Libri > Il Circo della Notte
Ricorda la storia  |      
Autore: francy091    06/02/2012    2 recensioni
La piccola Celia è arrivata a destinazione, è pronta ad affrontare questa nuova sfida... o forse no?
Un po' introspettivo, nella mente di questa straordinaria bambina.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I cancelli del circo svettavano imponenti davanti agli occhi della piccola Celia; era giorno, ma i grossi nuvoloni carichi di pioggia avevano oscurato completamente il sole, colorando tutto di un grigio spettrale.
Era passato solo qualche mese, ma l’uomo che sarebbe dovuto essere suo padre l’aveva mandata subito in quel posto, per imparare meglio le aveva detto. A soli 5 anni Celia era molto più intelligente di un sacco di adulti che aveva incontrato nella sua pur breve vita, quel dono che aveva dalla nascita aveva fatto sì che i segreti del mondo si schiudessero per lei sin da piccola.
La sua infanzia non era stata delle migliori, certo, sua madre le voleva molto bene, e intorno a lei domestici e camerieri la servivano e riverivano come fosse una principessa, ma un alone di malinconia e tristezza aveva caratterizzato la sua intera esistenza, come se ci fosse qualcosa di oscuro, di brutto che tutti cercavano di tenerle nascosto. 
Ma Celia sapeva, sopportava gli sguardi di pietà con una forza d’animo rara persino per i grandi, figuriamoci per una bambina come lei.
D’altra parte però se per lei non era un peso, quella peculiarità, quel “dono” aveva logorato sua madre sin dalla nascita della piccola: si riteneva responsabile, mentre il vero colpevole era quell’uomo che continuava a chiamarla Miranda…
“Avrebbe dovuto chiamarti Miranda” continuava a ripeterle. E Celia pensava che se lui fosse stato presente alla sua nascita, magari ora sarebbe stato proprio quello il suo nome. Ma a lei piaceva Celia, e non rispondeva a nient’altro se non al suo nome.
Lei sapeva che ben presto quel giorno sarebbe arrivato, il giorno in cui sua madre, la donna che amava di più, non ce l’avrebbe fatta a sopportare ancora quel fardello e avrebbe risolto il problema in modo drastico… non era mai stata una donna forte, la vita le aveva riservato soltanto delusioni e sofferenze, sarebbe dovuto accadere prima o poi…
Certo, Celia ne era rimasta sconvolta, era stata lei a trovarla, ma al contrario della madre lei era forte e sarebbe riuscita ad andare avanti con la sua vita…
Allo stesso modo quando arrivò quell’avvocato a prenderla, sapeva che da lì in avanti la sua vita sarebbe cambiata, in meglio o in peggio che sia, sarebbe dovuta crescere ancora più in fretta di quanto non fosse già grande. Fu così che arrivò nello studio di Prospero l’Incantatore, alias Hector Bowen, alias suo padre.
Sentiva che quell’uomo non provava affetto per lei, solo curiosità, eppure decise di tenerla con sé per qualche tempo, giusto quello necessario affinché riuscisse a dominare le basi più elementari della magia; la trattava come una donna adulta, perché sapeva che lo era, e per la prima volta Celia si sentiva apprezzata e messa alla prova, sensazioni che non aveva mai sperimentato tra le mura protettive della sua vecchia casa.
Ora invece si trovava davanti a quei imponenti cancelli, di nuovo con una lettera attaccata al secondo bottone del cappotto, di nuovo pronta ad affrontare quello che la vita le avrebbe proposto.
 
Con un cigolio sinistro i cancelli si aprirono davanti alla piccola come mossi da mani invisibili.
“Che clichè scontato.” Pensò la bambina sentendo quel rumore.
Dalla nebbia che avvolgeva il misterioso circo uscì una figura possente che le veniva incontro, ma non riuscì a distinguerne bene i contorni fino a quando non le si parò davanti: era un uomo alto e robusto dalla pelle olivastra, i capelli neri erano lunghi fino alle spalle e ai lati del viso si andavano ad unire ad una folta barba scura compresa di lunghi e ricurvi baffi; in quel viso così tetro spiccavano invece due occhi cristallini, di un azzurro così chiaro da far invidia alle limpide acque caraibiche.
“Tu devi essere Celia, finalmente sei arrivata.”
La piccola restò in silenzio immersa nelle sue considerazioni su quell’uomo.
“Non sei molto loquace eh? Quanti anni hai, cinque? Sei?”
“Proprio figlia di tuo padre, quieta e tranquilla all’apparenza, ma scommetto che ribolle un vulcano sotto quella massa di ricci eh?”
La bambina continuava a fissarlo quasi a volerlo sfidare ad entrare nella sua mente per scoprire tutto il suo magico mondo.
“Comunque, io sono Lavindor, il direttore del Cirque des Rêves, Prospero è un mio vecchio amico e mi ha chiesto di fargli questo favore… Ma non immaginavo che tu fossi così piccola, forse sarebbe meglio rimandarti indietro, o potrei affidarti alle cure di Mrs. Tiggle fino a quando non imparerai  almeno a leggere e scrivere, perché così non ne ricaverò nessun profitto.”
“So già leggere e scrivere, e non preoccuparti per me, sono perfettamente in grado di badare a me stessa. Mi basta una camera, un bagno e un piano dove poter appoggiare i libri che immagino dovrò studiare ed imparare. Ora, se non ti dispiace, sarei un po’ stanca a causa del lungo viaggio ed affamata.”
Lavindor restò a bocca aperta nel vedere come quella bimba così piccola e fragile all’apparenza, fosse in realtà già una donna… ma d’altronde era la figlia di Prospero, cosa poteva aspettarsi?
“Bene, ehm… immagino allora che sia tutto chiarito. Se vuoi seguirmi, da questa parte.” Disse indicandole un punto nella nebbia da cui era spuntato poco prima.
Celia fece per varcare quella soglia, ma esitò: solo un passo e tutta la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Non sarebbe mai stata una bambina comune, di quelle che andavano a scuola ed imparavano a ricamare, a suonare il pianoforte, magari a cucinare insieme alla cuoca, lo sapeva, ma il desiderio di poter essere come tutte le altre era sempre stato vivo in lei.
Sarebbe potuta tornare indietro, dire a suo padre che non era quella la vita che voleva, magari sarebbe potuta tornare nella vecchia casa, dove la governante, le domestiche e i camerieri l’avrebbero cresciuta come figlia loro… si sarebbe innamorata di un bel giovane, come aveva letto a volte nei libri che rubava di nascosto alla madre, si sarebbero sposati e avrebbe avuto una bella famiglia, con 3 bambini e un cane a farle compagnia davanti al fuoco nelle rigide giornate invernali… sarebbe potuta essere normale insomma.
Ma come tutti non mancavano di ricordarle, lei non era normale, era la figlia di Prospero l’Incantatore, era inutile continuare a vivere nell’illusione.
“Allora che fai, vieni o no?” le rimproverò Lavindor qualche metro più avanti a lei.
La bambina si guardò indietro un ultima volta, poi fece quel passo ed andò ad affrontare la vita.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Circo della Notte / Vai alla pagina dell'autore: francy091