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Autore: Chocolate_senpai    02/02/2012    0 recensioni
Anche i Malfoy devono affrontare i problemi dovuti alla loro ricchezza. Essere una delle famiglie più in vista del mondo della magia comporta dei doveri. Per esempio tenere alto il proprio nome!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ricevimento a Malfoy manor
 



La vita sociale dell’alta borghesia, ovvero di coloro che hanno il portafogli stracolmo di verdoni, non può essere trascurata. Le famiglie importanti devono essere riconosciute da tutti come dignitose, e i componenti delle suddette famiglie hanno l’obbligo di mostrarsi rispettosi  ed eleganti, senza macchia insomma, soprattutto davanti alle autorità.
L’espressione “senza macchia”, tuttavia, non calzava alla perfezione per la più importante famiglia del regno della magia.
I signori Malfoy, conosciuti per il loro tic nervoso di fermare ogni passante e chiarire a quest’ultimo che il loro sangue era puro, anzi, addirittura distillato, non vantavano una fedina penale proprio pulitissima. Giravano molte voci sul loro conto, e alcune di queste dicevano di aver visto niente meno che lo stesso Malfoy senior allontanarsi dalla sua tenuta ad ora tarda, con un mantello addosso e una maschera agghiacciante a coprirgli i già agghiaccianti connotati.
Sempre queste voci, affermavano che i Malfoy fossero dalla parte dell’Oscuro signore.
Nulla di più vero.
Peccato che, teoricamente, nessuno avrebbe dovuto saperlo, tenendo anche in conto che Lucius lavorava proprio al ministero della magia, ovvero nel luogo più vicino al ministro stesso.
Ma il suddetto ministro se ne sarà accorto di pagare lo stipendio ad un mangia morte! Direte voi.
E invece no.
Il nostro caro ministro era troppo occupato a costruire le sue navi in bottiglia durante le riunioni per poter accorgersi di una tale sciocchezzuola. E di certo non aveva il tempo di indagare sulle voci che giravano intorno ai suoi impiegati, che gli elargivano delle ingenti somme in denaro nel caso il suo cervello, dopo essersi riacceso,  si fosse casualmente posto la domanda “Ma sono sicuro di non avere dei pluriomicidi alle mie dipendenze?”
Tornando alla famiglia Malfoy, da diverso tempo le voci che stavano compromettendo la credibilità della suddetta famiglia, cominciavano a diventare troppo insistenti.
Lo stesso Lucius, quando usciva dalla sua reggia per recarsi al lavoro come tutti i mortali, si sentiva osservato da occhi indiscreti che, pur di incastrarlo, erano pronti anche a presentare come prova la marca delle sue mutande, affermando che fosse tarocca.
Una cosa del genere era assolutamente deplorevole per il nome dei Malfoy. Una simile infamia non poteva essere più tollerata, anche se corrispondeva alla verità.
Per riuscire ad alzare di nuovo il livello del buon nome della sua famiglia, dopo profonde ponderazioni, Lucius ebbe l’idea giusta.
Trotterellò in salotto con un sorriso ebete che andava da un orecchio all’altro, per rallegrare la moglie con la sua brillante intuizione.
- Cissy! Cissy!- Gridò istericamente Lucius, appena entrato nella stanza.
Narcissa, alias “Cissy”, alzò lo sguardo dalla sua rivista di pettegolezzi con fare annoiato.
- Che c’è tesoro?- chiese, fingendo di essere interessata al motivo per il quale il marito aveva interrotto sua interessante lettura.
- So come far alzare di nuovo il prestigio della nostra famiglia!-
- A - ha .. – annuì la moglie, continuando a leggere un articolo sulla dieta ipocalorica.
- Daremo una festa qui al castello- Annunciò infine Lucius, in modo trionfale.
Alla parola “festa” gli occhi di Narcissa si illuminarono. Il suo cervello cominciò ad elaborare una serie di dati che, infine, collegò fra loro. L’idea finale del significato di “festa“ risultò questo semplice schema:
-Festa= invitati ricchi e belli = possibilità di farsene uno = possibilità di divorzio = mi porto via metà eredità di Lucius e la unisco ai verdoni dell’altro uomo = continuo a vivere da riccona senza muovere un dito.
La signora Malfoy si alzò di scatto dal divanetto e gettò la sua rivista nel primo buco disponibile, ovvero nel caminetto. Infine avanzò verso il marito e lo guardò orgogliosa che anche lui, qualche volta, riuscisse a dire qualcosa di intelligente.
