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Autore: Iamthelizardqueen    09/04/2004    16 recensioni
Marzio chiede a Bunny una cosa importante, ma con sua sorpresa, nemmeno lei sa come rispondere...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Fattori sconosciuti

Titolo originale :"Unknown Variables"

Scritto da "Iamthelizardqueen"

Originariamente in lingua inglese

La traduzione in italiano è proprietà di Erika e del sito 'Erika's Fanfiction Page'

"Ciao! Io non possiedo Sailor moon, ho solo preso in prestito i personaggi. Ehmm, immaginate solo che non ci siano altre serie dopo Sailor Moon R (la seconda, NdT). Non c'è bidogno di spiegare molto altro qui, perciò divertitevi! E per favore, per favore, per favore ditemi che ne pensate!" Nota dell' autrice della storia datata 8 Aprile 2001.

Una giovane donna siedeva alla finestra della sua stanza e guardava la pioggia scorrere giù per la superficie vetrata. Sembrava quasi eterea; la sua pelle appariva pallida all'inverosimile nell'oscurità ed era seduta in modo così perfettamente immobile che le due cascate gemelle di capelli biondi che le cadevano lungo la schiena avrebbero potuto essere di oro solido. L'unica cosa che rivelava che era un essere appartenente al mondo terreno era il lento movimento dello stringere e rilasciare che le sue dita facevano intorno ad un piccolo anello di diamanti su una delle sua dita. Non c'era alcun dubbio che questa donna di sedici anni fosse bella; non c'era dubbio che l'anello che indossava fosse costoso; sembrava che non le mancasse niente: Ma allora, perchè era così triste?

Bunny sospirò e si massaggiò le tempie gentilmente. "Perchè sono così triste?" mormorò ad alta voce, mentre finalmente si riprendeva dallo stato ipnotico nel quale l'avevano buttata le gocce di pioggia. Vorrà una risposta presto, e più tempo lo faceva aspettare, più sarebbe stata dura.

La casa era mortalmente tranquilla ad eccezione del leggero scroscio della pioggia contro il tetto. La sua famiglia era uscita quella sera per fare qualcosa a scuola di Chibiusa. Bunny cercò, ma fallì, nel trattenersi dall'accigliare il volto al pensiero di Chibiusa, la piccola ragazzina dai capelli rosa che sembrava essersi insinuata in ogni minimo aspetto della sua vita. Divertente che Chibiusa fosse la chiave per avere ciò a cui Bunny teneva di più, mentre era al contempo la causa della sua esitazione. Perchè se accettava si sarebbe sempre chiesta ...

Se solo lui non l'avesse lasciata, allora lei avrebbe detto di sì senza un momento di esitazione. Avrebbe risposto con tutta l'innocenza e l'ingenuità che erano ormai sue caratteristiche. Ma era stata costretta a crescere velocemente, e ora vedeva il mondo da una prospettiva leggermente alterata. Il mondo non era perfetto e non era fatto di giustizia.

Ricordo

“Non ti amo più, Bunny. Non apparteniamo l'uno all'altra, e tu devi solo starmi lontana", disse Marzio.

“Ma… ma io non capisco. Che cos'è cambiato? Che ho fatto di male?"

“Non hai fatto niente, è solo che non provo più lo stesso per te. Non l'hai capito?"

Bunny scoppiò in lacrime, era schockata. Prima che se ne rendesse conto era uscita dall'appartamento di Marzio, con le braccia avvolte attorno a se stessa come se pensasse in questo modo di trattenere i pezzi del suo cuore spezzato dal cadere e venire persi per sempre.

‘Non valgo abbastanza, suppongo. Sono solo Bunny Tsukino, la maldestra ragazzina piagnucolona. Probabilmente ha iniziato la nostra relazione a causa delle nostre vite passate, del principe e la principessa. Certo, deve essere rimasto inorridito dallo scoprire che ero io il suo amore da tempo perduto', pensò Bunny.

Fine del ricordo.

Oh, Bunny ricordava quel giorno molto bene. Il giorno in cui il mondo sembrava aver fatto un salto avanti lasciandola indietro. Il giorno in cui era entrata barcollando in una cabina telefonica e aveva pianto così tanto che aveva pensato di poter affogare. Lui era stato così impassibile e calmo quando l'aveva tagliata fuori dalla sua vita, come se stesse semplicemente assolvendo un compito noioso. Ma in fondo, quello era Marzio. Metodico e pieno di fiducia in se stesso, aveva sempre pianificato tutto fino all'ultimo dettaglio ed era impensabile che qualcosa come un sentimento potesse mettersi sulla sua strada. Il sentimento era un fattore sconosciuto in quella formula che era la sua vita. Lei si chiedeva come si sentisse lui ora che lei aveva scombinato quell'equilibrio.

Dopo l'incidente della rottura, Bunny si ricordava di aver passato i giorni come fosse un'attrice e la sua vita una recita. Nonostante la stima in se stessa fosse stata ridotta a brandelli, e la sua fiducia distrutta, una parte di lei rimaneva ottimista, dolorosamente speranzosa.

Ricordo

Bunny osservava Milord che spariva dopo un'altra battaglia, dopo averla salvata dal pericolo al momento giusto. Lui non aveva niente da dirle, e lei non era stata capace di farsi passare quel nodo alla gola abbastanza velocemente per dirgli tutto quello che avrebbe voluto.

“Bunny, stai bene?”

“Certo, perchè non dovrei?”

“Be', ci hai detto che saresti andata a parlargli e a chiedergli che cosa avevi fatto di sbagliato”, disse Amy.

“Ho cambiato idea. Magari, finirò col dimenticarmi di lui”, disse Bunny, cercando di non incontrare lo sguardo della amiche.

Le guerriere si erano scambiate uno sguardo e si erano rese conto che stava mentendo, ma apprezzarono il fatto che lo avesse fatto. Stava davvero maturando, e benchè fosse qualcosa che tutte avessero dichiarato di volere, si dispiacevano che questo comportasse la perdita della sua innocenza.

“D'altronde, non è che non ci siano altre balene nell'oceano”, disse Marta, quasi azzeccando il detto.

‘Ma io non voglio qualcun altro, io amo lui. E so che è patetico, voglio dire, come posso amare qualcuno che mi fa tanto male? Ma lo faccio lo stesso, lo amo, lo amerò per sempre. Deve pur contare qualcosa, giusto? Un giorno, capirà che nessuno può amarlo quanto lo amo io, e allora tornerà da me. Mi dirà che non può vivere senza di me e poi mi abbraccierà e mi bacierà così appassionatamente che non potrò più averne alcun dubbio’ pensò Bunny.

