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Autore: layla84    04/02/2012    11 recensioni
Buon compleanno Annaly, questa ff è tutta per te :) “Non sto scherzando Harry, non sai quanto mi dispiace dirtelo ma… a quanto pare hai perso tutti i ricordi legati a questi ultimi 5 anni” Un Harry Potter che cerca di rimettere insieme i ricordi di cinque anni spariti nel nulla.. ma che ci fa Malfoy al suo capezzale?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dovette ammettere che l’appartamento dove lui e Malfoy si erano Materializzati era davvero carino.
Per un attimo aveva avuto il terrore di finire a Malfoy Manor, invece si era ritrovato in un grazioso salotto arredato sobriamente, che aveva un’aria decisamente vissuta. Decisamente troppo vissuta, per essere la casa di un Serpeverde: vedeva dettagli tipicamente Grifondoro in ogni angolo, e gli parve un luogo familiare, l’esatto posto dove gli sarebbe piaciuto vivere se non fosse per il piccolo, trascurabile particolare, di Malfoy accanto a se, che lo osservava silenzioso, in attesa di una sua qualsiasi reazione.
“Allora… Ehm, questa è…”
“Casa nostra, si”
Concluse il biondo per lui, accompagnandolo verso il divano di pelle bianca che faceva bella mostra di se in mezzo al salotto, mentre Harry non faticava a credere a quelle parole.
Piano piano si stava abituando all’idea che loro due veramente vivessero insieme.
La casa era - in uno strano miscuglio di arredamento magico e babbano - decisamente atipica per Malfoy, ma il biondo, doveva ammetterlo, lo aveva stupito anche per l’abbigliamento tipicamente babbano che aveva sfoggiato in quei giorni, quindi Harry non sapeva cosa realmente pensare.
Si sedette senza nemmeno pensarci, preso nella contemplazione di quella che sarebbe stata - anzi era, si corresse mentalmente - casa sua.
Almeno finché non recupererò la memoria, si disse, scoprendosi estremamente spossato.
“M- Draco…” iniziò titubante, non sapendo come spezzare il silenzio teso che si era venuto a creare.
Il biondo, che era rimasto al suo fianco, una mano appoggiata saldamente alla sua spalla, sembrava non sapere nemmeno lui cosa fare e questo, assurdamente, fece sentire Harry più sollevato.
Almeno non era l’unico a sentirsi a disagio, in quel momento.
Decise di prendere la situazione in mano, sentendosi vagamente ridicolo per il protrarsi del silenzio tra loro.
“Penso sia meglio che mi stenda un attimo, mi sento stranamente debole” disse, rendendosi conto nell’esatto momento in cui pronunciava quelle parole, quanto queste fossero vere.
Draco lo guardò leggermente preoccupato, prima di spostarsi per farlo stendere meglio sul divano.
“E’ normale, non preoccuparti. Hermione mi aveva avvisato che Smaterializzarti poteva darti questi problemi… stai qui, vado a farti una tazza di thè”
Il tono stranamente gentile del biondo fece scattare la testa di Harry in sua direzione, ma tutto quello che riuscì a vedere dalla sua posizione sdraiata sul divano, furono le gambe di Draco sparire oltre la porta della cucina. Pensò che forse il nuovo Malfoy non era poi così male.
“Ho sempre odiato Smaterializzarmi” disse, più per riempire il silenzio che si era creato di nuovo, che per reale voglia di conversazione, ma si stupì quando dalla cucina arrivò lo sbuffo divertito di Draco.
“Oh, lo so bene questo. E so anche che hai problemi anche con la metro polvere... di solito mi costringi ad usare i metodi babbani per spostarci, o al massimo la scopa”
E nella sua voce c’era una leggera traccia di malinconia, mista a qualcosa che Harry non riuscì a decifrare, ma che assomigliava terribilmente a tenerezza.
Sentì le guance in fiamme, e maledicendo il suo stesso corpo, si sforzò di mantenere un contegno.
“Non ti ci vedo a prendere i mezzi babbani Draco, senza offesa”
“Non mi offendo tranquillo, se è per quello non mi ci vedo nemmeno io, ma che ci posso fare? Ho un ragazzo assurdamente testardo a volte” commentò ironico il biondo, rientrando nella stanza con due fumanti tazze colorate.
