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Autore: Elettra28    28/01/2012    15 recensioni
Lima 12 anni dopo il diploma dei ragazzi del Glee
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“no… no no no!!!” sbattè nervosamente i pugni nel muro, per poi buttarsi per terra disperata.
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Respirava a fatica, sentiva pulsare nervosamente il suo cuore sulle tempie, sembrava che la testa le volesse scoppiare. Pianse per parecchi minuti, per poi ritrovarsi a fissare un punto qualsiasi del suo bagno davanti a sé. Sentì bussare Ashely varie volte, ma non aveva nemmeno la forza di rispondere e non voleva farsi vedere in quello stato da nessuno.

Improvvisamente si asciugò il viso e tentò di fare dei respiri profondi, alzandosi in piedi, si sciacquò di nuovo la faccia e si lisciò il camice, cercando di ricomporsi il più che potesse. In quegli attimi di terrore, le era venuta in mente che, in alcuni casi, ci potevano essere degli scompensi ormonali, che facevano sballare i risultati di quei fottuti test. Si aggrappò a quella speranza e decise di uscire dal suo ufficio. Si recò di fretta, di nuovo, verso l’ascensore ed incrociò gli sguardi di alcuni colleghi, passò dritta senza nemmeno salutarli, erano il suo ultimo pensiero in quel momento.

Ashely la fermò
“dottoressa Lopez….”
“non ora Spark” alzò la mano interrompendola e, chiudendo gli occhi, proseguì il suo cammino verso la sua meta.
“ma dovevamo….”
“ho detto non ora! Puoi tornare a casa…. Potete tornare tutti a casa” urlò, mentre, raggiunto l’ascensore, premette il bottone del decimo piano.
 


 
“Sei incinta di quattro settimane Santana” 
La mora teneva strettissima l’estremità della maglietta, sollevata per permettere al medico di fare l’ecografia
“cazzo!” chiuse gli occhi e scaricò tutta la tensione accumulata, prima di sapere il responso della sua collega, mandando violentemente la testa all’indietro
“mi sembra di capire che non era progettato” chiese l’altra
“no.. proprio per niente”
“e allora perché non hai….”
“è una lunga storia Carole” la interruppe subito, non aveva bisogno di una paternale sui contraccettivi.
“vuoi sentire il cuore?”
“NO!” urlò…. Facendo sussultare l’altra “no…. Non me la sento ancora…. Cioè vorrei farlo con Adam la prima volta” disse, abbassando i toni, mentre si rendeva conto di quanto le facessero male quelle parole.
“ok…. Se vuoi fissiamo la prossima ecografia” chiese
“mmmm no, mi faccio sentire io al più presto… ok?” disse, facendo vedere una finta tranquillità, ma nel frattempo stava tremando
“mi raccomando niente alcolici…. Ho un vago ricordo al college di una Lopez che ci andava giù pesantemente….” Sorrise per schernirla e smorzare un po’ la tensione
Santana sorrise appena, non aveva voglia di scherzare, non aveva voglia nemmeno più di parlare con qualcuno
“San…. Sei sicura di stare bene? Stai tremando” le disse la dottoressa
“si…. Si…. Devo solo metabolizzare la cosa” disse, toccandosi la fronte e sentendo che sudava
“senti se hai bisogno di qualsiasi cosa io ci sono… ok?” la ragazza si avvicinò e le prese le mani per tentare di calmarla
“ok…. Grazie Carole…. Ora devo andare” disse, sforzandosi di sorridere


 
Uscì da quell’ospedale a passo svelto, evitando di incontrare chiunque, era in una sorta di trance, non c’erano più pensieri nella sua testa, era come se, il suo cervello, fosse immerso in un immenso frullatore, aveva lo sguardo spento e fissava dritto verso di se. Aveva bisogno di prendere aria e respirare, così si portò verso una scalinata, subito dietro l’ospedale, salì i gradini a due a due e si mise a sedere in cima, diede uno sguardo veloce attorno a lei, era buio e non c’era nessuno. Si mise le mani trà i capelli disperata e rimase in quella posizione per tanto tempo, come se fosse uno di quegli artisti di strada che fanno le statue umane. Solo il respiro le faceva rendere conto di essere viva.
Prese in mano il cellulare e scrisse un messaggio, per poi  scoppiare in un pianto disperato, dopo averlo inviato.


