Perchè sei Arthur Pendragon.

Perchè. Sei. Arthur. Pendragon.

Solo per questo, solo per questo motivo, il tuo nome. Arthur Pendragon.

Grazie a questo nome, puoi fare così tante cose che ti viene da vomitare, tutte cose che ti ritornano su e ti stordiscono.

Grazie a questo nome, non puoi (non devi) fare tante cose, talmente tante, ancora di più di quelle che puoi fare, e queste, queste sì che ti uccidono.

Nella tua testa, tutti quei “devo” sono diventati un “voglio”: voglio allenarmi, voglio salvare la donzella in pericolo, voglio compiacere mio padre, voglio vincere i tornei. Tutto per nascondere la verità, la verità sulla tua prigionia.

Ci sono. Tutti. E soprattutto, con una presenza costante, sempre, c'è Uther, tuo... tuo padre. Non puoi fare a meno di pensarci, giorno e notte, mentre senti il sudore sotto la cotta di maglia, mentre la testa ti scoppia dal calore, mentre firmi un contratto, mentre sorridi nei banchetti. Per avere un sorriso da lui, Dio solo sa cosa potresti fare.

“Voglio diventare re”.

Già, come no, fingi, Arthur, fingi che tu lo voglia davvero. Fingi di desiderare il trono, di non poter mai rinunciare alla tua (infame, maledetta) eredità. Davvero, non puoi farne a meno, impazziresti, sì... In fondo forse lo vuoi davvero. Vuoi rendere Camelot un posto migliore, vuoi creare un grande regno, vuoi essere ricordato.

O forse è solo un'altra di quelle cose che impongono al tuo cuore.

“Voglio avere un erede”.

Ci pensi con amarezza, mentre accarezzi lentamente le spalle nude di Merlin, che si è infilato sotto le coperte con te con un sorriso che è capace di illuminare i tuoi incubi di una luce rassicurante. Vuoi avere un erede? Davvero? Sì, lo volevi, ma adesso, adesso cosa diresti? Cosa vorresti dire? Cosa vorresti gridare?

Perchè sei Arthur Pendragon.

Lo scopri, quando ti dicono che tu e il tuo servitore siete legati, siete due facce della stessa medaglia. Tutto perchè sei il principe, non perchè sei tu. E ne sei profondamente afflitto, senti un dolore vivo sul petto e la vista ti si offusca. Delusione, anche da quello, una delusione buia e lacerante.

I pezzi della tua vita cadono sotto il nome che porti, crollano, mattone dopo mattone, crepandosi. E' strano come invece il fardello ti sembri più pesante. Ogni giorno che passa, i mattoni che cadono dalla tua fortezza, li ritrovi nel peso che porti sulle spalle.

Meno male che c'è Merlin a condividerlo con te.

Meno male che c'è Merlin a dirtelo.

“Sai, Arthur...”

“M...”

“Non è perchè sei Arthur Pendragon..."

Note: se devo essere sincera non è che mi piaccia molto. E' solo che stavo scrivendo il nuovo capitolo di "Rovinerei Tutto" (miracolo!) e mi è venuta in mente questa scena: "Non è perchè sei Arthur Pendragon...". E quindi ho pensato di scriverci qualcosa, anche se un (bel) po' penosa -.-"

Mi farebbe molto piacere trovare almeno un commentino veloce (lo so che non ne vale la pena, ma vi prego!)

Kiss