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Autore: Snafu    06/02/2012    3 recensioni
Autori: la Cath feat. B.
Desclaimers: I Guns 'n Roses ed i Mötley Crüe non ci appartengono. Eventuali canzoni citate non ci appartengono (il titolo è dei Nirvana, si sa del non proprio roseo rapporto tra Axl e Kurt). Roxy e Grace sono personaggi nostri, quindi vantiamo su essi tutti i copyright. No infringement of copyright intended.
Note: Eventuali sbalzi temporali. Uso della tecnica del flashback. What if? Crossover.
Ai lettori: Non abbiamo avuto occasione di visitare le sezioni dei Guns 'n Roses o dei Mötley Crüe prima. Speriamo di riuscire a farlo presto e soprattutto che il prodotto della nostra collaborazione rientri nei generi di vostro gradimento.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Spaghetti Incident'
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8 gennaio 1992


Roxy stava allegramente preparando la cena in cucina. Il pancione era ormai davvero enorme, tanto che iniziava a temere che il bambino non fosse da solo.
«Nikkiiiii!» gridò e l’uomo si sollevò dal divano, dove stava strimpellando in una posizione non chiara. «Controlla che il forno non dia fuoco all’arrosto. Dobbiamo cambiarlo, dobbiamo cambiarlo!!»
Il bassista alzò un sopracciglio e si diresse con l’andatura di un bradipo verso il forno, mentre sua moglie andava a recuperare della salsa di pomodoro dalla dispensa. Proprio mentre chiudeva la porta a soffietto, le si ruppero le acque.
«Cazzo!»
Il bassista stava evitando che Logan infilasse le dita nella presa della corrente (in quel modo di certo sarebbe riuscito a ottenere l’acconciatura del padre, e Nikki apprezzava il pensiero, ma non era molto salutare), quando si rese conto che per terra era tutto bagnato.
«Roxy, hai allagato il corridoio...» la prese in giro divertito.
«Molto divertente, sì… ti devo mandare a ‘fanculo ora, o ti scrivo una raccomandata dall’ospedale?»

Il telefono della suite squillò rumorosamente.
«Porca merda.» sibilò Axl, che era appena riuscito a far addormentare Melody con una ninna nanna intonata con la sua voce stridula. «Chi cazzo è? No, voglio dire, hai idea che mi ci è voluta un’ora a far addormentare Melody?»
«Cosetto non mi rompere i coglioni e passami mia sorella...»
«Sixx quello che rompe i coglioni sei tu, non so se ti è chiaro.»
«Amoreeee!» gridò Grace dal bagno «Passami mio fratello!» ordinò.
«Che schifo» si lamentò il bassista «Devo vomitare qui alla cornetta?»
«Che c’è, tua moglie non ti chiama ‘amore’? Sei proprio un idiota integrale. Tesoro,» disse con provocazione, rivolto alla compagna «eccoti il telefono, mia amata.»
«Voi due siete matti...» constatò lei, afferrando la cornetta dalla vasca da bagno, poi si rivolse al fratello «Nikki che succede?»
«Roxy sta di nuovo partorendo...»
«Che vuol dire ‘sta di nuovo partorendo’?»
«Che sta partorendo il nostro secondo figlio. Ti ricordi che avete fatto un pezzo di gravidanza insieme?»
«Non fare lo spiritoso, detta in quel modo sembrava che Roxy partorisca un giorno sì e un giorno no... ora ci muoviamo e arriviamo.»
«Viene anche cosetto
«Non cominciare, eh, Roxy deve stare tranquilla... ci vediamo tra poco. Non fare danni nel frattempo. E non chiamare Tommy fino a che non arrivo. Intesi?»
«Come no, ciao.» la salutò il fratello.
«Amore!» strillò lei. -È una congiura...- pensò Axl, contemplando la piccola Melody di appena un mese dormire nella sua culla.
«Bisogna preparare Melody per uscire, Roxy sta partorendo!»

