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Autore: Vattelapesca    22/01/2012    4 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest: "Untold Stories Contest" indetto da SimplyMe514 classificandosi seconda.
«Non mi stupisco che siano stati contenti di farlo fuori al Ministero, hai sentito che cos'ha raccontato a Seamus, cos'ha fatto a quella strega che gli ha gridato «Buuu» alle spalle il primo aprile?» Harry Potter e il Calice di Fuoco.
Già, cosa avrà mai fatto? Per scoprirlo, dovrete seguire i passi dell'ultima ruota del carro del dipartimento Auror alle prese con Malocchio Moody!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Questa storia si è classificata seconda al contest "Untold Stories Contest -- ovvero... quello che la Rowling non ci ha detto!" indetto da SimplyMe514 sul forum di EFP.
Il contest consisteva nel creare una storia partendo da una citazione presa da uno dei libri della saga di HP. Be', io ho immaginato questo. ;D

Autore: Vattelapesca
Titolo: Keep a Mad-eye on it
Pacchetto: 8 Citazione: Ron si guardò nervosamente alle spalle per controllare che Moody fosse fuori tiro, e riprese: «Non mi stupisco che siano stati contenti di farlo fuori al Ministero, hai sentito che cos'ha raccontato a Seamus, cos'ha fatto a quella strega che gli ha gridato «Buuu» alle spalle il primo aprile?» Harry Potter e il Calice di Fuoco, capitolo 15
Oggetto: specchio
Personaggi: Alastor “Malocchio” Moody, Gerard Shaw (OC), Downey (OC), Amos Diggory
Genere: generale
Rating: verde
Introduzione: Se, durante il corso di addestramento, gli avessero detto che avrebbe conosciuto uno dei più grandi Auror di tutti i tempi, Gerard Shaw non avrebbe potuto sentirsi più felice; adesso, invece, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non dover entrare un'altra volta in quella stanza.
Avvertimenti: One-shot.
Note dell'Autore (se presenti): /



Keep a Mad-eye on it
Se, durante il corso di addestramento, gli avessero detto che avrebbe conosciuto uno dei più grandi Auror di tutti i tempi, Gerard Shaw non avrebbe potuto sentirsi più felice; adesso, invece, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non dover entrare un'altra volta in quella stanza.
Nonostante la porta a dividerli, se lo poteva immaginare chiaramente. Quasi lo vedeva. Seduto rigidamente sulla sedia, la gamba di legno che affondava nella moquette spessa e l'occhio che lo fissava. L'occhio da cui nessuno poteva nascondersi.
Si chiese quanto tempo gli avrebbe concesso prima di spazientirsi. Basandosi sull'esperienza avrebbe detto qualche secondo, ma non ci avrebbe di sicuro scommesso. Quell'uomo era imprevedibile.
«Dovrò ancora aspettare molto? Ti vedo, ragazzo! Datti una mossa!»
Come sempre la sua voce gracchiante gli fece scendere un brivido lungo la schiena. Non era tanto la sua persona a spaventarlo, era il pensiero di doverlo affrontare ancora un'altra volta, la terza volta in un solo mese, per giunta.
All'inizio, quando gli avevano dato l'incarico, si era sentito onorato. Era la prima volta da quando era diventato Auror che si sentiva affidare un compito tanto importante. Poi aveva capito dove stava la fregatura, ma ormai era troppo tardi.
Ogni volta era la solita storia, venivano sempre a chiamare lui. Poteva capitare da un momento all'altro, senza che lui ne avesse il minimo avviso. Ultimamente, poi, era sempre Downey a fargli il favore di avvertirlo. Quel totale imbecille di Downey. Imbecille che, però, a differenza di lui otteneva sempre il lavoro sul campo, cosa che, ovviamente, non si dimenticava mai di fargli notare. Anche quella mattina era stato lui a diffondere la notizia, urlandola molto discretamente nel corridoio, in modo che potesse fare il giro di tutto il Ministero entro un'ora o poco più.
