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Autore: londra555    31/01/2012    9 recensioni
Universo parallelo. Questa volta Santana non ha problemi ad accettarsi. Cosa succede se chi si nasconde è Brittany?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 19

Kurt bussò alla porta di Santana cercando di mantenersi serio. Quando la ragazza aprì la porta con espressione infastidita lui entrò nella stanza.
-Cosa ci fai ancora in pigiama? Ti ho mandato un messaggio un'ora fa! Dovresti essere già pronta.
-No, perché ti ho risposto dicendo che voglio solo stare sotto le coperte ad aspettare che arrivi la primavera.
-Andiamo! Dave è tornato a Lima per un paio di giorni e oggi è sabato! Non puoi lasciarmi solo! Usciamo!
-A proposito mi spieghi quelle occhiaie? Non hai dormito ieri notte? E se Dave non c'è vuol dire che tu sei stato con qualcun altro! Oddio lo tradisci! Non te lo perdonerò mai!
-No...cosa? No! Ma come ti viene in mente! Prima di tutto Dave è partito stamattina e dovresti saperlo visto che ieri eri con noi! Mi hanno svegliato dei...compagni di corso ieri notte! E poi non sono riuscito a riprendere sonno!
Santana lo guardò storto.
-Compagni di corso?
-Vai a cambiarti! Ne parliamo dopo!
La ragazza si diresse verso il bagno sbuffando rumorosamente. Uscì dopo diverso tempo sempre con quell'espressione infastidita dipinta in volto. Lui le sorrise guadagnandosi un'occhiataccia.
-Andiamo Kurt.
-Ok, fammi mandare questo messaggio! Fatto! Andiamo!
Camminarono lentamente godendosi i raggi di un pallido sole di quell'inverno particolarmente clemente. Kurt la informò che aveva prenotato un tavolo in un piccolo ristorante indiano nei pressi dell'Athletic Park. Non era certo una delle zone di quella cittadina che Santana preferisse, ma quel locale era abbastanza famoso e l'amico ne aveva parlato così bene da riuscire a risvegliare, almeno in parte, la sua curiosità.
-Non mi chiedi niente? - chiese Santana infastidita mentre guardava l'amico più concentrato sul suo piatto che su di lei.
-Scusa? - chiese Kurt stupito.
-Fammi capire, ieri mi avete trascinato da Brittany e adesso non mi chiedi niente? Pensavo volessi sapere cos'era successo!
-Naturalmente! Ma sai volevo che fossi tu stessa a parlare quando ti fossi sentita pronta.
Un sopracciglio di Santana scattò verso l'alto.
-E da quando aspetti che io sia pronta a parlare di una cosa invece che fare milioni di domande sinché non cedo per esasperazione!
-Va bene! Cos'è successo ieri?
-Non sono sicura di volerne parlare!
Kurt sollevò gli occhi al cielo.
-Andiamo San!
-Va bene! Non c'era!
-Oh! Mi dispiace - le rispose cercando di non sorridere.
-Si, bene, è evidente che debba andare così.
Fece una pausa giocando con il riso che aveva nel piatto, poi sollevò la testa di scatto.
-Aspetta! Non mi chiedi nient'altro?
-Certo! Voglio dire hai provato a chiamarla?
Santana socchiuse gli occhi.
-No, ho trovato una sua compagna di corso e mi ha detto che è andata a Charlotte, dal fidanzato! Con i genitori! A quest'ora saranno sposati e tornerà con due bambini!
-In due giorni? Ma non puoi sapere perché è andata li! Magari voleva parlargli per mettere ordine nei suoi sentimenti e...
-Certo che idea credibile! Ha messo in ordine i suoi sentimenti e ha deciso che una bella cena familiare era il momento migliore per dirgli che lo lascia per stare con me!
Kurt non trattenne un sorriso e finse di bere sperando che non se ne fosse accorta.
-Cosa diavolo hai da ridere oggi? Insomma un poco di solidarietà!
-E' che sei così carina innamorata!
Santana sbuffò infastidita.
-Si figuriamoci! - poi fece una pausa come ricordando qualcosa -Sai, qualche tempo fa mi ha detto che era innamorata di me.
-Cosa? Quando?
-Poco prima di tornare a Lima per quella breve vacanza. Quando avevo il cellulare spento e voi due per poco non chiamate la guardia nazionale e l'esercito.
-San, eri sparita e non avevamo tue notizie! Comunque non me l'avevi detto!
-Sono tornata in camera dopo aver bevuto un po'... beh dopo aver bevuto tanto. E lei era li che mi aspettava con gli occhi rossi e un espressione di panico che mi ha spezzato il cuore. E poi, non so nemmeno bene com'è successo! Mi ha detto che non capiva come non potessi sapere che lei era innamorata di me.
