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Autore: Amy Dickinson    27/01/2012    4 recensioni
C’è qualcosa nella memoria di Ghish, che popola i frammentari e tristi ricordi della sua infanzia.
Una bambina.
Ma chi è costei? Cos’è che li lega?

Un piccolo monologo interiore dell’alieno (che fa un po’ più di chiarezza sul suo passato) e un personaggio inventato che ne diventa il destinatario.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                               Aish
Ciao sorellina”
E' questa la prima cosa che ho detto guardandoti con gli occhi del bambino che ero.
Mi ricordo ancora di quel faccino dolce, rammento ancora di quando mi facesti il tuo primo sorriso.

Eri davvero carina. E forse per la prima volta fui davvero felice della tua presenza.. Ero contento di vedere qualcuno che mi somigliasse così tanto.

Mi ricordo bene i tuoi capelli, di un verde intenso, legati in due lunghe treccine, e poi come posso dimenticare i tuoi grandi occhi dorati, identici ai miei, contornati da tante minuscole ciglia nere che sbattevi con la grazia di una principessa? E come dimenticare quel sorrisino furbo e divertito che mi rivolgevi ad ogni malefatta sperando di addolcirmi?

Eri buffa e anche tenera. E così innocente.

"Coraggio, vieni da me!" ti dissi la prima volta che riuscisti a metterti in piedi da sola.. Inciampasti varie volte ma alla fine, lentamente, ce la facesti. Quando mi raggiungesti con le tue forze io ti abbracciai per non farti cadere ancora. Le mie braccia, piccole ma già forti, sostennero il tuo esile corpicino. Ti tenni stretta a me, a lungo, come se avessi paura che qualcuno potesse farti del male…per quanto dicevo a mamma di non sopportarti, non avrei mai permesso a nessuno di torcerti un capello. 

Dì il mio nome! Forza dillo!"

M'impuntavo con ostinazione per cercare di farti pronunciare il mio nome, non capendo che, allora, eri troppo piccola per poterlo fare con naturalezza come un adulto. Provai tante e tante di quelle volte a farti dire il mio nome o anche un semplice ‘ciao’ che nemmeno ricordo da quando ho iniziato a tormentarti con le mie pretese di bambino, di fratello maggiore. Ma per quanto ci provavi non riuscivi mai. All'epoca, poi, avevo già la mia  proverbiale pazienza e, perciò, mi stancavo subito di starti dietro se non vedevo dei risultati, quindi ti lasciavo da sola a volte e per questo, sicuramente più d’una volta, devi avermi odiato…

Quando piangevi io venivo da te, prendevo la tua candida manina e la stringevo fra le mie, poi ti facevo un sorriso e tu, all'istante, smettevi di piangere e la tristezza scompariva dai tuoi occhi ed il buonumore ti illuminava il visino. A volte mi facevi spazientire ma sapevi anche come mettermi allegria.

Un giorno la tua candida voce richiamò dolcemente la mia attenzione. Pronunciasti il mio nome in modo corretto, scandendo le lettere con attenzione. Mi sentii orgoglioso di te e ti riempii di complimenti. Il sorriso che scaturì dolcemente dalla tua piccola e rosea bocca sembrò immensamente soddisfatto.

Era bello vederti correre sicura verso di me, ripetendo all'impazzata il mio nome.
Abbiamo condiviso un’ infanzia felice ma oramai sfiorita. Sei stata davvero importante per me sorellina,molto più di quanto non sembrasse. Tu, la più dolce e pura immagine di me.

"Non ti sto abbandonando, no. Non piangere, ti prego. Perdonami, perdonami! "ti implorai quando alcuni alieni mi portarono via da casa con la forza. Tu urlavi disperata il mio nome e nostra madre ti sorreggeva, trattenendo a stento le lacrime.
Anni dopo riuscii a tornare a casa. Tu non c'eri più. Trovai mamma piangente in un angolo. Il destino è stato davvero crudele con lei, poiché l’ha privata senza alcuna pietà prima di nostro padre e poi di entrambi i suoi figli.

Io ero stato portato via perché dovevo servire Profondo Blu al posto di papà. Mamma mi disse che portarono via anche te pochi giorni dopo. Per lei fu un colpo troppo duro da reggere.

Profondo Blu, quel bastardo dittatore, ha fatto uccidere papà perché, a suo dire, era un traditore. Promisi a mamma che non avrei contestato nulla, che me ne sarei stato buono finché la situazione non fosse migliorata e che non mi sarei fatto uccidere, me lo chiese quasi piangendo. E io obbedii ma non so ancora per quanto riuscirò a mantenere quella promessa.   

Era un fiore quando mi partorì, aveva soltanto sedici anni. Così giovane aveva coronato il suo sogno d’amore e, come se nulla fosse, i sottoposti di Profondo Blu lo hanno distrutto. Quando tornai a casa lei mi abbracciò e seguitò a piangere disperata come se la sua vita stesse giungendo al termine. I suoi occhi d'ambra non brillavano più, erano spenti. Per il pianto, la tristezza, la disperazione il suo volto non era più come prima.. Il suo sorriso bonario non esisteva più su quel viso stanco, affaticato, afflitto. Aveva paura che ci facessero del male, era la cosa che temeva di più al mondo. .Non potevo dirle che a breve sarei partito per la Terra, sarebbe stato come infliggere una dolorosa pugnalata nel suo cuore già troppo sofferente. Aveva solamente trentadue anni quando morì. Ed io, ormai sedicenne, mi ritrovai davvero solo come un cane, a servire colui che uccise nostro padre e che ha distrutto la mia vita, con Pie e Tart come unici compagni leali al fianco. Sto ancora adempiendo ai doveri di quella promessa ma se osa toccare Ichigo, la ragazza che amo, oppure se dovesse far del male a te, la sua testa cadrà in un bagno di sangue, il suo stesso sangue versato per ripagare quello delle sue vittime innocenti…

Dovunque ti trovi, se riesci a sentire i miei pensieri, ti supplico di dirmi dove ti sei perché dopo tutti questi anni vorrei tanto riabbracciarti…

Se sei sulla Terra e non sai dove andare allora vai da Ichigo Momomiya, lei saprà ospitarti. Qui è l'unica che ti può davvero aiutare, resta da lei, sarai al sicuro. Ma non sarà così per sempre, se ci andrai verrò a prenderti presto, te lo prometto.
Ti voglio bene Aish…sorellina mia…”


- L'angolo di Amy -
Ciao gente,
lo so non è un granché ma credetemi se vi dico che a suo tempo la stesura è stata una faticaccia per me. L'ho scritta la bellezza di otto anni fa ed è stata la mia primissima fanfiction su Tokyo Mew Mew, è la mia bambina,  vi lascio immaginare quanto ci sono affezionata e quanto ho combattuto con me stessa per decidere se pubblicarla o meno. Mi auguro che vi sia piaciuta e spero che recensirete, se invece non vi è piaciuta fatemelo comunque sapere, solo non siate troppo severi, please.
Grazie a chi l'ha letta arrivando fin qui ^_^
Un saluto,
Amy
  
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