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Autore: MaggieMurdock    23/01/2012    4 recensioni
Essere inseguiti dai paparazzi è fastidioso e deleterio..ma a volte si trova il modo di vendicarsi.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'This mess we're in '
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Ehilà :) Questa è una piccola fic che avevo in mente da un po', mi girava in testa l'idea ma non riuscivo a buttarla giù..alla fine questo è il risultato, spero che vi strappi un sorriso :D

Ancora grazie a tutti voi che apprezzate quello che scrivo, questo non smetterò mai di dirvelo perchè per me è davvero una sorpresa e non credo che riuscirò ad abituarmici..e va bene così, siete meravigliosi e vi meritate che io non mi adagi sugli allori.

Il POV è di Jay, il resto non ve lo anticipo anche se avrete un po' intuito dal titolo e dalla descrizione di che si tratta.

Buona lettura,

a presto <3<3<3

 

 

Heath.. -

Sì? -

C'è uno di quei maledetti paparazzi che ci segue -

Lo so, l'ho visto fin da quando siamo usciti di casa -

Che si fa? -

Niente, manteniamo la calma prima che m'incazzi sul serio -

 

Cercai di fare quello che Heath aveva suggerito, ma il tipo non mollava, ci seguì per tre isolati scattando ad ogni passo mio e del mio ragazzo.

Chissà cosa credeva di ottenere.

 

Secondo te potremmo mai fare una passeggiata senza che ci scattino dieci foto al secondo? -

Non credo, Jake.. anche se lo vorrei e non sai quanto -

 

Mica crederai che ti offra un fottutissimo scoop sul piatto d'argento.

Pensai mentre mi mantenevo a debita distanza da Heath, per non dare il benchè minimo pretesto a quell'impiccione per insinuare qualunque cosa, guardando nella sua direzione con la rabbia che già mi pulsava addosso.

 

Dio che nervoso.

Mi stupii della noncuranza di Heath, di solito reagiva in maniera molto più plateale di me di fronte a certe cose e sapevo benissimo che lo urtavano terribilmente.

Eppure quel giorno sembrava tranquillo, continuava a camminarmi accanto con un'espressione serena sul volto e mi infondeva coraggio.

Se non ero ancora andato da quel tizio a dirgliene quattro era sicuramente merito suo.

Il pensiero che lo facesse per difendere la nostra privacy e non dare adito a pettegolezzi, poi, mi scioglieva completamente.

C'era un bel sole quel giorno, l'aria era frizzante ma piacevole sulle mie gote e sarebbe stato un peccato non uscire..se non fosse stato per quel bastardo che non smetteva un secondo di immortalare ogni nostro più piccolo movimento o sguardo.

Per quel che ne sapevamo, ancora nessuno aveva scoperto che eravamo una coppia, mantenere un profilo basso aveva pagato.

Probabilmente i paparazzi e i giornalisti di gossip credevano che dopo la separazione fosse abbastanza normale che Heath passasse del tempo con me, dopotutto ero il suo migliore amico e quelle insinuazioni su una nostra presunta omosessualità, che ci avevano torturato per mesi dopo Brokeback Mountain, erano cadute nel dimenticatoio.

Ma sapevamo entrambi che sarebbe bastato un attimo per ritornare il bersaglio preferito dei giornali spazzatura, non ci potevamo permettere neanche il più piccolo errore.

E a quanto pareva, quel dannato di un fotoreporter s'era proprio deciso a non lasciarci in pace, neanche quando entrammo da Starbucks per prenderci un caffè.

Se avesse scoperto che eravamo effettivamente molto più che amici, sarebbe stata la fine.

Nessuno dei due fece una mossa azzardata verso l'altro, anche se dovetti trattenermi in una maniera spaventosa di fronte all'immagine di Heath con la schiuma del cappuccino sul labbro superiore.

Era buffissimo e adorabile, grande e grosso che si sporcava come un bambino..se fossimo stati soli niente mi avrebbe impedito di scoppiare a ridere e poi di avvicinarmi per leccargliela via dolcemente. E magari continuare con uno di quei baci irresistibili che erano il preludio al sesso migliore che avessi fatto in vita mia e... Smettila stupido, rovinerai tutto!

La mia testa tirò il freno a mano per me, ma dio, quanto lo avrei voluto... invece eravamo in mezzo a un locale pieno di gente e per giunta con uno stronzo che ci osservava da fuori e non vedeva l'ora di coglierci in fallo.

Glielo feci notare molto cautamente, Heath prese un tovagliolino e si levò quel baffo di latte dalla faccia senza fare una piega.

