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Autore: Sherlock Holmes    26/01/2012    6 recensioni
Uccidere Sherlock Holmes è sempre stato il desiderio più grande di Moriarty. Ma, forse, il professore ha trovato, per Holmes, qualcosa di peggiore della morte stessa…
Genere: Commedia, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Professor Moriarty, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV HOLMES
Aprii gli occhi, improvvisamente.
La testa prese a girare, come in un carosello.
Dovetti sbattere più volte le palpebre, per riuscire, infine, a mettere a fuoco ciò che avevo di fronte a me: una sagoma scura, in ombra.
La silhouette fece un passo avanti, in modo da essere colpita dalla luce.
I suoi occhi glaciali si fissarono nei miei, ed un sorriso comparve sulle labbra sottili dell’uomo che mi fronteggiava.
- Vedo, con piacere, che si è svegliato, Holmes…-
La sua voce strascicata rimbombò nel locale.
Mi accorsi di avere la bocca impastata. Così, deglutii e mi inumidii le labbra.
Non ricordavo ciò che mi fosse successo. E ciò era strano, molto strano.
Che sostanza mi aveva somministrato? Cloroformio?
“Con il cloroformio non si perde la memoria a breve termine… E’ solo un narcotizzante…”
- A cosa devo questo “invito”, Moriarty?- dissi, tentando di alzarmi. Solo in quel mentre, però, mi accorsi di avere i polsi legati ai braccioli della sedia su cui mi trovavo. Provai a muovere le gambe, ma notai che i miei arti inferiori avevano subìto la stessa sorte.
Alzai gli occhi al cielo.
“Bloccato…”pensai“Fantastico…” aggiunsi, con sarcasmo.
Il professore sorrise nuovamente.
- Finalmente, Holmes, lei è nelle mie mani.- constatò – E, questa volta, non commetterò errori. La ucciderò, Holmes, il più sbrigativamente possibile.-
Vidi negli occhi del professore una determinazione tale da farmi rabbrividire.
Dissimulai la paura, come sempre.
Così, ridacchiai sommessamente.
- Sbrigativamente?- ripetei – D’accordo.- dissi, stringendomi nelle spalle. – In fondo, alla fine, lei si è rivelato per quello che è: un criminale comune.-
Fu la volta di Moriarty. Rise, cupo.
- Chiunque sa premere un grilletto o tagliare una gola…- mormorai, cercando di prendere tempo.
La risata del professore si tramutò in un sorriso sghembo.
- Holmes… Lei offende la sua stessa intelligenza, dicendomi tutto questo…- mi sussurrò.
- Davvero? E in che modo?-
Moriarty si appoggiò al tavolo.
- Mi crede capace di un delitto comune?-
Tacqui, fissandolo intensamente.
- Devo confessarle, Holmes, che è stato per me un sottile piacere scegliere la maniera più adatta per ucciderla.
Inizialmente, avevo pensato di… divertirmi un po’. Ma, a conti fatti, torturarla non avrebbe giovato né a me, né a lei. Infatti, avrebbe vissuto la morte come una liberazione dal dolore. In questo modo, alla fine, le avrei fatto solo un favore, donandole il sonno eterno.
Ho poi concepito una morte per dissanguamento. Però, mi sono detto: troppo lenta…
Così, ho optato per qualcosa di più drastico.-
Un’idea mi si profilò nella mente.
- No, niente veleno, Holmes… Non amo la semplicità…-
Neanche mi avesse letto nel pensiero…
- Sa, in fondo, la morte non è che un attimo…- disse, incrociando le braccia ed assumendo un tono accademico – Ma io credo che vi sia qualcosa di peggiore della morte. Qualcosa che dura ben più di un istante…-
- E cosa sarebbe, professore?-
Inarcò le sopracciglia. – Non le pare ovvio?- domandò con sarcasmo.
Poi, si voltò, dandomi le spalle. Infine, con gesto teatrale allungò il braccio, mormorando la risposta.
- La vita.-
Sgranai gli occhi.
- Mi faccia capire… Lei vuole uccidermi… Facendomi vivere?-
La risata mi morì in gola.
Infatti, lo sguardo che mi lanciò emanava perfidia.
- Sa, Holmes, la vita può essere ben più dura del trapasso.-
Il professore fece un plauso sommesso e, in quel mentre, fecero il loro ingresso tre uomini.
Riconobbi solo quello al centro, che si dimenava.
- Watson…- esalai.
“Che cosa c’entra lui con tutto questo?”
Moriarty prese da un cassetto della scrivania una pistola.
- Che intende fare?- chiesi.
La mia voce tradì una nota d’apprensione.
- Holmes!- esclamò il mio compagno, tentando di ribellarsi.
Il professore si mise ad inserire i proiettili, ad uno ad uno. Sistemò poi un colpo in canna.
Il mio sguardo scattò dal revolver in pugno a Moriarty a Watson.
Compresi.
Tutto.
La crudeltà del suo piano, la mia impossibilità di fermarlo…
- Moriarty, non lo faccia!- gridai, provando ad allentare i lacci.
 
