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Autore: Franz3v    29/01/2012    1 recensioni
Zack,capelli neri, occhi rossi, un ragazzo da un passato misterioso, legato ai demoni dell'inferno e agli angeli del paradiso, con un destino che non può cambiare, o almeno non finchè non incontrerà una ragazza che gli farà cambiare idea...
P.S. dal primo capitolo non sembrerà ma questa fiction è romantica solo ho voluito metterci un po' di azione.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Violette venne svegliata dal suono della pioggia che batteva sulla finestra come un orologio impazzito senza arrestarsi nemmeno un secondo il suo ritmo incessante. Non appena aprii gli occhi rivolse il suo sguardo verso il soffitto, azzurro chiaro come il resto della stanza, con gli occhi ancora mezzi serrati e i ricordi ancora sul sogno che aveva fatto, vedeva la sagoma di un ragazzo un po’ più alto di lei, con una strana aura oscura intorno a sé, ma non ricordava i dettagli. Aveva una brutta sensazione al riguardo ma dopotutto era solo un sogno quindi non se ne preoccupava minimamente. La voce della madre di Violette arrivò alle sue orecchie:
 
“Violette scendi subito, altrimenti farai tardi a scuola, oggi hai anche l’interrogazione di matematica, quindi sbrigati a scendere.”
 
Anche se di malavoglia Violette si alzò dal letto, aprì le tende ed oservò il cielo grigio, e la pioggia che cadeva, riempiendo le strade di pozzanghere, e facendo riaffiorare in lei ricordi che aveva rimosso e che ad ogni giornata come quella tornavano.
Il ricordo era quello del giorno in cui suo fratello scomparve dal nulla, in una giornata grigià con la pioggia che quel giorno aveva coperto le lacrime sul suo viso ma che aveva spazzato via la sua felicità, di lui venne ritrovato solo il braccio destro, e non si seppe più nulla.
 
Una lacrima solitari rigò il suo candido viso, che asciugò subito, dopodichè si diresse verso il bagno per lavarsi, e si fermò un secondo ad osservare la sua immagine riflessa nello specchio, capelli castani corti, corporatura esile, un seno poco sviluppato, odiava molto la sua corporatura, perché molti ragazzi la consideravano deboleper questo aspetto.
 
Si lavò i denti e la faccia, aprii l’armadio che si trovava dal lato opposto della stanza rispetto al letto, prese un paio di leggins neri, una maglietta a maniche corte bianca e sopra di essa si infilò una felpa blu elettrico. Indosso il suo giubotto nero, si caricò lo zaino sulle spalle che pesava un quintale a causa di tutti i libri e quaderni che conteneva, uscì dalla stanza con una certa fretta e scese le scale frettolosamente, non fece nenache in tempo a sentire arrivare alle orecchie il saluto dei suoi genitori che si ritrovò subito all’esterno, invasa da un freddo pungente nonostante la stagione non troppo fredda, infatti era strano che quel giorno era così freddo ma non se ne preoccupò.
 
Arrivò a scuola appena in tempo per vedere tutti che stavano entrando con una certa fretta, tranne alcuni che rimanevano fuori per finirsi la sigaretta. In mezzo a quel via vai di gente intravide una ragazza dai capelli biondi lunghi con un fisico ben proporzionato, letterlmente avvinghiata ad un ragazzo dai capelli castani.
 
“Sempre così devo trovarli quei due” sbuffò Violette ma allo stesso tempo facendosi scappare una risatina, dopodichè alzò il braccio sperando di farsi vedere:”Costance!Jake!”
 
I due ragazzi appena sentirono la voce della ragazza interrupperò quel bacio, che se non fosse stato per Violette sarebbe durato ancora a lungo, la cercarono con lo sguardo e appena videro la sua esile mano che salutava si diressero verso di lei, e la abbracciarono, a quel punto il castano prese la parola:
 
“Ehi Violette, come va oggi?studiato per il compito?”
 
