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Autore: Amaya_Write    31/01/2012    0 recensioni
Non sono quel tipo di ragazza di cui i ragazzi s'innamorano.
Guardami, te ne rendi conto?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Thanks, Harry.
Un rumore assordante mi rimbombava nella testa, era un ambulanza; mi trovavo su un lettino e respiravo grazie ad un apparecchio, per non parlare delle fitte allo stomaco, ma cosa era successo? Perché mi trovavo su quell’ambulanza? La risposta la trovai poco dopo. Arrivammo davanti l’ospedale migliore di Playmuth, due ragazzi, di circa vent’anni l’uno presumo, ma non ne ero poi cosi convinta dato che la mia vista era appannata. Quei due ragazzi, scesero di peso il lettino su cui ero posta per portarmi in una sala dalle pareti imbiancate. Li dentro, ci trovai un’infermiera, ed anche un ragazzo, che flirtava con quella povera infermiera che pareva avere almeno cinque anni più di lui. Era un moro, riccio con occhi verdi che ti lasciavano senza fiato. L’infermiera si trovò da me seguita a ruota dal moro, feci finta di non vederlo, ed iniziai a parlare con lei.
‘ Mi scusi, potrebbe dirmi perché sono qui? Vede, ricordo solo l’ambulanza. ‘ chiesi educatamente.
‘ Ehi, ciao. A quanto pare il cavallo si è imbizzarrito e tu, sei caduta, poi un altro cavallo ti ha travolta picchiando forte sui polmoni e sulla milza.’ Rispose lei cordialmente.
‘ Oh, già, ricordo. La gara si, Cobalt si è imbizzarrito, e tutti gli altri cavalli lo hanno seguito, solo che, gli altri fantini, non sono stati colpiti. ‘ gli dissi io. Il moro guardava sempre più sbalordito.
L’infermiera mi lasciò sola a chiacchierare con il riccio.
‘ Oh, vai a cavallo?’ si intromise lui. Aveva un sorriso a dir poco fantastico ed io non potei fare a meno di notarlo.
‘ Si, ho gareggiato più volte, ma non ero mai stata disarcionata dal mio cavallo, sai, di lui mi fidavo. ‘ mi tremò la voce, ma sapevo che era tutta colpa mia; nei giorni precedenti avevo pensato solo a vincere, non mi ero accorta del fatto che Cobalt sentiva troppa pressione su di se. Aveva ceduto e si era imbizzarrito, ormai avevo imparato a conoscere il mio cavallo, passavo la maggior parte del tempo con lui. Avevo gli occhi lucidi, stavo per iniziare a piangere, così, quando mi vide turbata, prese una sedia e si sedette accanto e me. Cambiò discorso.
‘ Ehi, ma i tuoi? Come mai stai qui da sola?’ chiese lui.
‘ Ehm, vedi, io ormai sto da sola da due anni. I miei non ci sono più e quindi, sono io a badare a me stessa, da sola. ‘ risposi, ma anche quell’argomento mi turbava. Continuai a parlare. ‘ Non mi hai ancora detto come ti chiami, in genere io non parlo con gli sconosciuti.’ Dissi, tentando invano di fare una battuta.
‘Piacere, Harry.’ Mi sorrise. ‘ E tu piccola.. Come ti chiami?’ continuò sfoggiando un altro dei suoi magici sorrisi.
‘ Oh, io sono Lucienne.’ Sorrisi.
‘ Senti, Lucienne, posso farti ancora una domanda?’ chiese.
‘ Ma certo, di pure.’
‘ Come fai? Intendo, come vivi? Cioè, chi ti mantiene? ‘ chiese, ma nei suoi occhi notai qualcosa di strano, cosa importava a lui? Provava compassione? Beh, se c’era una cosa che odiavo, quella era la compassione della gente. Ne avevo avuta fin troppa ma non ne avevo mai chiesta: non ne avevo bisogno!
‘ Pago l’affitto di una casa in centro suonando la chitarra.’
‘ Ti spiacerebbe scusarmi un attimo?’ disse lui.
‘ No, va pure. ‘
Andò prima dall’infermiera che stava cercando di rimorchiare prima del mio arrivo, dopo pochi secondi la mollò per allontanarsi, gli vidi prendere il cellulare. Capì che ci sarebbe rimasto per almeno cinque minuti, così iniziai a pensare. A lui. Mi piaceva il suo sorriso, i suoi occhi verdi, il modo in cui mi aveva chiamata, “piccola”. Mi accorsi dopo pochi minuti che avevo sbagliato le mie previsioni e lui fu subito di ritorno, notò che ero assorta nei miei pensieri, mi mise una mano davanti il viso scuotendola, così, per attirare la mia attenzione. Nel guardarlo arrossì; beh, era normale, stavo pensando a lui, mi stavo anche facendo pensieri strani su di lui, lo conoscevo da così poco!
