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Autore: _YouKnowWho_    30/01/2012    4 recensioni
Storia su George dopo la battaglia di Hogwarts e la morte di Fred.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Era tutto finito.
Lui, Fred, non c’era più ed io, George, ero ancora lì, vivo… e solo.
La vittoria nella guerra contro Colui-che-non-doveva-essere-nominato non mi aveva minimamente dato felicità e soddisfazione. Ormai niente, senza di lui, riusciva a farmi tornare il sorriso, quel sorriso che prima, quando c’era lui non scompariva mai.
Per una settimana dopo la battaglia e la sua morte rimasi chiuso in casa, senza voler vedere nessuno e evitando gli specchi. Il negozio fu chiuso e dimenticato ed ero certo che sarebbe rimasto così per sempre. Senza lui non sarei più riuscito a creare nuove invenzioni, a ridere e a far ridere.
Ero diventato un fantasma nella realtà.
Nell’appartamento sopra il negozio dove ormai ero solo tutto mi ricordava lui e il dolore non mi dava pace. Così decisi di allontanarmi da lì, da quel luogo pieno di ricordi e di oggetti che gli erano appartenuti.
Avevo appena chiuso la porta quando sentii pronunciare il mio nome da una voce familiare, che, però, mi sembrò lontana, come se fosse un’eco. Mi ritrovai davanti Ron, mio fratello minore, con il suo miglior amico, Harry, ed entrambi mi guardavano spaventati.
Non dovevo avere un bell’aspetto dopo sette giorni durante i quali non mi ero lavato e non avevo assunto niente che non fosse acqua. La fame era scomparsa, come quasi tutte le altre necessità, in quanto le uniche cose che mi riempivano e che percepivo erano la solitudine e il dolore per la perdita di Fred.
Il mio gemello, il mio complice, il mio amico, il mio tutto.
Dopo la sua morte nulla aveva più un senso.
Ron corse verso di me e mi abbracciò, ma non percepii il calore di quell’abbraccio.
Ero insensibile.
Non mi chiesero come stessi, perché lo sapevano, dovevano immaginarlo. Fui riaccompagnato dentro casa, perché non diedi resistenza, e i ricordi ricominciarono a tormentarmi. Ron si mise ai fornelli, perché aveva capito che non mangiavo da giorni, ma dopo un po’ non vidi più lui. Vedevo Fred che, come ogni mattina, preparava uova e bacon.
Harry, invece, si sedette accanto a me e iniziò a parlare.
«George» cominciò per attirare la mia attenzione.
Io mi voltai verso di lui, fingendo, per quanto riuscissi, di essere attento. Cercavo una distrazione, anche se temporanea.
«George, devi reagire» disse Harry. «Non dico di superarla e dimenticare, ma di andare avanti! Fred non avrebbe mai voluto che ti riducessi così e lo sai».
Al nome di Fred distolsi lo sguardo e sentii le lacrime che mi riempivano gli occhi. Ora che c’era qualcuno con me dovevo sfogarmi e mi resi solo allora conto di quanto fossi stato realmente solo in quei giorni.
«Non potremo mai sapere cosa avrebbe voluto» dissi con tono secco.
Mi meravigliai della mia voce, nel sentirla dopo tutti quei giorni di silenzio.
«In effetti ci sarebbe un modo» commentò Harry, bisbigliando a se stesso, con la volontà che ascoltasse anche e solo Ron, ma anche io avevo sentito le sue parole. Mi alzai in piedi così in fretta che feci cadere la sedia.
«Cosa hai detto?» urlai. «C’è un modo per vederlo ancora?»
Io ci avevo pensato, avevo provato a trovare una soluzione. L’unica più plausibile era che Fred tornasse come fantasma, ma era più che sicuro che non l’avesse fatto. A cosa non avevo pensato?
Harry rimase apparentemente calmo dopo la mia reazione, mentre Ron si girò di scatto per osservarmi, facendo bruciare ciò che stava cucinando. Nessuno dei due rispose.
«Harry, se c’è un modo per rivederlo, per parlargli un ultima volta, devi dirmelo!» insistetti.
Mio fratello e Harry si guardarono e Ron scosse la testa, ma Harry, con un sospiro, si voltò e iniziò a parlare.