Fine del ricordo

Era stata così ingenua allora, e così credulona. Aveva volutamente messo da parte tutta l'evidenza che le diceva che Marzio non ci teneva più a lei, e si era invece aggrappata ai piccoli ritagli d'informazione che potevano essere considerati come un segno di affetto da parte sua. Benchè quella volta che si era imbattuta in lui, che era caduta a terra, e che si era sbucciata le ginocchia, lui fosse rimasto lì semplicemente a fissarla ... lei aveva preteso solo che non se ne fosse accorto. Se era tutta una commedia quello che Marzio aveva detto, allora aveva tremende capacità recitative. Si era completamente convinta che lui la odiasse. E non c'era stato alcun sollievo quando aveva scoperto la 'causa' della rottura. Anzi, quella scoperta le aveva lasciato un senso di vuoto e incertezza più di ogni altra cosa.

Ricordo

“Marzio! Ho bisogno di parlarti, ora!”, disse Bunny, battendo i pugni contro la porta di Marzio la sera tardi. Non arrivò nessuna risposta dall'interno, ma sentì qualcuno muoversi. Sentendosi anche più umiliata, cominciò a pregarlo, "Per favore, Marzio, so che ci sei. Farò in fretta, davvero. Per favore, è importante!"

Lentamente la porta si aprì e Marzio fissò giù verso di lei. "Sveglierai i vicini. Che cosa vuoi?"

" Io…” Bunny era improvvisamente spaventata. Aveva paura di dirgli del sogno che l'aveva mandata di corsa da lui nel cuore della notte.

“Che c'è?” disse lui, esasperato.

“Ho fatto un sogno”, disse tutto d'un fiato. Marzio sbuffò e fece per chiudere la porta. Perciò Bunny parlò prima che potesse scappare. "Ci stavamo sposando e poi all'ultimo momento qualcosa mi ha portato via e tutto è diventato rosso, e tutto quello che riuscivo a sentire era una voce agghiacciante che ti diceva di starmi lontano."

Gli occhi di Marzio brillarono per lo schock mentre sentiva raccontare il suo sogno.

“Io ho avuto… Ho avuto esattamente lo stesso sogno. Dapprima, ho cercato di ignorarlo ma poi continuava a tornare nella mia testa notte dopo notte. Non potevo far finta di niente." disse Marzio.

“Allora questo significa che mi hai lasciata per proteggermi? Oh, Marzio questo vuol dire che possiamo stare ancora insieme”, disse lei e fece un passo avanti verso di lui. Marzio fece un passo all'indietro e tornò ad essere freddo.

“Questo non puù accadere Bunny. Vai a casa, a dormire. E' tardi”, disse lui, chiudendo la porta. Bunny fissò la porta con profondo sgomento. Non aveva confermato la sua teoria sulla 'protezione'; non aveva detto alcuna parola di conforto, alcuna di rimpianto per quanto dura era stata la rottura per lui. Si era sbagliata? Davvero non sarebbe mai più tornato da lei? Non riusciva ad accettarlo.

“Marzio, per favore, non mandarmi via. Non mi interessa cosa dice il sogno; voglio solo stare con te. Non vuoi stare anche tu con me? Non sono più importante di un sogno?" urlò praticamente davanti alla porta. Le sue parole furono accolte col silenzio e Bunny cadde per terra sul tappeto del corridoio, piangendo. Perchè non poteva semplicemente dire 'Io non metterò in pericolo la tua vita perchè tengo troppo a te', poi si sarebbe potuta consolare almeno col fatto che lui ci teneva. Ma non l'aveva fatto, ed era ovvio che non pensava che lei meritasse una spiegazione per il fatto che continuasse a tenerla lontana.

Fine del ricordo

Bunny si chiedeva se lui sapesse quanto dolorosa era stata quella conversazione per lei. Mai sarebbe stata capace di affrontare ancora un discorso faccia a faccia. Se erano stati i sogni che avevano fatto sì che la lasciasse, allora perchè quando lei gliene aveva parlato, lui non era tornato con lei allora? Perchè aveva aspettato due giorni interi prima di decidere che la voleva ancora nella sua vita? Bunny aveva una teoria su tutto questo e non era qualcosa di piacevole. Ma stava imparando ad andare oltre i suoi sentimenti, ed era determinata ad esaminare il problema fino in fondo. In seguito aveva riflettuto sul modo in cui lei e Marzio erano tornati insieme. Se doveva trovare una prova d'amore, doveva sicuramente essersi manifestata a quel punto, no?

Ricordo

“Pensavo che fra voi ragazzi fosse finita, ma sono felice di vedere che mi ero sbagliata", disse Morea. Stavano sul tetto di un edificio, dopo aver appena distrutto un mostro con l'aiuto di Milord. Milord si era girato e se ne era andato, ma le guerriere sembravano pensare che Bunny l'avrebbe seguito.

“Non so che hai fatto per fargli cambiare idea, ma ovviamente vuole tornare con te”, disse Amy.

“Già, e sei così bella ora, va da lui ragazza!” disse Marta eccitatamente.

“Segui solo il tuo cuore, Bunny. Andrà bene”, disse Rea. Praticamente spinsero Bunny nella direzione in cui era andato Marzio, e se ne andarono lasciando 'gli innamorati' da soli. Bunny non era mai stata confusa tanto in vita sua. Che avevano visto le guerriere che lei non aveva notato? Non vedeva alcun motivo per andare dietro a Marzio; era stato freddo come al solito, no? Be', magari le ragazze sapevano qualcosa di più riguardo la loro relazione rispetto a lei. Avrebbe fatto come avevano detto, gli sarebbe andata incontro, ma era ancora confusa. Perchè ora? Che gli ha fatto cambiare idea?

Bunny si precipitò di corsa in mezzo al parco, fermandosi solo quando vide Marzio fermo nel mezzo del parco davanti ad un laghetto illuminato dalla luna. Cercò qualche indizio sul suo viso che potesse indicare che voleva che lei fosse lì, ma non riuscì a decifrare la sua fredda espressione. Poi Marzio spalancò le braccia, e lei senza ulteriori ripensamenti si lanciò nel suo abbraccio. Si strinsero forte per un breve momento, prima che Marzio le sollevasse leggermente il mento e la baciasse dolcemente sulle labbra. Bunny era al settimo cielo, e non pensò di mettersi a riflettere sulla brevità del bacio.

“Andiamo, ti riporto a casa”, disse lui gentilmente. Bunny non protestò. Lui non le prese la mano mentre camminavano a passo lento verso la casa di lei. Non furono dette parole di scusa o di perdono. Non ci furono spiegazioni o 'mi sei mancata'. Marzio sembrava credere che le cose potessero tornare esattamente come prima proprio come se i mesi di angoscia che Bunny aveva trascorso non fossero mai accaduti.

