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Autore: Nebula216    02/02/2012    6 recensioni
"[...] -Sembri nostra madre.-
Esordì Hassan appoggiato allo stipite della porta. La prima luce della luna illuminava la sua pelle dorata, rendendola più chiara e opaca di quello che era alla luce del sole: le vesti erano ricoperte di polvere, probabilmente perché qualche cavallo non aveva voluto farsi prendere. Risi, togliendogli dai capelli un filo di paglia.
-E tu sembri un puledro conciato in questo modo. Chi ha fatto storie adesso? Shetan? Hani? Ayman?-
Mio fratello scostò lo sguardo, imbronciato.
-…Farah Dihba.-
Sussurrò a denti stretti e facendomi scoppiare, non volontariamente, in una risata allegra [...]"
Prima FF su Assassin's Creed, spero vi piaccia.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Malik Al-Sayf, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Roberto di Sable
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ali in gabbia, Occhi selvaggi”
 

 
Capitolo 1:Sharifa
 
Pioveva.
Non sapevo da quanto tempo ero rimasta incantata, avevo perso la cognizione di qualsiasi cosa: tempo, spazio, forse anche l’appetito.
Raramente in Terra Santa pioveva e, quando accadeva, i risultati erano molteplici: gioia e stupore nei bambini, preoccupazione per i pastori che dovevano condurre le greggi verso gli ovili, paura che questo attimo di felicità potesse finire troppo presto.
La pioggerella, fine e a malapena percettibile sulla pelle, andava a confondersi tra i crini dei cavalli di mio padre, occupati a mangiare il fieno che, poco prima, avevo messo loro nel grande recinto adiacente alle stalle. Fra poco mio fratello Hassan li avrebbe rimessi nelle loro poste, questo significava che…
-Oh no…-
Mormorai, alzandomi di scatto dalla mia branda e iniziando a correre, nonostante l’abito che mi si avvolgeva attorno alle gambe come una schiera di affamati cobra del deserto: se era giunta l’ora di rimettere i cavalli nella stalla, questo significava una sola cosa… avrei dovuto cucinare se non volevamo restare a stomaco vuoto, cosa plausibile visto che, ancora, non avevo preparato niente.
Sistemai delle scodelle sul tavolo, accompagnate da dei rudimentali calici e cucchiai grezzi, prima di rendermi conto che il calderone con uno stufato di carne stava già bollendo.
-La mia sorellina distratta.-
Sentii dire da qualcuno che mi scompigliò i capelli amorevolmente: Hassan era un ragazzo di venticinque anni circa e, oltretutto, uno fra i più ambiti di Damasco.
Il suo fisico era magro, ma abbastanza muscoloso da non renderlo mingherlino; la pelle aveva catturato i raggi del sole, donando al suo corpo una tonalità bronzea simile al tramonto. I lineamenti del volto erano dritti, non aveva alcuna traccia di imperfezioni, a parte una piccola cicatrice sulla guancia sinistra, e i suoi occhi color ambra, dal taglio quasi felino, sapevano far sognare qualsiasi ragazza della città.
I capelli color pece, tenuti corti a causa del sole battente e del caldo afoso, completavano il suo aspetto.
-Dovevi avvertirmi che era quasi ora di cena. Ero…-
-Distratta, lo so.-
Disse ridendo, prima di regalarmi un bacio sulla tempia destra come dimostrazione d’affetto: adoravo mio fratello, sebbene certe volte fosse esagerato con le sue battute. Va bene, ero distratta… anzi, mi ero distratta, ma se aveva cucinato lui tanto meglio no?
…Forse no.
-Hai cucinato tu?!-
Domandai a metà tra il terrorizzato e il divertito, reazione che mi fece guadagnare una bella occhiataccia da parte sua: se c’era una cosa che Hassan non sapeva fare, o quantomeno dove non eccelleva, era proprio cucinare; per questo me ne occupavo io, mentre nostro padre, Rashid Madani, lavorava nella piccola fucina poco distante dal recinto dei cavalli.
-Ah ah, davvero spiritosa.-
-Non ero certo io quella che ha sputato da mangiare fuori dalla porta.-
Vidi chiaramente le guance di mio fratello tingersi di una tonalità più rossa e i suoi occhi sbarrarsi a dismisura.
-Ehi! Avevo messo troppe spezie ma mi sto regolando!-
Sospirai divertita, mentre con un mestolo di legno rigiravo lo stufato per evitare che si attaccasse al fondo: onde evitare altre scenette come la gara di sputi, presi il mio cucchiaio e ne assaggiai un poco, sotto lo sguardo speranzoso di mio fratello.
