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Autore: Lady Snape    10/09/2006    2 recensioni
CSI - Las Vegas. Un nuovo caso per il turno di notte. " < Cosa posso fare per voi? > disse Alan Callaghan, schiudendo appena la porta. < Abbiamo un mandato per perquisire casa sua. > dichiarò Gil serafico mostrando il foglio firmato dal tribunale." Baci Lady Snape PS: Grazie Cassandra14 per avermi fatto notare errori di battitura!
Genere: Thriller, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Auto di fuoco

Auto di fuoco

A Las Vegas pioveva quella sera. Una pioggia sottile, ma fitta allo stesso tempo. Il turno di notte aveva un caso spinoso tra le mani. In un autosalone era avvenuta un’esplosione, uccidendo tre persone. Cosa ci facessero tre persone in un autosalone di notte era un mistero. Vada per il custode: era lì per ovvi motivi, ma gli altri due? E in ogni caso, perché il custode non era nella sua stanza ad osservare i monitor del circuito chiuso di sorveglianza? Probabilmente era accorso nella sala principale a seguito di un’effrazione. Ma non c’erano segni d’effrazione! O almeno fin ora non ne erano stati trovati. Un mistero.

Catherine Willows bussò alla porta dell’ufficio di Grissom.

< Abbiamo individuato la fonte dell’esplosione: una BMW nera modello M6…un vero gioiello! Stiamo cercando tutti i resti dell’auto…un bel problema: tre delle quattro macchine presenti in quella sala erano nere ed erano BMW. Nick sta praticamente impazzendo! > Catherine sorrise: un sorriso nervoso…

< E’ un inizio. > rispose Grissom dalla sua scrivania. Guardò l’orologio: le tre del mattino. Si alzò. < Dì a Sara che deve indagare con Nick sulla dinamica dell’esplosione: voglio conoscere la direzione di ogni pezzo di lamiera dell’auto. >

< Non è così semplice: la BMW è esplosa e dopo qualche secondo anche altre due auto hanno avuto la stessa idea. Hai visto anche tu in che condizione è l’autosalone. Stiamo interrogando il proprietario, un certo Alan Callaghan, per sapere se le auto avessero benzina nei serbatoi oppure se c’era altro materiale altamente infiammabile. Se aggiungi che i pompieri hanno cancellato molte tracce per spegnere l’incendio, siamo decisamente a terra! >

Grissom guardò la donna negli occhi come per dirle “allora lavoreremo il doppio”! Uscì dal suo ufficio e si diresse verso l’obitorio. Infilò camice e guanti.

Il Dr. Robbins era alle prese con resti umani carbonizzati.

< Ciao Grissom. >

< Al…cosa puoi dirmi? >

< Qualcosa c’è. Si tratta di tre uomini. Uno di loro è il custode Mark Cane. È stato identificato dal fratello. La causa della morte è stata la recisione della carotide: una lamiera gli è saltata direttamente sul collo. Sarebbe morto dissanguato se non ci fosse stato l’incendio. Gli altri due non sono ancora stati identificati, ma uno dei due è morto con due colpi di pistola all’altezza del petto: uno gli ha perforato il polmone destro e l’altro si è incastonato nel ventricolo sinistro. E’ pieno di schegge di vetri e lamiere…. > con una pinza ne estrasse un paio da quelle che in origine era un braccio.

< L’ultimo? > chiese Grissom.

< Bruciato vivo. E’ stato trovato fuori dal negozio, avvolto dalle fiamme. >

< Si può dire che si tratta di due casi. Uno è l’omicidio di questo tizio e l’altro l’esplosione. > concluse Gil.

< Praticamente sì! Devi cercare l’arma del delitto. Recupero i proiettili e li consegno a Greg per le analisi. >

**********

< Sono tutte uguali! Dannazione! > Nick Stokes era quasi sull’orlo della disperazione. Sara continuava a scattare fotografie: ma a cosa? A un ammasso informe di lamiere?