Fine del ricordo

“Oh, Marzio”, mormorò Bunny tra se e se, sedendosi di nuovo davanti alla finestra. Se fosse andata come voleva lei, la scena si sarebbe svolta molto diversamente. Per prima cosa, lei non avrebbe avuto così disperatamente bisogno del suo amore da buttarsi nelle sue braccia al primo segno di accondiscendenza di lui. Si sarebbe trattenuta finchè non avesse ricevuto una scusa. Gli avrebbe chiesto esattamente perchè aveva cambiato idea. Nei suoi pensieri, Bunny si era creata una piccola fantasia su come sarebbe dovuta andare.

Sogno

“Bunny, sono stato un tale idiota. Mi dispiace di averci causato tanto dolore, per aver causato a te dolore. Potrai... Potrai mai perdonarmi?” disse Marzio, stando alla finestra di Bunny in una notte illuminata dalla luna.

“Perchè l'hai fatto, Marzio?”

“A causa dei sogni. E' proprio come hai detto tu, Bunny. Pensavo di proteggerti. Avrei fatto qualunque cosa per farti stare al sicuro, ti amo così tanto”, disse Marzio, la sua voce piena di emozione.

“Ma allora, perchè hai cambiato idea?”

“ Perchè anche tu hai avuto quel sogno, e tuttavia sei stata abbastanza coraggiosa da vederlo per quel che era. Una prova per il nostro amore. Mi dispiace di aver dubitato della sua forza, ma ho avuto paura. Ma ora vedo la verità Bunny, e quello che conta di più, è che non posso vivere senza di te. Ho bisogno di te”, disse Marzio.

“Anch'io ho bisogno di te, Marzio. Ti amo, e non ho mai perso la speranza”, disse Bunny sul punto di scoppiare in lacrime. Marzio si arrampicò sull'albero che era vicino alla sua casa.

“Mi dispiace così tanto”, sussurrò Marzio quando fu abbastanza vicino da toccare il suo viso con la punta delle dita.

“Ti perdono, dopo tutto, l'hai fatto per me. E so che ne eri dispiaciuto quanto me. Ora, possiamo andare avanti insieme, no?”

“Sì, non lascerò mai più che qualcosa si metta in mezzo a noi”, disse Marzio. Poi si avvicinò e baciò le sue soffici labbra. Il desiderio nei suoi occhi aumentò e Bunny si avvicinò di più, mettendo entrambe le mani sul suo viso per averlo più vicino. Il bacio fu così appassionato che Bunny pensava di poter andare a fuoco. Pulsava nel suo corpo come un'entità vivente, così potente, così bella, che la fece gemere. Le mani di Marzio tremarono mentre riempiva il suo cuore e l'anima con l'essenza di lei. Quando il bacio terminò, si fissarono l'un l'altra negli occhi e non videro altro se non l'amore che condividevano.

Fine del sogno

Sì, ecco come avrebbero dovuto tornare insieme. Infatti, sarebbe stata soddisfatta se fosse andata in un modo qualunque purchè non le avesse lasciato un dubbio. Il dubbio che lui non fosse tornato per lei, ma per chi era o per chi doveva essere. E se fosse voluto tornare con lei solo perchè era un peccato buttare al vento migliaia d'anni di storia? E se fosse tornato, solo perchè lei era Sailor Moon e faceva semplicemente senso che fosse così? E se fosse tornato perchè voleva essere al suo fianco quando fosse diventata Regina di Crystal Tokyo? E se, e questa era l'ipotesi peggiore nella sua mente, e se fosse tornato insieme a lei perchè era la madre di Chibiusa?

Bunny si alzò l'orlo della maglietta e fissò il suo stomaco piatto esposto. Fece scorrere le lunghe, pallide dita, per il suo addome e cercò di immaginare come sarebbe stato avere una vita che cresceva all'interno del suo corpo. Era questo che aveva tenuto Marzio al suo fianco? Il grembo che avrebbe dato la vita alla Piccola Lady? Voleva classificare l'idea come assurda, ma il pensiero sembrava sempre riemergere come una verità che non poteva essere ignorata.

Ricordo

Marzio guardò Bunny mentre la sua mente volava da un'altra parte ancora una volta. Mentre per la maggior parte del tempo sembrava essere la solita se stessa, lui notava che talvolta era più pensierosa del solito, e meno veloce a dar sfogo ai suoi impulsi, quasi come se ne avesse paura. E poi c'erano quei momenti quando erano da soli e lui si ritrovava i suoi occhi puntati addosso, che lo guardavano, aspettando: cosa, non lo sapeva.

“Okay, che c'è che non va, Bunny?”

“Eh? Oh niente, stavo solo pensando”, disse lei.

“Non nascondermelo, so che qualcosa ti sta infastidendo. E' la scuola?” chiese Marzio. Bunny nascose il suo disappunto al commento. Ma perchè ogni volta che era giù di morale, lui lo attribuiva a qualcosa di futile, come la scuola? Pensava davvero che fosse così spensierata fino al punto che niente di 'reale' potesse infastidirla?

Sospirò, “ No, la scuola va bene”.

“Sono i tuoi amici? Rea ti sta infastidendo troppo ancora una volta?”

“No, non è niente di simile”.

“Allora cosa? Hai fame?” chiese scherzando. Si avvicinò per farle il solletico ma questo la fece solo allontanareda lui. Ora era arrabbiata che si stesse prendendo gioco del suo umore.

“Devo andare”, disse Bunny, desiderando di avere abbastanza fiducia in se stessa per dirgli cosa la stava davvero infastidendo. Ma se gli diceva qualcosa, si sarebbe arrabbiato? Allora lo avrebbe perduto, ed era sicura di non volerlo.

“Bunny, non arrabbiarti. Non ti chiederò più niente, lo prometto. Se vuoi essere di cattivo umore, allora va bene, puoi esserlo quanto vuoi", disse Marzio. Sarà stata l'immaginazione eccessiva di Bunny, ma pensò di aver notato una traccia di condiscendenza nelle sue parole.

Con rabbia, disse rapida, “ Cosa ti ha fatto desiderare di tornare indietro con me, la notte di quella battaglia?”

“Cosa?”

“Perchè in quel momento, cosa ti ha fatto cambiare idea? Eri piuttosto sicuro sul fatto di voler stare lontano da me quando sono venuta alla tua porta per parlare del sogno" disse Bunny, tremando. Voleva scappare via, aveva talmente tanta paura della risposta, ma doveva sapere.

