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Autore: __gIuLiNa__    04/02/2012    3 recensioni
Midgard. Il Ragnarok è ormai vicino. Strani avvenimenti scombussoleranno la vita tranquilla nel terzo mondo terrestre. Gli eletti dovranno affronatare il viaggio della loro vita, perchè si sa, nulla è più difficile di affrontare il proprio destino...
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amo l'oscurità perché in essa non vedo quanto sia triste questo mondo,

ma amo di più la luce perché mi fa capire che tutto non è perduto.

 

 

Urla strazianti. Uomini dilaniati, coperti di sangue recitavano preghiere rivolte ad Odino, re degli Aesir. La terra sottostante era squarciata da crepe talmente profonde da sembrare senza fondo. Un uomo teneva tra le mani le briglie di un gigantesco cavallo-drago che ruggiva nell'infuriare della battaglia. << Mao! >> urlò con tutte le sue forze al commilitone che rimaneva in piedi sulla sella della sua cavalcatura facendo vorticare la lama della propria spada sopra la testa.

L'uomo vide stagliarsi nel buio della notte la sagoma iridescente di quell'essere. Un gigante completamente bianco galleggiava nell'aria tenendo le gambe incrociate. Allungò il braccio sinistro, bianco, esattamente come la tunica che indossava ma con la differenza che sull'arto erano presenti dei disegni tribali grigi che si ripetevano sul mostruoso volto privo di bocca e naso. Esso generò una piccola implosione ove i colori più esterni sfioravano le tonalità purpuree, per sfumarsi in un azzurro limpido e infine il nucleo perlaceo.

L'uomo tirò a se le briglie facendo ringhiare l'animale che spiegò maggiormente le ali pesanti << Attento Mao! >> portò una mano sulla lunga spada lanciandosi verso l'amico. Ma non fu abbastanza svelto, dal globo dell'essere partirono delle saette. I lampi perlacei si diramarono nel circondario colpendo con le loro lingue tutto ciò che gli fosse a tiro. Mao fu colpito in pieno petto proprio mentre una saetta colpì il cavallo-drago sull'ala sinistra facendolo gemere e cadere nel vuoto.

Si risvegliò con la puzza di marcio sotto il naso, era in una palude. Sentiva la spalla dolere e fece una smorfia di dolore notando che sanguinava. Spaesato alzò il capo vedendo ancora il bagliore dei lampi, dopotutto non era così lontano. Poco distante da lui, l'animale che cavalcava giaceva immobile contro una parete rocciosa senza emettere un respiro. L'uomo sentiva i suoi capelli castani appiccicati alla fronte madida di sudore e l'uniforme da cavaliere completamente sudicia. Sfoderò la spada lunga dall'impugnatura nera e oro e la impugnò con il braccio buono; camminava nelle acque melmose mettendo in allerta tutti i sensi. Alzò lo sguardo al cielo cupo e notò la cavalcatura del suo principe librarsi nella volta cupa. Decise di aumentare il passo mentre sbaragliava i nemici, era vicino ad un' altura << Ritiriamoci! >> impartì l'ordine alla vista raccapricciante del suo plotone che da migliaia si era ridotto ad una decina. Riuscì a raggiungere il suo lord che annaspava in cerca d'aria. Un profondo taglio faceva sgorgare sangue dall'addome << Lord Shoji >> tuonò finendo un nemico << State bene? >> il giovane principe rispose con un gemito facendo crescere l'apprensione nell'altro. << Si vi ringrazio alto comandante Shigihara >> riconoscente abbassò il capo << Cercate di non muovervi. Ci stiamo ritirando e non vorrei che nella fuga l'emorragia peggiori. >> il più vecchio prese possesso delle briglie e dopo aver assestato un poderoso calcio agli stinchi la cavalcatura ruggendo partì. Ma nuovamente non fu abbastanza veloce. Imprecò contro Odino e per la sorte avversa che riservava a lui, per punirlo dello smacco che tempo addietro l'aveva macchiato.

L'essere gli si parò davanti mostrando il volto raccapricciante << Sparisci umano >> la sua voce grave rimbombò nell'aria come l'eco di un violento terremoto. A pochi metri da loro allungò il gigantesco braccio mostrando il palmo, generando nuovamente l'implosione che l'alto comandante aveva già visto. Mentre la sfera iniziò a creare le prime scintille, il mostro dilatò gli occhi vacui dalla inusuale pupilla a "V" << Addio >> sibilò mentre i fulmini voraci si dirigevano verso di loro.