Nel frattempo nel suo ufficio Grissom cercava nella sua rubrica un numero di telefono. Gli serviva aiuto. Esplosioni…non gli piacevano molto, ma ad una persona sì.

L’aveva conosciuta ad un corsa di scarafaggi. Nell’ordinato caos della sala dove si tenevano le gare (anche lui partecipava con tre dei suoi migliori corridori!) era stato riconosciuto da qualcuno.

< Lei è Gil Grissom della Scientifica di Las Vegas! > disse una donna accanto a lui. Grissom si voltò. Non era molto alta. Aveva fianchi ampi. Capelli lunghi neri e mossi e occhi scuri con sfumature verdi. Gil non la conosceva.

< Sì, sono io. Lei chi è? >

< Bella Watson, agente della Scientifica di Dever! Piacere. Ho letto qualche articolo su di lei e anche qualche rapporto. Passione per le corse? >

< Direi di si. Lei invece? >

< Sono qui per accompagnare un mio amico. Gareggia con Scheggia di Fuoco! >

< Ha vinto due gare. > disse entusiasta l’uomo.

< Non è la mia massima aspirazione della vita assistere alla vittoria di uno scarafaggio, ma per gli amici questo ed altro. >

< Ha detto che lavora per la Scientifica? >

< Sì, mi occupo di esplosivi. Ho lavorato anche come artificiere, poi sono passata alle investigazioni e a ricostruzioni di dinamiche e ordigni. Ho lavorato per un po’ a New York, per gli attentati. Il problema del mio lavoro è che riguarda un campo piuttosto specifico: quanti omicidi avvengono su esplosioni? Quanti crimini vengono commessi con questa determinata modalità? Credo di dovermi specializzare in qualche altro campo. In ogni caso le lascio il mio numero: dovesse trovarsi davanti un caso a base esplosiva, può chiamarmi. > la donna estrasse un bigliettino da visita e lo porse all’uomo.

< Perché le piacciono le esplosioni? >

< Beh, ha mai visto un’esplosione al rallentatore? E’ qualcosa di unico…. Ora devo andare: Scheggia di Fuoco ha finito. > disse indicando un ragazzo dall’aria felice che stringeva un barattolo di vetro con uno degli scarafaggi più grossi che avesse mai visto. < E’ stato un piacere! Buona fortuna con i suoi scarafaggi! > e andò via.

Bella Watson. Ecco il suo numero.

**********

Erano le sei del mattino. L’aereo era atterrato in ritardo. Bella aveva preso un taxi ed era arrivata in centrale. La telefonata di Gil Grissom era stata inaspettata e veloce.

< Bella Watson. > aveva detto, rispondendo all’apparecchio.

< Sono Gil Grissom. > una voce sicura le aveva risposto dall’altra parte < La disturbo? >

< No, affatto. A cosa devo l’onore di questa chiamata? >

< Mi aveva detto di chiamarla nel caso avessi avuto tra le mani un caso a base esplosiva. >

< Ne ha uno allora? >

< Sì. Ho parlato con il suo dipartimento e mi hanno concesso il suo aiuto. Le consegneranno la documentazione. Prenda il primo aereo. Ci vediamo in centrale. >

Ed eccola lì con il suo trolley e il fascicolo arrivato via fax. Entrò e si imbatté subito in un individuo curioso: indossava un cappello da cow-boy e cantava la colonna sonora dei California Dream Man. Con balletto annesso. In una mano reggeva un sacchetto sigillato: aveva tutta l’aria di trattarsi di una prova di qualche caso.

< Scusa? > chiese Bella al ragazzo, richiamando la sua attenzione.

< Oh…si? > disse lui, togliendosi il cappello.

< Sto cercando il supervisore Grissom, sai dirmi dov’è? >

< Terzo ufficio a destra. >

< Grazie. >

Ma chi era quel pazzo?! Mah…. A Las Vegas c’erano tipi strani. Arrivò davanti ad una porta con una targhetta metallica con scritto: Gil Grissom. Bussò. Ebbe il permesso di entrare. Non restarono molto in quell’ufficio. In meno di un quarto d’ora erano arrivati sulla scena del crimine.