 
****

“Ma come siamo eleganti…. Abbiamo un appuntamento?”Quinn si avvicinò a Brittany che, sul tavolo della cucina, mangiava un po’ di frutta, mentre aspettava che Santana venisse a prenderla. Non vedeva l’ora, aveva voglia di baciarla all’infinito e, se avesse potuto, dopo quello che le aveva detto poche ore prima, non l’avrebbe lasciata andare. Sorrise all’amica e disse
“già…” facendo la misteriosa
“mmmmm dalla tua felicità sembra qualcosa di estremamente importante”
“lo è…”
“conosco la persona?” chiese Quinn, intuendo già di chi si trattasse
“forse…. Vagamente….” Continuò a scherzare l’altra bionda.
Quinn si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte, senza bisogno di aggiungere niente
Poi prese le chiavi della macchina e disse:
“bene io vado…. Puck è a lavoro e le due bimbe stanno dormendo” sorrise, vedendo che Brittany la guardò un po’ confusa “Beth….. e Rachel, sai che la Berry ha questa fissa delle 8 ore di sonno no? Ne và della sua voce!”
“ah già certo!” si mise a ridere
“allora… divertitevi! Salutami il tuo appuntamento!” le fece l’occhiolino ed uscì

Brittany sorrise, le sembrò davvero che tutto potesse iniziare a girare nel verso giusto, forse, dopo tanto tempo, stava iniziando ad assaporare un po’ di quella felicità, che aveva perso tanti anni fà. Si fermò a pensare che Santana le aveva detto che l’avrebbe portata a casa sua quella sera, chissà com’era la casa di Santana, chissà se, entrando, avrebbe subito notato che quel posto parlava di lei o se era evidente anche la presenza di Adam, non le importava in quel momento, perché la mora le aveva detto, quel giorno, che aveva scelto lei, e si sarebbe concentrata solo su quello, non c’era nient’altro che potesse scalfire quella felicità.


Finalmente sentì che le arrivò un messaggio e vedendo il destinatario sentì il cuore accelerare improvvisamente, lo lesse:

*non posso venire….. mi dispiace…. Perdonami*

Si gelò e lo lesse più volte, fissò lo schermo per un po’ di tempo e le sembrò di avere un deja vu, aveva già vissuto tutto quello in passato. Le venne in mente che, magari, era uno scherzo che Santana le aveva voluto fare, per poi farle una sorpresa, come se il suo cuore non volesse accettare tutto quello, quando invece la sua testa aveva già capito tutto.
“vaffanculo!” urlò, sbattendo furiosamente il cellulare per terra distruggendolo, per poi dirigersi nella sua stanza, sbattendo con forza la porta.


 
 
Santana continuava a sentire freddo, erano le 22.30 di una serata invernale ed era seduta per terra, su dei gradini, che tremava, con addosso quel senso di nausea che non l’aveva lasciata per tutto il giorno. Decise che non ce la poteva fare a sopportare tutto quello da sola, perché stava rischiando seriamente di uscire fuori di testa, così chiamò l’unica persona che poteva capirla in questo momento, l’unica che, come lei, aveva vissuto quella situazione.

 
“Lopez! Hai una damigella bellissima che ti aspetta a casa e tu perdi tempo con me al telefono?” disse Quinn, dopo aver premuto il tasto per il vivavoce della sua macchina
Sentì silenzio dall’altra parte…
“Santana?.... tutto bene?” la ragazza si preoccupò
“Quinn…” la giovane psicologa sentì chiaramente lo sbattere dei denti dall’altra parte del telefono
“San che cosa è successo? Dove sei?”
“ti prego, puoi venire da me per favore? Ho bisogno di te Quinn” non riuscì a trattenersi e pianse di nuovo
“certo…. ma dove sei? Perché stai tremando Santana?”
“sono sulle gradinate affianco all’ospedale” riuscì a dire tremolante
“sulle gradinate? Mah… perché? San…”
“Quinn!....... ti prego!” la interruppe ormai stremata
“ok stò arrivando” disse l’altra

 
Quinn accelerò e si diresse di corsa verso l’ospedale cambiando rotta. Arrivò dopo qualche minuto e la vide rannicchiata, al buio, in un lato di quella immensa scalinata, senza nessuno attorno. Fece le scale velocissima, quasi senza respirare ed arrivò in un baleno da lei.
“San” disse, inchinandosi e quasi con le lacrime agli occhi, vedendola in quelle condizioni

La mora la guardò con lo sguardo spento e non disse niente, tremava troppo per poter parlare, ma non aveva nemmeno la forza. Quinn si levò il cappotto e glielo mise addosso, per poi sollevarla e sostenerla per fare le scale ed arrivare alla macchina. Non chiese niente, sapeva che, in quel momento, Santana non era nelle condizioni di dire o fare niente. La strinse solamente a sé fortissimo.
Nel tragitto verso casa di Santana, la bionda vide che aveva ancora quello sguardo spento, come se fosse in uno stato di shock e non riusciva a smettere di tremare. Le stringeva la mano, trà un cambio di marcia e l’altro e notò che Santana ricambiò quella stretta, come se avesse bisogno di sentire qualcuno per farla restare nella realtà.