«Ehi, Shaw! C'è il tuo amico che ti aspetta. Dì un po', non ti sei stancato di fargli da balia? Oppure sei contento, così hai una buona scusa per non rischiare l'osso del collo facendo il lavoro vero come tutti noi altri?»
Come al solito si era sentito sprofondare. Downey era sempre riuscito a metterlo in imbarazzo, fin dai tempi di Hogwarts. Ma in tutti quegli anni lui non era mai stato in grado di rispondergli, di solito si limitava a balbettargli qualcosa contro, non facendo altro che peggiorare la situazione. Altre volte aveva il buon senso di starsene zitto. In realtà trovava sempre delle ottime controbattute, il problema era che ogni volta gli venivano in mente almeno cinque minuti dopo.
Sospirò, cercando di non pensare alla faccia da schiaffi di Downey, ed entrò.
Malocchio Moody era seduto proprio come lui se lo era immaginato e lo guardava in cagnesco. Ogni volta che lo vedeva provava sempre un po' di tristezza al pensiero che quell'uomo, grazie a cui metà delle celle di Azkaban erano piene, aveva perso così tanta credibilità da essere affidato a lui, Gerard Shaw, l'ultima ruota del carro del dipartimento Auror. I primi tempi, ogni volta che Moody si presentava al Ministero veniva accolto dagli ex colleghi più importanti e trattato con ogni rispetto, ma poi si erano accorti che le sue storie strampalate piene di cospirazioni e pericoli mortali non reggevano. Allora, invece di dirglielo, lo avevano rifilato a lui, il pivello di turno.
Shaw ne aveva sentite tante da Moody, una più assurda dell'altra, ma stavolta sembrava averla combinata grossa.
«Era anche ora.» Bofonchiò Malocchio quando Shaw si sedette di fronte a lui, al di là del tavolo.
«Si può sapere che ci faccio qui?» Continuò poi il vecchio Auror.
«Solo qualche domanda, Signor Moody.» Rispose vago Shaw.
«Solo qualche domanda, eh?» Rispose lui, riducendo l'unico occhio che gli rimaneva ad una fessura. «Un interrogatorio, insomma.»
«No, no.» Si affrettò a dire l'altro. «Non un interrogatorio.»
«Ah no? So riconoscere un interrogatorio quando lo vedo! Non crederai mica di farmi fesso, ragazzo. Ai miei tempi gli interrogatori si facevano giù al nono livello, vedevi come cantavano.»
«E va bene, è un interrogatorio!» Sbottò Shaw. «Che cosa si aspettava, signor Moody? Ha aggredito una donna!»
«Non ho aggredito nessuno! Mi sono difeso!»
«E da cosa? Le ha gridato “Buuu”.»
«Voglio parlare con un tuo superiore, ragazzo.» Disse Moody incrociando le braccia sul petto.
Ad un certo punto gli chiedeva di parlare con qualcun altro, succedeva sempre.
«Non è possibile. Sono tutti molto occupati. Ci sono io.» Gli rispose come al solito Shaw.
«Com'è che sono tutti sempre molto occupati tranne te?»
Shaw rimase in silenzio, evitando di guardare Malocchio.
«Per tua informazione, oggi io ho reso un servizio al Ministero.»
«E come?»
«Catturando quella strega, mi sembra ovvio. Mi seguiva, e quel verso che ha fatto era solo un diversivo per attaccarmi.»
«E le prove di tutto questo dove sarebbero?»
«Prove?» brontolò Moody. «Vuoi le prove.»
«Sì, vorrei le prove.»
Moody si avvicinò al tavolo per scrutarlo e Shaw avvertì un brivido.
«Sei indisponente, ragazzo. Ma ti darò le prove.» Detto così cominciò a frugarsi nelle tasche del pastrano e ne estrasse un dischetto dorato grande quanto il palmo di una mano. Lo poggiò sul tavolo producendo un lieve toc. Shaw lo prese tra le dita, diffidente.
«Cos'è?»
«Aprilo.»
Lo aprì e l'interno gli restituì l'immagine del suo occhio.