Qualsiasi oggetto era carbonizzato e galleggiava nell’acqua. Non era il massimo.

< Sono arrivati i pompieri? > chiese a Catherine. Sarebbe stata la donna a seguirla nel caso.

< Sì. L’impianto antincendio è stato danneggiato dall’esplosione e non ha funzionato. La vigilanza del negozio di fronte ha chiamato i soccorsi. Ha provato a spegnere l’incendio, ma non c’è riuscita. >

Bella si guardò intorno. Non era facile ricostruire mentalmente quel luogo: aveva bisogno di foto di prima e dopo “l’incidente”. Inoltre non era molto facile recuperare prove utili per la ricostruzione dell’ordigno utilizzato per l’esplosione. Pompieri, acqua, agenti, CSI: tutti avevano camminato là dentro e compromesso parte delle prove.

< Avete delle foto utili per le ricostruzioni? > chiese a Catherine.

< In ufficio. Stiamo ricostruendo anche l’auto da dove è partita l’esplosione. >

< Fantastico. > ma non la stava ascoltando più: aveva trovato qualcosa di interessante: un timer.

**********

< Questo è un timer? > chiese Greg. (Questo era il nome del cow-boy!)

< Sì. > rispose Bella, rigirandoselo tra le mani e osservandolo con una lente di ingrandimento < Sembra un comune pezzo di plastica, ma per un occhio esperto è facile riconoscere segni di deflagrazione. > e indicò tre punti particolari dell’oggetto. < Nonostante faccia parte di un ordigno è una delle componenti che può restare intatta. In questo caso è riuscito a conservarsi molto bene anche se la temperatura raggiunta dall’ambiente è stata molto alta. >

Osservandolo bene si notavano ancora quattro attacchi per i cavi di collegamento tra il timer e il detonatore. Recuperò alcuni campioni e chiese a Greg di analizzarli.

Nel frattempo guardava le foto dell’autosalone. Una stanza molto ampia con una macchina che dava sull’immensa vetrata ad angolo, due disposte a spina di pesce sul lato destro ai lati di una porta e una infondo, all’angolo sinistro. A sinistra dell’ultima auto c’era una porta che dava su un lungo corridoio che portava all’ufficio del proprietario, alla toilette e al ripostiglio delle scope e all’ufficio del custode. In effetti l’ufficio del custode era lontano dall’esposizione dove era avvenuta l’esplosione e non era stato danneggiato, ma ancora più strano era che l’unica entrata dell’autosalone si trovava dalla parte opposta del locale che comprendeva tutto il piano terra dell’isolato. Dall’entrata principale all’ufficio di Cane c’erano più di trecento metri. Si poteva percorrere quella distanza di corsa in meno di un minuto per fermare qualunque intrusione. Perché i due cadaveri sconosciuti erano riusciti ad arrivare nell’ultima sala? O il custode dormiva e si era reso conto dell’intrusione troppo tardi o li conosceva.

< Uno lo conosceva > disse Catherine, come se avesse letto nel pensiero di Bella < Era il figlio del proprietario, il suo nome è Phil Callaghan. È stato riconosciuto da suo padre. > porse alla donna una fotografia di un ragazzo di venticinque anni.

< Questo nome a quale cadavere corrisponde? >

< A quello che si trovava sul marciapiede. >

< Quindi, a rigor di logica, è stato lui a sparare. L’arma del delitto? >

< La troveremo presto. > Gil Grissom era appena entrato. < Ho qui le analisi di Greg sul timer. >

Bella prese i risultati.

< Diazodinitrofenolo, ciclonite e materiale plastico. >

< Esplosivo al plastico. > disse la Willows.

< Il diazodinitrofenolo è una sostanza utilizzata come detonatore negli esplosivi insensibili. L’ordigno è stato creato da un professionista. > dichiarò Bella.