Disperatamente.
 
“No, no, no, no…” continuavo a ripetermi nella mente.
Con disumanità sempre crescente, il professore osservò la mia reazione. Così fuori luogo, per uno come me…
Eppure…
Si trattava di Watson. Del mio unico, fedele, amico Watson.
 
- Allora, Holmes, non è d’accordo con me? Tra poco lei dovrà vivere con il pensiero di essere stato la causa della morte del dottor Watson.- mi sussurrò all’orecchio.
- Non lo faccia, professore…- gli intimai di nuovo.
- Non penso che lei sia nella posizione più adatta per minacciare…- ringhiò, puntando il revolver contro il mio amico.
Tolse la sicura.
- Moriarty! E’ me che vuole vedere morto, non lui!- esclamai, avvilito. – Rivolga la canna verso me, dannazione!-
Il professore inarcò un sopracciglio.
- Quello che mi ha appena detto mi conferma ciò che già pensavo: quello che sto per fare la distruggerà. Ho mirato al suo cuore, Holmes, e…-
I due sbatterono Watson contro la parete.
E il colpo partì.
-…ho sparato.- concluse maligno.
Mi mancò il respiro.
I miei occhi si posarono sul petto di Watson, divenuto di un colore rosso acceso.
La voce mi si spense, il mio corpo si fece debole e… Le pupille si inumidirono.
 
Voglio morire…
Fu il mio primo pensiero.
Ma sono già morto.
Nell’anima.
 
POV WATSON
Entrai nella camera di Holmes.
Il disordine regnava sovrano… Come sempre.
Non c’era nulla da fare: quell’uomo era impossibile. Quante volte gli avevo chiesto di riordinare?
Una smorfia di disapprovazione mi si dipinse sul volto.
Holmes stava dormendo, sdraiato sul pavimento.
- Si svegli…- dissi, con voce ferma.
Notai che mi stava bellamente ignorando.
- Si svegli!- ripetei, a voce più alta.
Non si mosse.
Poi, d’un tratto, notai che aveva gli occhi serrati, e che le sue palpebre tremavano.
“Sta avendo un incubo…”
 
POV HOLMES
Iniziai a tremare di rabbia.
Sornione, con la pistola fumante ancora in mano, Moriarty mi si avvicinò. Cercai di slegarmi.
Volevo mettergli le mani al collo…
 
POV WATSON
Vidi Holmes dibattersi.
Muoveva le spalle e i piedi.
Iniziò persino a scalciare.
“Chissà che starà sognando…”
 
POV HOLMES
- Watson… Mio-caro-Watson…- sussurrai con voce rotta, con il mento poggiato sul petto, e una lacrima che, scivolando, m’impregno la camicia.
Chiusi gli occhi e, di fronte a me, si formò l’immagine della morte di Watson.
 
Di nuovo.
E di nuovo.
E di nuovo.
 
POV WATSON
L’incubo stava peggiorando. O, almeno, così sembrava.
Stava mormorando qualcosa…
E poi… Vidi una… lacrima?
Non potevo crederci. Holmes stava piangendo. Era possibile?
“ Che diavolo le sta accadendo nel sogno, Holmes?”
 
POV HOLMES
Udii un tonfo.
I due avevano lasciato cadere pesantemente il corpo di Watson. Il suo cadavere…
Scostandomi i capelli dall’orecchio, l’assassino mi disse:- Avevo ragione, non è così?-
Con un sorriso, Moriarty aggiunse:- Ora, la sua vita sarà peggio della morte.-
 
POV WATSON
Non potevo più vederlo in quello stato.
Mi chinai su di lui, scuotendolo:- Holmes!- esclamai.
 
POV HOLMES
Riuscii ad urlare. Gridai con tutto il fiato che avevo in gola.
Eppure, non emisi alcun suono.
 
POV WATSON
Con un grido, si destò.
Era sudato.
E tremava.
- Tutto bene, Holmes?- gli domandai
 
POV HOLMES
Lo osservai, molto attentamente.
Era lì, davanti a me, accovacciato.
Vivo.
Gli chiesi, con l’indice, di avvicinarsi.
E… gli tirai un pugno.
- Si vergogni!- gli dissi – Farmi preoccupare così…-
Indignato, mi alzai.
Ero contento che fosse vivo.
E che ciò che era successo fosse accaduto solo in un sogno.
 
POV WATSON
Mi menò un pugno sul naso. Un pugno! Senza motivo alcuno!
Mi toccai le narici, doloranti.
Lo avevo addirittura svegliato… Gli avevo fatto un favore!
- Che razza di egoista bastardo…- lo insultai.
- Come?- chiese Holmes, voltandosi.
Non avevo voglia di litigare… - Nulla- gli dissi, semplicemente.
 
POV HOLMES
“Per fortuna che Moriarty non vede nei sogni altrui… Altrimenti, troverebbe il modo perfetto per uccidermi… nel profondo.”
Con un sorriso, osservai Watson.
“Egoista bastardo… Già, quale insulto migliore? Mi descrive alla perfezione…”
  
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