Ovviamente quando Grace, Axl e la loro piccoletta arrivarono in ospedale, Tommy era già lì, con Slash e Duff, e altri stavano arrivando a celebrare il nuovo arrivo. In pratica c’era una specie di rave party, mentre Roxy era in sala parto che faceva del suo meglio.
Melody divenne l’attrazione della sala d’attesa, gelosamente custodita da Axl tra le sue braccia, ma coccolata da tutti i presenti. Anche Logan era lì con gli altri, Nikki lo aveva lasciato alle cure, dubbie, dei suoi amici che se la stavano cavando discretamente bene, considerando gli elementi.
Verso le dieci si seppe il responso: c’era un’altra bambina in famiglia e il suo nome era Arya. Quando Roxy la strinse tra le braccia fu così felice per quella nuova vita che aveva generato, che quasi non riuscì a trattenere le lacrime. Arya era davvero bellissima, e soprattutto piccolissima.
«Tesoro, congratulazioni...» le disse Grace, avvicinandosi e accarezzandole la testa «Sarai stanchissima, sarebbe meglio che tu riposassi adesso...»
«Sì, e poi soprattutto sono le due e Tommy & co. stanno tenendo sveglio tutto il reparto, quindi sarebbe meglio se andaste...»
«Sempre a pensare agli altri...» scosse la testa l’amica «Buona notte, Roxy, ci vediamo domani.»

Arrivati in albergo Axl e Grace trovarono il modo di far riaddormentare Melody, che nel frattempo aveva richiesto una poppata e un cambio pannolino.
Il cantante era steso sul letto a pancia all’insù. Stava pensando, già da un po’, alle parole di Nikki. Lui e Grace non erano niente. Avevano una creatura in comune, ma non rappresentavano niente per nessuno se non l’amore l’uno per l’altra.
La donna arrivò e si inginocchiò accanto a lui:
«Finalmente dorme» ridacchiò, dandogli un bacio sulla guancia e stendendosi accanto a lui.
«Comunque io ho tutta l’intenzione di sposarti, Grace» Axl concluse così un pensiero iniziato tempo prima e le infilò di soppiatto uno dei suoi anelli strambi al dito.
Lei rise.
«Lo so. Un anello non messo è una bruttura, e io odio le brutture, e odio le cose incomplete. Credo che l’incompletezza sia una cosa che non deve appartenerci, quindi... anch’io ho tutta l’intenzione di sposarti, Axl.»
Si scambiarono un tenero bacio.
«Ti amo.»
«Anch’io ti amo.»


9 gennaio 1992


«Signora Sixx, al telefono...»
Quando l’infermiera svegliò Roxy era circa mezzogiorno. La donna si alzò, indossò la vestaglia, e andò a rispondere. Iniziavano le prime telefonate per le congratulazioni.
«Pronto?»
«Roxy?» domandò una voce fin troppo familiare dall’altro capo.
Nikki, che aveva passato la notte di fronte alle culle a guardare la sua nuova piccolina, sorvegliando Logan che dormiva su un poltroncina, si avvicinò.
«Axl?» chiese lei titubante, con un filo di voce affinché il marito non la sentisse.
«Roxy, Grace non si sveglia» si sentiva dal tono che voleva far sembrare tutto sotto controllo, ma che era terrorizzato.
«C-come non si sveglia?» ripeté la donna.
«No, ho provato a scuoterla, ma niente, di là c’è Melody che piange, io non so che devo fare. Vieni.»
«Non usare quel tono con me!» strillò «E poi ti ricordo che io ho partorito qualche ora fa, non è che ho tutta questa libertà di movimento. Chiama un’ambulanza!»
«Un’ambulanza? No, io...»
«Ambulanza?» domandò Nikki, che era stato con l’orecchio teso come una vecchia pettegola. «E perché?»
«Perché... Perché... da quando tutte queste domande?» lo distrasse Roxy.
«Cosa c’è? Io le domande le faccio sempre.» replicò il bassista.
«Sono al telefono di qua! Aspetta!» esclamò la donna, poi tornò a parlare con Axl, che stava smattando «Cavolo la chiamo io l’ambulanza, ok!»
Roxy scrisse su un foglio all’infermiera del reparto di mandare un’ambulanza all’indirizzo dell’albergo e spiegò:
«Una donna non si sveglia...»
«Cosa cazzo vuol dire che Grace non si sveglia? E perché l’ambulanza non l’ha chiamata Axl-testa di cazzo? E...»
Roxy lo interruppe:
«Nikki guarda, ora non è proprio il momento. Io DEVO andare da lei e non posso uscire da qui anche perché stamattina fanno il primo controllo a Arya, quindi dobbiamo gestire la cosa. Vai tu da Grace?»
Il bassista aveva un pessimo presentimento e sarebbe voluto andare, però sapeva che anche se la sorella non si fosse più svegliata la sua presenza o assenza non sarebbe stata determinante; se si fosse svegliata avrebbe avuto il tempo per rimediare e comunque Grace avrebbe capito.
«Chiamo Tommy e Slash, ci penseranno loro a Grace. Chiamo anche i tuoi che vengano a prendere Logan. Io andrò dopo, tanto è questione di poco, no?»

