Una carrozza si era appena fermata a Mistyc Falls, in Virginia, davanti alla tenuta dei Salvatore.
“Voi dovete essere la signorina Pierce”
Stava dicendo il più giovane dei due fratelli.
“Vi prego, chiamatemi Katherine.”
Rispose la giovane e bellissima donna, accennando appena un inchino.

Scrollai le spalle cercando di liberare la mente da quel ricordo. Mi lasciai cadere sul divano del soggiorno, allontanando in malo modo la giacca di jeans che mi ero appena tolto. Sospirai, era stata una giornata estenuante. Non avevo immaginato che vendicarsi potesse essere così faticoso, soprattutto la parte che mi costringeva ad allontanare da me lei, Elena. Dovevo farle credere di aver spento completamente le mie emozioni e che non mi importasse più nulla, anche se questo voleva dire lasciare che lei si allontanasse da me, che forse potesse anche arrivare al punto di odiarmi, ma quella era la mia scelta, volevo vendicarmi, a qualunque costo. Mi alzai dal divano per raggiungere il tavolo degli alcolici, non ero solito bere, per una volta non sarebbe successo nulla di grave. Una folata di vento sulla schiena. Mi voltai velocemente. Le mie mani stringevano il suo collo, lei aveva un’espressione divertita.
“Nervosetto stasera?”
Chiese senza volere davvero una risposta.
“Che cosa vuoi Katherine?”
Le domandai lasciandola andare per prendere il bicchiere con l’alcolico.
“Questo lo prendo io.. non sei tipo da alcool Stefan.”
Disse lei prendendomi di mano il bicchiere e scolandosi d’un fiato tutto il liquido ambrato. Sbuffai irritato.
“Te lo ripeto, cosa vuoi?”
“Mi stavi pensando no? Eccomi qui.”
Rispose lei facendomi l’occhiolino ammiccando, gesto che ignorai. Non soddisfatta della mia reazione inesistente abbandonò il bicchiere ormai vuoto e mi spinse sul divano, in modo che cadessi sdraiato e lei potesse guardarmi dall’alto.
“Andiamo Katherine, perché sei qui?”
La vampira abbozzò un sorriso compiaciuto, mentre faceva scorrere lentamente un dito sulla mia guancia scendendo fino alla gola.
“Nostalgia..”
Disse arricciando il naso.
“Non sei l’unico a cui mancano i vecchi tempi.”
Continuò in un sussurro mentre si avvicinava pericolosamente a me.  Mi alzai di scatto e mi misi ad osservare l’infinito blu scuro del cielo, punteggiato dalle stelle. Non potevo evitarlo, continuavo a rivivere i momenti che avevamo passato insieme nel lontano 1864. I miei ricordi si mescolavano a quelli con Elena, che erano quelli a cui mi stavo sforzando di pensare, ma il passato tornava e si riprendeva, puntualmente, il controllo della mia mente, mi arresi e lasciai che tutte quelle immagini scorressero nei miei pensieri. Katherine era rimasta seduta dove era, sentivo il suo sguardo addosso.
“Perché mi stai pensando?”
Chiese divertita, ma allo stesso tempo incredibilmente seria.
“Dimmelo tu. Non è la prima volta che prendi il controllo della mia mente.”
Per un attimo rimase zitta, non mi voltai nemmeno per guardarla negli occhi.
“Ti assicuro che stai facendo tutto da solo.”
Rise, sporgendosi dal divano afferrando direttamente la bottiglia di Bourbon e portandosela alle labbra.
Nella mia mente ad ogni ricordo lontano si affiancava anche il nome di mio fratello, inevitabilmente. Io e lei non eravamo mai stati solamente io e lei, tra noi c’era sempre stato Damon. Stessa cosa con Elena, anche se lei aveva cominciato ad ammetterlo solo ultimamente, io avevo sempre saputo che era così. Io e mio fratello eravamo condannati ad amare per sempre la stessa donna. Ferendo lei e noi stessi. Voltandomi mi ritrovai a pochi centimetri da Katherine. I suoi occhi color del cioccolato erano fissi nei miei. Tutto ciò che riguardava Elena si volatilizzò dalla mia testa. Damon si sbagliava sulla donna che mi stava di fronte. Io stesso ero stato forse il primo ad affermarlo ma mi dovetti rimangiare tutto. Sapevo perché era lì quella sera, era lo stesso motivo per cui c’era sempre stata, distante ma vicinissima, durante il corso dei secoli. Era sempre stata lì, ad osservare ogni mio movimento, nonostante io la credessi morta. Non era vero che l’unica persona di cui le importasse qualcosa era se stessa, ce n’era almeno un’altra di cui gli importava, io.
Ma non potevo nemmeno fidarmi troppo di lei, avrebbe comunque messo se stessa e la sua incolumità al primo posto. Ma non gliene facevo una colpa, ora sapevo anche io cosa volesse dire avere a che fare con Klaus, aveva passato la sua intera esistenza a scappare da lui, al suo posto probabilmente mi sarei comportato allo stesso modo. Con un gesto involontario mi scoprii a spostarle una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio. Probabilmente avevo ragione io ed era lei che stava controllando i miei pensieri, come aveva già fatto in passato. Non riuscivo a liberarmi di lei, il suo nome mi rimbombava nel cervello.
“Non riesci proprio a smettere di pensarmi vero?”
Disse Katherine con un sorriso malizioso, mentre continuava a fissarmi negli occhi. Aprii la bocca per rispondere ma non ne abbi il tempo, le sue labbra rosa e fredde erano già incollate alle mie. Al momento provai a staccarmi, ma forse stavo solo pensando di provarci, non mi tratteneva nessuno, se lo avessi voluto davvero ci sarei riuscito, invece continuavo a rimanere lì. In fondo non sarebbe importato a nessuno, meno che meno ad Elena, tanto valeva lasciarsi andare.


Spazio Alice:
Eccomi qui anche oggi :3
Ho fatto questa "cosa" che mi andava di fare da un po' ed ecco la mia prima Steferine in assoluto. Dire che sono contenta del risultato è una bugia, ho abbandonato la mia Katherine per scrivere POV Stefan ed è venuta peggio del previsto, forse perchè non sono capace a fare Stefan, cioè, non è che quello che è uscito mi fa schifo del tutto, se no non l'avrei pubblicato ma boh, non mi convince Stefan, è abbastanza IC? Perchè a me sembra venuto fin troppo come..Damon! E uno Stefan Damon non è uno Stefan..bene la smetto di blaterale che sto in sclero ><
Ah, le recensioni sono gradite :)

P.s: Anche se non è venuta come volevo, l'ho fatta perchè stavo dicendo che volevo farla a Giuxx, beh eccola u.u