Serie TV > Gossip Girl
Segui la storia  |       
Autore: Melanyholland    05/02/2012    11 recensioni
Chuck Bass era abituato ad ottenere sempre ciò che voleva. Il suo piano era infallibile e la vittoria avrebbe avuto il dolce sapore delle labbra di Blair.
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Dan Humphrey, Serena Van Der Woodsen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
New Page 1

Titolo: Bad Romance

Autrice: Melanyholland

Summary: Chuck Bass era abituato ad ottenere sempre ciò che voleva. Il suo piano era infallibile e la vittoria avrebbe avuto il dolce sapore delle labbra di Blair.

Timeline: dopo la 2x04 (The Ex Files)

Rating: Arancione

Personaggi Principali: Chuck Bass, Blair Waldorf, Serena Van der Woodsen, Dan Humphrey; Chuck/Blair, Serena/Dan.

Disclaimer: Gossip Girl non mi appartiene, ho solo preso in prestito i personaggi per giocarci un po’.

 

Nota Introduttiva: la 2x04 è uno dei miei episodi preferiti. È geniale nella sua costruzione e vede Chuck al suo massimo splendore. Non ho mai sopportato che il suo piano non avesse seguito alcuno nell’episodio successivo, se non in un fiacco approccio a Blair. Perciò, dopo una lunga e difficoltosa gestazione, ecco la mia versione dei fatti in cui Chuck continua a muovere i fili della lotta fra Serena e Blair a suo vantaggio.

Mi sono presa un’unica libertà rispetto all’episodio: dal confronto finale con Chuck, Blair non capisce che dietro l’ascesa al trono di Serena ci sia lui.

Credo di aver detto tutto.

Buona lettura!

 

 

Bad Romance

 

 

 

 

 

 

1. The King and Two Queens

 

“La gelosia è un’emozione potente.

Ho dovuto creare un mostro per detronizzare Blair.”

“Perché hai voluto detronizzare la regina?”

“Ho le mie buone ragioni”.

 

Chuck & Amanda, 2x04 The Ex Files

 

 

Il piano era riuscito alla perfezione. Chuck aveva sempre saputo di essere un genio della manipolazione, ma quello che aveva creato in quei giorni era di gran lunga superiore ad ogni astuzia precedente. Non solo tutti avevano fatto esattamente quello che lui voleva che facessero, ma né Humphrey, né Serena, né la stessa Blair avevano capito che a muovere i fili era stato lui.  Si era goduto ogni minuto di quel gioco perverso e ora sorrise, malignamente soddisfatto, mentre osservava le ragazze sui gradini fissare rapite Serena, senza curarsi minimamente di Blair. Quest’ultima se ne stava in silenzio accanto alla sua migliore amica, con le mani congiunte in grembo e le gambe accavallate. A guardarla, altera e algida come al solito, si sarebbe pensato che andava tutto bene per lei; ma Chuck, che conosceva Blair meglio di chiunque altro, notò compiaciuto la stretta spasmodica delle sue graziose mani e lo sguardo angosciato dei suoi grandi occhi, prove inconfutabili dell’immenso disagio che la tormentava. Oh, era talmente deliziosa che gli si strinse il cuore.

Tuttavia il gioco non era ancora finito, ricordò a se stesso. Gioire del successo andava bene, ma non doveva perdere di vista l’obiettivo vero, che era e sarebbe sempre stato far sì che Blair tornasse a fargli le fusa nell’orecchio, sensuale e focosa fra le sue braccia. Era giunto il momento di passare alla seconda fase del piano ed errori di distrazione non erano contemplati.

Prima di tutto era necessario che lei gli chiedesse aiuto per riguadagnare il trono. Chuck avrebbe sfruttato il tempo trascorso insieme per riconquistarla e fargli mollare il frigido Piccolo Lord. Era piuttosto sicuro di sé, perché sapeva che Blair, a discapito delle sue dichiarazioni, era ancora fortemente attratta da lui. La foga con cui l’aveva baciato e toccato durante il black-out non lasciava dubbi in proposito. Si godette il ricordo per qualche secondo, prima di abbandonarlo a malincuore per riprendere le sue riflessioni: come aveva detto, la concentrazione era essenziale e non era auspicabile passare il resto della giornata con i pantaloni dolorosamente stretti.