“andrà tutto bene San…. Qualsiasi cosa sia successa, l’affronteremo, andrà tutto bene…. Mi hai sentito Santana?” chiese per non farla estraniare più di tanto. La mora si girò dopo quella domanda e la guardò annuendo soltanto.
 
Erano a casa di Santana già da un’ora, Quinn aveva chiamato Simon, dicendogli che stava a dormire lì, perché l’amica non stava bene. La mora era seduta sul divano, con una coperta addosso ed una tazza fumante di tea, l’unica cosa che riusciva ad ingerire e che la potesse scaldare. Quinn pensò di chiamare Brittany, ma non sapeva se, lo stato in cui era ridotta Santana, riguardasse qualcosa successa con lei, anche se le sembrava assurdo perché, pochi minuti prima di ricevere la sua chiamata, l’aveva lasciata a casa felice che l’aspettava. Decise di chiederle che cosa fosse successo.

Si avvicinò e si mise in ginocchio davanti a lei. Le carezzò il viso e chiese
“San…. Che cosa è successo per ridurti in questo stato?”
La mora la guardò, Quinn era stata fin troppo paziente conoscendola, e lei doveva parlarne con qualcuno, se voleva salvare almeno un po’ di quella lucidità che le era rimasta.
“sono incinta di quattro settimane Quinn” disse secca
La bionda spalancò la bocca, tutto si aspettava, ma non quello.
“co…. Cos…. Cosa?” si alzò dalla posizione in cui stava
Santana non riuscì a dire niente, la reazione della sua amica era giustificata.
“hai… hai fatto tutto il necessario?.... voglio dire hai fatto…” balbettò
“ho fatto 4 test, tutti positivi ed anche un’ecografia per togliere ogni dubbio” la interruppe
“oh Cristo Santo Santana…..” disse, mettendosi una mano nei capelli ed iniziando a camminare avanti ed indietro, poi si girò e vide di nuovo lo sguardo perso della sua amica, che guardava nel vuoto “vieni qui tesoro!” si mise affianco a lei e la strinse forte, rendendosi conto che,in quel momento, ogni parola era superflua, perché la mora aveva bisogno di sentirla vicina fisicamente.
“le avevo appena detto che avevo scelto lei, che aveva il mio cuore, perché non amavo nessuno più di lei, non c’è stato nemmeno il tempo di rendersi conto di questa cosa Quinn…. Capisci? Perché la mia vita deve sempre andare a puttane così?” si disperò trà le sue braccia
Quinn sentì una stretta al cuore, era difficile trovare delle parole di conforto per quelle situazioni, ed anche se poteva sfoggiare qualche frase, che utilizzava nella sua professione, per tranquillizzare i pazienti, in quel momento, non gliene venne nemmeno una, perché Santana aveva ragione, non poteva darle torto in quella disperata argomentazione.


Decise di portarla a letto, aveva bisogno di stendersi e mettersi sotto le coperte, l’aiutò a cambiarsi e mettersi un pigiama caldo, notò che il dolore l’aveva resa senza forze.
Si sdraiò affianco a lei e le accarezzò la fronte ed i capelli, mentre con gli occhi rossi, la mora l’osservava con lo sguardo impaurito. Quinn si sforzò di donarle un sorriso rassicurante
“ce la caveremo anche questa volta vedrai” le disse
“come?.... come Quinn, me  lo spieghi?”
“non lo so San… ma troveremo una soluzione”
“io la amo Quinn, voglio stare con lei, lo capisci?”riprese a piangere, soffocando il viso trà le mani. Quinn si avvicinò e la strinse forte trà le sue braccia
“allora le parlerai, glielo dirai, e parlerai con Adam, è anche suo figlio, ha diritto di sapere” disse, mentre le carezzava i capelli
“sono stata un’idiota Quinn! Una completa idiota. Ho dimenticato di prendere la pillola per svariati giorni, presa dalle miliardi di emozioni, ma, come se non bastasse, sono andata a letto con un uomo che non amavo, solamente per la paura che potesse scoprirlo” disse, avvolta dalla sue braccia
“lo so San… sei stata un’irresponsabile, ma sono errori che si fanno e…. ci sono passata,non mi sento di fartene una colpa onestamente” la tranquillizzò, perché, in quel momento, la sua amica stava diventando distruttiva nei suoi confronti e questo non era un bene. Sapeva che aveva fatto una cazzata, ma ne avrebbero parlato con più calma, dopo che aveva riposato un po’, perché in quel momento aveva solo bisogno di quello.
“shhhh, adesso prova a riposare un po’” le disse, mentre continuava ad accarezzarla. Sentì che si addormentò lentamente, stremata, trà le lacrime, mentre ripeteva in continuazione che l’amava. Si separò da lei, nel momento in cui si rese conto che si era definitivamente addormentata ed il suo sguardo sembrava più sereno in quel sonno.
 