Quando Nikki fu rassicurato dai dottori sul fatto che la bambina e la moglie stavano bene, decise di andare all’albergo a vedere cosa era successo.
Una volta giunto là c’era ancora l’ambulanza e la polizia. Siccome l’albergo era della moglie, lui aveva libero accesso a tutte le stanze. Nella hall c’era Slash, non molto in forma, per la verità.
«Ehi, amico. Roxy sta bene?» gli domandò il chitarrista.
«Sì. Grace?» replicò l’altro.
«Magari è meglio se ti siedi...» tentò il ricciolo.
«Slash.... Vaffanculo! Dimmi cosa è successo!»
«Grace è andata a dormire ieri sera e non si è più svegliata...» sintetizzò Slash.
A quelle parole Nikki si diresse verso le scale, deciso a non aspettare l’ascensore. Non ci avrebbe creduto fino a che non l’avesse vista con i suoi occhi.
Davanti alla porta della camera c’era Tommy che aveva gestito la cosa come meglio poteva.
«Aspetta, non puoi vederla adesso... aspetta Roxy» tentò il batterista, andandogli incontro, ma il suo metro e novanta non servì a niente contro la pressante necessità del bassista di vedere sua sorella.
«Tommy, se non ti togli servirà un’altra ambulanza, lo sai!» Il batterista cercò di fare un altro po’ di ostruzione, ma era impossibile visto la corporatura dell’amico.
Nikki forzò la sicurezza senza crearsi troppi problemi.
Axl pareva non avere intenzione di parlare con lui, si limitava a tremare, scuotendosi avanti e indietro con una cadenza inquietante.
Il bassista entrò nella stanza e, per l'ennesima volta in tutta la vita, il suo cuore tremò. Di dispiacere.
Credeva che con tutto quello che gli era successo, prima o poi si sarebbe abituato.
Alle delusioni.
Alle sofferenze.
Eppure... ogni volta sembrava andare peggio.
La figura di donna era abbandonata sulle lenzuola bianche, increspate dalla notte appena trascorsa.
Era compostamente avvolta dal sonno, con i capelli riversati sul viso incredibilmente più pallido del solito.
Il dottore si chinò su di lei e premette ancora una volta le dita contro la sua giugulare. Aspettò, come le prime, più tempo del dovuto, sperando di essersi sbagliato.
«È morta, sì» la guardò nel suo stato di gioventù bruciata. Si rivolse all'assistente. «Hai scritto, vero, la prima volta? Ora del decesso... direi approssimativamente le 4 del mattino. Causa: ...» il medico afferrò, per controllarla nuovamente, la confezione appoggiata sul comodino, e la guardò «overdose, probabilmente di antidepressivi» concluse.
Nikki riguardò la sorella, immobile nel letto bianco, poi si girò verso i due amici:
«Slash... trovami una bottiglia di vodka o di Jack... Chiama una limo... devo andare a dirlo a Roxy e non potrò guidare... Come farò a dirglielo...»
Quando il chitarrista se ne andò, Nikki entrò nella camera più vicina e iniziò a rompere e tirare tutto quello che gli si parava di fronte. Poi urlò all’amico:
«Dovrei ucciderlo! È colpa sua se lei si è ammazzata...» Poi si fermò improvvisamente, lo guardò: «La bambina... non ha mai smesso di piangere?»
Le parole uscivano dalla sua bocca stranamente fredde e distaccate, tanto che si stupì di sé stesso.
«Melody non ha mai smesso di piangere, sì... e Axl non si è mai mosso dalla posizione in cui l’hai trovato...»
«Vado a prendere la bambina. Se Axl mi tocca, lo ammazzo. È la volta buona, giuro.»
Si avviò tranquillamente verso la bambina, la prese in collo e fece per uscire, quando Axl si scosse dal suo torpore:
«Sixx... Grace... cosa stai facendo con mia figlia?»
Non fu una protesta vivace. Era paralizzato dallo shock. Era sconvolto, e immaginare un mondo in cui Grace non c’era più era tutto quello che poteva fare.
«La porto via. Forse per un po’, forse per sempre, chi lo sa. Tu continua a fare quello che stai facendo, cioè niente. Ti avverto: non azzardarti a fermarmi.»
Non lo fece: sapeva che la bambina era al sicuro, forse molto più al sicuro di quanto non lo sarebbe stata con lui, quindi si concentrò su sé stesso, sebbene odiasse Nikki Sixx. Il rosso rivolse solo lo sguardo verso il corpo immobile di Grace e rientrò in una specie di trance.
Una volta tornato, Slash guardò Nikki e poi Axl senza dire una parola. A quel punto il bassista parlò:
«Amico, spiegami perché non dovrei sparare al tuo cantante.»
Melody continuava a piangere.
«Beh, sai... Axl è uno stronzo che vuole controllare ogni cosa, e in genere ci riesce, ma è sensibile... so che non ci credi, ma ha avuto un’infanzia tremenda. Questa non ci voleva.»
«Sensibile?!» Nikki rise cupamente «Sensibile! Non ha mosso un muscolo nemmeno per sua figlia, non ha nemmeno chiamato l’ambulanza!»
Nel frattempo uscì il dottore e si fermò dal bassista:
«Lei è il fratello, vero?» Nikki annuì. «Senta... Io non conosco il signor Rose, ma non se la prenda troppo per la sua reazione. Ognuno reagisce a modo suo. Lei per esempio ha spaccato la camera accanto. Loro due non l’hanno fatto. Anche lui sta soffrendo, è paralizzato dal dolore, non è nemmeno riuscito a dirci come si chiamava. Lo guardi!»
Il rosso era ancora seduto, guardava nel vuoto e oscillava avanti e indietro. Non parlava. Non cambiava sguardo.
«Grazie dottore.» Nikki si girò verso il suo amico chitarrista «Slash, io non voglio parlarci. Vacci te, stai con lui, fai cosa ti pare, ma non lo voglio più incontrare.» Detto questo si girò e si diresse verso l’ascensore, con Tommy che lo accompagnava. Dovevano dirlo a Roxy.