Il piano di seduzione sarebbe andato a buon fine solo se Serena avesse continuato a comportarsi da stronza, quindi Chuck doveva stare attento a rinfocolare in continuazione il suo dolore e la sua ira, contro Humphrey, certo, ma magari anche contro Blair. Non erano ammissibili rimorsi e indietreggiamenti da parte della nuova regina, almeno finché quella vecchia non avesse capitolato di fronte a lui. Non sarebbe stato facile impedirlo, dato il carattere arrendevole e fondamentalmente dolce di Serena, ma Chuck era certo di riuscire, perché… beh, perché lui era Chuck Bass.

Mentre ragionava, si era concesso il piacere di accarezzare con lo sguardo la figura attraente di Blair; la adorava con ogni abito, soprattutto ovvio la adorava nuda, ma i completi che prediligeva per la scuola esercitavano su di lui un fascino incredibile. Quella camicette candide e quelle gonne fino al ginocchio la facevano sembrare così innocente, e dato che Chuck sapeva bene che innocente lei non era proprio –e in gran parte per merito suo, si beò tronfio- l’immagine d’insieme era piuttosto erotica.

All’improvviso, Blair si accorse del suo scrutinio e gli lanciò un’occhiata torva, prima di voltarsi bruscamente da un’altra parte. Chuck non smise di sorridere, divertito.

La vittoria era vicina e avrebbe avuto il sapore delle labbra di Blair.

 

*

 

“Volevo congratularmi di persona con te, sorellina. La tua ascesa è stata così trionfale e rapida che Blair non si è accorta di essere caduta finché non si è ritrovata i lividi sul sedere”.

Serena fece una smorfia alle parole con cui l’aveva salutata.

“Chuck, sei rivoltante. E comunque che ci fai in camera mia?” domandò scocciata, lasciando cadere la borsa dei libri sul pavimento.

“Te l’ho appena detto.” rispose lui. A volte gli venivano seri dubbi sulle facoltà intellettive di Serena; ma in fondo non poteva aspettarsi granché da una che era stata amica di Georgina Sparks e che per di più era bionda.

“Beh, vattene.”

“Credevo che rendere omaggio alla nuova regina fosse d’obbligo.” proseguì Chuck, mellifluo. Il suo vero scopo era ben diverso da quello che aveva enunciato e non se ne sarebbe andato prima di averlo raggiunto.

“Non sono la nuova regina”. Fu la scontata replica della sua cara sorellina, seguita da un sospiro. “Ero arrabbiata con Dan. Volevo solo…” si morsicò un’unghia, alla ricerca di una scusa. “…dargli una lezione, ecco.”

“Non devi giustificarti con me.” ribatté lui e le sorrise complice; Serena non ricambiò ed era prevedibile anche quello. Chuck si avvicinò a lei finché non furono uno di fronte all’altra.

“E sei la regina. Le ragazze ti seguono e non puoi farci niente. Tu sei una vincente, lo sei sempre stata, e loro lo sanno. Lo sentono”. Prese una lunga ciocca di capelli biondi fra le dita e l’annusò allusivo, provocando la reazione disgustata di lei, che si ritrasse di colpo. “Chuck!”

“Blair è, beh, era la regina solo perché tu glielo concedevi.” continuò, imperterrito. “E lei lo sa. Per questo ti odia.”

“Blair non mi odia!” protestò Serena, veemente. “È la mia migliore amica! Tu vuoi metterci una contro l’altra per vendicarti di lei”.

Forse non era così lenta come sembrava, rifletté Chuck, ma sorrise, tranquillo.