Puck rientrò a casa , dopo essere passato per qualche ora in ufficio, per controllare la situazione delle consegne e degli incassi dei suoi ristoranti. Si diresse in cucina e riconobbe il cellulare di Brittany per terra in pezzi. Si abbassò per prendere i pezzetti in mano e capire se si poteva fare qualcosa per riassemblarlo, ma lo lasciò sul tavolo, arreso, notando che era irrecuperabile. Con lo sguardo perplesso, si diresse verso la stanza di Brittany, chiedendosi cosa fosse successo, per aver ridotto il telefono in quello stato, notò che c’era la luce accesa e bussò

“posso?” si affacciò timidamente e notò che, Brittany, era seduta sul letto, con lo sguardo perso ed abbastanza arrabbiato
“si” rispose
Puck, un po’ imbarazzato, disse
“ho visto che il tuo telefono ha avuto un incontro ravvicinato con il pavimento…. Che è successo?” indicò col pollice fuori dalla porta
“si…. Mi sono rotta di quegli aggeggi, stavo meglio prima senza, quando la gente, se mi doveva dire qualcosa, era costretta a dirmelo in faccia e non con un freddo sms” rispose senza guardarlo
Puck si avvicinò al suo letto e si mise a sedere, chiedendo con un certo timore
“è successo qualcosa Britt?”
La bionda lo guardò con gli occhi serrati e poi disse
“dimmi una cosa Noah, da quando sono tornata, tu hai visto in me sempre la ragazzina stupida ed ingenua che ero una volta? Una di quelle che credeva a qualsiasi cazzata le dicessero?”
“n… no… anzi… assolutamente no” rispose Puck, abbastanza intimidito dall’impeto della sua amica
“allora perché le persone pensano di poter giocare con i miei sentimenti? Continuano a trattarmi da stupida prendendomi in giro?” chiese questa volta, con un po’ di delusione in volto
Puck capì subito che centrasse qualcuno in particolare, per lo stato emotivo in cui si sentiva la sua amica
“centra per caso Santana in tutto questo?”
La bionda mosse la testa, guardando davanti a sè e, per Puck, fù più che eloquente come risposta alla sua domanda

“mi lascia in sospeso dicendo che deve capire i suoi sentimenti, io dico ‘ok è comprensibile nella situazione incasinata in cui ti trovi’, poi mi dice che sceglie me, che non ama nessuno più di me e lascerà Adam, mi dà appuntamento per la serata, per poi, dopo poche ore, scaricarmi con un sms” disse tutto d’un fiato, guardandolo con fare ovvio, per spiegare la frase detta poco prima

“Britt… è Santana… la conosco e la conosci bene anche tu, sicuramente c’è una spiegazione per tutto questo!”
“si ma io mi sono rotta il cazzo di tutto questo Puck!” Brittany sbottò furiosamente, facendo allontanare il ragazzo spaventato “se c’è una spiegazione me lo dici, me lo devi dire cazzo!!! perché ci sono di mezzo anche io e mi sono rotta di essere comprensiva e di aspettare senza avere risposte logiche a tutto questo!”

Continuò, mentre Puck non sapeva cosa dire per quello che aveva appena sentito, non aveva mai visto Brittany così nervosa e, questo lato di lei, lo spaventava.

La ragazza si accorse di aver esagerato, vedendo che si era spaventato
“scusa…. Scusa Puck, non c’entri niente tu e non ha senso prendermela con te” si mise una mano in fronte esasperata
“non preoccuparti Britt…. Vorrei solo poter fare qualcosa” disse, mettendole una mano sulla spalla
“tu stai facendo già tanto per me…. Credimi, ed anzi…. grazie!” disse, prendendole la mano
Puck le sorrise dolcemente

“trà qualche giorno Adrian uscirà dalla clinica, pensavo di cercare un appartamento per noi due, ormai guadagno abbastanza per poterlo fare” disse poi
“no… no Britt perché? Adrian può stare qui, c’è spazio sufficiente per tutti in questa grande casa, ormai siamo collaudati Britt, non ce la faccio senza di te e, se convinciamo Shelby a lasciar fare il liceo qui a Beth, staremo alla grande!” rispose con entusiasmo
Brittany sorrise, per l’entusiasmo dell’amico
“e poi ormai io non posso più stare senza Will, siamo una coppia ormai” sorrise, facendo ridere finalmente la bionda
“ti prego, concediamoci qualche mese di prova di convivenza e vediamo come và…. Ok? Io sarò il primo a sbatterti fuori se non funziona… promesso!” si mise una mano sul cuore, mentre sollevò l’altra
“ok…” accettò l’altra

“bene, ora dormici su…. Sono sicuro che, domani, quella stronza della latina, si farà sentire, chiedendoti scusa e sapendo sicuramente come farsi perdonare” sollevò più volte le sopraciglia ammiccando e le diede un bacio in fronte, facendola di nuovo ridere.
“notte” lo salutò con la mano e decise di seguire il suo consiglio, anche se sapeva benissimo che, per la delusione che sentiva, avrebbe dormito poco e male.