- Ma caro, è un’idea fantastica! Presto, daremo la festa domani stesso! Fai preparare gli inviti, addobba la casa, detta al cuoco il menù e chiama la sarta per confezionare nuovi abiti!-
- Certo tesoro!- Annuì Lucius con convinzione, senza notare la costante presenza ,nel discorso di Narcissa, di verbi come “fai”, “addobba” oppure “chiama”. Come al solito la moglie non avrebbe mosso un dito, e come al solito Lucius non se ne accorse neanche, e attaccò a dare ordini al personale di casa Malfoy, ovvero all’unico elfo domestico, che fungeva anche da cuoco, sarto e così via.
La sera dopo sarebbero venuti molti ospiti.
…………………………………………
Il salotto di Malfoy manor era addobbato da bellissimi fiori e da tende di velluto che adornavano le enormi finestre con visuale sul cortile. Il lampadario di cristallo rifletteva le luci delle innumerevoli candele sul pavimento tirato a lucido e calpestato da decine di scarpe alla moda.
Gli invitati arrivarono tutti in orario e trovarono ad accoglierli Malfoy senior stesso.
Era almeno da tre quarti d’ora che Lucius tentava di intrattenere gli sopiti, e della moglie neanche l’ombra.
Tutte le amichette pettegole invitate da Narcissa cominciarono a fare domande sul suo ritardo, e tra le suddette domande, Lucius udì anche un “Magari è in camera da letto con un altro uomo e non hanno ancora terminato il rapporto .. “
Il signor Malfoy sbiancò. Cercò di convincersi che quella vecchia zitella ,che sua moglie aveva invitato solo perché appartenevano allo stesso club di pettegolezzi, stava solo dicendo un ipotesi, una sciocchezza che non doveva nemmeno essere tenuta in considerazione.
Però il tempo passava, e il sospetto aumentava sempre di più, finché, quando la curiosità divenne troppi forte, Lucius si congedò dai suoi ospiti, con la scusa del bisogno  impellente del bagno, e salì al piano superiore.
Sudando freddo superò l’ultimo scalino e si scontrò con una signora proveniente dalla direzione opposta.
- Mi perdoni- disse in modo un po’ sbrigativo e fece per andarsene, quando qualcosa lo trattenne.
Che cosa ci faceva un’invitata al piano delle camere da letto? Non sarà stata mica lei ad intrattenere la moglie! Con un uomo poteva anche capire, ma con una donna proprio no!
Lucius fece per rivolgersi alla donna, pronto alla peggiore delle rivelazioni, quando i trovò di fronte niente meno che Narcissa.
- Ma .. cara!- esclamò stupito Lucius
Stava per chiederle il motivo del suo ritardo, quando il suo sguardo si bloccò di colpo sul vestito della moglie.
Quest’ultimo era un tubino lungo fino ai piedi, di seta rossa, decorato con gemme e provvisto di una scollatura piuttosto vistosa. Così vistosa che si poteva notare benissimo che Narcissa non aveva nulla sotto il vestito.
Era sprovvista di intimo.
La parte del vestito che andava a coprire le gambe era, inoltre, solcata da una lunga spaccatura, sotto la quale si vedevano benissimo le gambe magre coperte da un paio di calze a rete.
Infine, per coronare il tutto, Narcissa calzava un paio di scarpe con tacco a spillo, alto come minimo 25 centimetri.
Lucius strabuzzò gli occhi.
- Ma .. ehm … tesoro ..-
- Sì?- sussurrò Narcissa, schiudendo le labbra ricoperte da tre dita di rossetto rosso.
- Come .. ehm .. come mai questa sera hai un .. abito così .. come dire .. succinto? –
La donna, in tutta risposta, si abbassò un po’ la scollatura e il volto di Lucius divenne viola dall’imbarazzo.
- Se dobbiamo far salire l’onore della famiglia non posso certo indossare un comune vestito da sera! –
- Sì, ma con quella .. quella cosa che ti sei messa addosso, non vorrei che gli invitati pensino che fai la donna di strada! Non credi che ti si veda un po’ troppo .. ehm .. seno?-
Narcissa fece un gesto stizzito con la mano, e, prima che il marito potesse fermarla, si avviò verso il salotto.
Al vederla gli invitati ci rimasero quanto il marito, che nel frattempo stava già elaborando un'altra idea per far risalire il buon nome della famiglia dopo quella trovata di sua moglie.
I padroni di casa tornarono così ad occuparsi dei loro ospiti.