“Ti vuole bene, è vero. Ma ti odia anche un po’, perché non potrà mai essere alla tua altezza. Non far finta di non averlo notato”, la zittì perentorio, quando lei aprì la bocca per obiettare. “Oggi ti ha odiata quando l’hai messa da parte, e non si preoccuperà del fatto che siete amiche nel momento in cui deciderà di vendicarsi. Perché lo farà, puoi starne certa.” le assicurò, e fu soddisfatto quando la vide perdere fermezza. Serena gli credeva, ed anche quello era stato previsto. In fondo, come poteva dubitare delle sue parole, dopo quello che Blair le aveva combinato durante l’Ivy Week l’anno prima?

“Le parlerò, se è arrabbiata con me.” mormorò, e Chuck capì che stava rassicurando se stessa, più che lui. “Non voglio litigare con lei”.

Lui sospirò, scuotendo la testa.

“Ritiro quello che ho detto, sorellina. Non hai le palle per essere qualcosa di più dello zerbino di Blair.” commentò, e sorrise nel vedere l’irritazione sbocciare sull’attraente viso di lei. Era il momento di darle il colpo di grazia. La squadrò lascivamente da capo a piedi e inclinò la testa, leccandosi le labbra. “Beh, consolati: ti resta sempre un corpo davvero sexy.”

“Vai fuori.” sbottò lei, infuriata. Chuck obbedì, congratulandosi ancora una volta con se stesso.

Le cose non potevano andare meglio.

 

*

 

Blair ricacciò indietro le lacrime, stringendo le labbra. Tutto quello che le era accaduto negli ultimi due giorni le pesava come un macigno sul petto, troncandole il respiro.

Prima la torbida e vomitevole storia di Marcus e Catherine; Blair si chiese cosa non andava in lei, se tutti i ragazzi con cui aveva una relazione finivano con l’andare a letto con altre donne. Marcus aveva preferito a lei addirittura una quarantenne acida con la faccia imbottita di botox! Era stato così umiliante che si sentiva male solo a ricordarlo e, come se non bastasse, la pezzente di Brooklyn era venuta a conoscenza di tutto prima di lei e l’aveva vista trattenere faticosamente il pianto di fronte alla foto che dimostrava il tradimento. Il pensiero di essersi mostrata così vulnerabile di fronte a Vanessa le bruciava dentro come se avesse avuto un uncino rovente conficcato nello stomaco.

Poi era tornata a scuola, per ritrovarsi davanti le sue minions tutte agghindate con foulard invece di cerchietti. Non aveva fatto in tempo a chiedersi cosa fosse successo, che Serena era comparsa, solo che non era più l’amica leale e preziosa che si era dimostrata da quando era tornata dal collegio, no, quella era la Serena che se l’intendeva con Georgina Sparks e trattava Blair con sufficienza, facendola sentire sempre inferiore, fuori posto, sbagliata. Il modo in cui le aveva avvolto il foulard al collo, come se fosse il suo cagnolino, quel “Vai, corri”, pronunciato con condiscendente arroganza, avevano fatto riaffiorare quelle sensazioni degradanti in un istante. Era stato come essere in un incubo, perché Blair sapeva che doveva dire qualcosa, voleva chiedere a Serena che cosa stava succedendo e perché all’improvviso si comportava da stronza, ma era bloccata, le parole le erano rimaste incastrate in gola e tutto quello che era riuscita a fare era balbettare fiocamente qualcosa su un libro e poi fuggire via, scappare proprio come un animaletto impaurito, sotto gli sguardi di derisione di Penelope, Iz e Hazel.

E di Chuck. Chuck che aveva infierito, invece di aiutarla. Blair ripensò all’anno prima, a come lui si era ovviamente schierato al suo fianco contro Serena, collaborando alla sua vedetta. Si domandò se le cose fossero cambiate. Dopotutto, Serena era sua sorella adesso e Chuck sembrava preoccuparsi sinceramente per lei. Di certo si era impegnato molto per liberarla dall’opprimente problema di Georgina, rischiando addirittura di arrivare al matrimonio di suo padre senza discorso del testimone. Quella considerazione le fece avvertire una fitta bruciante al petto che si rifiutò categoricamente di chiamare gelosia. Più che altro, si sentiva tradita da Serena: se Georgina era stata costretta a lasciare la città era stato soprattutto grazie a Blair. La sua “amica” avrebbe anche potuto ricordarselo, quando si era presentata a scuola per conficcarle un pugnale nella schiena; come del resto avrebbe potuto tenere a mente tutte le altre cose che Blair aveva fatto per lei nel corso degli anni, in primis perdonarla per lo sporco affare con Nate.