-E tu cos'hai fatto?
-Niente! Cioè lei ha cercato di scappare via e io l'ho trattenuta con me. Le ho detto di non preoccuparsi per quello che aveva detto, alla fine erano solo parole dette in un momento di panico. E poi non volevo andasse via. Sai alla fine se ci pensi non è solo lei quella che ha paura. Io mi sono sempre accontentata di quel poco che poteva offrirmi, non ho mai avuto il coraggio di spingermi un po' più in la. Di fare qualcosa per provare a prenderla davvero. Avevo sempre troppa paura di poter perdere anche quelle briciole che mi dava.
Si voltò per guardarlo, sospirò con rassegnazione.
-E forse in fondo non ho mai creduto che mi amasse davvero! E anche a Lima, io l'ho abbandonata perché era più facile, perché non volevo affrontare quella situazione. Quando ho parlato con Quinn, non sono andata da lei. Mi avete dovuto trascinare voi con la forza. Se ci pensi chi è stata la più codarda?
-San, ascolta. Non so perché vuoi definirti codarda. Non ti capisco. Non credo che sia solo questione di coraggio. A volte è questione di momenti. Non era ancora il momento opportuno, forse dovevate viverle quelle cose per trasformarvi nelle persone che siete adesso. Pensaci, nonostante tutto siete ancora vicine, nonostante tutte le incomprensioni, le difficoltà, le incoerenze voi semplicemente siete ancora innamorate. E questo qualcosa vorrà pur dire.
-Il tuo ottimismo è nauseante! Il momento giusto non arriverà mai. Senti, ti dispiace se torno al campus. Ho bisogno di buttarmi a letto.
Kurt scattò in piedi prendendo il cellulare e facendo sobbalzare di sorpresa l'amica.
-No! - praticamente urlò.
-Come no?
-Facciamo un giro per il parco prima! Per favore! Non voglio tornare al campus, ancora.
-Un giro per l'Athletic Park? Per favore no! A quest'ora di sabato è pieno di gente che corre e corre e io voglio il mio letto e non è un immagine che mi possa tirar su di morale!
-Ti sto offrendo il pranzo! Come minimo mi devi una passeggiata!
Santana sollevò gli occhi al cielo sbuffando.
Kurt sorrise, sapeva di aver vinto.
Arrivarono al parco e si trovarono davanti la situazione che aveva descritto Santana poco prima, fecero pochi metri in direzione di un piccolo bar all'aria aperta dove prendere un caffè ma poco prima di raggiungerlo Kurt ricevette un messaggio al cellulare e sorrise.
-San, ho cambiato idea! Torniamo al campus?
-Cosa?
-Si, andiamo!
-Aspetta! Hai ricevuto un messaggio, sorridi con la stessa espressione ebete del tuo fratellastro e vuoi ritornare al campus improvvisamente! Avanti chi è?
-Chi è chi?
-Con chi tradisci Dave? Non posso crederci! Lui ti ama non puoi fargli questo! Davvero Kurt lo sai che sono tua amica, non posso permetterti di fare questo errore! Non puoi farlo per un capriccio! Chi è, qualcuno del teatro?
-No!
-Non sarà quel professore di improvvisazione con quegli occhi grigi?
-No!
-Magari è qualcuno esterno alla Duke!
-No, vuol dire che non lo tradisco!
-Come hai potuto Kurt! Dave non ti perdonerà mai! Non è quel ragazzo che lavora nella caffetteria del campus vero? Perché è carino ma sembra davvero che abbia la personalità di un attaccapanni!
Kurt sbuffò infastidito aumentando il passo mentre Santana lo seguiva da vicino continuando a nominare possibili amanti. E così andò avanti finché non si trovarono davanti all'edificio dove si trovavano i dormitori e un esasperato Kurt riuscì a liberarsi dell'amica che continuava il suo sermone su quanto Dave non si meritasse di essere trattato in quel modo.
Santana lo vide andare via preoccupata, poi si voltò e salì le scale per arrivare nella sua stanza. Sarebbe finalmente potuta entrare in letargo e dimenticarsi del mondo.




Santana salì le scale a due a due, arrivò davanti alla porta e prese le chiavi sospirando. Aprì e fece un passo per entrare. Si fermò di colpo con la bocca spalancata e tornò fuori. Controllò il numero della stanza e si accorse che effettivamente era la sua. La riaprì di nuovo e si guardò intorno preoccupata. La stanza era immersa nella semioscurità con la finestra socchiusa ed era illuminata dalla luce calda di molte candele. Si avvicinò alla scrivania sfiorando appena il mazzo di fiori che riposava al lato di un cestino di ghiaccio con una bottiglia alla ricerca di un biglietto o qualunque altro indizio. Ma non trovò niente. Si voltò incuriosita accorgendosi che evidentemente non c'era nessun altro in quella stanza, a meno che non fosse nascosto sotto il letto. Fu quasi tentata di controllare ma poi si accorse che l'idea era ridicola e lasciò perdere. Quando sentì bussare alla porta fece uno scatto per aprire e si trovò davanti Brittany con un sorriso timido disegnato nel viso. La guardò a bocca aperta per diverso tempo senza dire niente.
