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Autore: Mimi18    04/02/2012    5 recensioni
«Come stai, capitano?»
Era quasi imbarazzante. Quasi perché Nami non aveva aspettato una risposta, e si era limitata a prendere il capo di Rufy ed ad appoggiarlo contro la propria spalla.
Il giovane immerse le mani nei suoi capelli lunghi, ispirandone il profumo.
(Sette momenti Rufy/Nami).
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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If you love me, won’t you let me know?

 

 

Nami si morse le labbra piene per trattenere un gemito, mentre le mani di Rufy fasciavano primitivamente il piede lacerato. Teneva la lingua fuori per lo sforzo, ed il sudore imperlava la sua fronte, segno che si stava concentrando ed impegnando molto in quell’improvvisata medicazione.
Chopper non era sulla nave; lui, Robin e Franky avevano parlato di qualcosa da acquistare in città. Avrebbe potuto lasciare fare a Sanji, che sicuramente se la cavava meglio di Rufy, ma l’idea che lui potesse sbirciarle sotto la gonna non l’aggradava affatto.
Sbuffò notando come, invece, Rufy non avesse notato nemmeno per un secondo le sue mutande in bella vista. Da una parte, quella cavalleria casuale la lusingava abituata agli uomini rozzi, che ogni giorno bramavano il suo corpo; dall’altra un gorgoglio fastidioso le assaliva lo stomaco, facendo sì che si domandasse cosa servisse per distrarre Rufy dal suo sogno, oltre al cibo.
« Ecco fatto! Sono stato bravissimo!» Esclamò Rufy interrompendo i pensieri della navigatrice, la quale gettò uno sguardo al suo piede destro. Sbatté le palpebre un paio di volte osservando la benda bitorzoluta che Rufy le aveva avvolto intorno alla ferita, boccheggiando.
Strinse un pugno, mollandolo duramente sulla testa del capitano. « BRUTTO IDIOTA, NON VEDI CHE HAI LASCIATO SCOPERTA LA LACERAZIONE PIU‘ PROFONDA?! RIFALLA!»
« Ma…»
« ORA» .
E, vedendolo srotolare la benda per poi sostituirla con una pulita, Nami sorrise. Quando Rufy si era chinato nuovamente ai suoi piedi, l’aveva visto puntare lo sguardo tra le sue gambe e distoglierlo subito.

 

Stava sudando.
Questo era l’unico pensiero di Nami mentre Rufy, più rilassato di quanto avesse creduto possibile, stava dormendo della grossa attaccato morbosamente a lei.
Le teneva la vita sottile con un braccio irremovibile, leggermente a contatto con la pelle del bacino perché la maglietta di Nami si era di poco sollevata. La faccia del capitano era schiacciata contro il suo petto, in una posa che ai più sarebbe apparsa maliziosa, ma non a Robin e Zoro che erano passati a controllare un paio d’ore prima la salute del ragazzo.
Ace era morto, ed una parte di Rufy con lui. L’aveva sentito piangere contro di sé, sussultare, scalciare. A discapito di tutto ciò, Nami si era limitata a stringergli la testa in un goffo abbraccio imbarazzante inizialmente, ma che con i minuti era riuscito a cullare il capitano.
Sentiva ancora la maglietta bagnata dalle sue lacrime, Nami, ma non le importava. Ciò che le premeva di più era che lui non trovasse quella morte come un motivo per smettere di credere in tutto ciò per cui aveva combattutto fino a quel giorno, proprio come aveva fatto lei anni prima. Rufy doveva ricordarsi di non essere solo. Poteva e avrebbe sempre potuto contare su di loro - su di lei.
Un sussulto scosse il capitano, la presa di Nami intorno alle sue spalle si rinsaldò decisa.
Come c’era stato lui, quel giorno, lei non l’avrebbe abbandonato mai.