«E' uno specchio.» Sentenziò confuso.
«Non un normale specchio.» Ridacchiò Moody. «Sta a vedere.» Estrasse la bacchetta e borbottò una formula incomprensibile. Lo specchietto parve riempirsi di un torbido fumo bianco tra cui si distinguevano a malapena delle figure.
«E allora?»
«Come sarebbe a dire? E' un Avversaspecchio da viaggio, no?»
«A me pare solo uno specchietto Babbano con qualche incantesimo mal riuscito addosso.»
«Qualche incantesimo mal riuscito...» Borbottò Moody.
«Stammi bene a sentire, ragazzo. Io faccio l'Auror da prima che tu nascessi, se credi di potermi insegnare qualcosa sui rivelatori oscuri allora ti sbagli di grosso!»
«Va bene.» Acconsentì Shaw, desiderando assai poco avere a che fare con un Moody arrabbiato. «Ma come si fa a vedere chiaramente, insomma, è così piccolo!»
«E' piccolo perché è da viaggio! Sta lì la comodità, se avessi voluto vederci bene mi sarei portato dietro un vero Avversaspecchio! Un tantino scomodo, non ti pare? Ricorda, vigi...»
«Vigilanza costante, sì lo so.» Lo interruppe Shaw, finendo la frase per lui, visto che ormai la sapeva a memoria. «Ma questo in che modo costituirebbe una prova?»
«Bisogna proprio spiegarti tutto, eh? Ho guardato l'Avversaspecchio ed ho riconosciuto nella strega un nemico!»
«Quindi lo ha guardato prima che lei gridasse “Buuu”?»
«Be', non ho avuto molto tempo, dovevo agire.» Bofonchiò Moody.
«Allora ha tirato fuori la bacchetta e l'ha pietrificata e poi ha guardato lo specchio. Ma se è così, quale utilità aveva?» Sospirò rassegnato il giovane Auror.
«Insomma! Ho catturato una pericolosa criminale, dovresti ringraziarmi invece di farmi tutte queste domande che un'utilità non l'hanno davvero!»
«Pericolosa criminale in base a cosa? Era un pesce d'aprile!»
«Quella strega era un Mangiamorte.»
Shaw strabuzzò gli occhi, incapace di dare un senso a quello che aveva appena sentito. Moody aveva sorpassato il limite.
«Un Mangiamorte!» Esclamò poi, quasi divertito.
«Cosa credi, anche se Tu-sai-chi è caduto, non vuol dire che i suoi seguaci lo siano tutti!»
Shaw si abbandonò sulla sedia, sfinito dalla conversazione. Qualcuno bussò alla porta e fu un bene, perché lui non avrebbe saputo più cosa rispondere.
«Avanti.» Mugugnò, mentre si stropicciava la fronte con le dita.
«Ho portato la signora Scott per il riconoscimento.» Gli disse la voce che meno avrebbe voluto sentire al mondo, in quel momento.
Downey faceva capolino dalla soglia sfoderando un sorrisetto divertito che non prometteva niente di buono, davanti a lui c'era una strega piuttosto bassa che sembrava reggersi in piedi a stento, tanto le tremavano le ginocchia. Appena vide Malocchio fece un salto all'indietro, tanto che Downey fu costretto a trattenerla gentilmente per le spalle, rassicurandola: «Stia tranquilla, signora. Sarà una faccenda veloce. Deve fare il riconoscimento e poi tutto tornerà al suo posto.»
La strega annuì indicando convulsamente Moody che, nello stesso momento esclamò: «E' lei! Lo confermo!»
Downey ridacchiò, mentre Shaw, che trovava il fatto molto meno divertente, si affrettò a spiegare a Moody che era lui a dover essere riconosciuto, non il contrario, visto che era l'aggressore. Ovviamente il vecchio Auror non accettò la cosa di buon grado e reagì inveendogli contro e dandogli dell'incapace. La situazione sarebbe già stata a malapena sopportabile, ma con Downey che continuava a ridergli nell'orecchio e la signora che non la smetteva di lamentarsi, Shaw credette di stare per impazzire.