“Non penso ci fosse un solo motivo. Stava solo diventando troppo difficile stare lontani. Ero con Chibiusa, e all'improvviso lei ha cominciato a sparire all'improvviso. Ho capito (Nota dell'Autrice: Scusate, ma nella mia storia, Marzio e Bunny sapevano prima di lasciarsi che Chibiusa era loro figlia, okay?) che sarebbe potuta non venire mai alla luce, e questo mi ha fatto pensare a tutte le cose che stavo perdendo nel non stare con te. Ho dovuto riaverti indietro.”

“Risposta sbagliata”, disse Bunny in lacrime. “ Avresti solo dovuto dire che mi amavi.”

“Ma lo sai che ti amo”, disse Marzio, inquieto.

“E io amo te”, disse Bunny, dirigendosi alla porta. ‘Solo, penso di amarti più di quanto tu potrai mai amare me’, finì col pensiero.

Fine del ricordo

Bunny non era mai stata molto brava ad attirare l'attenzione di Marzio. Quando era Sailor Moon, aveva qualche possibilità, e sicuramente quando andava qualcosa di storto con Chibiusa. Infatti, dopo che si erano lasciati, l'unico contatto che aveva avuto con Marzio era avvenuto per mezzo di Chibiusa. Chibiusa era un importante collegamento con Marzio, se riusciva a sfoderare abbastanza coraggio per usarlo. Ma per quanto riguarda l'attenzione ricevuta come Bunny Tsukino? Molto poca, nella sua mente. Avevano condiviso in tutto un totale di nove baci durante i momenti in cui erano stati insieme, se non si includevano i momenti in cui era il suo alter-ego Sailor Moon. E lui non le aveva mai tenuto la mano in pubblico, a meno che lei non avesse insistito. Avevano un appuntamento ogni sabato sera che Bunny sospettava adempisse per ragioni pratiche, e l'anello... l'anello le era stato dato per ragioni del tutto sbagliate. Ma stava ancora cercando di passarci su. Stava cercando di ricordare l'ultima volta che Marzio l'aveva guardata come una persona vera, e l'unico ricordo a cui poteva pensare dimostrava tutto il contrario.

Ricordo

“Andiamo davvero al circo, Marzio? Davvero?” chiese Chibiusa tutta contenta.

“Sì, ci andiamo davvero”, disse Marzio, ridendo alla sua esuberanza.

“E ci saranno leoni e tigri? Elefanti? Oh, e quei tipi che si dondolano in aria?”

“Trapezisti. Sì, sono sicuro che avranno ogni cosa. Dovrebbe essere uno dei migliori circhi della zona.”

“E potremo prendere snack e soda, e, e,” Chibiusa non riusciva a pensare, era così emozionata.

“Vedremo quando saremo lì. Faremo meglio a sbrigarci, se vogliamo prendere buoni posti", disse Marzio, afferrando la mano che Chibiusa gli offriva con entusiasmo. Chibiusa si avvicinò ed afferrò anche la mano di Bunny.

“Non hai sentito? Dobbiamo sbrigarci, vieni, su”, disse Chibiusa, strattonando impazientemente la mano di Bunny. Bunny fece alcuni passi veloci per raggiungere il suo fidanzato e la futura figlia.

Mentre Marzio e Chibiusa camminavano avanti e indietro tra la folla, Bunny si trovò a essere nuovamente spinta all'indietro. C'erano molte persone che brulicavano attorno all'entrata del circo e l'affollamento era così forte che venne separata dagli altri. Scorse la testa color ebano di Marzio che vagava con relativa facilità tra la gente.

Marzio era al bancone dei biglietti, schiacciato dalla folla, mentre teneva stretta la mano di Chibiusa perchè non si perdesse. L'uomo stava chiedendo quanti biglietti volesse Marzio, ma allo stesso tempo Chibiusa gli stava urlando qualcosa, volendo fargli una domanda. Nella confusione, e anche in parte a causa del accento russo del bigliettaio, Marzio finì col chiedere due biglietti. Prima che potesse correggere le cose, aveva attraversato il cancello.

Bunny si sbrigò per incontrare Marzio ma fu fermata al cancello quando il venditore di biglietti le chiese i soldi. Solo allora Bunny capì che Marzio non aveva pagato per la sua entrata. Imbarazzata, si spostò dalla fila di clienti ansiosi di entrare. Non che non avesse potuto pagare lei, aveva dei soldi con se, e non era il tipo di ragazza che insisteva affinchè il suo fidanzato pagasse ogni cosa, ma la infastidiva il fatto che non le era nemmeno stato detto. Non si erano nemmeno assicurati che avesse passato il cancello; magari non si erano nemmeno resi conto che non era con loro. Bunny decise di andare a casa, si sarebbero divertiti di più senza di lei.

“Marzio, dov'è Bunny?” chiese Chibiusa impaurita. Tutte le persone attorno a lei, le facevano credere di potere perdersi anche lei.

“Non lo so. Pensavo fosse proprio dietro di noi”, disse Marzio, ugualmente ansioso.

“Ma hai preso soltanto due biglietti”.

“Lo so , è stato un incidente”, disse lui. Prese in braccio Chibiusa e poi si appoggiò ad una piccola piattaforma in modo da poter guardare oltre la folla. Proprio mentre stava per perdere le speranze, scorse un bagliore di luce dorata. Bunny si stava districando tra la folla e si stava dirigendo all'indietro vicino alla fermata dei bus; lui la vide salire su un autobus che arrivava e partire.

“Credo che non se la sentisse di restare. Magari non le piace il circo”, disse lui, cercando di nascondere quanto male si sentiva.

Chibiusa non disse niente, la sua felicità era leggermente mutata a causa dell'assenza di Bunny. Strano, ma anche se litigava con Bunny tutto il tempo, le piaceva averla intorno.

“Beh, faremo meglio lo stesso ad andare dentro. Allora qual è la parte del circo che preferisci Chibiusa?” chiese Marzio, cercando di cambiare argomento.

“Tutto”, si riprese. Ma nella sua testa, voleva dire 'i pagliacci', perchè erano i preferiti di Bunny. E quando lo spettacolo fu finito, Chibiusa desiderava più che mai che Bunny fosse rimasta perchè i pagliacci erano stati davvero divertenti.

Fine del ricordo

Chiaramente, Marzio si era profondamente scusato per l'errore. Bunny l'aveva perdonato immediatamente; l'incidente era già stato archiviato nella cartella 'casi scartati'. L'unica cosa diversa riguardo all'incidente era che Bunny aveva visto ciò che aveva sempre temuto: il giorno in cui sarebbe stata superata dalla sua stessa figlia. Se fosse stata una madre nel vero senso della parola non sarebbe importato, ma lei aveva solo sedici anni. Non era mai stata in rapporti troppo intimi con Marzio, e non aveva di certo mai dormito con lui, e tuttavia doveva essere lei quella generosa, affettuosa, adulta. Non era giusto che le fossero state affibbiate tutte le responsabilità della maternità senza che lei avesse nemmeno potutto godersi la sua adolescenza o i problemi del primo amore. Marzio e le sue amiche non sembravano notarlo, e le avevano detto di crescere. Bene, stava cercando di crescere, ma quando esprimeva qualunque sorta di pensiero maturo, tutto quello che riceveva erano sguardi vacui.