Le posò sul basso tavolino di vetro davanti al divano e porse la mano ad Harry, per aiutarlo ad alzarsi.
Mano che il moro afferrò dopo alcuni secondi, ancora intento a ripensare a se stesso come al “ragazzo” di Draco Malfoy.
Prese la tazza che il biondo gli porgeva soffiandoci sopra delicatamente, per evitare di scottarsi, e poi riportò l’attenzione sull’altro.
“Non vale però. In pratica tu sai tutto di me, mentre io di te so pochissimo. O meglio, so quello che ti riguarda solo fino ai tempi di Hogwarts”
Si osservarono negli occhi per un istante, prima che il biondo riponesse la tazza che teneva tra le mani e si sedesse al suo fianco sul divano.
“Ok. Hai ragione tu, allora dimmi, cosa vuoi sapere?” chiese con tono leggero, prima di rilassare le spalle e poggiarle sui comodi cuscini del divano.
Inclinò la testa per vederlo meglio, un leggero sorriso gli si aprì sul volto ed Harry fu preso alla sprovvista, da quel modo così intimo, in cui Draco lo osservava: come se fosse naturale stare su un divano con lui, e fissarlo con quello sguardo caldo.
Lottando con tutto se stesso per non arrossire, Harry si concentrò sulle domande che avrebbe voluto fare al biondo, anche se la sua attenzione era calamitata da quegli occhi grigi, che continuavano imperterriti ad osservarlo.
“Ehm, quindi tu di cosa ti occupi? Io ho capito di essere un Auror, ma non so che lavoro fai tu”
Chiese, mentre i suoi occhi vagavano per la stanza, osservando stupiti un televisore piatto che faceva bella mostra di se sull’altro lato della parete.
“Lavoro per il Ministero, nel dipartimento che si occupa delle relazioni con i paesi esteri. Mi occupo di mantenere buoni i rapporti con gli altri paesi, di creare eventi per collaborare con loro, oppure di accogliere le varie delegazioni in visita in Inghilterra”
“Sembra un lavoro interessante, e anche di una certa responsabilità” disse Harry, realmente colpito.
“Sì, è un buon lavoro. Ci sono paesi con cui non andiamo particolarmente d’accordo e la diplomazia con cui ci esponiamo con loro è una delle cose fondamentali per mantenere i rapporti pacifici”
Nella sua testa, Harry non poté far a meno di pensare che le parole Malfoy e diplomazia, nella stessa frase, non andassero molto d’accordo, ma poi si rese conto che quello cui pensava era il Malfoy di anni addietro, e che probabilmente le cose che erano cambiate negli anni erano davvero tante.
“E dimmi... come mai hai questa passione per i vestiti babbani?” chiese, non resistendo alla sua curiosità.
Draco in risposta alzò un sopracciglio verso di lui, sorridendo maliziosamente e dicendo solo “Abitudine”, prima di riprendere la sua tazza e bere un lungo sorso di thè.
“Spiega dai” continuò Harry, sempre più incuriosito “Perché ‘abitudine’”?
Draco ridacchiò leggermente, passandosi una mano tra i capelli biondi e chinandosi a posare la tazza sul tavolo, prima di rispondere.
“Dalla fine della scuola noi Serpeverde abbiamo iniziato a vestirci anche con abiti babbani, un modo come un altro per sottolineare la nostra apertura verso quel mondo. Dopo la guerra era indispensabile un far capire che eravamo diversi dai nostri genitori, che non avremmo compiuto i loro stessi errori. Inutile dire che da quando sto con te, questa abitudine è aumentata, visto e considerato quanto poco ti piacciono le vesti da mago su di me”
“E perché mai?” chiese Harry, mentre ancora elaborava questa nuova idea dei Serpeverde vestiti come i babbani.
“Questo è meglio per te non saperlo” gli disse sorridendo con fare ironico Draco “Potresti imbarazzarti”
Harry rimase con l’ennesima domanda bloccata nella gola, mentre ripensava a quello che il biondo aveva appena detto e nella sua testa si faceva strada il pensiero di lui in veste da mago, e poi in jeans e camicia: non faticò molto ad arrivare alla conclusione che gli abiti babbani mettevano decisamente in risalto il fisico di Draco, e mentre le sue orecchie andavano a fuoco per il suo stesso pensiero emise un flebile “Ah”, prima di tuffarsi nuovamente sulla sua tazza di thè ormai fredda per nascondere il rossore.