-Mh…-
-Allora? Dai Sharifa parla! Sono promosso?!-
Domandò con voce quasi strozzata, causandomi una risata serena e allegra. Gli scarruffai fraternamente quella zazzera di capelli corti che si ritrovava.
-Tranquillo Hassan, sei stato promosso.-
-Promosso a cosa?-
Una voce anziana, ma ancora melodica e quasi giovanile, mi fece girare verso la porta: mio padre Rashid era un uomo robusto, dal carnato identico a quello di mio fratello maggiore. La differenza, tra i due, stava nel colore degli occhi, più scuri in mio padre, nei capelli ormai grigi e la cicatrice sulla guancia sinistra che non compariva sul volto del capo famiglia.
Sorridente, lo accolsi con un abbraccio che fu prontamente ricambiato: papà aveva un stretta ferrea e salda, ma con me diventava dolce, come se avesse paura di spezzarmi a metà.
Lui mi considerava un fiore del deserto, raro e delicato.
Forse era per questo che aveva sempre paura a stringermi con troppa irruenza.
-E’ stato promosso a cuoco in seconda papà.-
-…Vuoi avvelenarmi Sharifa?-
Domandò ridendo, mentre Hassan sbuffava e versava lo stufato nelle ciotole: avrebbe rimesso dopo cena i cavalli nelle scuderie, dato che detestava interromperli mentre si svagavano nel recinto. Aveva passato il pomeriggio ad ammaestrare un giovane stallone che, nevrile com’era, aveva cercato in ogni modo di gettarlo a terra, inutilmente: in famiglia, mio fratello si occupava dell’addestramento dei cavalli, i quali poi venivano venduti al mercato. Ogni volta mi dispiaceva separarmi da qualche giovane destriero, in fondo li vedevo crescere, ma sapevo che mio padre li avrebbe venduti a gente onesta e buona.
Non era da lui darli a persone predisposte a maltrattarli.
Lo stufato finì ben presto, così decisi di mettere in tavola un po’ di frutta che avevo comprato al mercato quella mattina. Mi bastò prendere il cesto che la conteneva per ricordarmi le facce della gente: alcuni sembravano sorridere a fatica, altri evitavano persino di parlare o guardarti. Pensierosa, staccai da un grappolo d’uva un rametto, gustandomi con calma ogni singolo chicco, mentre mio padre e mio fratello si davano ai datteri: non capivo il motivo per cui la gente del posto fosse così preoccupata… che fosse per la possibile siccità?
No, non mi tornava: acqua ce n’era in abbondanza nei pozzi, eravamo riusciti a raccoglierne un bel po’. Allora perché la gente viveva nel terrore? Che la mia fosse una semplice fantasia?
Qualcuno mi fece riprendere dai miei pensieri tirandomi una ciocca dei miei lunghi capelli color mogano.
-AHIO!-
-Sorellina, ci sei?-
Domandò Hassan con un sorriso divertito dipinto sul volto, mentre con le dita della mano sinistra giocava con la ciocca che mi aveva tirato: maledetto traditore, mi ritrovai a pensare mentre arricciava i capelli.
-Sì ci sono Hassan, e vorrei farti notare che mi strapperai i capelli se continui a fare così.-
Mio padre rise di gusto vedendo l’espressione buffissima che aveva assunto mio fratello, una risata che ben presto contagiò sia lui che me: papà era una persona fantastica, sapeva sempre quando e come scherzare, come farci forza, come incoraggiarci… sapeva come fare il suo ruolo.
-Forza Hassan, rimetti nelle scuderie i cavalli. Io aiuto tua sorella.-
-Papà tranquillo posso fare da sola. Tu vai a riposarti.-
Dissi sicura a mio padre: nonostante il suo fisico muscoloso e robusto, anche Rashid iniziava a sentire il peso degli anni. Ogni sera tornava in casa dolorante, sebbene cercasse in ogni modo di sembrare in forma, pieno di energie come suo figlio maggiore: papà voleva farci vedere che stava bene, che ancora poteva sopportare orari lavorativi estenuanti… ma non era così. Da quando nostra madre era morta, lui si era fatto in quattro per farci crescere bene, aveva fatto di tutto per essere un buon padre, per non farci sentire il vuoto lasciato dalla sua scomparsa prematura.
E ora ne sentiva il peso.