Marzio aveva cominciato a vedere il cambiamento in lei come un ostacolo. Pensava che si stesse scostando, e forse fosse sul punto di fare qualcosa di avventato o peggio: sul punto di fare qualcosa che non seguisse i suoi piani. Fu allora che le propose di sposarlo. Un matrimonio l'avrebbe sicuramente tenuta in riga e avrebbe posto tutti i cambiamenti al minimo-quello era il suo pensiero. Bunny ripensò al giorno prima, quando il momento che aveva aspettato per tutta la sua vita, era arrivato.

Ricordo

“Sei bellissima”, disse Marzio sinceramente, quando Bunny arrivò di sotto dalla sua stanza, pronta per il loro solito appuntamento del sabato. Indossava un semplice abito blu mare, senza maniche e con una larga scollatura. Le scivolava lungo tutto il corpo eccetto per gli spacchi nella parte inferiore dei due lati del vestito dove si potevano scorgere le sue lunghe gambe. Marzio le aveva detto di cambiarsi e lei lo aveva fatto ed era felice che approvasse; aveva cercato di sembrare molto sofisticata. Marzio era affascinante come al solito nel suo smocking.

Arrivarono ad un ristorante elegante, completo di tavoli intimi situati in alcove a parte, illuminati da deboli candele bianche. Il pranzo fu perfetto, così come la conversazione. Parlavano a bassa voce su cose non problematiche. Nel corso della serata, Marzio cominciò a lanciare occhiate al suo orologio sempre a intervalli più regolari. Precisamente alle 10 in punto, le chiese di ballare. Danzarono esattamente per tre canzoni, prima di ritornare al tavolo. Durante la loro assenza, le rose che Marzio aveva ovviamente ordinato, erano state recapitate e stavano aspettando Bunny. C'erano undici purissime rose bianche a piena fioritura, e una rosa rosso sangue con i petali ancora avvolti insieme, annidati nel mezzo. Marzio la precedette, e nervosamente colse la rosa rossa dal mazzo. C'era un piccolo anello di diamanti che pendolava dallo stelo.

“Bunny, so che le cose sono state un po'… beh, lo sai. Ma tu sei la persona più importante persona della mia vita, e mi è rimasta solo una cosa da chiederti”, disse Marzio. Era nervoso, per quel poco che poteva dire Bunny, ma a parte quello le sue emozioni erano troppo immerse in un turbinio perchè capisse cosa stava succedendo. Marzio si mise a terra su un ginocchio, "vuoi sposarmi?"

“Sposarti?” disse Bunny, quasi stordita. Perchè lo stava chiedendo? Era perchè le cose erano state un po' tese fra loro dopo che si erano lasciati? Pensava che con questo anello, avrebbe potuto tenerla nella sua vita? Aveva paura di un futuro diverso? Persino questa favolosa serata era stata troppo escogitata nei dettagli per essere sgorgata da un sentimento genuino. Bei vestiti: a posto. Ristorante romantico e costoso: a posto. Ballare: a posto. Luce delle candele: a posto. Rose: a posto. Anello: a posto. Moglie: a posto. Si sentiva semplicemente come una delle altre cose nella sua lista di faccende 'da fare'. Magari si stava comportando in modo scorretto, ma lui non aveva detto quelle tre piccole parole. Dov'era il 'Io ti amo, Bunny, sposami'?" Ma in fondo, era ciò che aveva sempre voluto. Lo amava più di qualunque altra cosa, che importava se Marzio non provava proprio la stessa cosa? Questo avrebbe potuto essere quanto di più vicino ai sui sogni avrebbe mai potuto ottenere.

“Sì, sposami Bunny”, disse Marzio, facendo scivolare l'anello dallo stelo della rosa e mettendoglielo al dito. Bunny si ritrasse d'istinto; non aveva ancora risposto. Il viso di Marzio mostrava un mondo di dolore. Quando parlò dopo, la sua voce era piena di tristezza.“Mettilo solo per qualche giorno, forse ti abituerai all'idea”.

“Mi dispiace, Marzio. E' molto bello, è solo che… non me l'aspettavo. Posso avere del tempo per pensarci?”

“Certo”, disse Marzio, alzandosi da inginocchiato e girandosi nella direzione opposta a lei. “ Usciamo di qui.”

La portò a casa e aspettò di vedere che entrasse sana e salva. Quando non fu più visibile, guidò piano per le strade, prima di fermare ancora una volta la macchina e lasciare sbattere la testa contro il volante per lo sconforto.

Fine del ricordo

Così eccola qui che siedeva in una piovosa giornata domenicale, che cercava di capire perchè non stava saltando dalla gioia ora che l'amore della sua vita le aveva chiesto di sposarlo. Se avesse avuta la mente più lucida ieri sera, avrebbe potuto dire qualcosa di più intelligente come, ‘chi è che vuoi sposare, Bunny, Sailor Moon, o la madre di Chibiusa?’ Ma alla qual cosa, Marzio avrebbe risposto qualcosa di egualmente intelligente come, ‘Voglio sposarle tutte, perchè sono tutte parte di te". Bunny si lasciò scappare un sorriso per il modo in cui aveva imitato Marzio. Chiaramente, non aveva detto niente di intelligente la notte scorsa, ed ecco perchè si stava domandando queste cose oggi invece che saltare in aria per la gioia di essere un'appena promossa fidanzata.

Era ridicola? Ingiusta? Marzio le aveva dato un sacco di cose nel corso degli anni, che importava se la sua attenzione era leggermente mal focalizzata? Magari lei era un'egoista, ma in fondo non stava chiedendo che stesse con lei 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Voleva solo sapere se gli piaceva stare con lei di tanto in tanto, e che l'amava per quello che era. Voleva solo sapere.

Bunny decise in quel momento che non avrebbe mai sposato Marzio, non importava quanto lo volesse, se lui non l'amava tanto quanto lo amava lei.. (Nota dell'autrice: siete contenti che abbia messo quel 'se' dentro, non è vero?). Non sarebbe semplicemente stato bello chiedergli di vivere un bugia così. Fece scorrere le dita gentilmente sullo stomaco ancora una volta. Non sarebbe stato giusto nemmeno portare un bambino al mondo per l'egoistica ragione di provare a tenersi stretto un marito. No, avrebbe dovuto essere amore o niente.

