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Autore: Sion    25/01/2012    4 recensioni
#37 — Stranezza
Aveva notato atteggiamenti strani da parte di Leo; ma il più strano, forse, era quel suo guardarlo con una sorta di nostalgia, come se stesse guardando un vecchio ritratto, o uno spettro.
(50sentences challenge, ElliotLeo, slash, spoiler.)
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Elliot Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Raindrops
Serie: Pandora Hearts
Rating: Arancione (Warning per un paio di frasi).
WARNINGS: SPOILERS SINO AL CAPITOLO 65!

Pairing: Elliot/Leo. Ovunque.
Credits: Devo ad AlexielFay e alla sua fanfiction ‘Ritmi spezzati’ (Twilight) l’idea per le 50 frasi. Leggetela, è meraviglia pura.
Pandora Hearts appartiene a Jun Mochizuki; non è intesa violazione di copyright.
Note
Alcune precisazioni da fare. Diverse frasi portano la dicitura ‘AU’ accanto: sono Alternative Universe che fanno riferimento perlopiù a ruolate od altre porcherie del genere che ho avuto con diverse persone. Fondamentalmente, per ogni AU che rimanderà ad Hogwarts, si sappia che Elliot è un Grifondiota, Leo un Serpeverde e sono rispettivamente Battitore e Cercatore delle loro squadre. Forse prima o poi scriverò una fanfiction in cui chiarirò per bene la natura del loro rapporto in quell’ambito secondo la mia immaginazione. Ah, Leo diventa un Mangiamorte.

Si fa poi riferimento a dei figli in alcune AU. Premessa: odio l’mpreg. Lo considero contro natura e disgustoso. Secondo la nostra immaginazione (Mia e di una delle mie partner in role) Elliot e Leo hanno avuto due bambini da una donna che ha offerto loro l’utero in affitto. Anche su questo, forse, prima o poi scriverò una fanfiction.

Elliot e Leo, poi, vivono in un'altra AU (l'ennesima, scusateci), ovvero quella del liceo cui si fa riferimento in due AU. Ho terrore della mole di AU che si va ammassando.

Nelle altre fondamentalmente è comprensibile ciò che accade.

Solo sulla frase ‘Proiettile’ non ho intenzione di fare una spiegazione: non riuscirei ad essere breve e verrebbe su un papiro, perciò lascio spazio alla vostra immaginazione.

Buona lettura, se avete ancora voglia di leggere. :’D

A.




Raindrops




#01 – Sonno

Elliot non si concedeva spesso momenti in cui la guardia si abbassava, ma quando Leo si voltò verso di lui lo trovò accasciato contro il tronco dell’albero sotto il quale si erano accomodati a leggere, il libro aperto sul ventre e il capo penzolante su una spalla rise piano, si accostò a lui e posò il capo sul suo, una mano a cercare quella dell’altro tra le pagine del libro.


#02 – Treno (AU)

Era la prima volta nella storia di Hogwarts che a una Casa accadeva di perdere punti poiché un suo componente, appena messo piede nell’Hogwarts Express, aveva imprecato contro Merlino; e Leo Baskerville rise sino alle lacrime quando venne a sapere che quel componente era stato Elliot Nightray, immaginando l’espressione congestionata che doveva aver avuto mentre il Capocasa Serpeverde toglieva venti punti da Grifondoro.


#03 — Fermata (AU)

L’aveva accompagnato alla fermata dell’autobus in silenzio, le spalle basse e le labbra tese in una smorfia nervosa, ma prima di lasciarlo salire Elliot l’aveva bloccato e, sotto gli occhi di un conducente scioccato, aveva premuto le labbra contro le sue; Leo si era detto, mentre prendeva posto, che dopotutto Fulham non era un quartiere tanto male.


