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Autore: Diomache    15/09/2006    12 recensioni
Lo odio.
Lo odio quando mi crede piccola, ingenua, dolce ed indifesa, un animale di pezza appena fatto dalla nonna. Quando mi crede una crocerossina e non pensa che anch’io sia capace di amare sinceramente.
Lo odio quando mi considera un puzzle, un enigma, una ragazza danneggiata.
E lo amo.
Con la stessa intensità.

Un’altra House/Cameron... mi raccomando recensite!!! Diomache.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti,
ho scritto questa ff il giorno prima di iniziare la scuola.. ero tutta in subbuglio, quindi se la trovate un po' fuori di testa sapete il perché.. il titolo è motivato dal fatto che tutto è visto sotto lo sguardo di Cameron. So che a molti di voi questo personaggio non va giù, io provo ad interpretarlo, a cercare di comprenderne la filosofia, voi non uccidetemi!
Anzi, ci terrei che anche a chi non piace questo personaggio, mi lasciasse un commentino, così, per sapere che ne pensa...
Questa ff riprende l'ultimo episodio trasmesso in tv… " conflitto di competenze"e poi ho aggiunto un pezzettino di mio in tutto sono due capitoli.
I commenti sono davvero graditi, quindi lasciatemi una recensione!!
Un bacio particolare a tutti coloro che amano questo telefilm e in particolare la coppia House/Cameron.
Buona lettura,
Diomache.

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CAMERON'S EYES

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Capitolo I: Jealousy??

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Il ding consueto dell'ascensore annuncia la porta scorrevole che si apre un istante dopo, facendo uscire me e House.

Siamo appena stati a controllare i valori di Sebastian. Sta bene. Sarà dimesso tra pochissime ore. Cammino al fianco del mio burbero capo fino a quasi la hall.

È silenzioso, non ha detto una parola fino adesso.

-allora, uscirai con lui?-

No, era silenzioso.

Questa domanda mi lascia letteralmente senza fiato, non posso evitare di sorridere.

-credi che questi siano affari tuoi?- domando, con un sorriso stampato sulle labbra. Un sorriso di piacere. Una domanda inaspettata, davvero inaspettata. No, no, calma Cameron, stai calma. La sua potrebbe essere solo curiosità. Magari E' solo curiosità.

-no.- risponde lui, indifferente. Come se avere una risposta da me non gli importasse sul serio.

-comunque non credo.- ecco, mi contraddico ogni due minuti. Poco prima gli avevo detto che non erano affari suoi e adesso sono io che gli vado a rivelare le mie intenzioni. Un'ipocrita, ecco quello che sono. La verità è che morivo dalla voglia che lui me lo chiedesse e morivo dalla voglia di dirgli che non ci sarei uscita.

-ma come, due giorni fa gli tenevi la mano! Cos'è cambiato?-

Non ci posso credere. Lo ha notato.

Io pensavo che nella frenesia di quell'attimo il brevissimo contatto che c'era stato tra me e Sebastian non si fosse neppure visto. Invece Greg lo ha notato eccome. E a giudicare dal sarcasmo che hai adoperato, mio caro House, forse un pochino ti ha dato fastidio.

Arriviamo davanti alla hall.

-lui praticamente vive in Africa. Non c'è futuro.- mento egregiamente.

Ora ci siamo fermati, lui è davanti a me e mi scruta con i suoi potentissimi occhi azzurri.

So che avrà da ridire su questa mia risposta. Lui ha da ridire su tutto ciò che mi riguarda e se c'è una cosa che adora fare è psicanalizzarmi. E si arrabbia quando tento di farlo io.

È proprio impossibile.

-o forse…- inizia, con voce palesemente sarcastica. Ecco, l'analisi è iniziata- ti spaventa il fatto che ora c'è un futuro.- mi osserva come se avesse detto la più grande perla della psicologia moderna. - tu non eri attratta da lui perché era disposto a morire per una causa, tu eri attratta da lui perché poteva morire davvero.-

Ecco, ha snocciolato la sua bella teoria. La sua soluzione del puzzle che si chiama Cameron.

Ecco quello che sono per lui, un puzzle. Mi sembra d'avergli già detto che sono troppo complicata perché lui possa risolvermi così facilmente, cosa vuole che glielo ricordi ogni due minuti?

Decido di assecondarlo, non mi va di litigare con lui. Forse sono ancora troppo nel brodo di giuggiole che la sua curiosità sul mio rapporto con Sebastian mi ha creato.

-giusto. È tanto semplice.-

-cos'è semplice?- a volte credo che nemmeno lui segua bene quello che dice.

-gli affibbio un'etichetta e parto da lì.-

la risposta non deve averlo convinto molto.- mm questo lo fanno tutti. Siamo come ci vedono gli altri. La gente vede in Sebastian un grande medico e lo finanzia..-

- Sebastian è un grande medico.- lo interrompo un po' bruscamente, non so neanch'io se supportata dall'ammirazione che provo per Charles o semplicemente perché in questo momento vorrei contraddirlo su tutto e soffiare sopra le piccole ed insignificanti ceneri della sua gelosia.

Greg storce il viso in un'espressione poco persuasa. - la realtà è irrilevante.- si volta verso la hall e nota qualcosa che lo incuriosisce, che attira la sua attenzione. Si volta quindi verso di me, con uno sguardo che non mi piace per niente.