“Per favore, Marzio, mostrami che mi sbaglio. Provami che mi ami, così non dovrò vivere senza di te”, bisbigliò Bunny nel silenzio della stanza. Rivoltò l'anello al dito, già abituata alla sua presenza mentre allo stesso tempo si chiedeva come un semplice anello potesse pesare così tanto.

“Marzio, qual' è il problema? Sei seduto lì da tutto il giorno come una statua”, chiese Moran. Marzio era seduto su uno sgabello della sala giochi, che fissava il bancone come se potesse contenere la soluzione ai suoi problemi.

“E' solo che, non pensavo che lei … credevo solo che avrebbe detto di sì. Voglio dire, era quello che si supponeva dovesse succedere.”

“Non capisco”, disse Moran pazientemente. La sala giochi era vuota a causa della pioggia, così Moran stava prestando piena attenzione all'amico.

“Le ho chiesto di sposarmi, Moran”, ammise Marzio. Moran avrebbe capito di chi stava parlando.

“E?”

“E ha detto che ci avrebbe pensato su”, disse Marzio. Le parole sembravano così tanto più minacciose nella sua testa.

“Suppongo che ti aspettassi qualche altra risposta?”

“Beh, sì. Stava andando tutto così bene. Siamo tornati insieme senza problemi, ci vediamo regolarmente, e le ho chiesto di sposarmi al momento giusto. Ho fatto tutto per bene e lei mi ha solo guardato in maniera strana, con quella luce supplichevole negli occhi. Pensi che avrei dovuto prenderle un anello più grande?”

Moran diede con rabbia un colpo secco sulla testa a Marzio . “Non essere stupido. Come puoi accusare Bunny fra tutte le persone di essere così venale?”

“Lo so, ma che altro potrebbe essere? Non capisco proprio. Che è andato male?”

“Marzio, lei non è una formula matematica con un risultato prevedibile, è una persona.”

“Certo che lo è, lo so”, disse Marzio imbronciato.

“Davvero? Nel modo in cui hai descritto la tua relazione proprio ora sembravi uno che stava stilando la lista della spesa. L'hai rilegata in un qualche angolo della tua mente perchè sei così sicuro che ti ami, e perchè pensi che non richieda più alcuna attenzione. Pensi che siccome è sempre stata lì, continuerà a stare lì per tutto il tempo che tu vorrai che ci stia. Ebbene, lei è una persona e non puoi riprenderla e metterla da parte ogni volta che vuoi. E non puoi aspettarti che sia estasiata dal matrimonio, se la sola ragione per cui gliel'hai chiesto era perchè stava bene nei tuoi piani e completava qualche tuo grande progetto. Lei ha dato uno strattone a questi tuoi piani, ma la verità è che sta solo cercando di mostrarti che non è solo un'entità. E' una persona, quando è stata l'ultima volta che l'hai trattata da tale?"

Moran aveva ragione, talvolta riteneva la sua presenza scontata. Forse era perchè sapeva qualcosa del loro futuro? Sapeva che erano sposati e avevano una figlia. Avere Chibiusa intorno gli confermava quotidianamente che non era un sogno, che era stato davvero graziato e che Bunny sarebbe sempre stata parte della sua vita. E magari era un po' troppo rigido nel comportarsi in taluni momenti e nel volere che le cose accadessero al momento giusto, ma non era mai stato bravo ad esprimere le sue emozioni. Non voleva fare qualcosa di sbagliato e far sì che le cose finissero o venissero rimandate. E se faceva un altro errore come quello che aveva fatto coi sogni e la sua rottura con Bunny? Lo avrebbe perdonato una seconda volta? Da quel momento in poi, aveva cercato di essere un fidanzato perfetto, ma lei si allontanava sempre di più fino al punto che lui aveva pensato in un momento di pazzia che la stesse perdendo, e le aveva chiesto di sposarlo. Perchè non poteva perderla un'altra volta.

“Come le dico cosa vedo quando la guardo?”

“Credo che dovrai capirlo da te.”

"Sapevo che l'avresti detto”, disse Marzio, e si alzò per andarsene.

“Beh, se davvero vuoi un mio consiglio, io andrei da lei e la bacerei pazzamente”, disse Moran.

“Oh, non penso che andrebbe bene”, disse Marzio.

“Perchè no?”

“Perchè non abbiamo quel tipo di relazione”, disse freddamente Marzio.

“Mio Dio. Per favore, dimmi che stai scherzando, e che l'hai baciata e tenuta stretta più volte di quante tu possa contarne?”

Nove baci durante i nostri appuntamenti,M arzio pensò fra se e se. All'improvviso non sembravano poi così tanti. "Non volevo spaventarla, stavo cercando di essere delicato. Che c'è di male con questo?”

“Niente, fino a che capisci cosa stai facendo. Prova a metterti dal suo punto di vista. Per prima cosa, non mostri agli altri cosa provi per lei – nessuna manifestazione d'affetto esterna. Questo, credo, è plausibile. Due, cavolo, non mostri a lei come ti senti, come hai appena ammesso. Tre, probabilmente non gliel'hai mai detto. Come diavolo pensi che sappia cosa pensi di lei?”

Marzio impallidì visibilmente, le parole di Moran finalmente avevano colpito il segno. Si chiedeva se Bunny avesse una qualche idea che ogni singolo giorno, ogni singola ora, ogni singolo momento della sua vita aveva un valore solo perchè esisteva lei. Sapeva che talvolta lui andava a letto più presto solo per poterla sognare? Sapeva che talvolta si teneva lontano da lei perchè non voleva soffocarla con la piena espressione del bisogno che sentiva di averla accanto? Sapeva almeno che l'amava? Ripensò alla proposta e capii che allora non le aveva detto che l'amava. Ripensò a quando si erano rimessi insieme - nemmeno allora le aveva detto che l'amava. Per quello che riusciva a ricordare, glielo aveva detto solo due o tre volte, e di solito sempre sotto pressione. Marzio si sentiva quasi male. Doveva andare da lei, ora. E dirglielo mille volte così che non avesse avuto mai più dubbi.

“Devo andare… ciao”, disse Marzio buttandosi fuori dalla sala giochi, la giacca e l'ombrello dimenticati nonostante l'intensità della tempesta fuori. Era fradicio fino alle ossa e tremante quando arrivò a casa di Bunny. Era ora di cena, ma non vedeva alcuna luce accesa e la macchina non era al suo posto. Oh Dio, e se anche Bunny era fuori?