‘ Ehi, piccola, senti, ho chiesto all’infermiera quanto potrai dimetterti, lei ha risposto che tra meno di mezz’ora sarai fuori di qui, perché il respiro sta tornando alla normalità. Già, ed ho chiamato i miei amici, puoi venire a stare con noi. La casa è immensa, sul serio, potresti lasciare il tuo appartamento in centro per venire a vivere con noi, così, avrai anche un po’ di compagnia. I ragazzi sono fantastici!’ disse molto dolcemente.
‘ Beh, no scusa, ma non vorrei approfittarmi di nessuno, e beh, grazie comunque dell’offerta. Oh, grazie anche per esserti informato. ‘ gli risposi io. La risposta non gli piacque, lo capii dal suo sguardo, si era spento, teneva davvero al fatto che andassi a vivere con lui ed i suoi amici.
‘Dai, su, vieni. Non farmi piangere. ‘ aveva un fare scherzoso, e si affrettava ad infilarsi il giaccone.
L’infermiera arrivò prima del previsto per controllare come stavo, a quanto pare ero perfetta, i cavalli non mi avevano fatto più di tanto, perfetto, avrei potuto tornare a cavalcare, avrei potuto tornare a casa, ora.
‘ Perfetto! ‘ disse Harry, mi sollevò dal letto e mi prese per mano. Vide che avevo solo una camicetta così, si tolse il suo giaccone per darlo a me, mi accompagnò a casa. Appena arrivammo sulla soglia della porta, lo invitai ad entrare. Lui, prese un foglio ed una penna, li pose sul tavolo e iniziò a gironzolare per le stanze finchè non trovò la mia camera da letto. Aprì l’armadio, prese una grande borsa e vi infilò tutto dentro, tutto tranne una maglietta nera con lo scollo a “V” ed un paio di Levi’s bianchi. Vi appattò un paio di Converse grigie.
‘ Dai, adesso va in bagno e lavati, mettiti questi vestiti che poi andiamo da me. ‘ disse, ma prima che io potessi protestare aggiunge qualcos’altro, ‘Da noi, scusa.’
Oh Madonna, era dolcissimo.
‘ E questa casa?’ gli chiesi io con aria interrogativa.
‘ Per questo ho preso carta e penna, hai per caso il numero del tipo che te l’ha affittata? ‘ chiese.
‘ Come fai a sapere che è un ragazzo? Comunque si, è il mio ex. ‘
Estrassi il cellulare dalla borsa, scrissi il numero su un bigliettino e mi andai a lavare come mi aveva ordinato Harry. Ero felice di andarmene da quella casa, ma non volevo approfittare della bontà di lui, per questo avevo rifiutato più volte. Passarono circa dieci minuti ed io non ero ancora uscita dalla doccia, era senza dubbio troppo tempo, ma avevo una gran voglia di lavare via tutte le cose brutte che mi erano successe, da due anni ad oggi. Dalla morte dei miei genitori all’incidente con il cavallo. Harry capì che c’era qualcosa che non andava, così, venne a bussare alla mia porta.
‘ Ehi piccola, su dai, sbrigati. La tua nuova stanza sarà già pronta, ah, ho già chiamato quel tizio, ha detto che va bene, e che verrà oggi stesso per prendere la chiave, ora su, dai, and..’ Harry parlava, parlava, era dolce e simpatico, aveva mille premure nei miei riguardi. Non riuscì però a terminare la frase perché il campanello suonò. Era David, il mio ex, era venuto a ritirare la chiave.
‘Ciao amico.’ Lo salutò Harry.
‘Ciao bello.’ Rispose al saluto David. ‘Sentì, potete fare in fretta? Dovrei uscire ed ho bisogno della chiave.’ Continuò David con un fremito d’eccitazione nella voce, lo sentivo da dentro la doccia. Harry, lo capì ma non disse nulla.
‘Ti va bene se ti diamo la chiave adesso e noi usciamo dopo? Il tempo di far vestire Lucienne.’
‘No problema amico. ‘ rispose David con un accento simile a quello messicano. Dopo questa frase, uscì dall’appartamento.
Aprii la porta del bagno solo quando David fu uscito dall’appartamento con la chiave in mano, il mio corpo era avvolto da un misero asciugamano blu.
‘ Ehi, senti Harry, ti spiacerebbe girarti? Ho solo un asciugamano addosso e preferire cambiarmi nella mia camera. ‘ gli dissi.