«Si può sapere perché accidenti non te ne vai? Mi pare che il riconoscimento sia ampiamente finito.» Sbottò improvvisamente rivolto a Downey, raccogliendo il coraggio da chissà dove.
Lui lo guardò incuriosito, ma non batté ciglio. «Be', il signor Moody deve rimuovere l'incantesimo.»
«Mi pare che la signora non sia più sotto l'incantesimo Pietrificus, visto che si muove.»
Il ghigno di Downey si fece ancora più ampio. «Come? Non lo sai? Andiamo, Shaw, non sapere neanche come tenere un interrogatorio è grave.»
Shaw si voltò verso Malocchio, spaesato. Ma lui lo ignorò continuando a guardare in cagnesco la strega, la quale pareva sul punto di svenire.
«Se magari tu mi dicessi di cosa stai parlando...» Soffiò Shaw a denti stretti, odiando Downey con ogni fibra del suo corpo.
«Ma certo. Quando si può essere d'aiuto... forza signora, saluti il mio collega.»
La strega scosse la testa violentemente. «Andiamo, sono qui per aiutarla, lo sa.» La incitò ancora lui. Allora la donna si voltò a guardarlo e, ricevuto un altro segno rassicurante, aprì la bocca per parlare.
«Buuuuu!»
«Come prego?» Chiese subito Shaw, sicuro di non aver sentito bene.
«Buuuu!» Ripeté la strega con una smorfia.
«Non capisco.» Ammise Shaw.
«E' stata colpita da un incantesimo per cui l'unica cosa che riesce a dire è “Buuu” » Gli spiegò Downey.
«Cooooosa?» Shaw si voltò immediatamente verso Malocchio con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
«Mi aveva attaccato!» Ringhiò subito lui.
«E per questo l'ha pietrificata, ma perché lanciare una fattura del genere?!»
«Con me non si scherza, ragazzo. Così la prossima volta le passa la voglia.»
«BUUUUUU!» Urlò allora la strega, cominciando a gesticolare selvaggiamente in direzione di Moody. «Buuuu! Buuuu buuu buu buuuu!»
«Perché nessuno ha spezzato quest'incantesimo?» Chiese Shaw, quasi urlando per sovrastare i «Buuu!» della donna, che sembravano inarrestabili.
«Nessuno ci è riuscito. Neanche io.» Gli rispose Downey con tono leggero, facendogli venire il sospetto che, magari, non ci aveva volutamente provato abbastanza.
«Visto? Nessuno sa spezzare i miei incantesimi! Da solo valgo più di venti di voi, dovrei tornare a lavorare!»
Shaw provò debolmente a far ragionare Malocchio, che continuava a tentare di convincerlo della pericolosità della strega, che a sua volta faceva sonoramente sentire i suoi «Buuu!» di protesta. In più, le risatine divertite di Downey si accordavano al tutto, rendendo quella stanza una cassa di risonanza perfetta per quella cacofonia infernale.
Shaw sentiva la testa gonfiarsi sempre di più come un palloncino ad ogni minuto che passava. Sospirò sonoramente e, mentre nascondeva la faccia fra le mani, si abbandonò sullo schienale della sedia, consapevole che la situazione era ben lontana dal risolversi.
Sarebbe stata una lunga giornata.