Suonò il campanello freneticamente, poi sbattè i pugni contro la porta quando non ottenne risposta. Sentì qualcuno sulle scale e torturò maggiormente la porta. Bunny considerò la possibilità di non aprire perchè chiunque stesse bussando alla porta in modo così violento, doveva ovviamente essere pazzo a stare fuori in una tale tempesta. In quel momento indossava una gonna confortevole e una maglietta, i capelli scompigliati, e stava trascinando la coperta del suo letto in giro. Quando aprì la porta la coperta le cadde dalle mani.

Era Marzio, ma un Marzio che non aveva mai visto prima. I suoi occhi erano selvaggi, e sembravano quasi feroci. Era fradicio e tremante, ma sembrava bruciare di fuoco interiore. Prima che lei potesse dire una sola parola, la afferrò quasi violentemente, trascinò il corpo caldo di lei contro quello freddo di lui, e la premette contro il bancone della cucina. Il piccolo lamento di protesta di lei fu interrotto quando la bocca di lui discese sulla sua, divorando le sue dolci labbra, e scioccandola nel suo intimo più profondo. Una delle sue mani le si mise tra i capelli, girandole la testa in modo tale da avere miglior accesso alla sua bocca. La sua lingua si insinuò tra le sue labbra socchiuse, assaporandola, divorandola come se non potesse mai esserne soddisfatto. E probabilmente non lo sarebbe mai stato; avrebbe potuto passare la sua intera esistenza nutrendosi dell'assuefazione che aveva di lei, e quella sembrava proprio una grande idea. Sentì le braccia di lei stringersi intorno al suo collo, una delle sue gambe premuta gentilmente contro la sua coscia. La sollevò così che fosse seduta sul bordo del bancone, e premette il suo corpo contro quello di lei ancora più fortemente.

Nonostante le vertiginose sensazioni, Bunny non si dimenticò mai che stava baciando il suo amore, il suo Marzio. Colui per il quale batteva il suo cuore, la sua anima soffriva, e il suo corpo si struggeva. Era come un sogno e se le sue mani non fossero state tanto occupate, allora avrebbe potuto pizzicarsi, per convincersi che era vero. L'assalto alla sua bocca continuò e Bunny ne assaporò ogni secondo. Gradualmente, le loro bocche si separarono, ansiose d'aria. Marzio continuò a baciarle la faccia, i capelli, il collo. Fra i ferventi baci, mormorava quasi incoerentemente.

“Mi dispiace … non potevo … avrei dovuto … ti amo così tanto”.

“Cos' hai detto?” disse Bunny, temendo di avere le allucinazioni. Marzio la guardò dritto negli occhi, e premette le mani ai lati del suo viso.

“Ho detto, io ti amo. Mi dispiace se ne hai mai dubitato, ma io ti amo. Continuerò a dirtelo perchè sembra un modo così inadeguato per esprimere cosa significhi per me. Io ti amo, un migliaio di volte”.

“Anch'io ti amo”, disse Bunny, le lacrime che le si formavano agli occhi.

“Non piangere, per favore non piangere. Poi piangerò anche io, e sto appena incominciando a capire il senso di tutte queste cose sdolcinate.”

“Stai andando bene”, disse Bunny, ridendo. Proprio allora sentirono il suono di una macchina che posteggiava nel garage. In pochi attimi la famiglia di Bunny si stava affrettando per raggiungere la porta principale e mettersi al riparo dalla pioggia. Bunny e Marzio si staccarono, e Bunny rimise i piedi per terra, ben consapevole del segno umido che Marzio le aveva lasciato sui vestiti.

Bunny, non ti ho detto di non lasciare cose sparse per il corridoio?” disse la madre di Bunny, raccogliendo la coperta buttata. Fu allora che notò Marzio, appoggiato al muro opposto. “Oh, mi dispiace, non sapevo che avessi compagnia. Marzio, no?”

“Marzio!” gridò Chibiusa, correndogli incontro ed aggrappandosi stretta alla sua gamba.

“Hey piccola, ti sei divertita stasera?”

“Uh huh.”

“Ora di andare a dormire, signorina”, disse la madre di Bunny, Irene.

“Marzio, mi leggeresti una storia?” lo pregò Chibiusa. Bunny stette attenta a mantenere un'espressione totalmente neutrale – non voleva mettersi tra padre e figlia, ma non poteva fare a meno di sentire che lei e Marzio avevano bisogno di chiarire alcune cose.

“Non posso stanotte, Chibiusa. Ho qualcosa che devo fare”, disse Marzio gentilmente, accarezzandole uno dei piccoli codini rosa.

“Basta perder tempo, su per le scale, di corsa”, disse bruscamente il padre di Bunny. Lanciò un'occhiata sospettosa a Marzio, ma non disse niente mentre conduceva la bambina al piano di sopra. Neanche Sam disse niente, sebbene avesse guardato Bunny e Marzio avanti e indietro prima di scuotere la testa divertito.

“Bunny, posso parlarti un attimo?” chiese Irene. Irene portò Bunny in un angolo e cercò di non fissare quando notò l'anello al dito della figlia. “Credo di capire che abbiamo interrotto qualcosa d'importante. Allora perchè tu e Marzio non andate fuori di qui. Prendi ciò di cui hai bisogno per domani a scuola e io sistemerò le cose con tuo padre.”

“Davvero? Ma perchè?”

“Perchè conosco mia figlia, e voglio che tu abbia tutto il tempo di cui hai bisogno, perchè mi fido del tuo giudizio.”

“Che ho fatto per meritarti?”

“Me lo chiedo tutti i giorni”, la prese in giro Irene. Annuì in direzione di Marzio prima di salire di sopra.

“Possiamo andare da qualche parte, ho ancora delle cose da dirti”, chiese Marzio.

“Anch'io, lascia solo che prenda qualche cosa.” Bunny salì nella sua stanza e rimpinzò uno zaino coi suoi libri di scuola e la sua uniforme. Quando ebbe finito di impacchettare tornò di sotto. Capì di aver dimenticato il suo cappotto ma decise che non voleva perdere più tempo.

“Pronta?”

“Prontissima”, disse rapida Bunny. Camminarono fuori nella pioggia e Marzio le prese la mano all'istante. Per metà strada corsero, per l'altra metà camminarono, e si infradiciarono completamente sotto la tempesta. Cominciarono i tuoni e i fulmini e Bunny strinse forte la mano di Marzio, ma una parte di lei era eccitata. Correre attraverso l'oscurità, immaginarsi ogni sorta di pericoli imminenti nelle ombre, ma sentirsi perfettamente al sicuro a causa della compagnia in cui si trovava. Sembrò ricordarsi di ridere quando finirono in una pozzanghera incredibilmente profonda e ricordò distintamente la risata in risposta di Marzio, mentre la prendeva in braccio e l'alzava sopra la pozzanghera, come se pensasse di evitare in questo modo che si bagnasse di più.