 

Nami aveva aspettato che tutti fossero presi dai vari saluti, con le voci fin troppo alte e le risate sguaiate di Franky, prima di avvicinarsi a Rufy.
Era strano come lui non si fosse unito alla mischia a far baccano e si fosse limitato a fissarla, silenzioso.
« Come stai, capitano?»
Era quasi imbarazzante. Quasi perché Nami non aveva aspettato una risposta, e si era limitata a prendere il capo di Rufy ed ad appoggiarlo contro la propria spalla.
Il giovane immerse le mani nei suoi capelli lunghi, ispirandone il profumo.
« Mi sono perso un sacco di volte in questi due anni,» disse senza logica, facendola ridere. « Senza te e le tue carte temo di essere perso.» Aveva un tono così serio che Nami arrossì, pregando che nessuno li vedesse e regalasse loro quel momento.

 

Non aveva mai bussato alla sua porta; Rufy era il capitano, era sconsiderato, non pensava alle possibili conseguenze delle sue azioni.
Fu per questo motivo che, chiamandola a gran voce, Rufy spalancò la porta della sua stanza. E spalancò gli occhi antracite di colpo, vedendo il corpo nudo di Nami in mezzo alla stanza.
Boccheggiò per una manciata di attimi che ad entrambi parvero infinitamente lunghi; non aveva mai visto il corpo di una donna, ovviamente, ma mai si sarebbe immaginato che Nami potesse incatenare il suo sguardo a quel modo.
« Ti serviva qualcosa?» Nami sentì la voce tremarle, ma pensò che urlare non fosse necessario. Rufy distolse lo sguardo immediatamente, puntandolo si sandali ai piedi del letto.
Indossò una maglietta abbastanza lunga da coprirle ogni forma, incrociando poi le braccia sotto il seno.
« Non ricordo più» e, come un razzo, Rufy scappò dalla stanza a disagio, il cuore in tumulto che avrebbe potuto battere all’unisono con quello di Nami.

 

Nami si era sempre domandata che sapore dovesse avere Rufy. Essendo fatto di gomma, si chiedeva se baciarlo sarebbe stato come mangiare della gomma da masticare, senza la fragola o la menta.
La prima volta che si erano baciati, era stato il sangue del capitano ad invaderle la bocca; un sapore ferruginoso che si era mischiato alle sue lacrime salate, la mano di Nami che tentava invano di bloccare l’emorragia di una ferita nell’attesa della venuta di Chopper.
Aveva sentito la lingua di Rufy cercare la sua, aveva strozzato un gemito in gola e aveva concesso alle dita ferite del giovane di afferrarle i capelli ormai lunghi per tirarla più vicino a sé.
« Ouch» , aveva gemuto Rufy quando Nami si era piegata sulla sua ferita, e, nonostante tutto quel dolore, erano scoppiati a ridere sguaiati. Rufy aveva anche tossito, ma poi l’aveva riacciuffata e baciata di nuovo.
« Sei buona quasi quanto la carne» , le aveva detto senza malizia, solo ingenuità, e lei era riuscita ad arrossire.
Chissà se anche Rufy, come lei, si era chiesto prima di quel giorno che sapore avesse…

 

Sfiorò la sua cicatrice con la punta delle dita, tracciando parole incomprensibili ai sensi di Rufy. Il capitano teneva gli occhi chiusi, soggiogato dalle dita abili della navigatrice e dalla sua lingua invadente, che leccava avidamente il pomo d’adamo vibrante.
Allungò una mano, sfiorandole una ciocca di capelli caduta a coprirle un seno nudo; la sentì sospirare, una leggera emozione di felicità negli occhi di Nami.
Disegnò la corona del suo capezzolo, mentre la ragazza si spingeva maggiormente contro la mano del capitano, alla ricerca di una carezza più approfondita, più intima.
Nami, ignorando il fatto che le molle cigolassero paurosamente, si gettò di peso contro Rufy, stendendolo sotto di sé.
Le osservò i seni prosperosi, ma invece di prenderli e massaggiarli, decise di accarezzarle i fianchi morbidi.
« Rufy» , chiosò roca, mentre le dita del ragazzo risalivano lo stomaco, « tu sai che dovresti scendere, vero?»
Il capitano sbatté gli occhi, perplesso. « Scendere? Dal letto?»
Nami non urlò solamente perché era preparata ad una scena del genere: combatteva con la stupidità di Rufy da ormai cinque, lunghi ed estenuanti anni.
« Ti disegno una mappa, okay?»

