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Autore: 365feelings    05/02/2012    3 recensioni
Nel Giardino del Tempo sui loro troni le figlie di Ananke, le Moire,
cantano e tessono il Passato, il Presente e il Futuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: KumaCla
Titolo: Across the time
Warnings: OneShot
Note: ecco l'ultimo capitolo (ne siamo proprio certi? Chi vivrà vedrà). Ho disegnato i personaggi: Leon è meglio non guardarlo, mi è venuto proprio male. Ma Magda è come me la immagino: http://kumacla.deviantart.com/#/d4orvq8
 .



Madeline si arriciava con aria languida una ciocca bionda e guardava intensamente Keats che, seduto dall'altro lato del tavolo, raccontava ciò che sapeva sugli incidenti accaduti ai viaggiatori del tempo nel corso della storia. Più che ascoltare i dati, pareva interessata al compagno: chissà che relazione c'era. Madeline era bella e frivola; Magda non capiva che cosa ci facesse lì una ragazza del genere, ma non la sottovalutava. Forse proveniva da una famiglia importante o forse sotto quell'aria leggera si nascondeva un genio. In ogni caso Madeline era quel genere di ragazza che, ne era certa, i genitori di Keats avrebbero voluto vedere accanto a loro figlio: sapeva rendersi piacevole e dava l'idea di avere buone conoscenze nell'alta società.
Leon, invece, era l'esatto opposto della compagna. Stava con i piedi tranquillamente appoggiati sul tavolo, masticava una gomma e ogni tanto annuiva alle parole dell'amico. Aveva origini ispaniche e non perdeva occasione per farlo notare, facendo storcere le labbra perfette di Madeline. La ragazza lo definiva rozzo e volgare, un perdigiorno. Ma a lei dava l'idea di un ragazzo simpatico.
Magda si chiese se, forse, andate diversamente le cose, non sarebbe stata anche lei una compagna di squadra di Keats. Se avesse continuato a frequentare l'Accademia forse avrebbe avuto anche lei la divisa; magari non sarebbe stata assegnata alla stessa divisione di Keats, ma avrebbe avuto anche lei dei compagni, una squadra con cui affrontare le missioni.
«Maggiore Maccabee» disse improvvisamente Keats alzandosi in piedi, seguito da Madeline e Leon.
Magda si voltò e vide avanzare un uomo alto e decisamente bello, con lunghi e mossi capelli castani e occhi grigi. Indossava l'uniforme e sul risvolto della giacca si potevano condare i gradi.
«Buongiorno ragazzi».
«Ci sono problemi?» chiese Keats, che, a un gesto dell'uomo, era tornato a sedersi.
«No, tranquilli. Ero passato a vedere se avevate bisogno di una mano. Sono appena tornato e mi hanno riferito gli ultimi avvenimenti. Mi dispiace non essere stato con voi».
Magda comprese che si trattava del Maestro della Squadra 8. Ogni gruppo operativo veniva affidato a chi aveva il grado e le competenze per insegnare ai giovani Agenti del Tempo. Il Maggiore Maccabee doveva essere il Maestro di Keats, Madeline e Leon.
«Che maleducato, non mi sono nemmeno presentato. Sono Ronald Maccabee e mi occupo della Squadra 8» le disse, confermando ciò che aveva intuito.
«Non si preoccupi. Io sono Magda».
Magda e basta, perché lei è Ravenna erano figlie della terra selvaggia in cui erano nate e alle persone come loro i nomi stavano stretti. «So bene chi sei, mia cara. C'ero anch'io quando è stato deciso di ammetterti all'Accademia. È stata una notizia senza dubbio inaspettata il tuo abbandono dei corsi. Sei riuscita a sconvolgere molte alte cariche. Parlano ancora di te ogni tanto».
Madeline la guardò con malcelato stupore, segno che non sapeva nulla di lei. Leon invece sorrise.
Magda abbassò il capo e Keats corse in suo aiuto: non le piaceva ricordare quei dettagli della sua storia e il vecchio amico lo aveva intuito.
«Stavamo parlando degli incidenti accaduti ai Viaggiatori nel corso della storia».
«Un argomento interessante, di cui però si sa davvero troppo poco. Siete arrivati a una conclusione?»
«Maestro, stavo pensando che Ravenna, bè, potrebbe essere stata inghiottita dal varco spazio temporale» disse Keats esponendo la sua teoria.
«Ravenna era un'Agente davvero capace. Era portata per il suo lavoro, una vera inclinazione naturale che non poteva che migliorare. Ha ottenuto la licenza quando ancora aveva diciotto anni, un tempo record, ed poi si è specializzata in ciò che le riusciva meglio: nei Recuperi. L'archeologia era il suo campo, come vi si muoveva lei, non ho mai visto muoversi nessuno. Tua sorella era una maga, aveva talento, Magda. Però, per quanto si è capaci, non si può escludere la possibilità che sia stata inghiottita. Se questo è realmente accaduto, se è stata davvero bloccata nel Senza Tempo e vi è rimasta fino ad ora, il nemico contro cui si dovrà combattere è il risultato dei nostri progressi».
«Cosa si fa ora?» chiese Magda «Come agiremo?»
«Infrangeremo la Prima Legge. Apriremo un varco nel Senza Tempo».