-Posso entrare? - chiese alla fine la bionda senza riuscire a guardarla negli occhi.
Santana si riscosse e si fece da parte per lasciarle spazio.
-Qualcosa mi dice che eri qui sino a poco fa.
Il sorriso di Brittany si fece un po' più sicuro.
-Come sei entrata? - chiese Santana incuriosita dalla situazione.
-Kurt. Ieri notte mi ha lasciato le chiavi della tua stanza che ha in caso di emergenza.
-Kurt sapeva che eri qui?
Brittany si strinse nelle spalle.
-Certo.
-Ieri sono venuta a parlare con te ma non c'eri. Per caso ho incontrato una tua compagna di corso che mi ha detto che eri da Josh per una cena con i tuoi genitori.
Cercò di contenersi ma era sicura che anche le pareti si fossero accorte del tono geloso con cui aveva pronunciato quella frase. Si morse il labbro cercando di ricordare che pochi giorni prima era stata lei a rompere qualunque tipo di relazione ci fosse tra loro.
-Si, sono venuta a parlarti proprio di quello.
Santana si voltò per non guardarla stringendo i pugni. Non capiva perché fosse li. Insomma era stata a cena con la sua famiglia felice e non le doveva più nessuna spiegazione, ammesso che mai le avesse dovuto qualcosa.
-Non sono sicura di volerti ascoltare.
-Mia madre voleva festeggiare il fatto che è riuscita ad ottenere una data per sposarci alla fine di agosto.
Santana sentì chiaramente il cuore che si stringeva dolorosamente. Perché lo stava raccontando a lei? E perché aveva creato quell'atmosfera nella sua stanza? Poi capì, voleva portarla a letto per l'ultima volta. Ma questa volta non l'avrebbe lasciata vincere. Il trucco stava nel cercare di non guardarla.
-Congratulazioni - disse con una voce che non aveva mai sentito.
-Non vuoi sapere cos'è successo?
-Non credo, ho sempre odiato i finali felici. E vissero tutti felici e contenti. Adesso se per favore vai via io credo che andrò a cercare Kurt.
-Ho detto di no.
-Si ho capito! Ti sposi, adesso davvero non so se ti aspettassi che le candele e i fiori e la bottiglia rendessero la notizia piacevole! Ma no! Non è così quindi se vuoi scusarmi e puoi lasciarmi sola.
-Ho detto a mia madre che non posso sposarlo perché amo un'altra persona.
-Va bene, come te lo devo dire? Congratulazioni, spero che tu e Josh siate felici!
Brittany sollevò gli occhi al cielo esasperata, era evidente che non stesse ascoltando una sola parola. Fece due passi per portarsi davanti a lei e le prese il volto tra le mani costringendola a guardarla. Vide che aveva gli occhi lucidi.
-San, per favore mi puoi ascoltare?
-Ti sto ascoltando! Matrimonio, Josh, agosto! Vedi? Non mi sono persa nessun concetto!
-Gli ho detto di no! Ho detto a Josh e ai miei genitori che non posso sposarlo perché sono innamorata di un'altra persona!
Santana aprì la bocca per rispondere, poi la richiuse.
-Oh... - sussurrò alla fine.
-Mi dispiace, San.
-Cosa? Per cosa?
-Per averti fatto soffrire, per aver fatto soffrire tante persone e per non aver avuto il coraggio di farlo prima.
-Fare prima cosa?
Brittany sorrise.
-Ti amo, San. Credo di essermi innamorata di te dal primo istante in cui ti ho vista.
Santana spalancò la bocca. A quello non aveva proprio pensato. A meno che non avesse capito male. Si guardò intorno.
-Potresti ripetere?
-Cosa? - sorrise Brittany – Che ti amo o che credo di averlo sempre saputo?
Santana sorrise.
-Hai fatto tutto questo per farmi una dichiarazione?
-No! Ho fatto tutto questo per invitarti a uscire con me! Se tu vuoi, ovviamente.
Santana la guardò negli occhi tornando seria e si avvicinò lentamente fino sfiorarle le labbra con le sue.
-Britt? - le sussurrò a un millimetro.
-Si?
-Ti amo anche io. Dal primo momento. Da quello stupido colpo di fulmine!