 
Si svegliò di soprassalto, come se avesse suonato di colpo la sveglia e fosse terribilmente in ritardo, ma non c’era niente di tutto questo, immediatamente si accese il suo cervello e ricordò il terribile dramma che aveva vissuto la sera prima, si mise una mano in faccia e pensò a Brittany, non pensò né ad Adam, né al bambino che portava in grembo…. Le venne in mente lei, il fatto che, sicuramente scrivendo quel messaggio, le aveva fatto molto male e pensò a come stesse, le venne voglia di sentirla ed abbracciarla.

“buongiorno Lopez!” vide il viso di Quinn sorridente e ringraziò di avere una persona come lei al suo fianco, Quinn c’era sempre stata per lei, nei momenti più alti di disperazione, sapeva perfettamente come starle vicino.
“hey!” rispose, abbozzando un sorriso
“come ti senti?” le chiese, sedendosi accanto ed accarezzandole i capelli
“uno schifo, ho lo stomaco sotto sopra “ rispose, tenendosi il ventre
“è normale, la nausea farà parte di te, dovrai conviverci per qualche mese ancora”
“grazie della splendida notizia rassicurante Fabray!”

Quinn si mise a ridere e le stampò un bacio in fronte per poi dire
“avanti pigrona, alzati da quel letto che dobbiamo ideare un piano d’attacco”
“in che senso?...” chiese impaurita
“prima di tutto colazione e poi, con lo stomaco pieno, capiamo cosa fare…. “ si fermò a guardarla con aria seria “San…. Forse dovresti sentire Adam”  le disse poi
“Adam?... no… no… io ho bisogno di vedere Brittany!” si agitò
“Santana…. Lo so che hai capito di amare Brittany ed, onestamente, non ci voleva poi così tanto per capirlo, visto che era una cosa abbastanza palese, ma questo bambino ha un padre ed ha il diritto di saperlo, sia che tu voglia stare con lui,sia  che decida di stare con Brittany” le disse chiaramente la bionda

Santana sembrava non volesse sentire ragioni e Quinn notò come se quasi non la stesse ascoltando.
Sentì ancora di più il bisogno di lei, voleva vederla…… il suo corpo, la sua mente ed il suo cuore, erano concentrati all’unisono, richiedendo esclusivamente la stessa cosa.
“dove vai?” chiese Quinn, vedendo che si stava vestendo
“vado da lei, le devo parlare, non posso lasciarla andare via così Quinn!” le urlò nervosamente in faccia
“Santana! “ Quinn urlò più forte di lei, mettendole le mani sulle spalle
La mora rimase immobile
“prima fai colazione…. ti prego!” chiese Quinn implorante
“ok….” Rispose sconfitta
“e magari ti dai una lavata, non vorrai presentarti puzzolente davanti all’amore della tua vita” ironizzò strappandole un lieve sorriso.

 
****

“ho deciso che rimango qui, andrò al McKinley, aprirò un club letterario e tu, ogni mattina, mi accompagnerai a scuola con il tuo Suv nuovo, che chiederò esplicitamente a mio padre di comprarti ,se vuole evitare che ci vada da sola in motorino” Beth sgranocchiava i croccanti cereali, aveva davanti una Brittany pensierosa, che si rigirava la sua tazza della colazione, senza bere nemmeno un sorso.

La bionda si destò dai suoi pensieri e disse

“come?”
“vado al Mckinley, apro un club letterario e tu avrai un SUV nuovo, per accompagnarmi a scuola” riassunse il suo discorso, che era stato perduto nell’aria.
“ah… wau! E come pensi di riuscire a convincere tutti a fare questo?”  chiese Brittany
“bè…. il club letterario, penso sia una scemenza realizzarlo, l’iscrizione al McKinley mi stò lavorando mia sorella e mia mamma, situazione di upload è la seguente: Rachel 80%, mamy  50% e, per quanto riguarda il SUV, sarà un gioco da ragazzi, bastano questi occhi….” Beth assunse un espressione pietosa, sbattendo gli occhi velocemente e facendo un musetto delizioso, che provocò finalmente una risata in Brittany.
“tu sei fuori completamente” scosse la testa incredula
“dai su Britt, ci divertiremo assieme vedrai” Beth si buttò trà le sue braccia, facendole il solletico, per poi darle un bacio sulla guancia