#04 — Ora

Leo si era detto spesso che avrebbe avuto tempo di spiegare e aggiustare le cose, ma nel vedere Elliot svegliarsi, gli occhi cisposi di sonno e le guance arrossate, si disse che il tempo non c’era, perché Elliot c’era ora, vivo e caldo e ignaro della spada di Damocle a pendere sul suo collo, e non poteva avere la presunzione di sperare che ci sarebbe stato anche poi; però si limitò a sorridergli, e tacere.


#05 — Ritornello

L’aveva capito troppo tardi il significato della filastrocca che facevano recitare agli orfani della Casa di Fianna: la cosa devastante era stata capirlo dopo che Elliot aveva pronunciato il nome di Humpty Dumpty.


#06 — Cambiare

Leo aveva pregato, ogni giorno, tutti gli dei che conosceva, aspettando che uno di loro rispondesse, aspettando che almeno uno dei suoi richiami angosciati venisse ascoltato, ma mentre Vincent lo scortava a Lebleux, e lui intravedeva la sagoma di Oz nella folla, pensò che le cose non cambiano, neanche se piangi, se preghi, se muori.


#07 — Pietra

Ad Elliot piaceva vincere, questo era indubbio, ma non avrebbe accettato una vittoria regalata; perciò, mentre Leo lo guardava esultare di genuina soddisfazione, pensò che non era il caso di dirgli che aveva lanciato male il sasso di proposito, perché quello di Elliot, sull’acqua, facesse più salti.


#08 — Rugiada (AU)

Edgar credeva ancora, nonostante i suoi dieci anni suonati, che la rugiada venisse posata sulle foglie dai folletti notturni, e Leo sorrideva nel vederlo chinarsi sulle foglie del giardino con occhi eccitati, rivedendo nelle labbra tese il sorriso di Elliot.


#09 — Vento

Elliot non aveva mai riso tanto come quando Leo, durante un picnic, aveva avuto una crisi nervosa per via dei capelli eccessivamente lunghi che gli svolazzavano davanti al viso, mossi dalle folate di vento, impedendogli persino di parlare.


#10 — Sentimenti

Durante una serata particolarmente silenziosa, Leo aveva chiesto ad Elliot che cosa pensasse, lui gli aveva risposto con un sorriso appena accennato e aveva detto, senza guardarlo, «Cose»; però gli aveva sfiorato la mano, e quando Leo si rese conto che stava indugiando nell’accarezzargli il palmo col pollice, le guance in fiamme, aveva capito che non era un gesto casuale.


#11 — Strappo

Una mattina Vanessa irruppe nella biblioteca di famiglia urlando ai quattro venti che c’era un pervertito, tra la servitù, che puntualmente le rubava le calze e le restituiva strappate. Elliot arrossì, Leo sorrise, nascondendo il naso tra le pagine del libro che teneva di fronte al viso.


#12 — Desiderio (AU)

Leo gli aveva spiegato che ‘desiderare’ voleva dire ‘guardare le stelle’; per cui una notte, sulla Torre di Astronomia, si ritrovò a fissare le stelle e a desiderare, con quanta forza aveva in corpo, di riuscire, almeno quell’ultimo maledetto anno, a strappargli un bacio.


#13 — Acqua (AU)

Pioveva sui suoi occhi e sulle sue mani mentre le allungava verso il volto di Elliot, umido e contratto in una smorfia, rigido sotto il Pietrificus che gli aveva lanciato, pioveva sul mantello scuro e sulle labbra tremanti mentre lo guardava negli occhi, e piovevano sale e tristezza dai suoi occhi mentre gli puntava la bacchetta alla tempia e mormorava, cercando di ignorare il Marchio che bruciava sull’avambraccio, «Oblivion».


#14 — Favola

Senza che se ne accorgessero, e con la lentezza silente delle cose che devono finire, avevano vissuto una favola; quando l’esile castello di cristallo che avevano costruito insieme, però, era crollato, si erano accorti di aver vissuto in un incubo, e alla fine della loro favola non c’era posto per un «E vissero per sempre felici e contenti».


