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Autore: silvia_arena    24/01/2012    0 recensioni
Cece Jones (niente a che fare con Shake it up, adoro semplicemente il nome) è la figlia del senatore di Alderaan. Dopo un viaggio di lavoro del padre su Tatooine, che lei ha passato con il suo migliore amico Luke Skywalker, è di ritorno per Alderaan, ma lei e suo padre avranno qualche "complicazione di carattere imperiale".
Ambientata nell'Episodio IV "Una nuova speranza", mi sono "inserita" nella storia, senza però rivoluzionare la trama.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Quante volte ancora dovrò risponderti di no?» dissi ridendo a mio padre, dopo che mi chiese per la decima volta circa se avessi una cotta per Luke Skywalker. «Piuttosto, in questa settimana ho passato tutto il mio tempo con Luke.» Mio padre sorrise. «Non perché mi piace» aggiunsi «ma perché è il mio migliore amico.» Mio padre fece un'espressione alla “non la racconti giusta”, ma lo ignorai e continuai. «Dicevo, ho passato tutto il tempo con Luke e non ti ho quasi visto, nonostante dormissimo nella stessa casa. Cosa hai fatto tu?»
«Nulla di divertente» rispose mio padre. «Al contrario tuo, io devo lavorare...»
«Sì, sì, certo» lo interruppi prima che potesse farmi un altro discorso su “Luke è solo due anni più grande di te e già lavora”. «E su cosa hai lavorato?»
«Sembra che Tatooine non sia interessato alla ribellione contro l'Impero, per questo cerco di stringere alleanze con il senato.»
«E per quale motivo?» domandai.
«Niente che abbia a che fare con una guerra, spero. Ma non si sa mai.»
«Vorresti combattere al fianco dell'Impero?» gli chiesi stupita.
«Lo sai che non provo tutta questa simpatia per l'Impero» cercò di tranquillizzarmi mio padre. «Sarà dura scegliere da che parte stare. Ma siamo politici, se ci dichiariamo contro l'Impero saremo i primi ad essere uccisi... Ecco la Morte Nera, siamo quasi arrivati ad Alderaan.»
Guardai fuori dalla vetrata destra dell'astronave. «È bello essere a ca...» Non ebbi il tempo di finire, perché la nostra astronave venne colpita.
Notai che il raggio proveniva dalla Morte Nera.
«Fermate l'astronave e seguiteci, fecce ribelli!»
«No, avete commesso un errore, non facciamo parte dell'Alleanza Ribelle! Sono il senatore Jones di Alderaan!» rispose mio padre.
«Seguiteci se non volete essere distrutti!»
«Papà, seguili» lo incitai. «Vedranno che non siamo dei ribelli e ci lasceranno tornare a casa.»
Mio padre non sembrava per niente convinto, ma visto che non avevamo scelta, ci avviammo verso la Morte Nera.

Una volta scesi dall'astronave, le Truppe d'Assalto Imperiali ci furono addosso.
«A quanto pare non mentivano, sono davvero il senatore Jones e sua figlia» osservò Dart Fener.
Trattenni il “mi pare ovvio” e dissi «Bene, ora che è tutto chiarito potremmo tornare ad Alderaan?»
Mio padre mi guardò male. «Non volevo essere scortese» assicurai.
«Temo che il vostro soggiorno alla Morte Nera sarà prolungato, senatore» annunciò Dart Fener. «Avrei delle questioni riguardanti Alderaan da discutere con voi.»
«D'accordo. Solo, lasciate andare mia figlia.»
«Non siete prigionieri, senatore Jones. Ho solo bisogno di parlare con voi. Portate la ragazza nella prima camera libera che trovate» ordinò Dart Fener ai soldati. «Fate come se foste a casa vostra.»
«Basterebbe un minuto per arrivare nella mia vera casa» borbottai.

«Ehi, sei tutta intera?»
Sobbalzai. «Accidenti, Luke!»
«Scusami Cece, non volevo spaventarti» rise Luke. «Ma avevi promesso che mi avresti contattato, una volta arrivata su Alderaan.»
«Oh, hai ragione, scusa» dissi, riprendendo a disfare la valigia.
«Sei sicura che vada tutto bene?» chiese Luke incerto. «Il viaggio è filato liscio?»
«Sì, sì, alla grande, non preoccuparti» mentii.
«Allora... ci vediamo presto» disse Luke.
«Sicuro» cercai di sorridergli. «Ciao ciao» spensi l'ologramma.
Mio padre entrò nella stanza.
«Ehi» mi salutò. Aveva l'aria distrutta, come se non avesse dormito per giorni, anche se erano passate solo poche ore.
«Ehi» ricambiai. «Com'è andata?»
«Bene. Ho un lavoro da sbrigare su Alderaan» m'informò mio padre.
«Grandioso, torniamo a casa!» esclamai, prendendo i vestiti che avevo ripiegato nei cassetti e lanciandoli nella valigia senza alcun ordine.
«No, tu resterai qui.»
Ci misi un po' per elaborare l'informazione.
«Come? Ma perché?» domandai sconvolta. «Se devi andare su Alderaan puoi lasciarmi a casa...»
«No» rispose secco mio padre. «Appena concluderò questa faccenda tornerò qui e andremo insieme su Alderaan, ma per ora tu devi rimanere qui, è un lavoro che devo fare da solo.»
«Ma papà...»
«Ti prego, non ne voglio discutere.» Uscì dalla stanza senza salutarmi o degnarmi di uno sguardo.

   
 
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