Aprì gli occhi, senza riuscire a capire dove si trovava.
 
Avvolto nell’ansia provò a guardarsi intorno. Ogni cosa era bianca e densa di colori come niente che avesse mai visto.
 
Era strano. Tutto era diverso ma uguale.
 
Si scoprì leggero, ingenuo come un bambino, tanto che non si sorprese di vedere le proprie mani piccole, quelle di se stesso, ma molto tempo prima.
 
Si coprì gli occhi con le mani, il senso di smarrimento gli faceva paura.
 
«Mello.»
La voce di Matt: era a casa.
«Mail.»
Lo abbracciò forte nascondendo il volto nel suo petto.
 
«Ehi, Mel, che hai?»
«Ho fatto un sogno orribile. Matt, è stato terribile. »
«Oh, Mello, non devi avere paura di un sogno! Ti va di raccontarmelo? »
Il rosso strinse forte Mello tra le sue braccia. Tremava.
 
«No, voglio dimenticarlo.»
«Su, non fare il bambino, dimmi.»
Mello si rilassò un poco, distendendosi accanto al corpo di Matt.
 
«C’erano tre bambini. Bambini speciali. Eravamo noi. E Nate.
 
C’era odio. C’era paura. C’erano dolore e amore. E io fuggivo e bruciavo. E tu mi trovavi, mi curavi. Ma non ero salvo.
 
C’era il male e le sue dolci minacce. E noi abbiamo fatto qualsiasi cosa per aiutare il bene. Matt, lo abbiamo aiutato e lui, bianco, li ha salvati tutti. Tutti, tranne noi.
 
Tu morivi. Tutto era sangue. C’era sangue dappertutto.
 
E c’era fuoco. Io morivo, bruciavo, il mio cuore non batteva. C’era fuoco, ma io avevo freddo. Tu non c’eri a salvarmi ed era colpa mia.
 
C’era silenzio riempito di urla folli. E c’era il bianco che puliva il mondo, anche grazie a noi, noi che non esistiamo più. Lo voglio solo dimenticare.»
 
«Mihael, perché dimenticare ciò che siamo, ciò che è stato? Abbiamo dato la vita per realizzare il tuo, bellissimo, sogno.»
Mail sorrideva, disteso nel bianco, intrecciando le dita con quelle del biondo.
Mail sorrideva ed era felice.
 
«Il sogno… tutto questo… Mail, siamo in paradiso?»
«Oh no, purtroppo non è quello il nostro posto.»
«Qual è, allora? Dove siamo adesso?»
«Adesso siamo qui. Ed è il nostro posto perché tu sei qui, con me.»
 
Mello si mise seduto, guardando il volto di Matt, che aveva chiuso gli occhi. Non erano più bambini adesso.
 
Ripensò a ciò che aveva visto in sogno, gli tornarono alla mente così tanti dettagli che avrebbe potuto passare una vita per raccontarli tutti.
 
E in fondo di tempo ne avevano. Magari avrebbe anche potuto incontrare Nate. Forse l’albino lo avrebbe ringraziato.
 
Si disse che, in fondo, non era stato affatto un brutto sogno.
 
 
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