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Autore: LadyMaris    04/02/2012    2 recensioni
E se Sirius fosse innamorato?
E se Grattastinchi fosse un Animagus?
Amore e libertà per due personaggi così simili e al contempo diversi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“Il tuo gatto ha mangiato il mio topo” Ron stava accusando Hermione nella sala comune di Grifondoro e Grattastichi,annusando il pericolo, si diresse fuori dal quadro.
Il gatto non aveva ucciso quel vecchio topo rattrappito, ma l’amico della sua padrona ne era convinto.Il ratto non si faceva vedere in giro da secoli, roba da matti! Si ritrovò dinanzi al portone della Sala d’Ingresso…aveva fatto 7 piani di scale. Non sapeva cosa fare, il buio era calato sul castello con una coltre e fitta nebbiolina e l’umidità si faceva sentire. Mentre era indeciso sul da farsi vide  un’ombra di fianco al Platano Picchiatore;in un lampo quelle zampre troppo corte e quel muso troppo schiacciato si fiondarono alla volta dell’albero e giunto in prossimità lo vide: un cane nero enorme che somigliava terribilmente al Gramo.
Avanzò con cautela e si parò di fronte all’enorme cagnone che abbassò la testa e si tuffò nella piccola cavità posta a sinistra del maestoso albero.
Il capo chino del cane sembrò un invito a seguirlo e Grattastinchi, dopo un attimo di esitazione, lo seguì.
La buca si scoprì essere l’ingresso a una specie di covo sotterraneo che terminava in una stanza dalle pareti scollate e dalle sedie scompagnate,mentre a sinistra un letto che non aveva l’aria di essere molto solido.
Si guardò intorno alla ricerca del cagnone ma non lo trovò….al suo posto c’era un uomo alto e bruno, era bello anche se trascurato: era vestito con una tuta a righe e un cappotto logoro. Era sporco e aveva i capelli annodati in più punti:sembrava uno evaso di galera ed effettivamente lo era.
Tutto faceva pensare all’uomo come a una persona cattiva, e invece aveva un sorriso affabile e la tenerezza negli occhi quando pronunciò un nome: “Julie”.

   
 
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