Blair sentì la rabbia montarle in petto e l’accolse con il sorriso sulle labbra. Molto meglio essere infuriata che essere disperata, rifletté, perciò continuò a rimuginare su quanto Serena era stata ingiusta con lei finché il dolore non fu seppellito sotto collera e risentimento. Non le avrebbe permesso di spadroneggiare nel suo regno.

Il cellulare trillò dal comodino e Blair guardò il display con una smorfia. Se Serena credeva davvero che poteva comportarsi da vipera e poi telefonarle come se niente fosse, si sbagliava di grosso. Anche ammesso che volesse scusarsi, come era legittimo pensare, Blair giudicò che la sua amica dovesse faticare di più per farsi perdonare. Non bastava una chiamata a riparare il danno, il minimo che Serena poteva fare era presentarsi di persona e implorare la sua clemenza, se la voleva. Magari di fronte a Penelope, Iz e Hazel, aggiunse mentalmente dopo una pausa, sorridendo maligna.

Blair rifiutò la chiamata e decise di andare a fare un po’ di shopping da Bendel’s. Borse e scarpe nuove la mettevano sempre di buonumore e quel giorno ne aveva davvero bisogno.

Quando uscì di casa, non si accorse della limousine parcheggiata dall’altra parte della strada, ma di certo chi c’era all’interno notò lei. Era lì per questo.

 

*

 

Blair ruotò la caviglia di lato per ammirare meglio l’effetto che facevano ai suoi piedi i sandali Manolo che stava provando. Aveva lasciato che la commessa la complimentasse un po’ prima di spedirla via, rendendosi conto che quelle lodi cinguettate in tono tanto gentile quanto fasullo non la facevano sentire meglio, tutt’altro. Concentrata sul riflesso dei propri piedi nello specchio, si accorse di Chuck solo quando la raggiunse la sua voce:

“Carine. Mi piacerebbe vederti con addosso quelle e nient’altro”.

Blair non si voltò, ma lo specchio le permise di osservarlo mentre con un sorrisetto faceva scorrere vizioso gli occhi sul suo corpo, soffermandosi sulle gambe slanciate dai tacchi alti. Sbuffò, seccata.

“Bass, sei l’ultima persona che vorrei vedere in questo momento.”

“Davvero? Credevo fosse Serena.” replicò lui, con uno sguardo scaltro.

Blair lo ignorò, focalizzandosi di nuovo sulle scarpe. Aveva provato quelle blu, ma forse le sarebbe stato meglio un altro colore. Rosso?

“Il modo in cui ti ha soffiato il trono è stato incredibile.” lo sentì proseguire, in tono ammirato. La fitta al petto tornò e Blair maledì se stessa per quella sciocca reazione. Era di Chuck che si stava parlando, uno che apprezzava qualsiasi donna respirasse.

Ma questo non era esatto e Blair non riuscì a lasciarsi passare quella bugia. Chuck trovava attraenti le donne, Chuck voleva fare sesso con le donne, ma non le ammirava. La sola verso cui provava quel sentimento era sempre stata lei.

Le cose però dovevano essere cambiate. Quando aveva visto Serena arrivare in tutto il suo splendore e trattarla come un animale domestico, di sicuro Chuck aveva pensato che lei fosse grandiosa e che Blair fosse patetica. Dopotutto, era stato proprio lui a dirle che il ritorno al trono di Serena era “prevedibile”. Certo che lo era, quando Blair nel confronto era stata così palesemente… inferiore.

All’improvviso, Blair non ebbe più voglia di fare shopping. Fu costretta tuttavia a continuare a fissare i sandali per non dover incontrare lo sguardo derisorio di lui. Purtroppo per lei non era così semplice evitare di ascoltare.

