Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Daisy Pearl    29/01/2012    11 recensioni
Sei disposta a cedere la tua anima per avere la BELLEZZA?? Tania lo era...e questa è la sua storia... una storia fatta di maledizioni, di amori perduti e infine ritrovati. una storia per sognare e per riflettere! buona lettura!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                                  LA  MALEDIZIONE  DELLA  BELLEZZA
 


Tania aveva sempre saputo di non essere una bellezza. Lo capiva da come le donne la squadravano da capo a piedi con disprezzo e superiorità quando la incontravano per strada, come se fosse una bestia da circo o un insetto schifoso. Odiava quando poi, compiaciute dell’essere migliori di lei, incurvavano le labbra in una sorta di ghigno malefico, e quando con quell’espressione incrociavano i suoi occhi, lei si metteva a fissare cupamente il pavimento, pregando di poter volare per andare il più lontano possibile da li.
Lo capiva quando passava davanti ad un gruppo di ragazzi, quando loro, incuranti che anche i brutti avessero dei sentimenti, iniziavano a ridere indicandola e sussurrando commenti offensivi.
Lo capiva quando si preparava per uscire la sera e si rendeva conto che a nulla sarebbero servite le ore passate davanti ad un armadio per scegliere il vestito più sexy, gli interminabili minuti di trucco per accentuare quei pochi pregi che il suo viso aveva, le spese dal parrucchiere:  lei sapeva che sarebbe sempre stata la peggiore tra tutte le sue amiche.
Le pesava sentirsi così. Vedeva intorno a se un sacco di gente che non era messa meglio di lei, ma sembrava che al resto del mondo non importasse, loro erano sicuri di loro stessi, ed alcuni riuscivano addirittura ad avere un ragazzo!
Tania non aveva MAI avuto un ragazzo. Nei suoi  18 anni e aveva passato la maggior parte del tempo ad innamorarsi di persone che non l’avevano mai calcolata, o che avevano preferito le sue amiche a lei. Ma quel giorno le cose sarebbero cambiate.
Da qualche mese ormai aveva stretto una bellissima amicizia col suo vicino di banco, James, che per inciso era il ragazzo più carino della scuola. Naturalmente tutte le ragazze gli correvano dietro, e di sicuro Tania non era un’eccezione. Ma a differenza delle altre,  lei sentiva che tra di loro stava nascendo qualcosa di più profondo, una specie di rapporto, che sarebbe andato oltre la semplice attrazione fisica. Quel giorno si sarebbe buttata, per cinque secondi avrebbe dimenticato di essere un brutto anatroccolo, sarebbe entrata nei panni di un favoloso cigno e avrebbe detto a James quello che sentiva.
Non appena quella mattina lo intravide a scuola il suo cuore ebbe un sussulto, era davvero molto bello! Se ne stava appoggiato allo stipite della porta della loro classe, e stava scherzando con un paio di amici. Tania si fermò un attimo per ammirare il suo fatale sorriso, pensò che avrebbe dovuto venderlo, un qualcosa di così bello non sarebbe dovuto essere lì a portata di tutti! Non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo volto scolpito e dal luccichio dei suoi occhi mentre rideva all’ennesima battuta.
Non ce la posso fare…” pensò, lui era TROPPO, DECISAMNTE TROPPO. Si maledisse per aver subito puntato così in alto. Avrebbe dovuto accontentarsi di quei pochi e insignificanti ragazzi che in quegli anni di superiori le avevano chiesto di uscire, e invece no! Lei aveva un obbiettivo, e quell’obbiettivo era LUI! Lui e nessun altro. Così trasse un profondo sospiro e gli si avvicinò.
“Ciao J! Posso parlarti un attimo?” lui annuì cordiale. “In privato” aggiunsi. I suoi amici sbarrarono gli occhi e si misero a ridacchiare.
“Ok allora noi entriamo” disse uno incamminandosi verso l’interno della classe. Gli altri continuarono a ridacchiare dando chi una gomitata a James, chi facendogli l’occhiolino. Lui, dal canto suo, li guardava divertito e anche un po’ imbarazzato. Lei sapeva perfettamente perché si comportavano così, era perché avevano CAPITO. Avevano capito che lei si stava per dichiarare e lo trovavano estremamente divertente. Trovavano ridicolo che una come lei potesse anche solo pensare di avere qualche chances  con uno come lui. Loro lo sapevano! E avrebbe dovuto saperlo pure lei. Ma ormai era lì davanti a lui e non aveva la mente abbastanza lucida per inventarsi una scusa plausibile. Le tremavano le mani e le ginocchia le si erano fatte molli, senza contare il cuore a mille e lo stomaco sottosopra. Così trasse un profondo sospiro e iniziò a salire sul patibolo.
“Senti… i-io volevo d-dirti…” stava balbettando, la cosa non andava bene. Tossichiò per cercare di recuperare almeno un briciolo di autocontrollo. “Tu mi piaci!”. Diretta e concisa, niente più esitazioni.
