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Autore: Blacket    26/01/2012    11 recensioni
" Guarda le stelle, Ludwig. Guardale attentamente. Non sono mai troppo lontane."
[ L'ultima lettera, finita sul campo di battaglia, a strisciare composta nel fango-ed urlando a quel mondo storto, a quei politici e nazioni che si ammazzavano, quel'era davvero il più importante messaggio che un uomo, arrancando nel fango, potesse portare nel cuore.]
| Dedicata a Giò, Giù, Fanky.|
Genere: Guerra, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera Dedico questa  sottospecie di fiction a tre personcine:
La prima, ha conosciuto questo fandom letteralmente a forza per "colpa" mia, e la ringrazio tantissimo per l'entusiasmo e l'interesse che ha provato per quello che scrivo, oltre che avermi inconsciamente aiutato, mi ha fatto anche molto felice.
Te la dedico, perchè te l'avevo promesso, e mi sento in vena di fare qualcosa di carino.
Il secondo, è il tipo delle faccine sovietiche.
Dai, che scherzo.
Ti avevo minacciato di dedicarti un qualcosa, e te lo piazzo qui -sempre se arriverai a leggerlo, se avrai tempo, se riuscirò a contattarti. So che la coppia ti piace, ergo ne approfitto.
La terza, è la player del mio Feliciano.
Una persona a dir poco squisita, a cui non ptevo davvero non dedicare qualcosa. Fra poco, è l'anniversario dei nostri due piccioncini, e prendi questo come anticipo, si.
Non è nulla di speciale, ma lo faccio comunque.

Ve la dedico anche perchè---non so bene come abbiate fatto, ma in qualche modo me l'avete ispirata.

Note: Ciò che è scritto nella lettera, può ovviamente essere sbagliato, e sconnesso. Ne sono consapevole, eh.
Il tutto è ambientato come prevedibile nella seconda guerra Mondiale, punto imprecisato della fazione tedesca. Non voglio sviare troppo sui luoghi o l'anno, semplicemente perchè mi concentrerò solo sul concetto chiave dei due protagonisti.
Nel titolo: "Der Buchstabe" = La lettera.




Der Buchstabe-
Sbavature



"                                                 A Feliciano.
Ti amo.  Ti amo.

Siam--o sotto at-tacco.
Mi trovo al c--entro del  cam¬ campo. Sotto terra, dov-e ancora posso permettermi di avere qualche momento per me, e  par¬  parlarti.
Perdonami, ma le bom--be là fuori, mi impediscono di scrivere come s-- si deve.
Non pos---so farlo come vorrei."


Il fischio vibrato in aria fu così forte, da far presagire un'impatto di rara devastazione- sibilava frenetico, veloce, lacerava l'aria e copriva il rimbombo delle altre esplosioni, e i bricioli di  terra che gli volavano rapidi addosso, lo coprivano come per seppellirlo; nemmeno stessero anticipando l'imminente futuro.


"---
Non sono sicuro, c--che riuscirò a tornar--e. Tornare per stringerti a m---me, torna--re anche solo per vederti. 
Feliciano, non ho mai vist-to o sentito boa-ti o sc-- scossoni più forti di questi.


--- - Mi manchi da morire.
Sai ben--e che- che non sono mai st--ato molto bravo né ad esprim-ermi, né a scr-ive--re. Le due cose unite assiem--e creeranno sol-o un guazz-zabuglio di pensieri scon--nessi; ma tutti rivolti a te, Felic-Feliciano. Solamente a te.
Vog-glio averti accanto sino al- alla fine; anche mentre scaver--ò nella polvere di questi campi. Lo prom--etto, ti penserò fino a che i m-iei polmoni pomperan--no aria.
E persino quan---do smetteranno di farlo."


Mangiò la polvere ferrigna, aspra ed amarognola di sangue e polvere da sparo, acquattandosi e assottigliando la sua figura sul profilo della collinetta, e pregò Dio di poter passare indenne quel tratto di cenere e fuoco, di poter proseguire.
 Arrancò gemendo, portandosi dietro di sè la gamba inutile e martoriata; torturata fino allo stremo, fino a farle perdere la sua unica funzione- ed il dolore lo stritolava, saliva a soffocarlo prima di cingerlo in vita, ed accompagnarlo fedele in quel suo ultimo disperato gesto.
Ma se la sua condizione umana era ancora così mostruosamente intatta da fargli digrignare i denti e piangere, allora poteva andare avanti.



" Se potessi esprimere un de--sid-erio, chieder--ei di poter es---sere là con te.
N-no n vogli--o arrivare al punto di scordarmi la t-tua voce, nemm-meno la tua risata, oppure tutte le tue as-s-.urd-e man-ie. V-voglio regalare ogn-ni mio respi-r-o a--lla speranza d-i poter-ti stare acc---canto di nuov-o.
--L-la foto che h-ho qui dav---anti a me, è così rovinata (E fors--se è sta-ta an-che colpa mia, s--e è cos- così. Ap-pena potevo, l'av-avevo fra le mani.) che il tuo vis-so si è riem--pito di chiazze bianche, il tuo sorr-r-iso si vede ap-pena.
Ma i-io lo ricordo b--ene, il tuo sorr----iso. E' l'unica co-sa che mi abbia tenuto an--corato al-la vita, fin--o ad ora.
Dio, quanto ti amo."