Lo sguardo compiaciuto ed intrigante di chi ne ha appena pensata un'altra delle sue.

-te lo dimostro.- ecco, quel tono di voce altrettanto preoccupante. E altrettanto irresistibile.

-chi mi conosce mi vede come un bastardo e mi tratta da bastardo.- avanza verso la porta trasparente.- chi non mi conosce, mi vede come uno storpio e mi tratta come uno storpio. Sarei un vero idiota se non traessi vantaggio da questo fatto.- dice chiudendo la porta dietro le sue spalle.

I miei occhi, increduli e divertiti, si godono la scena. Lui che si scusa con Cecilia per la pedata che le ha dato con il bastone e la Cuddy che, incredula quanto me, pensa che per una volta House le ha obbedito. La scenetta finisce, lui fa un gesto strano nei confronti della Cuddy e si dirige verso l'uscita. Ma prima di varcarla si gira verso di me, guardandomi come per dire 'visto?'.

Non posso fare a meno di sorridergli, complice. Poi scompare dalla mia vista mentre vedo la Cuddy parlare con la paziente, poi girarsi verso dove era uscito House. Forse ha capito tutto.

O forse no.

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.

-ah sei pronto.- entro nella camera di Sebastian e lo trovo a parlare animatamente al cellulare.

Poi come arrivo lui congeda la persona dall'altra parte del telefono e lo ripone in tasca. Gli consegno le medicine e lui non mi nasconde che le userà per i suoi pazienti e che , probabilmente, ci rivedremo presto, molto presto, perché tornerà tra appena due mesi, nonostante la scorta che gli ho dato sia almeno di sei.

Poi, con in spalla il suo borsone, mi si avvicina e mi fissa intensamente.

-…potresti portarmeli tu, in Africa.-

Gli sorrido in maniera un po' colpevole.

-no. Non credo.- sussurro fissandolo negli occhi.

Charles mi guarda, scandalizzato. - ti piace lavorare per House, lo trovi soddisfacente??- mi domanda, incredulo. Non trovo le parole per rispondergli.

Sei un bel ragazzo Sebastian, davvero un uomo giusto, un grande benefattore. E forse se ti avessi incontrato tempo fa non avrei esitato a partire con te per l'Africa. Curare quei bambini malati mi avrebbe riempito la vita, esattamente come riempie la tua. Ma ora è diverso.

Non c'è bisogno di aggiungere nulla, Sebastian legge nei miei occhi la risposta che cercava.

In uno slancio, mi bacia la guancia lì nell'angolo vicino alla bocca e mi abbraccia calorosamente. Io contraccambio l'abbraccio con un entusiasmo quasi pari al suo poi ci distacchiamo e lui si avvia verso la porta, velocemente. Io lo osservo andarsene a passo svelto dall'ospedale e dalla mia vita.

Chissà , forse mi pentirò di questa mia scelta. Magari sarei dovuta uscire con lui, avrei dovuto conoscerlo meglio.

No, sarebbe stata una follia. Lo avrei preso in giro esattamente come avrei preso in giro me stessa, sperando che una cena potesse cambiare le cose nel mio cuore.

Charles Sebastian. Affascinante, single, grande filantropo.

È il genere di uomo di cui è facile innamorarsi, la sua causa è affascinante, è un uomo che crede profondamente quello che fa e il suo carisma è contagioso.

"ma lui non è House." Le parole di Chase mi rivengono in mente mentre, sorridendo, osservo Sebastian che viene inondato dalle domande e dai riflettori dei giornalisti.

Già, non è House.

Annuisco silenziosamente e mi dirigo verso il mio ufficio, camminando lentamente.

Non so perché ma mi viene in mente quando, un po' disperata, confusa ed incredula, avevo gridato ad un House più ermetico e bastardo del solito che adesso sono guarita. Che sono come tutti gli altri, che ora lo odio. Non posso dire che non sia vero. Lo ammetto, lo odio.

Lo odio quando mi guarda con quella sua aria di sufficienza patetica, forse più patetica di me.

Lo odio quando mi crede piccola, ingenua, dolce ed indifesa, un animale di pezza appena fatto dalla nonna. Quando mi crede una crocerossina e non pensa che anch'io sia capace di amare sinceramente.

Lo odio quando mi considera un puzzle, un enigma, una ragazza danneggiata.

Lo odio sempre, lo odio con tutta me stessa quando mi manipola, mi costringe mentire.

E lo amo.

Con la stessa intensità.

Questo è il vero enigma. Mi sono sempre chiesta come si fa ad amare ed odiare con la stessa passione, con lo stesso ardore. Forse perché stiamo parlando di House. Con lui la normalità perde senso, poter fare un ragionamento sensato su di lui è praticamente impossibile. È la contraddizione fatta persona.

Raggiungo finalmente l'ufficio che ora è vuoto, non c'è nessuno. Entro velocemente e prendo le cartelline che avevo lasciato lì poco prima, poi mi giro di scatto e sbatto violentemente contro qualcuno. Le cartelline mi scivolano di mano e in quell'istante realizzo.

È House. Il mio impatto ha fatto cadere anche il suo bastone.

Ora i suoi occhi mi fissano, divertiti. Ecco,sta per prendermi in giro.

-ehi.- esclama guardando il bastone a terra.- ma questo è un attentato!-

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Continua…

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Mi raccomando, recensite!!!

Diomache.

  
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