**********

Esplosivo al plastico, un timer, un detonatore e tutto ciò in un autosalone della BMW. Per puro caso tre uomini vengono coinvolti nell’esplosione. Il custode, Mark Cane, non sarebbe morto se non fosse corso nella sala espositiva. Cosa ci faceva di notte in quel posto il figlio del proprietario? E chi era il terzo cadavere?

< L’esplosivo è stato piazzato da qualcuno che aveva accesso all’autosalone a qualunque ora del giorno e della notte. > Bella era nell’ufficio di Grissom.

< Sei stata da Nick? > erano due giorni che lavoravano al caso ed erano giunti tutti a darsi del tu, per praticità.

< Sì. Ha scoperto che l’esplosivo era stato piazzato sotto il serbatoio della BMW M6. Aveva il pieno. Anche le altre auto avevano benzina nel serbatoio. Ci sono state tre esplosioni. La prima, più forte, della bomba e della prima auto e subito dopo le altre due, quando sono state raggiunte dal fuoco. Non me n’ero accorta all’inizio perché il salone era invaso da detriti e acqua: le tre esplosioni hanno lasciato il loro segno nel pavimento. I muri non sono stati d’aiuto. >

< Ho controllato i conti del signor Callaghan e ha trasferito quarantamila dollari sul conto di un certo Kavin Nelson. Ex artificiere. >

< Questo non basta come prova per accusarlo. E’ ovvio che è stato Callaghan a commissionare la bomba e ad innescarla: se fosse stato il custode non sarebbe mai entrato in quella stanza sapendo dell’esplosivo. E nemmeno il figlio sarebbe stato così stupido. Il problema è che non abbiamo impronte: l’acqua e il fuoco hanno cancellato questo genere di prove. >

< Lo so. Abbiamo un’altra novità in questo caso: sono sparite alcune registrazioni delle telecamere a circuito chiuso: sia quelle della notte del caso, sia quelle di due giorni prima. L’unica finestra aperta del piano terra era quella dell’ufficio di Cane. Probabilmente la teneva aperta per il fumo delle sigarette. Qualcuno è entrato da lì. Forse so chi è stato. >

Con un mandato di perquisizione Grissom, Bella e Catherine bussarono alla porta di casa Callaghan.

< Cosa posso fare per voi? > disse Alan Callaghan, schiudendo appena la porta.

< Abbiamo un mandato per perquisire casa sua. > dichiarò Gil serafico, mostrando il foglio firmato dal tribunale.

< Perché? > il signor Callaghan continuava a tenere la porta socchiusa.

< Mancano alcuni nastri del circuito chiuso dell’autosalone. Vogliamo cercarli qui. Non può opporsi. > Alan cedette e Grissom spalancò la porta.

L’interno era alquanto in disordine, come se il signor Callaghan si fosse lasciato andare, come se fosse in crisi. Cartacce, lattine, mozziconi di sigarette. Sparsi qua e là c’erano fogli di stampante. Bella ne lesse uno: tritolo, detonatori, comando a distanza. Parole chiave per un’esperta di esplosivi. Per rincarare la dose trovò la copia di una polizza furto e incendio. Erano le condizioni del contratto.

Nel frattempo Catherine aveva perquisito il primo piano e aveva trovato due valigie pronte. Le aprì e dentro una di esse trovò grande quantità di soldi liquidi e una cassetta di sicurezza. Tornò di sotto.

< Grissom! Guarda. > Bella mostrò il materiale che aveva trovato. I due si scambiarono uno sguardo eloquente.

< Signor Callaghan > a parlare era stata la Willows, appena giunta in cucina < ha intenzione di andare da qualche parte? Ho trovato due valigie di sopra, ma questa più piccola è molto interessante. > e posò sul tavolo una ventiquattrore nera. All’interno il denaro e la cassetta di sicurezza. < Vorrei la chiave di questa. >

Il signor Callaghan era sbiancato alla vista della cassetta metallica.

< Ci segua in centrale. > Grissom fu esplicito.