Brittany sorrise sulle sue labbra.
-Tu sei stata la mia tempesta.

Brittany camminava al fianco di Quinn parlando con entusiasmo. Era il primo giorno di scuola al McKinley e non riusciva a tenere sotto controllo tutta l'adrenalina che le scorreva nelle vene. Quinn la guardava con un mezzo sorriso divertito.
-Finalmente! Finalmente!
-Brit vuoi calmarti?
-Ma ti rendi conto! Siamo al liceo! Entreremo nella squadra di cheerleader più forte della nazione! Voglio che diventiamo co-capitane entro il prossimo anno e...
-Frena, frena! Non ti sembra di correre un po' troppo con la fantasia! Dobbiamo prima entrare e conosci la fama dell'allenatrice!
-Non dire così Quinn! Ho pianificato tutto! Ci siamo allenate duramente da quando abbiamo imparato a camminare! Non c'è nessuno come noi!
-Oh si tu hai pianificato tutto! - sorrise Quinn – E sentiamo cos'altro faremo?
-Facile, diventeremo popolari e avremmo tutti i ragazzi per noi! Poi, dopo il liceo andremo a New York insieme! Tu studierai fotografia e io andrò all'accademia di danza moderna, credo alla Ailey! Naturalmente io starò con il mio fidanzato che conoscerò al liceo! Ci sposeremo a Lima per la gioia di mia madre. Tu invece ci metterai un po' più tempo per trovare quello giusto, magari quando sarai all'università!
Quinn la guardò sollevando un sopracciglio con aria interrogativa.
-Non stai dimenticando qualcosa?
-Non credo! Cosa sto dimenticando secondo te?
Quinn fece una strana espressione mentre percorrevano il corridoio verso la segreteria per avere i loro orari.
-La tempesta – sussurrò.
-Cosa? - chiese con espressione confusa.
Era così concentrata in quella conversazione che non si accorse di una ragazza che proveniva in direzione contraria con gli occhi fissi in un foglio di carta. Lo scontro fu inevitabile. Brittany si inginocchiò immediatamente per aiutarla a raccogliere tutte le cose che si erano sparpagliate al suolo. Allungò la mano per restituire un libro all'altra ragazza che lo prese sfiorando la sua mano. Allora sollevò lo sguardo e si trovò a fissare con la bocca spalancata due occhi scuri. Il suo sguardo vagò per quel viso e Brittany deglutì a fatica.
L'altra ragazza, con un accenno di sorriso, lentamente spostò lo sguardo verso le loro mani ancora a contatto. La bionda fece lo stesso e allontanò la sua di scatto, come se avesse toccato qualcosa che scottasse.
-Scusa, stavo guardando il mio orario. Non ti avevo vista. Mi chiamo Santana.
Brittany la guardò ancora per qualche secondo prima di indurire la sua espressione ed alzarsi di colpo.
-Non ti ho chiesto come ti chiami! E, a essere sinceri, nemmeno mi interessa.
Quinn sollevò un sopracciglio stupita dal comportamento della sua amica, la conosceva da sempre e non l'aveva mai vista essere scortese con nessuno. Vide Santana fare un piccolo movimento della testa come se avesse appena ricevuto uno schiaffo. Incredibilmente le venne da sorridere, aveva una strana sensazione, come il germe di un sospetto che, ancora non lo sapeva, sarebbe cresciuto nel corso di quegli anni. Brittany si allontanò quasi di corsa, lei rivolse un sorriso amichevole a quella ragazza.
-Io sono Quinn. Credo che ci rivedremo, Santana – sussurrò mentre le passava al lato.
Raggiunse a fatica Brittany che camminava veloce poco più avanti. La guardò con la coda dell'occhio. Sembrava scossa. Quinn sorrise.
-La tempesta – disse di nuovo.
-Eh, cosa? - chiese Brittany spaesata.
-Prima ti stavo parlando del fattore che non hai considerato nella tua pianificazione.
-Non ti seguo.
-Prima o poi, nella vita arriva una tempesta. Non puoi sapere quando, non puoi sapere se sarà una persona o un avvenimento. Ma posso dirti che dopo la tempesta niente sarà uguale.
-A me non succederà – borbottò in risposta.
Quinn la guardò per un attimo, il suo sorriso si allargò appena.
-Potrebbe essere già successo.


FINE
Note finali: ecco a voi l'ultimo e definitivo capitolo. Vorrei veramente ringraziare tutte le persone che hanno seguito la storia e a tutti coloro che hanno trovato un minuto (e spesso molti di più!!!) per lasciarmi due parole! Un abbraccio a tutti.
Ultimissima cosa: la tempesta.... http://www.youtube.com/watch?v=jUjI0RY-CEI
  
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