Silenzio. Alzò gli occhi, che per tutto il tempo del brevissimo colloquio aveva puntato a terra, e incrociò i suoi azzurro cielo. Lui sorrideva. Ma non era il sorriso che si aspettava, era un sorriso sarcastico, superiore, sprezzante. Prima ancora che aprisse bocca Tania sapeva già quello che avrebbe detto.
“No senti, tu non mi piaci. Proprio per niente. Ahahah!” rise. La sua risata le fece venire il mal di stomaco, ma forse per un eccesso di masochismo rimase lì immobile ad ascoltare quello che lui le stava dicendo.
“Insomma, ti sei vista? No, non potrei mai.” Detto questo entrò in classe ridendo. Lei sapeva che la notizia si sarebbe espansa a macchia d’olio per tutta la scuola. Sapeva che James, una volta rientrato in classe avrebbe detto sogghignando la cosa ai suoi amici, che a loro volta l’avrebbero raccontato ad altri per farsi quattro risate, e nel giro di poche ore lei sarebbe stata indicata da tutta la scuola. L’avrebbero derisa per essere una tale sciocca, e per essere così sfortunatamente brutta. NO. Lei non voleva assolutamente assistere al suo sfacelo. Così, senza pensarci,  se ne andò lasciandosi alle spalle quella stupida scuola e quello stupido mondo fatto di immagini, non di persone. Immagini perfette che però erano fatte da artisti vuoti che si erano limitati a copiare un quadro di Raffaello o di Michelangelo, senza metterci mai del proprio. Lei era invece un quadro orrendo, però ricco di significato. Ma da un mondo di apparenze cosa si poteva spettare.
La pioggia cadeva copiosa mescolandosi con le sue lacrime, lavando via lo sporco della città. “Lava via anche me” pensò tristemente. Tutta quell’acqua poteva sciogliere quei colori messi su quella tela così malamente e dare la possibilità a un nuovo pittore di dipingere qualcosa di più bello. Peccato che Tania non fosse un quadro. Non ricordava che essere brutta le fosse mai pesato tanto come le pesò in quei minuti.
In quel momento raggiunse la consapevolezza che avrebbe fatto di tutto, TUTTO, pur di diventare bella. Avrebbe rinunciato a tutto, pur di provare quell’effimera illusione.
Un fulmine squarciò il cielo facendola sussultare. Ma tale spavento non fu nulla rispetto  a quello che ebbe pochi istanti dopo quando una risata gelida le arrivò alle spalle.
“Ahahah …e sentiamo, COSA saresti disposta  perdere?”. Un brivido le percosse la schiena. Si voltò per vedere a chi appartenesse quella lugubre voce. Si trattava di una ragazza moto magra, dalle labbra rosso fuoco incurvate in un sorriso diabolico. Erano talmente rosse che furono la prima cosa che Tania notò di lei, forse anche perché spiccavano sulla carnagione pallidissima del volto. Non una punta di rosa le imporporava le guancie, sembrava che avesse sul viso una maschera di cera. Il secondo particolare che notò furono gli occhi. Erano neri come la pece, tanto da non distinguere le iridi dalle pupille. E quegli occhi erano talmente freddi, che Tania sentì un vero e proprio gelo che le raggiungeva le ossa e la pervadeva immobilizzandola. E poi c’erano i capelli, neri anche loro, liscissimi che le contornavano il volto e le giungevano fino al bacino.
“Chi sei?” le chiese tremante non appena riprese l’uso della parola.
“Che importanza può avere?” rispose ghignando.
“Ne ha!” ribattei sfoderando quel pochissimo coraggio che avevo.
Lei rise di nuovo, spettrale. A tale suono, che somigliava più allo stridio dei freni di un treno che a una risata, le si drizzarono i capelli sulla nuca. Poi continuò sempre con il volto trasfigurato da quel sinistro sorriso. “Allora sono qualcuno che ti può aiutare!”.
“E perché dovresti?” nonostante fosse terrorizzata era anche incuriosita da quello strano personaggio.
“Perché avrò qualcosa in cambio!” rispose senza mai smettere di ghignare. Poi continuò “Cosa sei disposta a cedere, in cambio della bellezza che tanto agogni?”.
Tania rimase sbigottita da tale domanda. Una vocina dentro di lei le urlava di darsela a gambe levate, le urlava che quella tipa non avrebbe portato nulla di buono. Ma lì, sepolta sotto tutta la sua razionalità, Orgoglio, Invidia e Egoismo le dicevano di ascoltare, le sussurravano che quella era la sua possibilità. Le ricordavano le umiliazioni, i pianti, l’insicurezza. L’amore perduto… E ferita com’era Tania non poté far altro che dare ragione a queste piccolissime, ma sempre più insistenti vocine. E più fissava gli occhi di quella strana ragazza, più tali vocine si facevano forti e insistenti. Tania stava già mutando.
Dato il suo prolungato silenzio, la tetra ragazza ripetè la domanda “Cosa sei disposta a fare per la bellezza?”.