**********

< Avevo perso molto al tavolo da gioco. Avevo grossi debiti. > Brass stava interrogando Alan Callaghan. In realtà non fece molta fatica a convincerlo a confessare. L’uomo era provato per la morte del figlio e quella del custode. In fin dei conti il suo obiettivo era quello di recuperare abbastanza denaro per pagare i creditori, sfruttando l’assicurazione sulla sua attività. Non aveva previsto che suo figlio potesse recarsi lì. Aveva pagato qualcuno affinché gli confezionasse un ordigno a timer. Da quella piccola catastrofe avrebbe ricavato un milione mezzo di dollari. Dopo la morte del figlio, però, aveva deciso di lasciare tutto e scappare in Messico. Non aveva più nulla.

< Quasi quasi mi dispiace per lui. > disse Bella dietro il falso specchio della stanza degli interrogatori.

< A me no. > Catherine fu più dura < La truffa la fa da padrone qui a Las Vegas. Non parlo solo del gioco d’azzardo e dei casinò. Ha ucciso due persone, involontariamente, ma l’ha fatto. E tutto per denaro. >

< Capisco. Ora resta un problema. >

< L’arma utilizzata per far fuori il terzo uomo. L’ultimo tassello. >

Entrambe le donne si recarono da Grissom.

< Ecco qui > disse l’uomo mostrando loro una semiautomatica < Era finita in un tombino. Era incastrata tra le grate e Sara l’ha recuperata. I proiettili sono partiti da qui. Greg ha verificato per noi. >

< Sappiamo chi è la terza vittima? > chiese Bella

< Affermativo. È stato identificato: Mattew Johnson, partner di Phil. La pistola è registrata a suo nome. La loro relazione era finita qualche settimana prima, ma Mattew continuava a perseguitare Phil affinché tornassero insieme e gli restituisse un bracciale che aveva regalato al suo fidanzato. Il bracciale era nella cassaforte dell’autosalone. Dalle cassette delle telecamere a circuito chiuso si può vedere che hanno avuto una colluttazione appena giunti nell’ultima sala e Mattew ha tirato fuori la pistola. Phil è riuscito a disarmarlo, poi, in un moto di rabbia, ha raccolto l’arma e ha sparato. Il custode ha assistito alla scena ed è corso per fermarli. >

< E qui entra in scena l’esplosione. > continuò Bella. Grissom annuì.

< E’ stato anche accertato che a sistemare l’ordigno è stato Alan Callaghan? > chiese la Willows.

< Sulle cassette non c’è. Ha distrutto il nastro. > rispose Grissom.

< Perché non ha distrutto anche l’altra cassetta? > chiese Catherine.

< Perché c’erano le ultime immagini di suo figlio. Ha potuto vedere il modo orrendo in cui è morto e incolparsi per i propri errori. > comprese Bella.

**********

Il caso era stato risolto. Erano ormai le dieci di sera. Bella Watson era nel parcheggio della centrale e attendeva il suo taxi. Le era piaciuto lavorare con quella squadra. Era entrata subito in sintonia con Catherine: una donna splendida. Greg era un mezzo matto, ma bravo nel suo lavoro. Nick l’aveva visto di rado e non sapeva cosa pensare di lui. Poi c’era Grissom: non aveva mai visto un supervisore con tanta passione per il proprio lavoro.

< Vai via? > una voce alle sue spalle la fece voltare. Era Gil.

< Sì. Ormai ho finito. E’ stato molto bello lavorare con voi. > disse sorridendo.

< Anche per me è stato un piacere. Quando ti ho incontrata non ho creduto ad una parola di quello che avevi detto. > Bella era allibita. Ma come? < Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che eri tra gli esperti più quotati in campo di esplosivi. >

< Non è molto gentile da parte tua! La tua mancanza di fiducia è disarmante. >

< Sono un uomo sincero. >

< Adesso si dice così, eh? Beh, ora devo andare. >

Si strinsero la mano.

Bella Watson si avviò verso il taxi che l’avrebbe portata all’aeroporto. Forse, un giorno, avrebbe chiesto un trasferimento.

Fine

Lady Snape

   
 
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