Teneva la lettera fra le mani tremanti, la immergeva in quel fango viscoso senza nemmeno accorgersene e strisciava, scrisciava veloce- cercando di essere più veloce della stessa morte, di batterla sul tempo e di poter gioire infine, quando avrebbe lasciato quel foglio sbavicchiato e stropicciato a chi poteva finalmente consegnarlo.
Quell'Oscura Signora, non doveva nemmeno provarci, a sfiorarlo. Non prima che la sua ultima missione fosse compiuta.
Nella mano stretta a pugno, trascinava la busta marrognola e rossastra; con un unico obiettivo, ed in testa l'unico martellante sorriso.



" Quando pen-so di moll-lare, Fe-Feliciano, tu divent-ti la scarica elettrica più po-ten--te che c--i sia, dritta dritta n---ello s-toma-co. Non so bene come fai.
S--ei l'unica c-osa che i-l mio cervel-lo sia cap-ace di pen-pensare.

Sper--ro che t-t-u riesca a leg-gere ciò che scrivo.

M-mi ricor--do quando, tu m--mi hai detto, un giorno: " Guard--a le stelle, L-Ludwi--g. G--uarda-le attentamente, non sono m--ai tro-troppo lonta--ne."
E quel-la frase m--mi ha sveg-gliato così all'improvviso, c--che il g-iorno do--po ero dav-anti a c---asa tua  con un ma--zzo di fi-ori in man-- mano----------- ; lo s--sai, vero, che s-stavo mor-endo di pa---ura? Mi tr-emavan--no le gam-be, l--le mani sud-ava-no.
E quan-do mi ha-hai aperto, sono rim-asto zitto, ammutolito da te."


Le bracciate si susseguivano, costanti.
Graffiava disperato il terreno; negli occhi preservava una malata tenacia dettata dalla voglia di farsi sentire vivo in mezzo a quel campo di morti, di lasciare una sua testimonianza ed un qualcosa di fatto prima che fosse troppo tardi.
Voleva urlare a quel mondo morto, che mentre i potenti si uccidevano e sopivano la stessa umanità, lui digrignava nella polvere portanto il messaggio più importante e potente che potesse concepire.
Doveva far sapere a Feliciano che lo amava, anche se non avrebbe più potuto farlo.


" Fel-iciano, Feliciano mio.
N-non esi--tare ad us--are i m--iei averi, nei momenti che verr---ranno difficili; ven---di quello che puoi. G-uai se ti fa-rai scrupo-li in futuro, t--ieni solo c-iò che è importante.
E fu--ggi, fuggi da--lla Ger-ma-mania.
T--i prego, fa ci--ò che t-ti dico.

S--ento g-gli scop-pi farsi più vic-cini.
N-non ne ho ma--i senti-ti di co-sì for--ti. C-cominci--a a trem-mare d-di tu--tutt-to; l-a git-tata dell-e armi si deve ess-sere fat---ta pi---ù lung-a, il boato m-mi asso-rda.
Riu-scirò a scriv-vere?

Fe--licia-no, ti pr-ego di prega-re per me."



Forse, avrebbe dovuto aggiungere delle parole alla fine- dopotutto era il suo ultimo messaggio, ma non aveva certo avuto tempo di rivederlo.
La prima battitura, poteva andare bene.
Ora era lui, che arrancava nella polvere rossastra- e gli appestava il viso, entrava in bocca e negli occhi accecandolo pure, assieme a quella terra che saltava come impazzita sotto le esplosioni, urlava e strepitava nel silente terrore.

Ah! Eccolo, eccolo il corriere! Poco più lontano, nascosto dietro ad una collinetta, ranicchiato e ridotto ad una pallina umana.
Finalmente, quella poca speranza -che pareva così nera, così morta ancor prima che si iniziasse a pensare solamente di sperare- ma ora era arrivato, mancavano pochi passi, poche bracciate raso-terra tenendo stretto stretto quel preziosissimo foglietto.
Quella busta che nella sua mano, in quel momento ardeva con un tizzone, e chiedeva di essere alzata in quell'aria ferrigna.

Eccolo, eccolo il corriere! Così vicino, che alzando una mano, si sarebbe certamente accorto della sua presenza.
E lui, quel messaggero, l'avrebbe visto  a scavare nella cenere?



" S--uona l'a-llarme, ora.
De-vo sbrigar-rmi.