*
 
Quell'anno il cielo salutò la prima mattina di Settembre con pesanti gocce di pioggia. Non che per i lavoratori del Ministero facesse molta differenza: le finestre non rispecchiavano quasi mai il tempo reale. A Shaw la pioggia non era mai piaciuta, sopratutto perché lui era il tipo di persona che si dimenticava sempre l'ombrello a casa, oppure lo lasciava da qualche parte. Quella mattina era riuscito ad arrivare al Ministero praticamente asciutto grazie ad una repentina Smaterializzazione sul primo gradino della soglia di casa. Era anche arrivato in anticipo, in modo da poter farla finita con un po' di scartoffie che giacevano sulla sua scrivania da ormai troppo tempo. Ma quel giorno l'Atrium non era così vuoto come avrebbe dovuto essere. Una decina di uomini si preparavano ad uscire dal Ministero, camuffati alla buona con vestiti Babbani. Rimase lì a fissarli un po', ne conosceva alcuni, anche se solo di vista, ma abbastanza per sapere che lavoravano all'Ufficio per l'Uso Improprio della Magia. Fu con sorpresa che nel gruppo riconobbe Amos Diggory che però, se la memoria non lo ingannava, lavorava all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Si avvicinò con discrezione e lo chiamò piano: «Signor Diggory.»
Lui si girò un po' stralunato e per un momento Shaw ebbe l'impressione di non essere stato riconosciuto, ma poi Diggory esclamò: «Oh! Gerard! Quanto tempo che non ti vedo, ragazzo!»
«Mi scusi, Signor Diggory. Potrebbe dirmi cosa sta succedendo?»
«Brutta faccenda, brutta faccenda. Ma lo dovresti sapere, non sei dell'Uso Improprio della Magia anche tu?»
«Ehm.» Rispose imbarazzato Shaw. «Veramente no. Sono un Auror.»
«Ma non eri quello che si occupava di tirare fuori dai guai Alastor Moody?»
Shaw percepì di essere arrossito. «Be', sì. Ero io. Ma non mi hanno più affidato l'incarico dall'ultima volta, non so se ricorda, è successo questo Aprile, quella storia della strega che gli ha gridato “Buuu”... Insomma, diciamo che non sono riuscito a gestire bene la faccenda e...»
«Non te ne preoccupare,» lo interruppe Diggory «un Auror neanche dovrebbe occuparsi di queste cose. Comunque oggi ci sono io ad occuparmi di Alastor.»
«Cosa è successo?» Chiese Shaw allarmato.
«Problemi con i vicini Babbani, hanno chiamato i puliziotti perché hanno sentito degli strani rumori. Moody ha fatto saltare dei bidoni dell'immondizia.» Poi aggiunse, a bassa voce: «E' per questo che c'è questa squadra qui. Ora me ne devo andare, ho un amico che può sistemare la faccenda. Scusami, ma devo fare in fretta.»
«Certo.» Balbettò Shaw. «Le posso chiedere di avvisarmi se ci sono novità?»
«Ovviamente.» Gli rispose Diggory velocemente, mentre se ne andava.
L'Auror passò tutta la mattina a pensare alla faccenda di Moody. Quando lo avevano esonerato dall'incarico, nonostante l'imbarazzo, si era sentito sollevato. Non avere a che fare con Malocchio comportava molto meno stress e soprattutto molte meno frecciatine da parte di Downey. Però, se la faccenda era positiva per lui, non lo era così tanto per Moody. Dopo quell'episodio il Ministero aveva cominciato ad essere più severo con Malocchio ed ogni volta che Shaw ne sentiva parlare non poteva fare a meno di preoccuparsi.
Inoltre, sapeva che quell'anno Malocchio avrebbe lavorato ad Hogwarts come insegnante e per questo, tra tutti i giorni possibili, quello era proprio il meno adatto.
Fu con immenso sollievo che vide Amos Diggory presentarsi nel suo ufficio qualche ora più tardi.
«Grazie per essere venuto!» Esclamò appena lo vide, ancora prima che l'uomo avesse detto alcunché.
«Figurati, figurati. Fa piacere sapere che qualcuno è preoccupato per Alastor almeno quanto me. Sono felice di dire che tutto si è sistemato. Arthur Weasley ha fatto proprio un buon lavoro. E poi, detto fra noi, anche Moody questa volta ha collaborato.»
«In che senso?»
«Be', diciamo che ha quasi ammesso di aver agito precipitosamente. Non che abbia proprio detto così, ma per farla breve il senso era quello...»
«E non ha insistito per cercare chi si era intrufolato e consegnarlo al Ministero?» Insistette Shaw, titubante.