Stavolta senza esitazione lei rispose in un bisbiglio “Tutto”.
Il sorriso sul viso della ragazza si allargò ancora di più trasfigurandone il volto, rendendola ancora più diabolica. “Cosa?” chiese.
“Tutto!” ripetè Tania ad alta voce.
“Ma proprio tutto tutto?” continuò la sua strana interlocutrice, con tono sempre più giocoso.
“Tutto!” ripetè per l’ennesima volta.
“Anche cedere la tua anima?” chiese raggiungendo toni acutissimi con la sua voce,  allargando ancora di più il ghigno.
Ormai in Tania non vi era più nemmeno un briciolo di razionalità, tutto ciò che voleva era quella bellezza a lungo desiderata e mai ottenuta.
“Si” rispose con fermezza pulendosi il viso dalle lacrime. La tetra ragazza sembrò finalmente soddisfatta dalla sua risposta. In un attimo se la trovò ad un palmo dal naso, cose se si fosse materializzata.
“Allora suggelliamo il patto!” disse allungandole la mano. Tania, dal canto suo senza esitazione, la strinse. Non  appena lo fece un dolore acuto le attraversò tutto il palmo e cercò di togliere la sua mano da quella delle ragazza, ma la presa di quest’ultima era ferrea.
“E’ un patto che va firmato col sangue!” sibilò sempre sorridente. Terrorizzata Tania guardò la sua mano stretta in quella dell’altra e vide che il suo sangue scorreva da essa e cadeva copioso sulla strada, mischiandosi alla pioggia. Fu un attimo, la sconosciuta mollò la presa e scomparve con l’eco di una risata. Tania rabbrividii a tale suono. Si guardò l’arto e scoprì che il sangue aveva smesso di fuoriuscire , ma in compenso sul palmo vi era incisa una lunga cicatrice bianca come la neve.
Da quel momento tutti la videro diversamente. Lei diventò bella finalmente. Lo capiva perché le donne, quando la vedevano passare, la squadravano ancora da capo a piedi, ma con invidia risentimento, che lei, usando abiti provocanti, non faceva altro che acuire. Si leggeva loro in faccia che avrebbero voluto essere in tutto e per tutto come lei, la donna perfetta. Ma ben presto tutte le sue amiche iniziarono ad odiarla perché non sopportavano di avere accanto una persona così piena di se stessa. Senza contare che si passò tutti i loro ragazzi. Nel giro di pochi mesi rimase sola, ma a lei non importò più di tanto, dal momento che aveva tutto quello che aveva sempre desiderato.
Capiva di essere bella da come gli uomini fischiavano quando passava davanti a loro, e da come le facevano la radiografia. Adorava bearsi di quegli sguardi languidi. Si riuscì a mettere con quel James, di cui però non riuscì innamorarsi realmente, e che le fece le corna nonostante la sua fatale bellezza. Passò da un ragazzo all’altro cercando l’amore, ma loro dopo qualche notte focosa sparivano dalla sua vita, perché lei sarebbe rimasta nei loro sogni erotici, MAI nei loro cuori.
Poi avvenne la cosa peggiore che potesse mai capitarle. Si innamorò veramente. Lui era un ragazzo normalissimo, un po’ bruttino a dire la verità, ma l’aveva conquistata così tanto da occupare completamente i suoi pensieri. Ma quando si dichiarò lui le rispose che lei era bellissima, ma vuota, come un fantastico quadro senza alcun significato, disse che lui l’avrebbe preferita brutta, ma con un  cuore grande.
Fu allora che tornò a piangere sotto la pioggia, fu allora che risentì quella risata che la fece rabbrividire. “Hai avuto quello che volevi! Di cosa ti lamenti?” chiese divertita.
“Ridammi la vecchia me!” fu l’unico suo urlo disperato.
“Hai firmato col sangue, un patto è un patto!” rispose la voce ghignando.
Da quel momento Tania cercò di recuperare passo passo quella persona che era stata una volta. Ma nonostante i suoi sforzi non riuscì a trovare nessuno che la amasse veramente per come era dentro, perché era arida, non ci poteva far niente, non aveva più la sua anima. Ma poi un bel giorno qualcuno, non si sa come, si innamorò della vuota persona che era, inverosimilmente. Però accadde! E quando tale uomo le sussurrò all’orecchio “Ti amo” lei sentii nuovamente quella voce che l’aveva cambiata. Ma non rideva, urlava arrabbiata, disperata.
Fu allora capì. AVEVA ROTTO LA MALEDIZIONE DELLA BELLEZZA. Riebbe la sua anima e con essa tutto l’amore che aveva da dare al suo angelo. Perché la bellezza non conta, ciò che conta è quello che siamo e chi ci sta intorno lo sa.





Ps:
Se vi va di leggere qualcos'altro di mio mi piacerebbe molto che voi visitaste questa storia:





Cliccate sull'immagine per aprire la storia!!
   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Daisy Pearl