“Avevo quasi dimenticato quanto Serena potesse essere fantastica. Povera la mia Blair, stavolta non sarà così facile riconquistare ciò che avevi. La piccola Humphrey non aveva scampo contro di te, ma Serena è tutta un’altra storia”.

Chuck si era reso conto del disagio crescente di Blair e proprio per questo stava calcando la mano. La sua affascinante ex era maledettamente orgogliosa, perciò, se voleva convincerla ad accettare il suo aiuto, doveva far sì che fosse davvero disperata.

“Serena non sa fare la regina.” protestò Blair freddamente, alzando il capo con fierezza. “Ai suoi tempi non faceva che bere fiumi di alcol e fare sesso con chiunque le palpasse il didietro. Prima di me, la regina della Constance non aveva alcuna classe.”

“Dimentichi che è cambiata”, insisté lui, e Blair era così rigida che sembrava pronta a spezzarsi al più piccolo movimento. “Ammettilo, Waldorf. Hai un bel problema.”

“Non vedo come tutto questo sia affar tuo” ribatté lei e finalmente si voltò a guardarlo. Aveva lo stesso atteggiamento di quella mattina, tutta gelo e austerità, ma di certo ribolliva di furore e desiderio di vendetta. Il freddo fuori, il fuoco dentro.

Dio, quanto la adorava.

Chuck resistette all’impulso di abbandonare ogni piano intellettuale per saltarle direttamente addosso e replicò, in un sussurro: “Mi fa male al cuore vederti così.”

“Tu non hai un cuore.”

“Perciò voglio aiutarti.” proseguì ignorandola, e trattenne un sorriso compiaciuto quando la vide esitare, soppesando la sua proposta. Infine Blair scosse la testa, ma Chuck non ne fu scoraggiato.

“Non voglio il tuo aiuto. Non ne ho bisogno”, si corresse, con orgoglio. “Posso vincere contro Serena anche da sola.”

“Non sembrava, questa mattina.” commentò Chuck in tono di scherno e lei accusò il colpo, voltandosi di nuovo in un frullo di boccoli castani.

Blair rifletté che quella giornata stava peggiorando di minuto in minuto. Non solo aveva avuto la conferma che Chuck era affascinato dalle abilità di Serena, ma addirittura lui pensava che Blair non avesse alcuna possibilità di vincere da sola. La riteneva una povera incapace bisognosa di aiuto e la pietà di Chuck Bass era troppo da sopportare.

Si sfilò i sandali in vendita e si rimise in fretta le sue scarpe.

“Devo andare, adesso.” annunciò sbrigativa, dirigendosi verso l’uscita del negozio. Trasalì quando percepì la mano di lui stringerle il braccio per trattenerla.

“Lasciami!” gli intimò all’istante, cercando di divincolarsi. Le pizzicava la gola e il macigno sul petto era sempre più opprimente. Molti clienti si voltarono verso di loro. Stavano facendo una scenata e non poteva esserci niente di più patetico, pensò Blair, sentendosi sempre meno una regina.

“E tu lasciati aiutare.” ribatté lui, in un tono di comando che la infastidì.

“Ho detto che non ne ho bisogno!”.

Chuck mollò la presa all’improvviso e Blair, che si stava sporgendo in avanti con tutte le forze per liberarsi, perse l’equilibrio sui tacchi. Finì a terra su ginocchia e mani e sentì le lacrime affiorare agli angoli degli occhi, ma non era stato il dolore.

Si sentiva così umiliata.

Chuck non aveva avuto intenzione di farla cadere e si maledì mentalmente, soprattutto quando si accorse dei cellulari puntati su Blair da un paio di ragazze. Un altro aggiornamento degradante su di lei su Gossip Girl l’avrebbe forse resa ancora più disperata e quindi più propensa ad accettare il suo aiuto, ma Chuck sapeva che c’era un limite preciso fra  gioco e crudeltà e anche se in passato non si era fatto scrupoli a superarlo, non si sarebbe comportato in modo simile con Blair.