Diggory lo guardò di traverso, un po' sorpreso. «Niente affatto. L'ho detto, era abbastanza collaborativo.»
«Mi scusi se mi intrometto, ma mi sembra strano. Alastor Moody non è affatto collaborativo, non se si tratta di difendere la sua sicurezza personale da possibili Maghi Oscuri.»
L'espressione dell'altro si fece ancora di più incredula poi, come se un pensiero improvviso gli fosse passato per la mente, i suoi lineamenti si addolcirono, e disse: «Capisco che sei preoccupato, ma, fidati, tutto si è sistemato per il meglio. Lasciatelo dire da qualcuno più esperto di te.»
Shaw annuì abbassando lo sguardo. Forse Diggory aveva ragione, maghi molto più esperti e competenti di lui si erano occupati della faccenda, riuscendo dove lui aveva fallito in passato. Però, nonostante tutto, non riusciva a togliersi di dosso la spiacevole sensazione che fosse successo qualcosa. Aveva come un presentimento, un brutto presentimento.
 
 
Nda: gli errori sono stati ovviamente corretti prima della pubblicazione.
 
 

 
Seconda classificata
Snoopy_4 / Vattelapesca
con
Keep a Mad-Eye on it
 
 
Grammatica e sintassi: 7,7/10
Stile e lessico: 9,5/10
Caratterizzazione dei personaggi (IC): 9,9/10
Originalità: 10/10
Gradimento personale: 5/5
Utilizzo del pacchetto: 5/5
Totale: 47,5/50
 
Grammatica e sintassi: non ti spaventare per quel 7,7 che non ti rende per niente giustizia. Nel tuo caso è stata una pura questione statistica: più parole usi, più occasioni hai di fare errori, e la tua storia rispetto alla media di quelle che ho ricevuto era bella lunga.
Nella valutazione sono partita da 9,5 invece che da 10 perché ho riscontrato in tutta la storia un problemino ricorrente che ti toglieva, per così dire, il diritto alla perfezione: la punteggiatura nei dialoghi. Ho visto in fior di libri il punto alla fine della battuta piazzato fuori dalle virgolette, cosa che infatti faccio sempre anch'io, poi ho controllato e a rigore avresti ragione tu a metterlo dentro, a patto di far cominciare la parte narrativa immediatamente successiva con la maiuscola, che in moltissime occasioni non hai messo. Siccome la lista è lunga, affido a te il compito di trovare i punti incriminati.
Doppi spazi:
in modo che potesse fare il giro di tutto il Ministero entro un ora o poco più.” – è tra “ora” e “o”. Ne approfitto inoltre per farti notare una svista abbastanza grossa: “un'ora” vuole l'apostrofo! Davvero un peccato.
ogni volta gli venivano in mente almeno cinque minuti dopo.” – è tra “venivano” e “in”.
«Ho portato la signora Scott per il riconoscimento.» gli disse la voce che meno avrebbe voluto sentire al mondo, in quel momento.” – è tra “che” e “meno”.
si affrettò a spiegare a Moody che era lui a dover essere riconosciuto” – è tra “che” ed “era”.
Un altro appunto è che in due occasioni hai scritto “Beh”, errorino ormai così comune che nessuno o quasi se ne accorge più: la forma migliore è “Be'”, con l'apostrofo, in quanto troncamento di “Bene”.
Passiamo a tutto ciò che non ricade in nessuna delle categorie di cui sopra.
«Beh.» bofonchiò Moody. «Non ho avuto molto tempo, dovevo agire.»” – qui secondo me il problema non è la faccenda del punto, ma che la battuta scritta senza l'interruzione del “bonfonchiò Moody” starebbe meglio in questa forma: «Be', non ho avuto molto tempo, dovevo agire». Con la virgola e non il punto, quindi andrebbero sostituiti entrambi (dopo il famoso “Beh” di cui sopra e dopo “Moody”) con delle virgole. Se devi scrivere dei dialoghi inframmezzati da azioni o commenti e sei in dubbio su che punteggiatura mettere e dove, il trucco è sempre di immaginarsi la battuta detta in un colpo solo, senza niente in mezzo.