Arrivarono all'appartamento di Marzio presi da uno strano umore. Bunny stava ridendo come una matta, nonostante stesse dibattendo i denti, e Marzio non sembrava riuscire a trattenersi dallo sfoggiare un continuo sorriso sul viso. Tirò fuori un grande asciugamano morbido blu e nero e lo avvolse intorno alle spalle di Bunny. Con le mani sulle sue spalle, cominciò ad asciugarla rozzamente. Gli occhi di Bunny si chiusero di loro proprio volontà al movimento ritmico delle sue calde mani sulle sue spalle. Di scatto, lui si fermò e Bunny aprì gli occhi. Le stava fissando il petto attraverso la maglietta impiastriccata dalla pioggia. Vedendo che lo stava guardando, lui arrossì ed andò a prendere un asciugamo per se. Sfilandosi la maglietta, ne prese un'altra dal suo guardaroba, e tornò nella stanza asciugandosi i capelli.

“Cioccolata calda?”

“Mi piacerebbe”, disse lei. Quando la cioccolata fu pronto, si sedettero sul divano e guardarono verso le finestre del balcone. Bunny cominciò a giocare nervosamente con l'anello e questo catturò l'attenzione di Marzio.

“Hai già deciso?” chiese ansioso.

“Se ti dico una cosa, prometti di non interrompermi finchè non finisco?” Marzio annuì. Bunny fece un grande sospiro, e decise di spiegargli tutte le sue paure. “Quando hai rotto con me, mi hai detto che non mi amavi. Hai detto anche che avrei dovuto notare che i tuoi sentimenti erano cambiati.” Marzio voleva saltare in piedi a questo punto e difendersi, ma poi si ricordò che aveva promesso di non interrompere. “Così ho giurato a me stessa che se mai fossimo tornati insieme avrei prestato più attenzione, e non mi sarei fatta scaricare tanto facilmente. Quando sono venuta da te con la storia del sogno, ancora non mi hai voluta. Mi hai perdonato solo dopo che avevi visto Chibiusa scomparire, e ho pensato … ho pensato che fossi tornato da me perchè ero l'unica che poteva darti Chibiusa. Lo vedevo come un tuo grosso progetto: metterti con me finchè non fosse nata, e poi dimenticarti di me. Ho cominciato a farmi venire in mente tutti gli esempi delle cose nelle quali lei veniva per prima e lo ammetto, mi sono ingelosita. Non pensavo fosse possibile che tu mi amassi tanto quanto ti amavo io. E più ci pensavo, più tu sembravi divenire distante. Non mi hai mai nemmeno toccata e questa proposta è saltata fuori dal nulla. Naturalmente non potevi avere Chibiusa a meno che non fossimo sposati, e …”

“E tu hai pensato che stessi cercando di affrettare le cose”, finì Marzio per lei. Bunny annuì. “Mi dispiace.”

“Non puoi essere responsabile dei miei pensieri”, disse Bunny.

“Ma non avrei mai dovuto permettere che le cose fra noi divenissero così tese da farti venire pensieri come quelli. Dopo che siamo tornati insieme, non volevo ricordarmi di quel terribile periodo in cui eravamo stati separati. Certamente non volevo ricordare che eri stata tu quella che aveva saputo vedere oltre il sogno, e io quello che aveva scelto la via più codarda.”

“Non era codarda, voglio dire, deve essere stata dura anche per te”, disse Bunny, prendendogli la mano.

“Bunny, pensavo che avrei potuto morire senza di te e non ho mai pensato a te come un mero contenitore per Chibiusa. Chibiusa è una parte di te e una parte di me, questa cosa da sola basta perchè io le voglia bene. Io amo te, non ciò che puoi darmi. Lo so che non lo dico abbastanza, ma ti amo.”

“In quel tempo, non sapevo cosa sentivi. E ancora non mi avevi mai toccato, pensavo di farti orrore in un qualche modo."

“Nove baci”, disse Marzio a malincuore.

“Hai tenuto il conto?”

“Ho una sorta di confessione da farti. Sai, non sono bravo con le emozioni, ma per quanto riguardo il mostrarti come mi sento, non sono molto meglio.” Afferrò Bunny tra le braccia, e lei appoggiò la testa sulle sue spalle. Lui cominciò ad accarezzarle i capelli e fece un grosso respiro prima di continuare. “Bunny, io sono vergine.”

Ci fu una momentanea pausa in cui Bunny digerì la notizia, e poi parlò. “Anch'io. Che c'entra?”

“E' diverso per i ragazzi, sicuramente per quelli di 21 anni. Dovrei essere io quello che sa cosa fare, come prendermi cura di te – avera esperienza e sicurezza riguardo all'intera faccenda”, disse Marzio nervosamente.

“Sono felice di sapere che sarà la prima esperienza per entrambi. Penso sia perfetto”, disse Bunny, stringendosi ancora più profondamente nel suo abbraccio.

“Ma, e se io non … e se faccio qualcosa di sbagliato e tu finisci con l'odiarmi per il resto della tua vita?”

“Sei carino quando non sei serio. Non preoccuparti troppo, sarai il primo perciò come farò a sapere se sei terribile o no?” ridacchiò Bunny. “D'altronde Marzio, quel bacio che ci siamo scambiati nella cucina di casa mia, che ne pensi di quello?”

“Penso che sia la cosa più meravigliosa che abbia mai sentito”, disse Marzio senza esitare.

“Anch'io, e l'abbiamo fatto completamente da soli, e solo seguendo l'istinto. Penso che ci verrà naturale fare quello che faremo.”

“Mi piacerebbe averti detto questo molto tempo prima”, disse Marzio sollevato. Era così bello avere quella paura tolta dalle spalle. Stringendo la presa sulla sua fidanzata, bisbigliò "Ti amo, Bunny Tsukino.”

“Bunny Chiba, credo tu voglia dire. Questo, se l'offerta sta ancora in piedi?” chiese Bunny, sventolando il dito con l'anello di fronte alla faccia di Marzio.

“Sì. Vuoi sposarmi?”

“Sì, lo voglio.”

Marzio baciò l'anello sul dito e poi le baciò le labbra. Non l'avrebbe mai più lasciata andare o si sarebbe mai più dimenticato di essere grato per la sua presenza. Bunny emise un sospiro soddisfatto, ancora stupita di aver ottenuto ciò che aveva sempre voluto. Marzio l'amava: l'unica clausola su cui aveva insistito per diventare sua moglie. Chi avrebbe mai sospettato che ci sarebbe stata una tale confusione riguardo al loro matrimonio, quando a chiunque altro sarebbe sembrata una cosa certa? Apparentemente, anche le cose più sicure sono affette da fattori sconosciuti. Fattori come il cuore umano.

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