Mi raccontò dei Doni della Morte e della pietra della resurrezione. Vidi davanti a me una lieve speranza e mi feci spiegare da un riluttante Harry dove l’aveva fatta cadere durante l’ultima visita nella foresta, mentre andava verso il suo destino. Poi corsi in bagno, mi diedi una sistemata, mi lavai e corsi in camera per cambiarmi, mentre Ron mi inseguiva ovunque, chiedendomi di abbandonare l’idea che mi riempiva ormai la testa.
Ritrovare la pietra e parlare con Fred.
Quando fui pronto presi la bacchetta e senza aspettarli feci un giro su me stesso e con un crac mi smaterializzai. Spuntai a Hogsmeade e con passo veloce mi avviai verso Hogwarts. Raggiunti i cancelli vidi il castello che era in fase di ricostruzione, ma non mi avvicinai alla struttura, continuando a seguire il limitare della foresta. Quando ebbi raggiunto il sentiero lo presi e mi immersi tra gli alberi. Dopo aver camminato per una decina di minuti uscii dal sentiero e continuai ad andare avanti fino a quando non raggiunsi una radura. Davanti a me un grande albero aveva ai suoi piedi una corda e tutt’attorno le piante erano spezzate, mentre il terreno era lievemente smosso.
Doveva essere lì.
Mi misi a cercare e dopo poco vidi qualcosa riflettere la luce della mia bacchetta. Mi accovacciai e presi in mano quell’oggetto. Era una piccola pietra, che sembrava scalfita, ma guardandola attentamente si notava, sotto un taglio, un simbolo che sembrava un occhio. Feci un profondo respiro, continuando ad osservare la pietra, prima di farla girare tre volte nel palmo, chiudendo gli occhi e pensando a lui. A Fred. Riaprii gli occhi e sussultai, quando vidi che davanti a me era comparso il mio gemello.
Fred era davanti a me e mi sorrideva.
Corsi verso di lui, per abbracciarlo, ma il contatto non avvenne. Non era corporeo, sebbene sembrasse molto di più di un fantasma così superai la sua figura. Mi voltai e lo riguardai. Ora il suo sorriso era triste.
«Georgie» mormorò. «Ti ho osservato sai? Harry ha ragione. Non voglio vederti in queste condizioni» disse.
Mi voltai, con le lacrime di nuovo agli occhi.
«NON VUOI? NON VUOI?!?» urlai. «IO NON VOGLIO CHE TU SIA MORTO!» dissi con quanto fiato avevo. «Mi hai lasciato solo. So che non volevi, ma lo hai fatto!»
«… Non volevo, hai ragione» m’interruppe Fred, con tono fermo. «Ma è successo. Ora George, devi continuare a vivere. Torna ad essere quello di un tempo. Fammi vivere in te».
Rimasi in silenzio, cercando di smettere di piangere. Poi guardai Fred dritto negli occhi e mi sorrise.
«Lascia andare la pietra» mi disse.
«Non voglio che tu te ne vada» bisbigliai, con voce strozzata.
«Io scomparirò alla tua vista, ma non ti lascerò mai» ribadì.
Si avvicinò a me, fece per prendere la mia mano e percepii una piccola sensazione di benessere, come se lui fosse veramente con me.
«Lasciala andare. Torna da mamma e dagli altri… Va’» continuò a dire, allontanandosi.
Quando indietreggiò percepii il suo allontanamento e sempre sarebbe stato così.
No, non sarei mai riuscito a vivere senza Fred.
Alzai lentamente la bacchetta, ancora illuminata e la puntai verso di me. Un’espressione di terrore riempì il volto di Fred, mentre io pronunciavo l’incantesimo Sectusempra. Il mio corpo si ritrovò pieno di cicatrici, sentivo la mia pelle che si lacerava, ma non percepivo il dolore. Presto mi sentii cadere a terra, mentre la mia mente era certa solo della stretta attorno alla mano per evitare che la pietra cadesse e smettessi di vedere Fred. In lontananza sentii voci che mi chiamavano, ma erano confuse. Improvvisamente mi sentii meglio e riuscii ad alzarmi. Ma mi lasciai indietro il corpo.
Anche io, George Weasley, ero morto.
Potevo finalmente essere di nuovo con Fred. 

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Spazio dell'autrice:
Questa FF è nata durante una lezione di fisica, mentre la prof interrogava. Ho iniziato a ripensare alla scelta della Row e mi sono chiesta "E se George non avesse reagito alla morte di Fred?" e questa storia ha preso subito forma.
:( 
Spero vi sia piaciuta e sono curiosa di sapere cosa ne pensate con le vostre recensioni, se vi va di lasciarne una <3
Grazie per averla letta...

  
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