Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: skeight    22/01/2012    2 recensioni
Inuyasha, commesso in una boutique di alta moda, tiranneggiato dal fratellastro e padrone del negozio Sesshomaru, trova in uno strano manichino l'incontro che cambierà la sua vita. Liberamente ispirato al film "Il bacio di Venere" di William A. Seiter (1948).
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kikyo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Passò parecchio tempo, ma non servì a lenire il dolore nell’anima di Inuyasha. Miroku in tutti i modi cercò di risollevargli il morale, portandolo a feste di addio al celibato, locali di lapdance, anteprime di film hard, ma l’unico risultato che ottenne fu di farsi lasciare di nuovo da Sango.

Nulla pareva avere più attrattive per Inuyasha. Anche il desiderio di aprire un negozio proprio per sottrarsi al controllo di Sesshomaru era ormai privo di importanza. Del resto, il lavoro in boutique era diventato molto meno faticoso: anche dopo la scomparsa di Kikyo Inuyasha aveva mantenuto il nuovo comportamento compito, e il fratello aveva deciso di dargli un ruolo maggiore nella gestione degli affari. Ma questo riconoscimento non servì a rallegrare il mezzodemone, che ricordava bene come il suo mutato atteggiamento era stato dovuto proprio a Kikyo, e quindi quegli apprezzamenti al suo lavoro non facevano altro che rendere ancor più vivido il ricordo, ed il dolore.

 

Una sera, poco prima della chiusura, Inuyasha stava mettendo in ordine il registro contabile del negozio. Sesshomaru era già andato via con Kagura, Jaken aveva chiuso il magazzino, lui era rimasto solo. Mentre richiudeva i quaderni, sentì una voce femminile:

“Buonasera...”

Alzò gli occhi per vedere chi fosse, a quell’ora, e restò sconcertato: possibile? Era lei?

Kikyo?”

La nuova arrivata lo guardò, senza capire. Allora Inuyasha si rese conto che, sebbene in volto fosse veramente identica a Kikyo, la ragazza aveva di sicuro qualche anno di meno, e indossava una divisa da studentessa che difficilmente la miko avrebbe mai potuto avere.

“Mi scusi, l’avevo confusa per una mia amica.”

“Ah... non importa, figurati! Scusa se vengo così in ritardo, solo che voglio fare un regalo a mia madre, domani è il suo compleanno, e volevo comprarle un cappello, in vetrina ne ho visti di così carini!”

“Va bene. Se mi dice l’età di sua madre, le porto alcuni dei modelli migliori così può scegliere.”

Mentre la ragazza osservava i cappelli, Inuyasha osservava la ragazza. Quest’ultima, a lungo andare, se ne rese conto, e lanciò un’occhiata infastidita al mezzodemone.

“Hai ancora molto da guardare?”

“Prego?”

“È tutto il tempo che mi fissi, nemmeno fossi un’opera d’arte!”

“Mi scusi, allora. Ero solo stupito dalla somiglianza di cui le dicevo.”

La studentessa, che evidentemente doveva aver avuto brutte esperienze di maniaci, lo guardò sospettosa. Ma nel farlo vide i suoi occhi, e ne restò colpita: in quello sguardo c’era tanta malinconia, e nostalgia, che davvero non si poteva credere che avesse cattive intenzioni.

“Ma no...” disse allora lei “scusami tu, anzi, se sono stata troppo brusca!”

“Non si preoccupi.”

“Ma dai, è vero che questo è un negozio di classe, ma tu non sei poi molto più vecchio di me, dammi del tu.”

“Be’, l’etichetta del negozio lo vieterebbe.”

“D’accordo, ma chi vuoi che ti senta? Ci siamo solo io e te a quest’ora.”

“In effetti... d’accordo, come vuoi. Ti posso chiedere come ti chiami?”

Kagome, molto piacere.”

Inuyasha.”

La scelta impegnò altri venti minuti, ma alla fine Kagome trovò ciò che le piaceva. Inuyasha fece un pacco dono di gusto squisito e, poiché ormai l’orario di chiusura era stato abbondantemente superato, spense tutte le luci e accompagnò lui stesso la ragazza all’uscita.

“Beh, è stato un piacere, spero che tornerai al negozio.”

“Certo, ci sono vestiti bellissimi... anche se con questi prezzi mi sa che posso solo guardare e sognare!”

Risero entrambi. Certo la somiglianza fisica era il tratto più impressionante, ma ad Inuyasha sembrava che, nonostante fosse molto più allegra ed estroversa, anche nel carattere Kagome avesse qualcosa in comune con Kikyo.

“Ora devo proprio andare, o perderò anche l’ultimo treno per tornare a casa” disse Kagome.

“Sì, certo. Però ti volevo chiedere... se dovessi tornare al negozio, ti andrebbe di organizzare per una sera una cena insieme?”

Kagome lo guardò stupita, ma anche divertita.

“Un po’ improvvisa come proposta, non credi?”

“Sì, lo so... ma non farti strane idee, te lo chiedo solo perché mi sembri simpatica, mi piacerebbe conoscerti meglio.”

“Beh... perché no, allora?” rispose la ragazza.

Si guardarono, e sorrisero.

 

FINE

Grazie a chi ha seguito questa storia.

   
 
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