‘ Non preoccuparti, se non ti dispiace, vado in cucina e prendo un po’ d’acqua. Tu fa pure, ma cerca di sbrigarti.’ Rispose lui, aveva la gola secca, aveva bisogno di bere qualcosa.
‘ Ehi, in frigo c’è anche del succo d’arancia, l’ho fatto io. Prendilo pure.’ Mentre parlavo, sorridevo, avevo impressa nella mente la figura di Harry che mi sorrideva. Non provavo niente per lui, ma gli ero infinitamente grata, potrebbe essere stato il mio migliore amico non di più; tutti i pensieri che mi ero fatta su quel letto di ospedale, stavano cominciando pian piano a svanire. Uscii dalla mia camera circa dieci minuti dopo con i vestiti che Harry aveva scelto per me. Avevo lasciato i lunghi capelli rossi sciolti ed avevo piastrato il ciuffo come era mio solito fare, il resto dei capelli che mi ricadevano sulla schiena, erano mossi. Avevo messo pochissimo lucidalabbra giusto per esaltare il colore vivo delle labbra, niente matita, ombretto o altro.
‘ Wow, ma tu.. Tu stai benissimo!’ urlò Harry che venne ad abbracciarmi. Ricambiai l’abbraccio, ma fui io la prima a staccarmi.
‘ Andiamo?’ chiese lui infilandomi il suo giaccone e prendendo la borsa che lui stesso aveva riempito. Non aspettò una mia risposta per continuare. ‘Perfetto, qui ci sta tutto. Andiamo. ‘ Mi prese per mano e ci avviammo a piedi verso casa sua. Ero circa un isolato più vanti alla mia, me ne accorsi perché suonò il campanello e urlando ‘ Merda Zayn apri! ‘. Un ragazzo dalla carnagione leggermente più scura di quella di Harry ci venne ad aprire, sembrava uno di quegli studenti usciti dai college americani. Aveva un orecchino nero, dello stesso colore degli occhi, sono che negli ultimi, avrei potuto affogarci. Quando mi vedo si grattò la nuca ricoperta da corti capelli neri, aveva un taglio alquanto particolare.
‘ Ehi, ragazzi! Lou, vieni, c’è Harry e quella ragazza!’ urlò.
Comunque non mi stava bene il fatto che mi aveva definito “quella ragazza”! Forse lesse nei miei pensieri, stava per scusarsi e chiedermi il mio nome, ma fu preceduto da un ragazzo biondo con gli occhi azzuri, cavolo sembrava un principe azzurro, ma spuntavano tutti dalle favole?
‘Piacere Niall, come ti chiami? ‘ chiese gentilmente.
‘Diamine Niall, dov’è Louis? ‘ chiese leggermente incavolato il ragazzo dai capelli neri.
Spuntò un altro ragazzo. Era moro, aveva i capelli mossi ed incredibili occhi marroni.
‘ Ehi, io sono Liam. ‘ disse per poi sorridermi.
‘ Lou, siamo tutti qui. Ti sbrighi? ‘ urlò nuovamente il ragazzo con i capelli neri.
‘ Ma cosa diavolo fa? ‘ chiese al biondo, Niall, si doveva essere proprio quello il suo nome.
‘ Carote, le stava mettendo in forno.’ Rispose il bel biondino.
‘Già, c’è ne sono sei. Una ognuno, ma con quella che sto mangiando io, fanno due. AH! Fregati!’ La voce che avevo sentito, proveniva da dietro le spalle dei tre ragazzi che erano accorsi sulla soglia della porta.
‘Piacere Louis.’ Si fece spazio tra gli altri a spallate. Aveva capelli castani ed occhi color mare, erano meraviglioso, sul serio.
‘Lucienne.’ Sorrisi e lui ricambiò, poi continuò a parlare.
‘Okay, conosci già Harry. Quello con l’orecchino si chiama Zayn, il biondo è Niall, ed è una fogna, non riesce a smettere di mangiare. Quello con i capelli mossi, si chiama Liam, ma ora che abbiamo finito le presentazioni, entrate.’ Già qualche minuto prima, avevo lasciato la mano di Harry, così io e la mia mano passammo a Louis che mi portò in cucina seguito a ruota dagli altri ragazzi.

Myspace.

Ehi. Inizio a scrivere sul mio spazio personale, si, lo faro sempre alla fine di ogni capitolo, ringraziando tutti. Grazie a chi ha sprecato tempo per impegnarsi nella lettura di questa mia FanFiction. Assieme ai ringraziamenti, appatterei delle scuse. Scusate se il capitolo non è perfetto, scusate davvero. E’ la mia prima volta, ma sono sicura che riuscirò a migliorare, tramite anche le vostre recensioni.
  
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