«Cosa è successo? Perché Melody è qui con te?» Roxy era giustamente allarmata, vedendo anche che con loro avevano dei liquori.
«Grace è morta. Axl è in tilt. Melody piangeva.» Le porse la bambina, la guardò negli occhi e le disse:
«Tieni la bambina, io ho bisogno di andare via. Torno appena posso.» e se ne andò lasciando lì Tommy.

Nikki tornò il giorno dopo in ospedale. Era in condizioni pessime. Roxy l’aveva già visto in quello stato, era il 1987 e poco dopo suo marito sarebbe quasi morto di overdose. Lei sapeva perfettamente che le ricadute erano normali, sperava solo che fosse solo una semplice ricaduta.
«Amore... no.»
«Scusa. Hai ragione. Ho sbagliato. Non succederà più, te lo giuro. Chiamo il nonno e vedo di gestire il funerale. Vado dai tuoi a riprendere Logan e te riposati. Torno più tardi.»
Le dette un bacio e quando stava già per andare via, Roxy lo fermò trattenendogli la mano.
«Nikki... come stai?»
La domanda era idiota, lo sapeva benissimo visto che il marito doveva stare ancora peggio di quanto stesse lei, che era già distrutta dal dolore di aver perso la sua migliore amica.
«Sto male. Ma è giusto così, no?» era sul punto di piangere, quindi non aspettò neanche la risposta della moglie «Vado a sistemare le cose, tranquilla.»
Roxy non era tranquilla, ma conosceva Nikki: lui era un maniaco del controllo, il giorno prima le cose gli erano sfuggite di mano e per mitigare il dolore si era drogato, ma ora stava cercando di mettere ordine. Aveva anche imparato ad accettare il dolore e questo era positivo.
Le cose si sarebbero sistemate.
Prima o poi.



Eccoci alla fine. Eh, sì, nothing lasts forever. Ancora una volta un caldissimo ringraziamento a Tomma per non essersi persa un capitolo (ci dispiace, era una bambina!! Vabeh, magari si farà il nome d'arte pure lei ahah) e comunque a chiunque altro ci abbia seguito in silenzio :) veramente grazie.
Noi rimaniamo a disposizione per qualunque chiarimento e commento, vorremmo ricordare che B. non ha un suo account qui su efp quindi potete tranquillamente contattare la Cath :D
Grazie ancora <3
Ah, e tanti auguri Axl, beh, in tutti i sensi :D :*
B.&C.
   
 
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