#15 — Premio

Dopotutto, pensò Elliot, forse Leo si meritava un premio per non aver cercato di uccidere i suoi fratelli quando, dopo una giornata intera passata in famiglia, Ernest aveva detto, con le guance rubizze per il vino, «Se fosse stato una ragazza sarebbe stato passabile».



#16 — Regno (AU)

Se esistesse un posto dove vengono ammucchiati tutti i peggiori individui del mondo, Elliot ne sarebbe il re: Leo lo pensa mordendosi le labbra e arrotolandosi forsennatamente una ciocca di capelli attorno all’indice, mentre gli lancia un’occhiata sottecchi e nota che sta ancora baciando Sarah; e se esistesse un posto dove vengono ammucchiati tutti i peggiori individui inutilmente gelosi, è costretto a riconoscerlo, lui stesso vi si porrebbe a capo.


#17 — Delirio

Elliot l’aveva guardato con occhi talmente pieni di apprensione che le cameriere della Pandora l’avevano preso per le spalle e l’avevano trascinato fuori dalla stanza, mentre Leo si agitava ancora nel letto, mormorando frasi sconnesse, spaventose, e chiudendosi la porta alle spalle una di queste gli aveva detto: Delira; eppure qualcosa, dentro di lui, gli sussurrava con voce suadente: Non è vero.


#18 — Rana (AU)

Sarebbe stato un suicidio dire a Leo che era stato lui a mettergli una cioccorana nella borsa dei libri, alla fine della lezione di Difesa, come consolazione perché lui, per la terza volta, aveva fatto fiasco col Molliccio.


#19 — Fratello

Sapeva benissimo che Elliot soffriva; ma quando guardava la fotografia che lui teneva sulla scrivania, al fianco del più giovane dei Nightray non vedeva un fratello: vedeva un mostro, e, dopotutto, era ciò che Ernest era stato.


#20 — Profumo

Dio, se adorava l’odore che gli riempiva le narici mentre, stanco, sudato e svuotato, affondava il viso nel collo di Leo, e accarezzava la linea della giugulare con le labbra, per sentire se quella pelle bianca aveva un sapore delizioso almeno quanto lo era il suo profumo.


#21 — Essere

Esisteva; era quella, secondo Leo, la tragedia più grande: essere, perché se non fosse stato, Elliot avrebbe respirato ancora.


#22 — Ritmo (AU)

Non l’avrebbe mai ammesso, ma guardare Leo ballare era una delle cose più ipnotizzanti che avesse mai visto: l’unica cosa che stonava era che al centro di quella palestra mal addobbata a ballare con Leo non c’era lui.


#23 — Garanzia

Elliot gli dava la sicurezza che, in tutta la sua vita, non aveva praticamente mai avuto: la sicurezza di una persona accanto, la certezza di essere amato, la garanzia di vedere, negli occhi di qualcuno, gli stessi sentimenti che sentiva nei propri.


#24 — Proiettile (AU)

Mentre gli estraeva il proiettile dalla spalla Leo rideva; in quel momento, Elliot si era trovato in bilico tra l’istinto omicida che gli urlava di sgozzarlo e la voglia irrazionale di restare ad ascoltarlo per sempre.


#25 — Tentativo

Ci aveva provato diverse volte, ma l’altro si era sempre rifiutato categoricamente di ascoltarlo: Elliot non capiva perché volesse nascondersi dal mondo, perché volesse tenere tanti strati tra sé e il resto dell’umanità, ma Leo, ogni volta che Elliot tentava di persuaderlo a spogliarsi di quegli inutili orpelli, lo guardava e sorrideva, senza rispondergli.


#26 — Amanti

Durante una fiera a Lebleux Leo aveva insistito perché una vecchia cartomante leggesse loro il futuro, ma un Elliot già recalcitrante aveva sbraitato contro la vecchia e aveva rivoluto indietro i soldi quando, con un sorriso tutt’altro che innocente, lei aveva scoperto sotto al suo naso il sesto arcano maggiore: gli Amanti.