Draco rimase a fissarlo per un attimo, e sembrò quasi sul punto di chiedergli qualcosa, ma sembrò ripensarci all’ultimo momento e si alzò, dirigendosi verso la cucina.
“Allora, Hermione mi ha raccomandato di non farti fare le scale” disse, senza nessuna inflessione particolare nella voce “quindi ho pensato che potresti sistemarti nella camera degli ospiti qui al piano terra. La nostra camera è di sopra e ci dormirò io, se per te va bene”
“C-certo, grazie mille”
“E di cosa ti scusi?” disse il biondo riaffacciandosi dalla cucina “Dopotutto questa casa è anche tua, anche se non te lo ricordi” commentò con tono intriso di malinconia, prima di sparire di nuovo oltre lo stipite.
Harry si portò una mano tra i capelli. Sarebbe stato difficile, per entrambi.
Solo in quel momento si rese conto di cosa volesse dire per Draco tutta quella situazione. Un giorno prima erano felicemente fidanzati e vivevano insieme, il giorno dopo si ritrovava per casa il ragazzo che amava che non si ricordava niente della loro storia. Doveva essere stato un duro colpo, per il biondo.
Anche il comportarsi con lui diversamente da com’era abituato doveva essere difficile: Harry vedeva che cercava di trattenersi nei gesti e nelle parole, e allora rimetteva la maschera Malfoy, ostentando quella voce neutra ed indifferente che tanto Harry odiava.
Fu forse quello a farlo parlare, o forse il fatto che sperava davvero gli potesse tornare presto la memoria.
“In realtà, quando siamo arrivati qua, ho avuto come la sensazione che questo posto mi sia, come dire, familiare, ma non ti saprei dire il perché”
La testa bionda di Draco riapparve in un lampo nel salotto, osservandolo con immensa sorpresa negli occhi.
Maledizione, si disse Harry tra se e se, l’ultima cosa che voleva era che Draco se illudesse per niente.
“Forse non vuol dire niente, magari è stata solo la mia immaginazione, ma ho pensato di metterti al corrente, tutto qui” disse osservando direttamente quegli occhi grigi e stranamente caldi.
“Hai fatto benissimo. Potrebbe non essere niente, ma di sicuro è meglio che niente. E’ una cosa positiva”
Harry fece un vago cenno con la testa, in risposta alle parole di Malfoy e poi entrambi rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.

La giornata passò tranquillamente, tra un po’ di televisione e un po’ di resoconti di Draco su quello che era successo nel mondo magico negli ultimi anni.
Harry scoprì che giusto l’anno prima Hermione e Ron si erano sposati, che Neville era all’estero per studiare delle nuove piante con poteri guaritivi molto potenti, mentre Luna aveva preso il posto del padre alla direzione del “Cavillo”.
Nonostante fosse stupito per le notizie che Draco sembrava sapere sui Grifondoro, Harry, sempre più curioso, chiese notizie anche degli amici del biondo e scoprì con suo sommo stupore che Blaise Zabini e Pansy Parkinson si erano sposati subito dopo la guerra e che lei era in attesa del primo figlio, mentre Nott aveva deciso di trasferirsi in Francia in via definitiva.
Per ultimo, Harry si azzardò a chiedere anche dei genitori di Draco, scoprendo che Lucius e Narcissa vivevano ancora al Manor e che, anche se raramente, andavano a far loro visita.
Si immaginò i pranzi di famiglia, seduto a tavola con Malfoy senior, a parlare del tempo e non riuscì a trattenere una risata.
“A Lucius non è venuto un infarto, quando ha saputo di... di noi?” disse, tra un attacco di risa e l’altro.
Draco alzò un sopracciglio, prima di rispondere serafico “E’ un Malfoy, Harry. Ha subito capito che sarebbe stato un guadagno immenso d’immagine, essere legati al ragazzo-che-è-sopravvissuto, ed ha accettato la cosa, ma non ti aspettare che la prossima volta che ti vede ti chiami ‘figliolo’, quello sarebbe troppo anche per lui” Poi sorrise verso di lui, e Harry ricambiò il sorriso.
Bastò quell'attimo, quel semplice gesto d'intesa, e il salotto venne riempito delle loro risate.





  
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