Si fermarono, sentendo il suono del campanello, Beth corse ad aprire
“chi è?” chiese
A Brittany bastò sentire un nome, per alzarsi dalla sedia ed iniziare a respirare a fatica
“è Sanny!” disse felice la ragazzina
La bionda andò in panico e disse
“vado in camera mia, io non ci sono! Ok?” disse in modo serio, facendo rabbrividire Beth
“o…ok” rispose

 
“heeeey!” alla vista di Santana, Beth si precipitò trà le sue braccia, notò subito che era strana
“Hey! Come stai? Le tue costole?” le chiese subito.
“stanno bene, sono ancora al loro posto” rispose
“bene…. Senti c’è Brit?” chiese subito, guardandosi intorno
“oh…. Ecco… Sanny…” balbettò la ragazza
“Beth?” la interruppe guardandola negli occhi “c’è o non c’è?” chiese
“è in camera sua…. Ma mi ha detto di dire che non c’era” disse dispiaciuta e timorosa.
Santana fece una smorfia, per poi dire “lo so” lasciandosi alle spalle Beth

 
Se aveva reagito così, non doveva essere molto contenta di vederla e doveva essere parecchio arrabbiata, non le importava, era sicura che, come si fossero viste e parlate, si sarebbe sistemato tutto, aveva bisogno di lei. Arrivò davanti alla porta e bussò, non ricevette risposta ma decise di aprire

Brittany aveva le spalle alla porta e  guardava fuori dalla finestra della sua camera
“ho provato a chiamarti ma avevi il cellulare spento” disse la mora, non ricevendo risposta “Britt…” avanzò e chiuse la porta
“l’ho sbattuto per terra, dopo aver ricevuto un messaggio ieri” rispose senza voltarsi. Santana capì che era veramente arrabbiata, deglutì prima di dire
“Brittany io….”
“cosa vuoi Santana?” la sua voce sovrastò quella della mora che si bloccò
“hai bisogno di dirmi un’altra volta che ami solo me? Oppure vuoi dirmi che ti sbagliavi e che vuoi stare con Adam?” si girò finalmente
“io….” Balbettò l’altra, impaurita per la reazione di Brittany, incrociò le braccia e le venne da piangere

“io non sono più la ragazzina stupida che pendeva dalle labbra di Santana Lopez e stava li ad aspettare che lei si decidesse ad amarla, come si deve e non solo quando ne aveva piacere e quando nessuno poteva vederle per….”

“SONO INCINTA!” urlò trà le lacrime interrompendola “Sono incinta Brittany” ripetè la cosa in un tono molto più basso, abbassando lo sguardo.

La bionda si gelò, rimase a bocca aperta con la frase conclusiva di quel discorso, che si era preparata tutta la notte, pensando di farlo a Santana, perché capisse…. Fino a che la chiuse e deglutì prima di chiedere
“co…come scusa?”
“aspetto un bambino da Adam, sono incinta di 4 settimane e l’ho scoperto ieri prima di tornare da te” disse, trovando il coraggio di guardarla negli occhi e vedendo il suo viso ancora più pallido
“i…io… non so…sono stata una stupida Brittany…. Mi dispiace” disse piangendo e mettendosi le mani sul volto, per poi sollevarlo e vedere che lei era ancora immobile ed, a mala pena, respirava. Sentì l’impulso di abbracciarla e si buttò trà le sue braccia, affondando il viso sul suo petto. Aveva bisogno di lei, aveva bisogno di sentirla. Brittany, ancora incredula, circondò la schiena di Santana con le sue braccia, una stretta non troppo sicura, per via dello shock appena subito.
“io amo te Brittany, sono innamorata di te, lo sono sempre stata e voglio stare con te, ti giuro…. Voglio stare con te e con nessun altro”

In uno sprazzo di lucidità, la bionda si destò dal guardare fisso un punto della stanza, con gli occhi spalancati e pronunciò
“vai via!”
Sentì che Santana smise di singhiozzare e quasi di respirare
“cos…cosa?” chiese la mora impaurita, sollevando lo sguardo, mentre lei aveva levato le braccia dalla sua schiena
“vai via Santana”
“non lasciarmi Brittany ti prego, ho bisogno di te…. Ti scongiuro” la implorò, stringendole le braccia
“San…. Per favore, ho bisogno di stare da sola, ho bisogno che tu vada via ora” scandì la frase, per essere sicura che la mora la capisse, con tutto il panico che la stava invadendo.