Mentre Narcissa si attaccava al braccio di ogni uomo presente alla festa, strusciandosi come un gatto che chiede al padrone di dargli da mangiare ogni volta che il suo gesto veniva ricambiato da sguardi, non c’è altro modo per dirlo, vogliosi, Lucius cercava di nascondere l’imbarazzo e tirava via la moglie per un braccio ogni volta che ne aveva l’occasione.
Faceva un effetto piuttosto ridicolo, pensò Lucius, avere accanto a se una donna che, con le attuali scarpe, era di 20 centimetri più alta di lui.
Malfoy senior si avvicinò infine al ministro, invitato d’onore, e sfoderò il miglior sorriso che poteva concedersi in quel momento.
- Allora, ministro? Si sta divertendo?-
- Certo, mio caro! Ha avuto davvero una bella idea! Pensi che mi tornano addirittura alla mente i miei ricordi di ragazzo, quando, durante i compleanni ..-
Lucius interruppe il discorso del ministro dopo che, alla frase “ricordi di ragazzo”ebbe  l’intuizione geniale di raccontare la storia della sua vita.
Con un gesto teatrale portò l’attenzione di tutti su di sé, e, alzando la voce con tono entusiasta, disse:
- A proposito di giovinezza, vi ho mai raccontato di quando, da piccolo, ero diventato campione di baseball? Ah, che bei ricordi! La squadra sempre pronta a vincere ogni partita, e il coach che mi elogiava durante gli allenamenti per la capacità di osservare in silenzio dalla panchina gli altri giocatori! –
Narcissa cercò di fermare il marito, ma lui alzò ancora di più la voce e si mise a mimare un battitore che colpiva la palla, colpendo uno dei bicchieri dei suoi ospiti che andò a rovesciarsi proprio sulla giacca del ministro.
Ma non bastò questo a fermare i ricordi d’infanzia di Malfoy senior, che continuò a fantasticare su una possibile carriera come battitore.
Gli invitati lanciavano a Malfoy occhiate preoccupate, che passavano dalla sua espressione entusiasta alla pila di bicchieri di vino, ora vuoti, posati sul tavolo. Narcissa tirò alcune gomitate a Lucius per cercare di farlo smettere, ma lui non se ne curò minimamente, anzi, lo prese come una richiesta da parte della moglie di partecipare ai suoi ricordi felici.
Allora si guardò intorno, infine scorse il piatto di vetro sul quale era stata sistemata la frutta. Veloce come un fulmine acchiappò un’arancia e la porse a Narcissa, che guardò il frutto con aria perplessa.
- Ecco, amore! Prova a lanciare quell’arancia, vediamo se sono ancora bravo come ai bei tempi!- esclamò Lucius, arrotolando un pacco di fogli trovati su una poltrona, che altro non erano che i preziosissimi documenti del ministro, per ricavarne una pseudo - mazza.
Narcissa si guardò intorno, e notò che gli ospiti si erano accerchiati vicino a loro per seguire il simpatico stacchetto comico offerto da Malfoy senior. Allora fece un sorriso rivolto ai suoi ospiti, cercando di reprimere il desiderio di picchiare il marito davanti a tutti e, con un gesto un po’ goffo, lanciò l’arancia verso il marito.
O quasi.
Infatti, in quel preciso istante la porta si spalancò e un uomo ammantato di nero fece per entrare, quando il frutto lanciato da Narcissa lo colpì dritto in faccia facendolo barcollare all’indietro.
La signora fece per avvicinarsi alla vittima colpita dal frutto, mentre il marito osservò meglio l’uomo vestito di nero ora steso a terra. Aveva l’impressione di conoscerlo.
Pelle cadaverica, piedi nudi, capo pelato … Un orrendo dubbio si insinuò nella mente di Lucius.
- Mi scusi, signore! Si è fatto male?- chiese cortese Narcissa, mentre il suddetto signore si alzava dolorante da terra massaggiandosi il volto.
Poi, con un gesto stizzito, l’uomo fece per mettersi in piedi e si tolse la mano rivelando un volto .. senza naso.
Lucius sbiancò per l’ennesima volta in quell’orrenda serata.
Voldemort scrutò minaccioso tutti i presenti, che lo guardavano più sorpresi che spaventati.
Nessuno aveva pienamente realizzato che tutta l’allegra combriccola dei mangia morte aveva appena fatto irruzione in casa Malfoy, nel bel mezzo di una festa.
Se non altro, avevano interrotto i felici ricordi d’infanzia di Lucius, pensò Narcissa.
Voldemort scrutò i presenti uno ad uno, trovandosi con orrore davanti ad una schiera di .. auror.