“Si tranquillo” rispose Violette con un sorriso “piuttoso voi due” iniziò vedendoli bagnati dalla testa ai piedi senza un ombrello” vi prenderete un raffreddore colossale se vi bagnate ancora un po’ “ finì la frase trattennedo una rista e guardandoli con uno sguardo alquanto divertito.
 
“Beh questo è vero” rispose l’amica che stava ridendo “però è molto romantico baciarsi sotto la pioggia non credi? dovresti trovarti un ragazzo cara amica mia, hai tutta la scuola ai tuoi piedi praticamente”

”Nessun ragazzo mi interessa in particolare, e poi tutti guardano il mio aspetto esteriore e non quello che ho dentro, mi credono debole, per questo li evito” rispose con tono secco, il suo sorriso era scomparso e i suoi occhi si erano spenti, e avevano smesso di fissare quelli degli amici.
 
I due amici la osservarono con uno sguardo triste, mentre era immersa nei suoi pensieri, tutti i ragazzi erano interessati solo al suo aspetto e alla sua fragilità, da quella volta che era stata violentata, ma nonostante quello che era successo lei tirava avanti, era una ragazza molto forte.
 
I tre rimasero immobili come fossero in un quadro, sotto la pioggia che in quel lasso di tempo si era placata un pochettino,fino a quando la campanella non li risvegliò da quello stato e li fece correre verso l’interno della scuola. Entrarono in classe dove trovarono il resto della loro compagnia di amici, dove iniziarono a parlare del più e del meno, le interrogazioni e compiti da fare per quel giorno e altre cose così. Il professore entrò in classe facendo sedere tutti gli alunni ai loro rispettivi posti, Costance e Jake erano vicini di banco, in ultima fila, mentre Violette era da solo nella penultima vicino alla finestra che dava sul parco della scuola. Appena si sedette al suo posto, iniziò ad osservare come ogni giorno il cielo e si perse in esso, sognando di sorvolarlo di poter librarsi in aria come gli uccelli, sentire il vento leggere scompigliarle i capelli e sentirsi finalmente libera da ogni problema, libera da ogni cosa che possa farle male, libera dal mondo intero.
 
La sua mente venne riportata in quella stanza con l’apertura della porta, seguita dall’entrata di un ragazzo molto altro, con i capelli castani lunghi che gli coprivano quasi gli occhi, che rano di un colore azzurro come il cielo limpido e un bel fisico; indossava una felpa nerda , dei jeans strappati, tenuti su da una cintura marrone scuro e infine delle scarpe blu-scuro con lacci neri. Il professore si girò verso il ragazzo

”Ah sei già arrivato vedo” successivamente si rivolse verso la classe:”Ragazzi lui è Zack Trevis e da oggi in poi farà parte di questa classe quindi mi raccomando fate in modo che si ambienti presto” rivolse ancora una volta il suo sguardo su Zack:”Puoi metterti vicino a Violette, in penultima fila”.

Appena sentii pronunciare il suo nome, diresse il suo sguardo prima sul professore e poi su Zack, e il suo cuore si fermò, il blu del mare dei suoi occhi si perse nel cielo di quelli di Zack, era come se quegli occhi la incatenassero al loro interno, ormai non vedeva più i suoi compagni o il professore che li fissava, ormai erano rimasti solo lei e Zack. Sentiva lo stomaco contorcersi, il cuore batterle all’impazzata, provava un calore indescrivibile.
 
Zack andò a sederis di fianco a Violette, che ancora non riusciva a calmarsi, era tutta rossa e ansimava, era quasi come se avesse perso il respiro, ma piano piano si calmò definitivamente, e diresse il suo sguardo in quelli di Zack, osservandoli più da vicino notò uno sguardo di ghiaccio ma anche triste allo stesso tempo, voleva capire perché si sentiva così, era una sensazione magnifica, le parole le uscirono di bocca:”Io sono Violette”
 
“Zack…Zack Trevis”.

 
  
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