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Autore: _Hana_    27/01/2012    8 recensioni
Una piccola testimonianza non mia,io la riport solo.
Qui si parla di tragedie.
Qui si parla di orrore.
Qui si parla di un uomo che ha rovinato il mondo.
Non è una lettura forte o altro,lo è il messaggio.
Quando ho ascoltato questa storia ho rischiato la spospensione.
Che ci volete fare,
leggete e commentate,solo questo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Olocausto
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*Angolo mio*
Ciao a tutti,è la prima cosetta che posto in questa sezione .. magari ho anche sbagliato.
Un qualcosa di fastidioso da scrivere e magari da leggere,in ritado di qualche mese ma sono delparere che non bisogna mai dimenticare.
Se siete arrivati qui leggete,fatemi sapere se devo dedicarmi a qualcos'altro. 

Arbeit mach frei!
 

Come un solo uomo ha cambiato il destino di milioni persone.

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Quella era una giornata come le altre.
Lavoro,una piccola razione di cibo e lavoro.

Haftling 3.456 era giovane.
Speva cos'era la fatica,il dolore,la paura e l'inferno.
Lei aveva trovato l'inferno nel campo di concentramento di Auschwitz,dove era stata portata qualche mese prima insieme alla sua famiglia e da dove non sarebbe più potuta scappare.
Tra le mura grigie e sporche delle camerate aveva versato tutte le sue lacrime in silenzio nella sua cuccetta per la nonna,aveva lavorato fino allo sfinimento come schiava in posti bui e viscidi e in infermeria aveva perso i suoi ultimi familiari rimasti.
Era un'ebrea.
Si sentiva stupida solo a pensare di essere diversa,ormai il campo aveva fatto il suo dovere anche con lei.
Haftling 3.456 una volta si chimava Sarah e aveva gli occhi azzuri e i capelli biondi lunghi fino al ventre,di cui andava molto fiera,camminava sempre col sorriso sulle labbra a testa alta e rideva sempre.
A 14 anni i suoi occhi erano diventati già vitrei,i capelli non c'erano più e al posto di due gote paffute e rosee vi erano delle guance scavate,la pelle era gialla sulle dita ,la schiena ricurva su se stessa per il lavoro e  il sorriso spento dalle atrocità commesse e assistite.
"Arbeit mach frei" la frase che odiava di più.
La stessa che aveva ucciso sua nonna,sua madre e il suo fratellino e che avrebbe portato via anche lei, e non aspettava altro,se la morte era l'unica cosa che poteva strapparla da quell'incubo allora che Dio la accogliesse tra le sue braccia subito,senza farla aspettare troppo.
Ma la fine di quella che era Sarah non era giunta come lei voleva,facendosi la doccia.
Era arrivata non appena aveva compiuto un piccolo passo,aveva nominato il nome di colui che non doveva essere nominato,a sproposito e con tono non poco offensivo.
In campo di concentramento non ci sono distinzioni tra grandi e piccoli,vecchi o giovani,gli ebrei dovevano essere streminati.
E son stati sterminati in gran parte:tra cui Sarah.
La stessa Sarah,ovvero Haftling 3.456 che aveva avuto il coraggio di incidere sulla parete della sua camera:Freiheit ist ein Recht und darf nicht gesammelt werden.
.                                                                               
                                                 La Libertà è un diritto e non và guadagnato.  









 

Dovevo postarla,per principio.

Sono in ritardo di qualche mese,ma credo non importi molto.
Non sò se la l'ultima frase è giusta scritta così se no correggetemi please!
Se vi và commentate.altrimenti niente,non credo possa essere più bella o brutta di altre,semplicemente è un fatto che non si deve ripetere.
Magari sono la solita noiosa,ma quando si parla di genocidio,divento una belva!
Non ho niente da dire.
Alla prossima.
Hana
 

   
 
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