Lui si girò un po' stralunato e per un momento Shaw ebbe l'impressione di non essere stato riconosciuto, ma poi Diggory esclamò.
«Oh! Gerard! Quanto tempo che non ti vedo, ragazzo!»” – il verbo “esclamare” introduce la battuta successiva, non è bello separarli con un punto. Sarebbe meglio se ne facessi un tutt'uno mettendo i due punti e non andando a capo.
Altre segnalazioni assortite:
Gerard Shaw non avrebbe potuto sentirsi più felice , adesso, invece, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non dover entrare un'altra volta in quella stanza.” – tra “felice” e la virgola c'è uno spazio di troppo. In più, forse andrebbe sostituita con una pausa più forte, ad esempio un punto e virgola, per separare più nettamente la situazione di prima da quella attuale.
al pensiero che quell'uomo, grazie a cui metà delle celle di Azkaban erano piene, aveva perso così tanta credibilità” – sì, stai indicando un dato di fatto e quindi la scelta dell'indicativo ha un senso, ma secondo me sta meglio “avesse”.
«Mi pare che la signora non sia più sotto l'Incantesimo Pietrificus, visto che si muove.»” – qui il professor Vitious si arrabbia! Scegli: o togli la prima I, dato che è “Petrificus Totalus”, oppure, se proprio non hai confidenza con l'ortografia delle formule magiche, usi il nome invece delle parole: Incantesimo della Pastoia Total-Body. Che è una traduzione che odio, ma pazienza.
«Se magari tu mi dicessi di cosa stai parlando.» soffiò Shaw a denti stretti” – capisco perché tu non abbia messo i puntini di sospensione: li hai usati appena sotto e l'abuso non fa mai piacere. Eppure qui secondo me ci vorrebbero: la frase sembra proprio lasciata a metà.
Non che per i lavoratori del Ministero facesse molta differenza, le finestre non rispecchiavano quasi mai il tempo reale.” – qui dovresti sostituire la virgola con i due punti, dato che stai spiegando per quale motivo non faccia differenza.
hanno chiamato i pulizziotti perché hanno sentito degli strani rumori.” – questa è proprio assurda: c'è un errorino accidentale nell'errorone voluto. La storpiatura della parola “poliziotti” nel libro era scritta con una sola Z.
poi aggiunse, a bassa voce «E' per questo che c'è questa squadra qui. Ora me ne devo andare, ho un amico che può sistemare la faccenda. Scusami, ma devo fare in fretta.»” – dopo “voce” ci vorrebbero i due punti: il verbo “aggiungere” introduce la battuta.
Non avere a che fare con Malocchio Moody comportava molto meno stress e, soprattutto, molte meno frecciatine da parte di Downey.” – se togli le due virgole prima e dopo “soprattutto” il senso non cambia e ti eviti anche una virgola subito dopo la “e”.
il Ministero aveva cominciato ad assere più severo” – errore di battitura che presumo stia per “essere”.
Inoltre, sapeva che quell'anno Malocchio avrebbe lavorato ad Hogwarts come insegnante e, per questo, tra tutti i giorni possibili, quello era proprio il meno adatto.” – secondo me la virgola dopo “e” è di troppo.
«Grazie per essere venuto.» esclamò” – se mi dici “esclamò” non aver paura di usare il punto esclamativo! Oppure, se alla fine di questa frase in particolare trovi che stia male, cambia verbo.
ancora prima che l'uomo avesse detto nulla” – non sarà di uso comune, ma per me è più corretto “alcunché”.
Stile e lessico: mi sei piaciuta e questo è quanto. Vero, non ho frasi meravigliose da segnalare in positivo, ma nemmeno frasi sbagliate e/o contorte da farti notare in negativo. Scorreva come acqua e il ritmo della narrazione era incalzante al punto giusto, tanto che mi dispiaceva interrompere la lettura per scribacchiare i miei commenti. C'è solo qualche scelta di parole che io avrei fatto diversamente, ma più che segnalazioni di errori sono pareri miei:
L'occhio contro cui nessuno poteva nascondersi.” – si dice “nascondersi da qualcuno o qualcosa”: è un'osservazione un po' a metà tra Grammatica e Stile che ho preferito farti qui.