Santana la guardò incredula, non si aspettava quella reazione, e vide che Brittany aveva lo sguardo serio ed impassibile, cercando di nascondere qualsiasi emozione.
“o… ok” rispose poi guardandola per l’ultima volta e dandole un bacio sulla guancia, solo in quel momento, Santana notò che era rigida, aveva i pugni stretti chiusi e che, sentendo le labbra di lei sulla sua guancia, chiuse forte gli occhi mentre le scese una lacrima.
“io ti amerò per sempre Britt…. Ti amerò per sempre, qualsiasi cosa succeda, anche se tu non mi amerai più” le disse poi, prima di uscire dalla stanza.


Si diresse  verso l’uscita e vide, schierate in ordine davanti a lei, Quinn, che nel frattempo era arrivata, Rachel e Beth che la guardavano preoccupate. Sicuramente avevano sentito tutto, perché avevano urlato abbastanza tutte e due. Diede uno sguardo veloce a Quinn, sperando che convincesse le altre due a non fare parola di quello che avevano appena sentito e, senza dire niente le superò
“San…” Quinn l’afferrò per un braccio, Santana si girò per guardarla “dove stai andando?” chiese
“lasciami andare Quinn” cercò di tirare via il braccio, ma la presa dell’amica era abbastanza salda
“non credo sia una buna idea” disse Quinn
Santana prese un bel respiro ed urlò
“Lasciami andare cazzo!!! Voglio andare via da qui!” facendo lasciare immediatamente la presa a Quinn e facendo sussultare le altre due


Brittany era ancora immobile, al centro della sua stanza, dopo l’uscita di Santana e, sentendo quello sfogo che proveniva dalla cucina, si accasciò e si mise in ginocchio, lasciandosi andare in un pianto disperato.

Camminò a passo veloce nel vialetto per dirigersi verso la macchina ed incrociò Puck
“hey! Sei già venuta a farti perdonare dalla tua biondina?” disse lui
“fottiti Puckerman!” le rispose proseguendo per la sua strada e lasciando il ragazzo pietrificato dietro di lei.
 
 
 *****

Era passata una settimana ormai da quel terribile confronto con Brittany, Santana aveva vissuto in solitario, uscendo soltanto per andare a lavorare, Quinn passava ogni giorno a casa sua, per vedere come stava, era l’unica persona a cui Santana permetteva di farlo.

L’aveva aggiornata del fatto che, casa Puckerman, diventava affollata ora, perché finalmente Adrian, dopo un mese, era uscita dalla clinica psichiatrica e Shelby aveva ceduto alle richieste di Beth di studiare al McKinley. Quinn le raccontava tutte queste cose, perché lei potesse continuare a vivere, anche per i suoi amici, potesse continuare a pensare che, fuori, nel momento in cui lei avrebbe deciso di ritornare nel mondo e rivedere i suoi amici, c’era una famiglia che l’aspettava.

“Adrian si trova molto bene nella sua nuova casa” le disse Quinn, mentre le spazzolava i capelli per iniziare a farle una treccia
“ogni giorno fa delle lunghe passeggiate con Beth ed ora hanno anche deciso di portarsi dietro cavalletto e tele e mettersi a dipingere al parco…. Britt le ha comprato tutto l’occorrente per dipingere, il giorno stesso che è uscita dalla clinica”
Santana sorrise, ricordava benissimo il giorno che Brittany gliel’aveva promesso
“tutti e quattro poi, vanno spesso da Sam e si perdono ore ed ore, dietro i giochi di quell’inferno che quel ragazzo si è creato nel suo seminterrato” continuò Quinn

Santana era felice di sapere che Brittany non era sola, ed aveva una sorta di famiglia allargata intorno a sé, poteva dedicarsi ad Adrian ed era sicura che Beth fosse una bella compagnia per tutte e due. Le mancavano terribilmente tutte quelle persone.

Poi improvvisamente disse:
“ho deciso di dirlo ad Adam”
Quinn smise di spazzolarle i capelli.
“sul serio?”
Santana annuì “è giusto che sappia del bambino, è anche il suo e voglio provare a riprendere in mano la mia vita.” Disse poi
“bene, sono orgogliosa di te tesoro, vedrai che si sistemerà tutto…. Il tempo aggiusta tutte le cose” le bisbigliò nell’orecchio
Santana chiuse gli occhi ed annuì, anche se, dentro di sé, sapeva che non era così, niente poteva sistemare il suo cuore in pezzi, se non un’unica persona, che giustamente, per miliardi di motivi validi, aveva deciso di allontanarla.
 