Mi abbracciò dolcemente, augurandomi una buonanotte e sogni d’oro, prima di scomparire nella sua stanza fischiettando un motivetto di una canzone popolare che, improvvisamente, mi ritrovai a canticchiare a bocca chiusa mentre pulivo con cura le ciotole e il tegame dello stufato in un secchio che avevo, fortunatamente, riempito in precedenza con dell’acqua tiepida.
-Sembri nostra madre.-
Esordì Hassan appoggiato allo stipite della porta. La prima luce della luna illuminava la sua pelle dorata, rendendola più chiara e opaca di quello che era alla luce del sole: le vesti erano ricoperte di polvere, probabilmente perché qualche cavallo non aveva voluto farsi prendere. Risi, togliendogli dai capelli un filo di paglia.
-E tu sembri un puledro conciato in questo modo. Chi ha fatto storie adesso? Shetan? Hani? Ayman?-
Mio fratello scostò lo sguardo, imbronciato.
-…Farah Dihba.-
Sussurrò a denti stretti e facendomi scoppiare, non volontariamente, in una risata allegra: Farah Dihba era una fantastica giumenta dal mantello baio, piena di energie e coraggio… oltre che parecchio dispettosa. Ogni volta che doveva rientrare nelle scuderie faceva di tutto per evitare di esser presa da Hassan: eppure, quando veniva sellata, era dolce e ben disposta a collaborare.
Mio fratello mi fulminò con lo sguardo, piegando le labbra in un sorrisetto che, di rassicurante, non aveva niente: furbo come quello di uno sciacallo ed enigmatico quanto la faccia di un aspide.
-Ridi eh? Ti darò un buon motivo per ridere Sharifa!-
Improvvisamente, mi prese come se fossi stata una balla di fieno, caricandomi sulla sua spalla senza alcuno sforzo.
-HASSAN!-
Riuscii a dire con voce stridula prima che mi afferrasse ed iniziasse a torturarmi i fianchi con tanto, fin troppo, solletico: risi così tanto che dai miei occhi, di un colore simile al verde acqua scuro, iniziarono a scendermi delle lacrime e il respiro, già irregolare a causa delle risate, mi mancò qualche volta.
-Hassan ti prego basta!-
-Ah no, non è una frase sufficiente! Chiedimi scusa.-
-Ma di cosa?-
Domandai, prima di ricadere in un baratro di risate: Hassan non aveva alcuna intenzione di smetterla di farmi il solletico, a meno che non mi scusassi immediatamente per aver deriso della sua disavventura con la cavalla… cosa che non ero disposta a fare.
Ero una ragazza orgogliosa, difficilmente chinavo il capo se non mi sentivo realmente colpevole, e questo era uno di quei casi. Così come me, anche il mio carnefice non apprezzava l’idea di doversi scusare per primo se il torto non era suo: avrebbe continuato così in eterno, non si sarebbe stancato tanto facilmente… mentre io iniziavo a sentire i crampi all’addome.
-Mi dispiace Hassan, ma ora basta ti prego! Sto per sentirmi male!-
Tempo di dire le prime due parole, che già le sue dita cessarono di solleticarmi i fianchi con i loro movimenti rapidi, lasciando il posto alla presa ferrea e decisa delle sue mani: pochi attimi dopo, i miei piedi trovarono la stabilità del pavimento. Sebbene fossi finalmente in piedi, trattenni le maniche della tunica di mio fratello nelle mani, con il terrore di cadere per terra: ero conscia del fatto che sembravo una bambina ai primi passi, però non volevo ritrovarmi con la faccia al livello del suolo.
Hassan mi rivolse un sorriso fraterno e dolce.
-Stai bene?-
Mi domandò, scostandomi una ciocca di capelli color mogano dal volto. Mi limitai ad annuire, troppo stanca per poter pronunciare una minima frase.
-Buonanotte Hassan.-
Mi limitai a dire.
-Buonanotte Sharifa.-
Mi rispose mio fratello, regalandomi il solito bacio della buonanotte sulla fronte prima di lasciarmi andare nella mia camera.



Angolo Autrice: *sbuca da dietro il sipario timorosa* Salve... ehm... dunque, questa è la rima fic su Assassin's Creed che scrivo (e sicuramente si vede -.-'').
Mi è venuta in mente ascoltando una canzone dei Two Steps From Hell (che, penso, santificherò perché mi ispirano sempre X°°°D) "Merchant Prince".
E' una fic scritta da me e dedicata a un'amica che mi è sempre stata vicina, il cui personaggio sarà introdotto nel capitolo successivo.
Che dire... vi lascio con un paio di immagini di Sharifa.
Detto questo, mi dileguo XD.
Bacioni!
Nebula216

http://i39.tinypic.com/21oot93.jpg

http://i39.tinypic.com/1z240ep.jpg 
 

   
 
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