<< Abbassatevi >> ringhiò ad un tratto il principe Shoji al cavaliere che immediatamente ubbidì. Il giovane si issò sulle gambe alzando la mano destra e velocemente pronunciò delle parole in lingua sconosciuta. Persino le sue iridi si deformarono in una "V" e in quel mentre nel cielo cupo si materializzò un simbolo evanescente. << Per tutti gli dei >> mormorò attonito Shigihara sgranando gli occhi incapace di dare una spiegazione logica a ciò che stava succedendo. Il cielo buio si squarciò nello stesso istante in cui il simbolo scomparve diventando di un bianco puro, incontaminato, irradiando con tutta la sua luce ogni cosa. Il comandante chiuse gli occhi incapace di sopportare tutta quella luce, strinse talmente forte le briglie del cavalla-drago che sentì le mani intorpidirsi. Aveva timore di ciò che stava succedendo eppure la sensazione di calore simile al vento ponentino lo investiva rassicurandolo. L'essere urlò talmente forte che Shigihara ebbe come l'impressione di un vetro che andava in mille pezzi. Man mano che il grido si soffocava scomparendo il freddo pungente della notte tornava; lentamente aprì gli occhi, solamente un alone giallognolo rimaneva a testimoniare ciò che era successo poco prima.

Il principe si sentì prosciugato di tutte le energie, e la fronte madida di sudore, le gambe tornite cedettero. L'ultima cosa che avvertì furono le mani del soldato sul suo addome e poi il nulla.

Odino sedeva sul trono e osservava annoiato la battaglia consumata sul terzo mondo terrestre . Sbuffò mentre con la punta della Gugnir infranse la densa nebbiolina che gli aveva mostrato la scena. Accavallò le gambe lunghe, sulla sinistra appoggiò il braccio corrispondente che sosteneva la testa. Sentì dei passi avvicinarsi e scrutando il fondo del corridoio che portava al suo trono scorse la figura armoniosa di una donna che anche malgrado gli anni manteneva intatta la bellezza di una fanciulla. I lunghi capelli biondi le incorniciavano il viso ovale, i suoi movimenti fluidi e aggraziati, poteva essere solo lei << Brunilde, mia diletta >> la valchiria si inginocchiò di fronte al padre di tutti gli dei dopo aver fatto una riverenza << Voleva vedermi mio signore?>> chiese con voce morbida.

Odino arricciò le labbra << Hai saputo cos'è successo alla terra di mezzo? >> l'Aesir guardando sottecchi la donna la vide annuire << Sì. Siete preoccupato?>>. Dopo una pausa Odino riprese con tono annoiato << Non in maniera particolare, mia diletta. Dopotutto le rune si stanno destando dal loro sonno >> gli occhi della maggiore divinità si infiammarono e cambiò posizione. I piedi ben piantati a terra facevano da sostegno ai gomiti e sulle mani incrociate teneva il mento, tutto il gigantesco corpo era proteso verso la valchiria. << Ci sarà da divertirsi, penso proprio che sarà uno spettacolo interessante a cui fare da spettatori. Detto ciò vai a vedere se qualche anima merita il reclutamento nelle nostri fila. >> .

I muscoli della donna si tesero << Ogni vostra decisione è per me un ordine >> dichiarò congedandosi. << Mi raccomando Brunilde, niente errori questa volta. Non potrò essere indulgente>> la voce tonante del dio rimbombò in tutta la sala facendo tremare ogni oggetto nella lussuosa sala. <> disse semplicemente uscendo.

Una volta all'esterno, la donna, si fermò davanti al cancello dorato del Valhalla avvertendo la quantità di anime assoldate in tutti i modi che affollavano il palazzo. Lei e le sue sorelle avevano il compito di scegliere i più valorosi combattenti e assoldarli nelle file degli Aesir e prepararli per la battaglia finale per la supremazia. Il Ragnarok. Anche se Odino non vuole darlo a vedere è preoccupato per le sorti della battaglia, pensò avviandosi verso i confini di Asgard, il loro mondo.

Affrettando il passo percorse il Bifrost, il ponte arcobaleno, unica strada per collegare tutti i mondi ad Asgard. Il flusso di energia che era incanalato in quel passo produceva dell'energia statica << Oh, la deliziosa valchiria mi onora della sua presenza? A cosa devo questa lieta visita? >> Heimdallr, guardiano dei cieli, le si parò davanti sbarrandole la strada << Devo andare laggiù serenissimo Heimdallr >> spiegò la bionda. Stupore, incredulità, scetticismo, queste erano solo poche delle espressioni che avevano attraversato il volto dell'Aesir << A Midgar? Tu? >> domandò sorpreso per poi farsi meditabondo << Se te l'ha ordinato Odino...prego passa pure >> disse tentennante. La dea minore fece un veloce inchino e sorpassò il guardiano per posizionarsi sul precipizio del ponte. Era elettrizzata, la sensazione del vento di Midgard sul viso era un'emozione unica. Inspirò profondamente e chiuse gli occhi beandosi della sensazione di libertà ritrovata. Sulla schiena, perfettamente sotto le scapole, sbocciando come fiori le ali candide si dispiegarono. Allargò le braccia ed emise un sospiro estasiato mentre riaprì gli occhi per osservare la volta celeste percorsa da nuvole soffici e piume sottili. Il dio dei cieli fischiò ammirato mentre la donna si lasciava cadere in picchiata su Midgar.

  
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