possibile da qui” disse, guardando storto gli altri due genitori
“che cosa?” chiese la giovane medico
“si, voglio portarla in un ospedale di New York, sarà seguita meglio” Santana sentì il sangue arrivare più velocemente alla testa e l’impulso di reagire a quell’offesa, ma decise di stare calma, per non rovinare quel minimo di speranza che i loro due amici avevano di tenere con loro la figlia ogni tanto
“non se ne parla, non posso darti questa autorizzazione, come medico di Beth…. Non è in condizioni di fare un viaggio al momento” disse, con fare professionale
“e quanto ci vorrebbe perchè sia in condizioni?” chiese
“non lo so dire al momento, ha delle costole inclinate ed ha subito un intervento ad un polmone, ci potrebbe volere una settimana, come un mese, dipende da come và la convalescenza” disse, incrociando lo sguardo di Puck, che annuiva fiero della sua amica
“accidenti! Così tanto? Non posso stare a Lima tutto questo tempo!”
“Shelby resteremo noi con Beth…” Quinn non fece in tempo a finire la frase, che la donna si girò e la fulminò con lo sguardo
“con quale coraggio ti fai avanti, dopo che mia figlia ha rischiato di morire, per colpa di due incompetenti che non sanno nemmeno cosa vuol dire fare il genitore di una 14 enne vivace come Beth?” disse
“E’ stata una svista,poteva capitare anche a New York”intervenne Puck
“ma non è capitato a New York…. E chiediti perché Noah! Mia figlia quando stà con me rispetta le regole, non pensa di essere eternamente in vacanza, con un padre ancora adolescente!”
“ora stai esagerando! Puck non c’entra niente, sono io che ho lasciato a casa da sola Beth e sono andata via!” disse Quinn, mentre Puck la guardava incredulo, per averlo difeso
“comunque starà qui in ospedale, al sicuro e controllata da medici ed infermieri, non credo che possa sgattaiolare via, ed onestamente, non credo che metterà più il suo sedere su un qualsiasi due ruote, dopo quello che le è successo” intervenne Santana
Shelby fece un secondo di silenzio e poi disse
“verrò ogni week end a trovarla, e vi farò pagare le spese dei viaggi!” disse, indicandoli tutti e due
Santana fece l’occhiolino a Quinn, ed entrò nella stanza


“…. E poi guidare di notte, è ancora più pericoloso perché la visibilità è minore….” Vide Rachel che parlava ad una Beth esasperata, che faceva gli occhi al cielo nascosta dalla mascherina
“Berry!” la interruppe, notando un sorriso di Beth, nel vederla entrare
“non è perché il mio scricciolo qui ha la mascherina e non ti risponde, puoi approfittarti così della cosa e blaterare continuamente cose senza senso!” disse, avvicinandosi a Beth e togliendole la mascherina
“ecco, ora siete pari!” disse “tesoro vuoi controbattere?”
“Si grazie…” la guardò divertita “Rachel, in realtà volevo riuscire ad avere un nasone grande e storto come il tuo, ed ho cercato il metodo più divertente, ma non mi è riuscito bene” disse, procurando una risata all’altra mora e facendo spalancare la bocca a Rachel
“Beth…. Ma…. Ma come?” disse la cantante
“Ahhhh questa si che è la mia scricciolina preferita….” Disse Santana, avvicinandosi a darle un bacio
“bene, ora devo andare, vi lascio al vostro confronto ad armi pari” disse, dando un colpetto sul naso a Rachel “Beth, dopo mezz’ora rimetti la mascherina” disse, prima di uscire dalla stanza


Solcò la porta e s’immobilizzò, perché vide trà le persone che aveva lasciato a discutere, anche un’altra che le procurò ansia
“hey…” disse Brittany sorridendo, interrompendo il discorso che stava facendo con Quinn
“ciao…” sorrise debolmente, per poi fermarsi a guardarla per qualche secondo, non sapendo cosa dire
Brittany si sentì a disagio e disse
“le ho portato il suo ipod, così non si annoia” sollevando nervosamente l’oggetto che aveva in mano, per mostrarlo
Santana notò che Quinn le guardava perplessa, alternando lo sguardo trà lei e Brittany.
“perfetto, sarà felice, magari se lo può mettere ora, per evitare di continuare a sentire le chiacchiere della sorellastra”  rispose con una facilità che spiazzò anche lei
“io devo andare ora…. Ho quasi finito il mio turno e devo fare una cosa prima” disse, rivolgendosi a Quinn “ti chiamo più tardi”
“ok…” disse Quinn, sempre più perplessa per la tensione che sentiva trà le due
“allora…. Ciao Britt” salutò senza quasi gurdarla in faccia
“ciao San… buona serata” sollevò nervosamente il braccio libero, per salutarla con la mano
Si allontanò il più in fretta possibile, non pensava di doverla incontrare così presto.
 


Il suo turno era praticamente finito, sarebbe rimasta tutto il giorno in ospedale a lavorare, pur di non dover tornare a casa, con la paura di trovare ancora Adam li e di dover spiegare di nuovo da capo tutto, oppure di ritrovarsi da sola, ed inevitabilmente non poter fare a meno di pensare a tutta quella situazione assurda che si era creata. Si sentiva sola come non mai, non aveva ricordi di una solitudine così palpabile, come quella volta. Decise di fare una cosa prima di andare via.

Controllò i turni di chirurgia e sorrise nel leggere un nome in particolare, prese due caffè dalla macchinetta e si diresse verso il piano dell’ospedale dedicato alla chirurgia.
Bussò nella porta con scritto affianco: dott. B. Anderson.
Sentì l’avanti pronunciato dall’amico
“possò?” Blaine la vide ed abbassò lo sguardo
“porto il caffè della pace” disse goffamente, mostrando le due tazze e facendo ridere l’amico
“entra stronza!” disse Blaine

Passarono dei minuti in silenzio a bere il loro caffè, scrutandosi come se fossero in una partita di poker, fino a che Santana disse
“avevi ragione”
“lo so perfettamente” sogghignò divertito, sapendo quanto fosse stato difficile, per la sua amica, dire quella frase
“non solo su Beth…. E sull’intervento” continuò, facendosi seria
“mmm questo è più interessante” poggiò il bicchiere sulla scrivania e si mise una mano sul mento poggiandolo, pronto ad ascoltarla
Santana guardò in un punto non preciso sul pavimento
“ho chiesto a tutti e due di darmi del tempo, ho bisogno di stare sola, per capire quello che provo veramente sia per uno che per l’altra”
Lo guardò e vide che Blaine annuì deciso ed orgoglioso
“Dio…. ma è stato difficilissimo Blaine! È stata una delle cose più difficili della mia vita”
“lo so…” disse, avvicinando la sua mano, per stringere quella di Santana
“ora…. Ora non so che fare…. E soprattutto ho paura di stare da sola….” Iniziò a piangere
“Hey!.... stai tranquilla, non sarai mai sola, hai tante persone che ti vogliono bene attorno” disse “e se hai bisogno io ci sono in qualsiasi momento…. Ok?” si alzò per abbracciarla.
“grazie…. Grazie Blaine”
Sfogando la sua tensione trà le braccia dell’amico, che le aveva aperto gli occhi.
 
>>>>>>>>>>>>>>>>>><<<<<<<<<<<<<<< 

Capitolo di transizione (forse… boh? Non so, giudicate voi) in attesa del prossimo che sarà a dir poco sconvolgente! XD
Grazie millemila a chi legge, e soprattutto scrive due righe per farmi sapere se questa storia funziona e piace.
A presto
Baci
E.
  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Elettra28