Un ragazzo diverso da lui, uno come Nate, ad esempio, l’avrebbe aiutata cavalleresco a rialzarsi. Chuck si diresse invece verso le due clienti ridacchianti che avevano scattato la foto della caduta, sperando che non l’avessero già inviata. Erano studentesse della Constance e vedendolo arrivare, sorrisero deliziate; ma cambiarono atteggiamento quando si accorsero dell’espressione buia del suo viso.

“L’avete inviata?” domandò, brusco.

“Ora lo facciamo.” lo rassicurò una, fraintendendolo completamente.

“Non ci provate.” sussurrò, tagliente. Non aveva bisogno di minacciarle dicendo altro, perché sapevano chi era. Infatti, anche se si scambiarono sguardi confusi e stupiti, annuirono obbedienti.  Soddisfatto, Chuck fece per andarsene.

“Ci prendiamo un drink una di queste sere, Chuck?” cinguettò una delle due allusiva, attorcigliandosi una ciocca di capelli biondi con il dito e guardandolo con occhi languidi. Lui la squadrò dal volto pesantemente truccato fino alla punta delle scarpe Gucci e poi sorrise, sprezzante.

“Ho già assaggiato quel drink. È facile da mandar giù e ancor più facile da dimenticare.” commentò indifferente, lasciandosi alle spalle la smorfia offesa di lei. Voltandosi, si accorse che Blair, ora in piedi, lo stava fissando. Una delle calze si era rotta lasciandogli intravedere il ginocchio graffiato e arrossato. Chuck fu tentato di chiederle se voleva che le desse un bacio dove faceva male, ma Blair sembrava davvero provata, gli occhi decisamente troppo lucidi, e lasciò perdere le battute.

“Tutto bene?” le chiese in un sussurro, quando furono di nuovo vicini.

“Mi hai fatto cadere di proposito.” lo accusò lei, accigliata; ma l’aveva detto più per dovere che per reale convinzione.

“Andiamo, Blair. Se avessi voluto farti del male, sarei stato più sottile di così. Lo sai”.

Blair pensò che solo nell’universo di Chuck Bass una frase del genere poteva considerarsi una difesa. Sospirò, scuotendo la testa. Malgrado tutto, gli era grata per aver impedito che la foto della sua imbarazzante goffaggine finisse sul sito di pettegolezzi. Poteva immaginare i crudeli giochi di parole che Gossip Girl avrebbe inventato sulla sua caduta metaforica e fisica ed era davvero felice di non doverli leggere.

“Ti accompagno a casa.” disse lui. Riusciva ad essere arrogante perfino quando voleva fare un favore, rifletté Blair. Insomma, era tanto difficile alzare il tono alla fine quel pizzico necessario a farla diventare un’offerta invece che un ordine?

“Chiamo un taxi.”

“Non c’è motivo. Andiamo”. Blair non si mosse e lui sospirò. “Dai. Non dobbiamo parlare per forza”.

Lei esitò. “Non si parlerà”, stabilì infine e lo seguì, salendo sulla limousine. I taxi non le piacevano granché e immaginò di dovergli un favore, dopo quello che lui aveva fatto in negozio. Peggio per Chuck se si era giocato così male quell’opportunità.

Viaggiarono in silenzio per un po’. Blair osservava New York scorrere attraverso il finestrino; una delle cose che adorava delle limousine era che potevi guardare tutto senza essere scrutata a tua volta. Quando si fermavano ai semafori, molte persone scoccavano occhiate curiose dalla loro parte, chiedendosi probabilmente quale personaggio famoso o importante si trovasse al di là del vetro oscurato.

In limousine, Blair si era sempre sentita ammirata e speciale.

“Qualche bel ricordo?” l’apostrofò Chuck allusivo e lei si accorse solo in quel momento che le era affiorato un sorriso sulle labbra.

“Avevamo detto che non avremmo parlato!” gli ricordò, risentita. Lui fece un sorrisetto insolente.

Tu l’hai detto”.