T-i amo tan-tantissimo. Sei la co--sa più prez-iosa che abb-bia, ciò c--he mi permett-e di resp-pirare, e di bu-uttarmi sott-o le a---rmi da fu-o-co senza rimpianti.
M-mi hai res---o una per-persona completa, ch-e mi perm--ette di poter dire di aver vi--s-suto veramente.
S--ei la mia v-vita. E vi-vi, vivi per entramb--i, non ferm--arti con m-e!
R-idi d-i nuovo, sii quella bell-lissima person-a di cui m-mi sono inn-namorato fino a che potrai; e non ramm-maricar-ti, Feli-ciano.
S--sei sta-to il m-mio salvato-re. H-ai fatto così tanto per me, c-che nemmeno puoi immaginare.

I-infine, m-mi avrai se-sempre con te.
Ti star---ò eternamente acc-canto, qualunque co-sa acc-cada; imp-arerò ad es-sere una d--i quelle st-----elle, che al-la fin-e '...Non s--ono mai tro--ppo lon-tane.'  



Ti a-amo, non smet--terò mai di dirtelo anc--che quan--do non potrò.

Per sem--pre tuo, Ludwig. "




   ▬▬  



Il soldato aveva premuto il tasto del campanello 5 minuti prima.
Il suono -quel trillo acuto, che in quella casa non era più solito sostare; e aveva rimbombato libero per i corridoi vuoti, spogli- l'aveva spaventato, a tal punto che quella sua anima morta si era ritrovata a fare un sobbalzo spaventata, resuscitando improvvisamente e guardandosi intorno spaurita.
Era stata costretta, suo malgrado, a spremersi fino allo stremo per ottenere poche e misere gocce di vitalità, subito sfociate nel tonfo sordo della preoccupazione.
In quel momento, Feliciano si trascinava a dietro un mattone pesante, radicato direttamente nello stomaco- che faceva partire il suo avvinghiante filo spinato; esso si arrampicava, giungeva a stritolare il cuore e spingere verso l'alto il groppo che resisteva ancora in gola.
Gli stava davanti un semplice corriere, un ragazzotto più sconvolto che altro- e probabilmente sarebbe ritornato a casa in quei stessi giorni, dicendo fiero che aveva imbrogliato la morte. In realtà forse nemmeno aveva combattuto, si era dilettato al lavoro più impegnativo e nobile in quel campi mninati di uomini e armi: sopravvivere.
Ma quel giovanotto aveva ancora il viso sporco di terra, i vestiti laceri e degli occhi così grandi che parevano voler uscire dalle orbite. Quello sconosciuto, in guerra per la sua patria (davvero? Si poteva seriamnente parlare di ciò?) ci era andato. Lui invece, era segregato fra le stampelle, e le 4 mura.

- Signor Feliciano Vargas? Questa lettera, è per lei.-

Quasi, gli venne da ridere.
Stava ritto in piè davanti a lui, tratteneva il fiatone a stento -si, come per voler fare una bella figura- e gli tendeva sicuro un...foglio. O almeno, quello che era stato un pezzo di carta.
In quel momento pareva più un pezzo di carbone.
Si intravedevano delle chiazze biancastre, la tipica chiusura di una busta (nemmeno sigillata a dovere, essendo franchi) e gli angoli tutti arricciati e stropicciati.
Come potevano trattare a quel modo uno scritto?
Senza dire nulla, prese la "lettera", sussurrando un ringraziamento di circostanza appena accennato dalle sua labbra ormai ridotte ad una fessura. Girò il foglio stropicciato, cercò di togliere quel fastidioso fango e allontanare il l'odore acre dell'acciaio e ferro.
Intravide un indirizzo scritto frettolosamente, con un tratto veloce ed una calligrafia inconfondibile.
Ludwig.
Sorrise, sorrise spontaneamente, quando il suo pensiero gli attraversò la mente, quando le sue notizie gli arrivavano anche da una simil-lettera. La rigirò con cura fra le mani, l'accarezzò come ammaliato, prima di aprirla.


Conoscendo Ludwig, quello, era un inizio assai inconsueto per una normale lettera.
Strano.
Eppure, riusciva sempre a sorprenderlo.




" A Feliciano.

Ti amo.     Ti amo. "












Blacket's Time:
Allora....emh.
Aiutatemi a definire questa cosa.
Innanzutitto:  non so se sono riuscita a dire ciò che volevo, a trasmettere quello che desideravo darvi. Nel caso ci fossi riuscita, mi sentirò in pace con me stessa a vita.
Okay. Ho finito a questa maniera, censurando volutamente la reazione di Feliciano.
Oltre a questo, non dovrei avere altri commenti intelligenti per la storia, se non i tanti grazie per essere arrivati fino a qui, a leggere.
Grazie a chi aggiungerà a preferiti, seguite, ricordate; a chi recensirà (Ow---non mi dispiacerebbe affatto, ecco ;3; ) e chi semplicemente vorrà leggere ed esprimerà un giudizio.

Baci, Blacket.
















  
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