#27 — Segnale (AU)

Una volta Oz aveva chiesto a Leo perché avesse atteso tanto tempo prima di fidanzarsi con Elliot, e Leo, guardando verso la fede che cingeva l’anulare, aveva borbottato qualcosa a proposito di «Ignorare i segnali».


#28 — Bandiera

Se avesse potuto salvarlo, avrebbe combattuto fino all’ultimo, ma si era reso conto di aver alzato bandiera bianca prima ancora di entrare nel campo di battaglia, e non aveva avuto la facoltà di cambiarla con un’arma capace di proteggerlo.


#29 — Stupidità

Elliot sapeva comportarsi in maniera molto stupida, nonostante fosse davvero intelligente, ma il culmine di idiozia lo ebbe quando, vedendo Leo conversare con una giovane cameriera della Casa di Fianna mentre la aiutava a sistemare due gemelli particolarmente vivaci, aveva dato di matto, strillando che in quell’orfanotrofio «Non c’è più religione!»


# 30 — Schiaffo

Quel giorno, Elliot, dimostrandosi cortese persino con Ada Bezarius, aveva dato uno schiaffo morale a Leo; ma il suo servitore, sotto sotto, era stato orgoglioso di vederlo destreggiarsi con una certa disinvoltura tra gli invitati al ballo, nonostante il rossore sulle sue guance fosse una costante negli eventi mondani.


#31 — Accendere

Quando, nel bel mezzo della notte, Elliot si svegliava di soprassalto, Leo accorreva nel suo letto, cingendolo con le braccia esili, e accendendo la lampada sul comodino, sussurrandogli nelle orecchie, come un mantra, «Non c’è niente di cui aver paura; c’è la luce accesa», sapendo che però, nonostante le ombre venissero ricacciate indietro, aspettavano sempre negli angoli e negli anfratti più nascosti, pronte a scivolare di nuovo sotto le palpebre di Elliot, tormentando quegli occhi che Leo avrebbe voluto rimanessero sereni il più a lungo possibile.


#32 — Velocità (AU)

Mentre Leo scendeva dalla scopa guardando Elliot - col fiatone, i capelli scompigliati dal vento e le guance rosse per il freddo pungente - pensò che poche cose eguagliavano l’ebbrezza di una gara di velocità su tutto il Lago Nero, e una di quelle era lo sguardo di Elliot mentre, ricambiando la sua occhiata insistente, arrossiva.


#33 — Collo

Ogni volta che Elliot desidera di stringergli le dita attorno al collo per strangolarlo, Leo riesce, in qualche modo, a trasformare quella presa ferrea in una carezza leggera.


#34 — Meraviglia

Uno dei ricordi più felici che aveva del maniero dei Nightray era la biblioteca, e la meraviglia che aveva visto sul viso di Leo quando vi era entrato.


#35 — Bambini (AU)

Mentre sedevano nella sala d’aspetto e Leo gli stringeva il ginocchio con una violenza inumana l’unica cosa che riuscì a pensare fu che lui non aveva neanche capito che quando Leo gli aveva detto di volere dei bambini non scherzava.


#36 — Eclissi (AU)

Certo era che Leo aveva gusti davvero strani, pensò Elliot, mentre lo guardava canticchiare ‘Total Eclipse of the Heart’, seduto sul sedile anteriore della propria auto, intento a fissare fuori dal finestrino; lui odiava Bonnie Tyler.


#37 — Stranezza

Aveva notato atteggiamenti strani da parte di Leo; ma il più strano, forse, era quel suo guardarlo con una sorta di nostalgia, come se stesse guardando un vecchio ritratto, o uno spettro.


#38 — Orrore

Non era l’orrore che aveva visto a terrorizzarlo, ma la tragedia che si consumava ogni giorno nei suoi occhi, sempre più stanchi, sempre più lontani.