Allora, al posto di dirglielo, lo avevano rifilato a lui, il pivello di turno.” – non è un vero e proprio errore, è solo che io avrei messo “invece di dirglielo” oppure “anziché dirglielo”, “al posto di” non mi piace molto.
«Insomma! Ho catturato una pericolosa criminale, dovresti ringraziarmi al posto che farmi tutte queste domande che un'utilità non l'hanno davvero!»” – idem come sopra, vedrei meglio un “invece di” in luogo di quell'“al posto che”.
Shaw si abbandonò sullo schienale, sfinito dalla conversazione.” – il senso si capisce, ma sarebbe meglio dire o “si abbandonò sulla sedia” o “si abbandonò contro lo schienale”: non è mica appollaiato in cima al suddetto schienale!
Sospirò sonoramente e, mentre nascondeva la faccia fra le mani, si abbandonò sullo schienale della sedia” – idem come sopra, anche se qui è un po' meno forte perché dire “schienale della sedia” annulla la confusione.
Non avere a che fare con Malocchio Moody comportava molto meno stress” – niente di sbagliato, ma se in questa frase lo chiami solo Malocchio, senza Moody, scorre meglio perché usi il cognome sia appena sopra sia appena sotto, è una ripetizione.
Caratterizzazione: i tuoi OC mi sono piaciuti moltissimo, e dire che io prendo sempre gli OC con le pinze. Uno snobbato da tutto il Ministero, l'altro antipatico: tutto tranne Gary Stu. Quanto a Malocchio, paranoico q.b. (hai presente? “Quanto basta” come nelle ricette), scontroso q.b., atteggiato a Grande Esperto q.b., insomma... perfetto. Unico appunto, ed è talmente piccolo che non ho osato toglierti più di un decimo di punto: “Abbandonato mollemente sulla sedia, la gamba di legno che affondava nella moquette spessa e l'occhio che lo fissava.” Ecco, qui ho avuto l'impressione che quel “mollemente” gli desse un'aria troppo rilassata. Rilassato, quello? Sì, può anche significare che è solo vecchio e stanco, ma per me ha sempre le metaforiche antenne ben dritte.
Originalità: aiuto. Mi mancano le parole per farti i complimenti, onestamente. Quando ho letto che Malocchio aveva pietrificato quella poverina ho pensato: “Solo?”. Poi te ne sei uscita, udite udite, con un incantesimo di tua invenzione che ha tutta l'aria di essere complicatissimo, ma a mio modesto parere si regge benissimo in piedi in canon. E vogliamo parlare del finale aperto, con il pivellino della situazione che è l'unico a capire che c'è qualcosa che puzza? Come espediente è già sentito, ma se dovessimo perseguire l'originalità assoluta nessuno scriverebbe più niente perché le buone idee sono già tutte occupate. Non conta solo l'idea in sé, ma anche com'è resa, e io ho amato quel “brutto presentimento” con cui chiudi la storia.
Gradimento personale: mi hai illuminato la mattinata. Una lettura davvero piacevole su tutta la linea. Mi sentivo male a correggerti.
Utilizzo del pacchetto: tesoro, hai fatto l'en plein. Lo specchio è, almeno nella versione dei fatti di Moody, praticamente la causa di tutto: lei è una nemica ergo bisogna reagire, semplice semplice. Hai fatto dell'oggetto quasi il motore della storia, che è proprio quello che volevo vedere. Senza contare poi che hai colto al volo il mio suggerimento di rendere magico un oggetto dato in “versione Babbana”, cosa che io avevo buttato lì pensando che forse, in un lontano futuro, a qualcuno sarebbe piaciuto saperlo, ma che non credevo sarebbe stata presa sul serio.
  
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