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Autore: Akasha13    04/02/2012    5 recensioni
Un pensiero insistente in una fredda serata invernale può rivelarsi pericoloso per l'equilibrio del 221B
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era febbraio e ormai da giorni imperversava una bufera di neve, John sedeva sulla sua poltrona davanti al camino acceso e osservava il suo amico che ormai da ore, in piedi davanti alla finestra, era assorto in chissà quali pensieri.
Era abituato a quei silenzi ma quella sera qualcosa lo turbava enormemente nel vederlo là avvolto nella sua vestaglia blu, infatti, da qualche tempo durante quelle lunghe pause, si ritrovava assorto in pensieri così distanti dalla visione che aveva di se stesso che cominciava a esserne turbato in maniera preoccupante.
La sua mente proiettava sempre la stessa scena, le labbra di Sherlock sulle sue e ogni volta si ritrovava a fissare il suo amico con il fiato corto e un nodo allo stomaco e quella strana sensazione che avvertiva proprio in fondo alla pancia, lo lasciava con la mente confusa e assente ma, per fortuna, l’altro sembrava non accorgersene tanto era preso dai suoi silenziosi ragionamenti, questo era quello che pensava john, anche se avrebbe dovuto ricredersi molto presto.
Pensava a tutto questo, mentre fuori la tempesta non accennava a diminuire e Londra era ormai ricoperta da una spessa coltre bianca che tanto amava, quando improvvisamente, come destato da un sogno ad occhi aperti, si rese conto che Sherlock non era più alla finestra bensì si era appollaiato sulla poltrona davanti a lui e lo osservava con occhi profondi e indagatori.
S: “John a cosa stai pensando con così dannata insistenza da non esserti accorto, forse per la prima volta, che mi ero destato dai miei pensieri? Tu che accogli il mio ritorno al Mondo con un “Bentornato tra noi”?
Quella domanda gli arrivò dritta in faccia come un pugno, non sapeva come rispondere e trovare una scusa plausibile era un’impresa impossibile e poi, andiamo, era Sherlock quanto tempo avrebbe impiegato a capire che mentiva?
J: “Niente, non pensavo a niente, cioè stavo riflettendo sull’ultimo caso risolto, sai per il blog.”
Ecco pensò, forse se parli di un caso dimenticherà il tuo comportamento anomalo e smetterà di porti domande alle quali, per adesso, non trovi risposta ma, purtroppo per lui, il suo coinquilino era tremendamente perspicace e anche dannatamente ostinato quando voleva.
S: “Pensavo che tu mi conoscessi meglio, dovresti aver capito che intuisco una bugia ancor prima che una persona finisca il discorso quindi non provare a farmi passare da stupido, ho notato da giorni questo atteggiamento quando pensi che non ti veda!”
Perfetto, assolutamente perfetto pensò mentre sentiva il volto andargli a fuoco e anche se Sherlock non poteva comprendere fino in fondo ciò che lo turbava aveva capito che qualcosa in lui non andava, sicuramente non avrebbe lasciato correre così presto quindi tentò il tutto per tutto pur di salvarsi da quello che gli sembrava un interrogatorio.
J: “Ok ok dannazione! Sapevo bene di non poterti mentire ma ho sempre creduto che fosse una questione stupida ai tuoi occhi e quindi non vedevo l’utilità di esporre i miei pensieri, riflettevo sulla mia ultima relazione, sono giorni che usciamo ma la cosa sembra non decollare e sinceramente non ne comprendo il motivo, ecco vedi? Sono pensieri stupidi quindi lasciamo stare”.
Sperava, anzi pregava, che almeno questa volta fosse stato abbastanza convincente da spostare la conversazione su un altro argomento, non avrebbe saputo cosa dire se l’amico non avesse creduto a ciò che gli aveva raccontato.
Sherlock intanto si era messo seduto e lo stava studiando attentamente tanto che l’altro si sentiva una cavia da laboratorio, cosa che in realtà si sentiva spesso da quando era diventato il suo coinquilino, non sapeva più cosa fare o dove guardare, gli occhi profondi che aveva davanti non avevano nessuna intenzione di smettere di scavargli dentro per leggere ciò che provava.
Successe tutto troppo velocemente perché una mente normale come la sua potesse reagire con lucidità, Sherlock si alzò e con movimenti fluidi ma repentini si chinò su di lui quel tanto che basta per far si che le loro bocche fossero vicine, troppo vicine costatava John che cercava di non pensare all’immagine che lo tormentava da giorni, quindi gli sussurrò “Io invece penso che il motivo tu lo sappia” e subito dopo posò le labbra su quelle dell’altro che, colto alla sprovvista, rimase immobile.
Solamente quando il bacio fu interrotto e il coinquilino incollò di nuovo i suoi occhi profondi sui suoi John capì, finalmente, il significato di quelle immagini nella sua mente, non aveva mai voluto credere che i suoi sentimenti fossero reali, lui non era gay cavolo!  Eppure adesso sapeva cosa provava, voleva quelle labbra, voleva Sherlock!
Finalmente il coinquilino vide nei suoi occhi ciò che da giorni, quando pensava che fosse distratto, voleva vedere e sorridendo si avvicinò sicuro che questa volta l’amico avrebbe ricambiato il suo bacio e da quel giorno niente fu più lo stesso al 221B.
 
 
 
Ringrazio tutti coloro che commenteranno o che leggeranno solamente, ricordo che i personaggi non mi appartengono e questa fanfiction non è scritta a scopo di lucro, ringrazio inoltre coloro che mi hanno dato dei consigli preziosi in modo che potessi correggere e migliorare, ultima ma non ultima, se commentate non vi mangio mica eh!
   
 
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