#39 — Miseria

C’era meno miseria tra i vicoli dei bassifondi di Lebleux che nelle stanze pulite e ordinate della Casa di Fianna, ma Leo non aveva il cuore di dire ad Elliot la verità; era egoista, e non voleva perderlo.


#40 — Luce

Si vergognava a morte, e avrebbe preferito trafiggersi da solo con un pugnale piuttosto che ammetterlo, ma il colore che gli occhi di Leo assumevano con le luci basse delle lampade, la sera, lo faceva impazzire.


#41 — Fine

La cosa buffa di tutta quella storia — che ancora gli sembrava solo un incubo — era che lui non aveva avuto la facoltà né di scrivervi la parola ‘Inizio’ né la parola ‘Fine’; era stato solo un personaggio, forse secondario, e aveva perso l’unica cosa preziosa che gli appartenesse.


#42 — Illuminare

Ad occhi aperti era facile non pensare a lui: nel sole, i contorni erano troppo netti e troppo luminosi per distinguere quello che, nel buio, diventava il ricordo di Elliot, con tutta la sua luce, che gli feriva gli occhi e rendeva le ombre ancora più nette; come a ricordargli, ancora una volta, la soluzione di continuità tra Leo Baskerville, quello strano, ed Elliot Nightray, quello che non doveva morire.


#43 — Richiesta (AU)

Il giorno in cui Elliot chiese a Leo di sposarlo fu memorabile: primo perché avvenne in un luogo pubblico, secondo perché il suddetto luogo pubblico era un fast food di mezza tacca, e la risposta, ragionevolmente, fu un secco no, accompagnato da un sorriso trattenuto a stento che diceva tutto il contrario.


#44 — Cristallo (AU)

Quel libro era stato una sorta di scarpetta di cristallo, ma il suo proprietario non era esattamente Cenerentola e aveva un gancio destro piuttosto potente per essere alto quanto una matricola del liceo; a posteriori, un inizio più fiabesco per il loro matrimonio non avrebbe saputo trovarlo neanche inventandoselo.


#45 — Incubo

Certe notti era davvero difficile guardarlo gemere e stringere le lenzuola tanto da far sbiancare le nocche e convincersi che era Elliot ad avere un incubo, e non lui, che gli accarezzava i capelli cercando di non lasciarsi andare al panico mentre premeva le labbra contro la sua fronte nel tentativo disperato di portargli un po’ di pace.


#46 — Specchio (AU)

Nessuno doveva sapere quello che vedeva nello specchio; nessuno doveva sapere che il Marchio sul braccio era la cosa di cui si vergognava di più, e l’unica cosa che vedeva oltre la superficie argentea era quello che era stato Elliot: un ragazzino imbronciato, rissoso, con la sciarpa Grifondoro stretta intorno al collo e gli occhi di un azzurro così vivo da far male.


#47 — Muro

Dentro l’aula di musica della Latowidge niente poteva disturbare le loro dita che si sfioravano sulla tastiera del pianoforte; per contro, tutto ciò che accadeva oltre quelle mura non li riguardava: era il loro Paradiso personale, e non erano mattoni e cemento a tenerlo isolato, ma il suono leggero delle corde del pianoforte che vibravano, la risata sardonica di Leo, il suono impercettibile, ma infinito, che emettevano i loro sorrisi incontrandosi.


#48 — Linea

Aveva tracciato una linea di confine tra sé e il mondo; si era accorto dopo che il mondo era riuscito a entrare lo stesso, e forse non perché era il mondo, ma perché era destinato a diventare il suo mondo.


#49 — Impressione

Pochi detti trovava davvero veritieri: uno di quelli era «L’abito non fa il monaco»; non si spiegava, altrimenti, la bellezza accecante che vedeva in Leo nonostante gli abiti logori, l’aspetto trasandato e l’atteggiamento irritante.


#50 — Particolare

Si erano impressi nelle dita, negli occhi, sulle labbra e nel cuore ogni particolare dell’altro: proprio per questo perdere tutto quello faceva male; faceva un male da morire, da morirne.




  
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