Blair sbuffò e, decisa ad ignorarlo, si concentrò di nuovo sul mondo all’esterno.

“Programmi con il Piccolo Lord per stasera?” le domandò lui d’un tratto, in tono casuale. Blair sorrise perfida nel percepire la gelosia dietro quell’apparente disinvoltura, ma smise di colpo quando si ricordò che Marcus non era più il suo ragazzo.

Chuck scorse le emozioni che si susseguivano sul viso di lei grazie al riflesso sul finestrino e ne fu parecchio interessato. Sospettò che ci fossero guai in paradiso e ne fu ancora più convinto quando lei, dopo un’esitazione, rispose: “Certo. Marcus non sa stare senza di me. È così dolce”, con voce fin troppo vivace. Le lasciò passare la bugia, comunque.

Per ora.

Blair, da parte sua, sapeva che prima o poi Chuck avrebbe scoperto la verità, ma non voleva affrontare l’argomento dopo quella giornata disastrosa. Era semplicemente troppo. Attese col cuore in gola che lui insistesse sulla questione, tirando un sospiro di sollievo quando dopo molto tempo non le arrivò alcun commento.

Finalmente, la limousine parcheggiò di fronte al suo palazzo.

“Grazie del passaggio.” disse automaticamente, mordendosi la lingua subito dopo. Sperò che Chuck non cogliesse il riferimento, ma quando lo guardò, ovviamente lui stava sorridendo, divertito dalla sua gaffe.

“Se ti dico che sei stata fantastica, ripetiamo anche tutto il resto?” sussurrò seducente, facendo scorrere uno sguardo arroventato su di lei.

“Scordatelo, Bass.” ribatté ostile, e avrebbe potuto finirla lì, ma non riuscì a trattenersi dall’aggiungere, piccata: “Fai le tue proposte oscene a Serena. Sei un suo fan adesso, no?”.

“Gelosa?” la schernì lui, compiaciuto.

“Vai al diavolo”.

Gli diede le spalle e fece per scendere, ma Chuck la afferrò di nuovo per il braccio. Blair si voltò di scatto, ma la protesta rabbiosa che aveva pronta sulla lingua fu soffocata dagli occhi di lui, che la guardavano con intensità, e dalla sua voce, che disse in un sussurro:

“Sei sempre tu la mia preferita, Blair. Lo sai”.

Blair avrebbe voluto replicare qualcosa di velenoso e scettico –Quello che so è che dalla tua bocca escono solo bugie e oscenità, Bass-, ma il modo in cui Chuck la stava guardando le rese impossibile parlare: era lo sguardo del Victrola, lo sguardo della sera del suo compleanno, lo sguardo del discorso del testimone.

Confusa e tormentata da un uragano di emozioni diverse e in contrasto, Blair preferì sfilare il braccio e allontanarsi senza una parola. Chuck continuò a fissarla con adorazione e affetto finché non fu scomparsa dietro le porte del suo palazzo, poi si sfilò il cellulare dalla tasca e spinse uno dei tasti delle chiamate rapide.

“Mike? Ho bisogno che tu scopra qualcosa per me”.

Il piano si stava delineando ed era così facile che quasi non gli sembrava vero.

 

End#1

 

 

 

 

Note dell’Autrice:

 

[1] “Bad Romance” è una canzone del 2009 di Lady Gaga.

[2] “The King and Four Queens” è un film del 1956 con Clark Gable.

[3] Ringrazio in anticipo tutti i lettori, per qualsiasi chiarimento, io sono qui. Per chi sta leggendo Purple Suits and Red Lips, mi spiace che l’aggiornamento tardi così tanto ad arrivare. La mia impazienza verso il telefilm di questi tempi uccide letteralmente la mia ispirazione. Un altro dei motivi per cui ho voluto tornare con questa long-fic ai bei vecchi tempi, quando Gossip Girl era davvero un guilty pleasure e non l’imitazione di una telenovela argentina.

 

Al prossimo aggiornamento!

 

Melany

 

 

 

 

 

  

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Gossip Girl / Vai alla pagina dell'autore: Melanyholland