 

La nave ondeggiava tranquilla, mossa dalle onde leggere del mare.
Una luce soffusa attraversava le tendine della cabina, andando ad illuminare i corpi nudi dei due occupanti della stanza.
Nami, stesa un fianco, dava le spalle al capitato e si osservava la mano ormai rugosa, segnata dal tempo, mentre il ricordo del suo viso invecchiato allo specchio la colpiva nuovamente.
Erano passati anni, dal giorno in cui l’uomo al suo fianco l’aveva voluta con sé. Erano passate incalcolabili ore, dacché ricordava, da quando aveva deciso di lottare al suo fianco per il raggiungimento di un sogno.
La carta disegnata da lei stessa, dopo aver solcato tutti i mari, era appesa sopra le loro teste. Ogni punto tracciato con maniacale cura, ogni descrizione minuziosamente spiegata, ogni colore della terra brulla perfetto.
Erano passati anni da quando Rufy aveva smesso di aver bisogno di lei per navigare, ancorati sull’Isola del tesoro di Gold Roger, e Nami si ritrovava ancora nel suo letto appena dopo aver fatto l’amore con lui.
Strinse il lenzuolo, mordendosi il labbro.
« Si può sapere perché sono ancora qui con te?!» Sbottò all’improvviso alzandosi a sedere, imitata simultaneamente dal Capitano preso in contropiede.
Quest’ultimo la guardò assonnato e perplesso, esortandola solo con gli occhi a spiegarsi meglio.
« Tutta la ciurma è qui, Nami» esalò come se fosse ovvio, sbadigliando sonoramente. Erano passati gli anni, ma Rufy era rimasto sempre lo stesso. « Zoro dorme, Sanji cucina, Franky non si sa che fa, Usop racconta le storie, Robin le smonta, Chopper fa da paciere e Brook canta» .
Lo sguardo di Rufy fu catturato da una ciocca ramata di Nami che cadde tra i suoi seni prosperosi, e desiderò prenderla tra le dita.
« Sì, ma io sono una navigatrice, sono inutile ferma qui!»
« Te ne vuoi andare?»
Nami lo guardò, aprendo e richiudendo la bocca un paio di volte. « Non ho detto questo» .
« Allora non c‘è alcun problema. Vuoi dormire o vuoi fare…»
Nonostante fossero passati anni, le rughe fossero nate sul suo corpo, le storie da raccontare fossero sempre le stesse e lei non avesse capito il suo ruolo, Nami si ributtò sul Capitano, che l’accolse con una risata.
« Sono due settimane che continui così» , disse baciandole le labbra, « non è che stai cercando una scusa per piantarmi in asso, scappando con il tesoro?»
Nami sorrise birichina - anche con gli anni, nemmeno lei era cambiata poi molto. « E che senso avrebbe? È già mio, con tutti i debiti che avevi con me»
.

 

 

 

N/a
Uhm. Personalmente mi è piaciuto tornare a scrivere su di loro; sono una coppia che adoro, però penso che, dopo questa, vorrei dire qualcosa anche su Zoro e Robin. <3 Fino ad ora mi sono sempre concentrata sul rapporto tra questi due personaggi (bellissimi), e spero si sia letto tra le righe quanto io li apprezzi. Insieme o meno. Grazie a chiunque ha letto anche questa!

   
 
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