In casa Malfoy.
Cioè dove lui si riuniva costantemente con i suoi seguaci.
Gli venne il dubbio che Lucius gli nascondesse qualcosa.
Avanzò per la stanza, nel tentativo di cercare il proprietario della casa, infine lo trovò che stava cercando di passare inosservato sgattaiolando verso il bagno.
- Lucius. – disse l’oscuro signore, scandendo bene il nome del suo amato seguace.
L’uomo in questione si irrigidì sul posto, per poi voltarsi lentamente mostrando un sorriso molto falso e molto tirato.
- S-sì, mio signore?- Balbettò, senza rendersi conto di quello che aveva appena detto.
Il ministro assunse un’aria scioccata, e le amichette pettegole di Narcissa svennero tutte contemporaneamente, cadendo sul pavimento di marmo come sacchi di patate.
Voldemort continuò.
- Hai dato una festa, vedo-
- Ehm ..s-sì ..-
- E hai invitato molte persone, vedo- proseguì l’oscuro signore con voce sempre più minacciosa.
- S-sì .. ma- balbettò Lucius sul spunto di avere un attacco di cuore.
- E ci sono anche tanti pezzi grossi del ministero, vedo- sibilò Voldemort, avvicinandosi alla sua vittima nonché quasi ex mangia morte.
- Bè .. b-bè, io ..-
Infine Voldemort si lasciò completamente andare e attaccò a gridare come uno psicopatico.
- E ORA MI DICE CHE CA**O CI FANNO GLI AUROR NEL NOSTRO COVO SEGRETOOOOOOOOOO!!-
Sbraitò, al culmine della disperazione.
 
 Tutti i presenti non ci pensarono due volte e, dopo aver sentito quello che i due si erano detti, furono certi di avere in pugno le prove per incastrare i Malfoy.
Tutte le amichette di Narcissa si risvegliarono come d’incanto e corsero a perdifiato verso la porta seguite da tutti gli altri ospiti, in una gara all’ultimo sangue per raggiungere per prime la sede della Gazzetta del Profeta.
La signora Malfoy guardò la scena allibita, mentre il resto dei mangia morte, rimasti fino ad allora fuori dalla porta, cercava di non farsi travolgere dalla mandria di ospiti inferociti, aggrappandosi alle colonne che ornavano la facciata della villa.
Piton entrò gettandosi a terra per la fatica e cercò di riprendere aria, ma non ce la fece in quanto anche il resto dei mangia morte entrati dopo di lui si buttarono a terra e lo soppressero schiacciandolo sul pavimento.
Lucius stava ancora parlando con Voldemort con un viso alquanto terrorizzato, e, cosa ancora peggiore, tutti gli ospiti avevano sentito ciò che i due si erano detti.
Addio, buon nome della famiglia, pensò Narcissa sconsolata, avviandosi nella sua stanza e dettando ordini all’elfo domestico, che per una volta fu felice di sapere che avrebbe pulito tutto Lucius al suo posto.
 
 
Qualche settimana più tardi, il guaio era ormai sistemato.
Malfoy senior aveva elargito una grossa sommetta per comprare il silenzio di tutti gli ospiti che avevano ricevuto alla festa, e loro avevano accettato di non parlare, bastava continuare a pagarli.
Ora era questo il nuovo problema.
Questi “ricatti” da parte degli ospiti li stavano riducendo in miseria.
Narcissa era ancora seduta sul suo divano a leggere riviste di gossip, quando il marito entrò nuovamente nel salone con un sorriso molto entusiasta che diceva chiaramente “so di essere un genio, non c’è bisogno che me lo diciate”.
La signora lo guardò con aria scocciata, mentre lui faceva quasi i salti di gioia e le mostrava un foglio di carta con disegnato uno strano carretto.
- Bè?- domandò la moglie, con fare annoiato.
- Ho trovato il modo di riconquistare il nostro patrimonio, cara!-
Narcissa guardò più attentamente il disegno davanti a lei. Lo scrutò nei minimi dettagli, finché un dubbio la assalì.
- Venderemo sandwich davanti al ministero!-
Il dubbio venne confermato.
Narcissa non si degnò neanche di rispondere, ma con l’aiuto della sua fidata bacchetta fece passare al marito la voglia di elaborare queste idee geniali,  e anche la voglia di guardarsi allo specchio.
Non ricordava nemmeno lei dove l’avesse imparato, ma quell’incantesimo per far apparire i brufoli risultò davvero efficace.
Almeno su suo marito. 

  
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