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Autore: telesette    21/01/2012    1 recensioni
Per una curiosa coincidenza, nascosta e rintanata tra le mura del castello di re Alfor, viveva una piccola famiglia di topolini spaziali. D'aspetto e dimensioni erano del tutto simili a quelli terrestri ma, grazie alle loro particolari capacità d'intelletto, questi erano sorprendentemente in grado di capire e comprendere il linguaggio umano.
I lamenti soffocati di Aurora, la quale piangeva ininterrottamente da diversi minuti, fecero accorrere i topolini, i quali erano incuriositi di capire perché quella bambina fosse così triste. All'inizio Aurora non si accorse neppure della loro presenza, dal momento che teneva il volto premuto contro entrambe le braccia, e ogni rumore giungeva soffocato alle sue orecchie. Poco dopo però, avvertendo distintamente un debole squittìo, sollevò la testa di scatto: davanti a lei vi erano quattro musetti grigi, con le orecchie rotonde e rossi occhietti scintillanti; erano così piccoli e dolci d'aspetto che Aurora non ne ebbe timore, anzi smise subito di piangere...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Voltron ( "Voltron: Defender of the Universe" ) è il nome di una serie televisiva d'animazione realizzata negli Stati Uniti dalla World Events Production nel 1983 montando insieme due diverse serie di anime televisivi giapponesi del tutto indipendenti tra loro, Hyakujūō Goraion ("Golion") e Kikō kantai Dairugger XV, entrambe prodotte dalla Toei Animation rispettivamente nel 1981 e nel 1982. Ne è stato realizzato anche un remake in computer grafica nel 1998.

 

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VOLTRON - 00 - Sigla Apertura

La Principessa e i topolini

 

La piccola Aurora, figlia di re Alfor del pianeta Arus, era una principessa... Ma era anche una bambina molto sola. Per adempiere ai loro doveri regali, i suoi genitori non avevano infatti molto tempo da dedicarle; perciò Aurora trascorreva le sue giornate in modo molto triste, chiusa nella sua grande stanza lussuosa, senza neppure un amico con cui parlare.
A volte, quando la solitudine si faceva sentire particolarmente, la principessa non poteva fare a meno di nascondere il volto sul proprio letto e piangere sconsolata. Era solo una bambina e, per quanto obbediente e rispettosa, non le era certo facile accettare quella condizione. Tra le lacrime e i singhiozzi, la piccola dai biondi capelli dorati desiderava soltanto avere un po' di compagnia... Nient'altro!

- Se solo potessi avere un amico, solo uno... Mi sento così triste da sola!

Per una curiosa coincidenza, nascosta e rintanata tra le mura del castello di re Alfor, viveva una piccola famiglia di topolini spaziali. D'aspetto e dimensioni erano del tutto simili a quelli terrestri ma, grazie alle loro particolari capacità d'intelletto, questi erano sorprendentemente in grado di capire e comprendere il linguaggio umano.
I lamenti soffocati di Aurora, la quale piangeva ininterrottamente da diversi minuti, fecero accorrere i topolini, i quali erano incuriositi di capire perché quella bambina fosse così triste. All'inizio Aurora non si accorse neppure della loro presenza, dal momento che teneva il volto premuto contro entrambe le braccia, e ogni rumore giungeva soffocato alle sue orecchie. Poco dopo però, avvertendo distintamente un debole squittìo, sollevò la testa di scatto: davanti a lei vi erano quattro musetti grigi, con le orecchie rotonde e rossi occhietti scintillanti; erano così piccoli e dolci d'aspetto che Aurora non ne ebbe timore, anzi smise subito di piangere.

- Ciao - mormorò la piccola, asciugandosi le lacrime col dito. - Vi andrebbe di giocare con me?

I topolini compresero perfettamente, sia le parole che lo stato d'animo della bambina, e dopo aver annuìto coi piccoli volti baffuti, si misero a squittìre allegri e improvvisarono uno spettacolo per divertirla. Fu così che Aurora fece la conoscenza di Cipper, Inki e i loro due figlioletti. Grazie a quella piccola famigliola di simpatici roditori, la principessa non era più sola: costoro erano capaci di ballare, cantare e compiere tante divertentissime acrobazìe. Con addosso quei buffissimi gonnellini ( probabilmente ricavati da qualche pezzo di stoffa trovato chissà dove ), sembravano proprio delle graziose ballerine di can-can... Aurora batté le mani, ridendo come non mai. La sua risata era di cuore, il suo sorriso raggiante e luminoso, ed era tutto merito di quei dolci piccoli topolini suoi amici.

FINE

   
 
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