Usciamo? -

Risposi affermativamente e appena fuori il mio ragazzo si diresse verso il piccolo parco lì accanto.

Ci sedemmo su una panchina a goderci i nostri caffè al sole, sempre a debita distanza e trattenendo le nostre emozioni il più possibile.

Da fuori sembravamo la coppia di amici più noiosa del mondo, speravo con tutto me stesso che se ne convincesse anche quell'imbecille di un guardone e finalmente si levasse dalle scatole.

Cristo, quanto ti dovrò sopportare ancora, ma te ne vuoi andare?!

Cazzo, ancora non s'è stancato? - mi sussurrò Heath, dando voce ai miei stessi pensieri.

A quanto pare no.. - convenni con una nota amara.

Qualcuno dovrebbe buttargliela nella spazzatura, quella dannata cosa.. o magari fargliela ingoiare -

E se lo diceva lui, appassionato da sempre di fotografia, era la misura esatta di quanto ci stesse tormentando.

Liberai una risatina bassa e carica di nervosismo, pensando che sì, sarebbe stata proprio una gran bella scena.

Heath tirò il suo bicchiere ormai vuoto nel cestino lì accanto e io feci lo stesso con il mio poco dopo.

E ora, che si fa? - chiesi

Direi che torniamo a casa, il terzo incomodo m'ha già fatto passare la voglia di stare in giro.. -

A chi lo dici.. - sospirai sbuffando leggermente.

Che palle però!

Percorrendo il tragitto al contrario sentii che il tizio si era avvicinato, ormai camminava spudoratamente dietro di noi in cerca di chissà cosa e magari origliando anche i nostri brevi scambi di parole per completare l'opera.

Era passata quasi un'ora da quando eravamo usciti e questo non accennava a lasciar perdere.

Ormai avevo accumulato tante di quelle situazioni del genere che non sapevo più contarle, era un continuo sentirmi alle calcagna qualcuno di totalmente indesiderato.

E lo stesso doveva essere per Heath.

Questo è troppo.. - mi disse improvvisamente.

Doveva essere giunto al limite della sopportazione.

Ma quello che fece mi stupì incredibilmente e pensai che avevo il ragazzo più intelligente della terra.

Tirò fuori il cellulare, si voltò all'improvviso e cominciò a scattare foto al paparazzo.

Allora??! Come ci si sente eh, ti piace??!! - gli gridò con un ghigno soddisfatto sul volto.

Continuava a fare foto a raffica al tizio che era rimasto interdetto e a dir poco stupito da quella reazione.

S'era impalato come un baccalà in mezzo al marciapiede, mentre io ridevo a crepapelle al fianco di Heath che non si fermava.

E' bello no??! - inferii prendendo il telefono dalla tasca dei jeans e cominciando a immortalare a mia volta il cretino.

Facci un sorriso! Non così, mi deludi, lo so che puoi fare di meglio! Su che finisci in prima pagina!! - lo incitava malignamente Heath.

Forza amico, mostraci il tuo lato migliore! -

Ci avvicinammo di più mentre il tizio ormai non sapeva assolutamente che pesci pigliare, ancora immobile con gli occhi spalancati e la bocca aperta.

Sembrava vergognarsi come un ladro e certo non mi dispiaceva.

Avevo le lacrime agli occhi per quanto mi stavo sbellicando.

Ti sta proprio bene, bastardo!

Dai, dammi amore! * click *
Dammi passione, dammi stupore!! * click, click, click *
Fai l'amore con l' obiettivo, bellezza! - ordinava Heath, alla stregua di un vero fotografo da rivista patinata.

Ok, ok! Ho- ho capito! Scusate, vi..vi lascio in pace! - balbettò cercando di schernirsi mentre noi non smettevamo di scattare.

Si dileguò alla velocità della luce, tanto che la sua costosissima macchina fotografica quasi cadde a terra rischiando di sfracellarsi sul selciato.

Corri, Forrest, corri!!! - gli gridò dietro Heath divertendosi come un matto.

Ero piegato in due dalle risate, mentre quello diventava un puntolino minuscolo all'orizzonte, mi stavo quasi soffocando.

Ha avuto quello che si meritava! - esclamò Heath guardandomi con l'aria di chi la sapeva lunga.

Non ci avrei mai pensato, ma cristo, sei un genio!! -

Andiamo a casa, su! - disse, finalmente libero di prendermi la mano per intrecciarla con la sua.

Posai la testa sulla sua spalla e tirai un sospiro di sollievo – Scommetto che non si farà vedere per un bel po' – 

Lo spero proprio –

Per una volta, avevamo avuto la nostra piccola vendetta.

 

 

  
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