Apriremo un varco nel Senza Tempo, aveva detto il Maggiore Maccabee.
La Prima Legge lo vietava e a chi era tanto stolto o folle da tentare l'azione, se sopravviveva, veniva applicata la legge marziale.
Magda ricordava bene questo punto del Regolamento. I Fondatori erano stati categorici, non lasciavano alcuna interpretazione. Il Senza Tempo era un mondo che non andava esplorato, era un baratro che inghiottiva i Viaggiatori e annulava ogni cosa: era il frutto del loro progresso, delle loro scorribande su e giù negli anni. Nel corso della storia quante cose si erano perse nel Senza Tempo e quante persone vi erano scomparse.
Cosa hai combinato, Ravenna?
«Magda, tutto bene?»
La giovane sobbalzò.
«Oh sì sì certo!»
Keats la guardò perplessa e le porse una mano per alzarsi.
«Vieni, ci vogliono per discutere il piano d'azione».
Magda annuì e accettò l'aiuto senza averne davvero bisogno: un qualsiasi contatto con il giovane la rassicurava e le faceva ricordare i tempi in cui erano amici. Ora come ora non sapeva cos'erano. Vecchi compagni? Conoscenti? Non avevano ancora chiarito, non avevano ancora affrontato quella parentesi buia che aveva inghiottito tutto ciò che c'era stato tra loro.
Si avviarono in silenzio, camminando uno affianco all'altro senza nemmeno guardarsi: c'era imbarazzo.
«Ketas, perché sei qui?»
«E' il posto, Magda».
«Intendo perché proprio tu con la tua squadra. Non credo sia un caso. Quante squadre operative ci sono? Una decina? Proprio la 8?»
«Siamo i migliori. Leon è davvero in gamba. Non sembra, ma ha una precisione incredibile. Inoltre se la cava abbastanza bene anche con le armi, nel caso ce ne fosse bisogno. Madeline invece, oltre ad appartenere a una famiglia influente, ha un vero talento per la Magia Arcana».
«Keats, sono seria. Perché diamine sei finito pure tu in questa faccenda?»
«Secondo te dovevo lasciare che la missione mi passasse sotto il naso? Eh? Dovevo perdere l'opportunità di rivederti? Cosa avresti fatto al mio posto se ti avessero presentato il caso Ravenna?»
Keats aveva alzato la voce e, da che si ricordava, Keats era sempre pacato, anche quando si arrabbiava: Keats non urlava mai, soprattutto non con lei.
«Dannazione!» imprecò Magda agitandosi «Dovevi lasciar perdere, far finta di non avermi mai conosciuto. Non volevo questo per te. Non volevo che la sparizione di Ravenna, con tutte le sue complicazioni, ricadesse anche su di te. Perché credi che ho lasciato l'Accademia? Sì, certo, per cercare mia sorella, ma anche perché non volevo coinvolgerti in tutto ciò. Se c'è da combattere, da rischiare la vita, non posso sopportare l'idea che tu sia in prima fila».
Stava tremando e le lacrime brillavano minacciose nei suoi occhi. Vedeva tutto sfocato, ma si tratteneva, non voleva piangere ancora una volta, non voleva che finisse sempre con lei e gli occhi gonfi e rossi.
«Se...se tu dovessi morire...io...» cercò di continuare, ma non ci riuscì. Non voleva nemmeno prendere in considerazione l'idea che Keats potesse morire.
Imprecò tra i singhiozzi e nonostante le lacrime che ormai avevano preso a scorrere, agguantò il ragazzo per il bavero e lo baciò.
Keats rimase interdetto per un istante, ma non appena si rese conto che Magda lo stava baciando immerse le mani tra i suoi capelli e la strinse a sé.

Poco importava quello che sarebbe accaduto una volta aperto il portale per il Senza Tempo, con Keats accanto Magda si sentiva in grado di affrontare qualsiasi cosa — sua sorella compresa, o almeno quello che ne restava.



 

«Non ti lascerò mai sorellina. Neanche se il mondo dovesse finire».

   
 
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