*****

“come stai?” Santana versava del caffè ad un Adam imbarazzato, che sembrava spaesato, in quella che, un tempo, era anche casa sua
“diciamo che ho visto giorni migliori” rispose lui, sorridendo timidamente e muovendo nervosamente le gambe. Santana non faceva che notare come Adam la guardasse, era molto teso ma, nonostante tutto, percepiva che la voleva, si stava trattenendo, perché non sapeva che reazione potesse avere lei, ma conosceva bene quello sguardo pieno di desiderio

Santana le sorrise e si versò dell’acqua
“non bevi più caffè?” chiese lui curioso
“diciamo che, in questo periodo, non mi và tanto…” rispose lei
“caspita, era una delle cose a cui Santana Lopez non poteva rinunciare” sentenziò, rendendosi conto che era un chiaro sintomo del suo cambiamento
“già… ma le cose a volte cambiano”
“come stai tu?” chiese Adam, aspettandosi delle risposte che andavano ben oltre quella richiesta
“anche io ho visto decisamente giorni migliori”

Adam annuì, poi prese fiato e chiese
“San… cosa è successo? Non ci credo che, per uno stupido errore mio, tu possa mandare a puttane 5 anni insieme, tra i quali 3 di matrimonio” disse tutto d’un fiato
Santana sollevò lo sguardo e sicura disse
“non è stato solo per quello stupido errore” aveva pensato miliardi di volte alle parole da usare in quel momento, voleva essere chiara con lui, ma, improvvisamente, alla vista di quegli occhi innamorati, tutti suoi discorsi si cancellarono
“allora perché? Perché Santana? Io non lo capisco…. Dove ho sbagliato?” chiese ormai stanco di continuare a fare quelle domande solo a sé stesso
“tu non hai sbagliato niente…. O per lo meno…. Non hai fatto niente di così grave…. Ma… semplicemente mi sono resa conto di non amarti più Adam… ti voglio un bene immenso, ma non posso confonderlo con amore”  abbassò lo sguardo, dopo quelle parole forti che gli stava dicendo

Adam sospirò e si decise a fare l’ultima domanda, una di quelle più difficili, una di quelle che, più insistentemente in quel periodo, le martellavano la testa
“c’è per caso qualcun altro?” chiese
“non ha importanza ora….” Rispose senza guardarlo
Adam si alzò di colpo dalla sua posizione e fece sobbalzare la mora, per quella mossa inaspettata
“come non ha importanza? io devo saperlo Santana…. È impossibile che una persona cambi così di colpo i suoi sentimenti” disse, ormai a pochi centimetri da lei.
Santana poteva sentire il suo tono disperato ed il suo respiro frammentato dalla tensione, doveva aver sofferto davvero tanto in quei giorni.
“non ha importanza Adam” ribadì con più foga
“si che ce l’ha!” urlò lui
“no! Non ha importanza perché….. “ si fermò e cercò di calmarsi “aspettiamo un bambino Adam, sono incinta di 5 settimane” disse, guardandolo finalmente negli occhi

Adam si fermò, raddrizzò il suo corpo, che fino a quel momento era piegato verso la mora seduta davanti a lui e mise una mano sul tavolo, per tenere l’equilibrio precario, che sentiva avere in quel momento
“co…. Cosa?  P… puoi ripete per favore?” balbettò
“sono incinta” ripetè pazientemente, nonostante quella parola le facesse ancora malissimo
“d…di…. Cioè è…”
“si, è tuo Adam, non potrebbe essere di nessun altro credimi!” lo anticipò, intuendo la sua richiesta confusa
“ohhhh … tesoro” si inginocchiò verso di lei e si portò immediatamente verso il suo ventre, Santana notò che aveva gli occhi lucidi

Le venne spontaneo accarezzargli i capelli, perché in quel momento, aveva provato tenerezza in quell’uomo così disarmato ed allo stesso tempo emozionato da quella notizia

“hai ragione non ha importanza…..” la guardò negli occhi, sollevando lo sguardo dal suo ventre “lui ci farà tornare come prima, ci darà la forza di ricominciare ad amarci…. È il destino che ce l’ha mandato amore” disse, avvicinandosi a darle un lieve bacio timido. Santana non si rifiutò e chiuse gli occhi, trattenendo le lacrime di sofferenza che, lo sancire di quel bacio, stava provocando.

“ce la faremo amore…. Dio… abbiamo creato una vita…. Insieme…. “ si riportò verso il suo ventre ed appoggiò la guancia commosso.


Santana chiuse forte gli occhi, mentre accarezzava la testa del marito poggiato su di lei…. Le lacrime le scesero, nel momento in cui pensò a Brittany ed alla piccola speranza di felicità, che aveva assaporato giorni prima, quando aveva capito finalmente di amarla.
 
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Eccolo….
Grazie a chi, la volta scorsa, ha commentato con tanta passione…. Lo so.... c’è ancora tanto ANGST, ma andiamo avanti  e vedremo come si evolverà…. Ok? Non perdiamo le speranze!
Grazie infinite ancora.
Bacio
E
  
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