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Autore: Elpis    07/02/2012    9 recensioni
Questa ff è per quelli che, come me, leggendo il manga di Kodocha si sono chiesti: ma come farà Akito che non sa mettere due parole in croce a chiedere a Sana di sposarlo? Se per confessarle che la ama le dice “Non mi dispiaci”, per farle la proposta di matrimonio cosa le chiede “Non è che non mi vuoi sposare?”
Scherzi a parte questa storia è nata senza grandi pretese ( e in buona parte per via della mia insonnia notturna) ma spero che vi farà divertire anche solo la metà di quanto ha fatto divertire me scriverla.
Primo capitolo: La boutique degli orrori
Secondo capitolo: Il piano di Tsuyoshi
Terzo capitolo: Champagne ed aragoste
Quarto capitolo: Un anello rosa confetto
( La storia fa parte di una serie ma può anche essere letta a sé. )
Genere: Commedia, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Endless Love'
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                       Un anello rosa confetto
 







 

 

  Kurata dondola i piedi avanti e indietro, seduta sotto il gazebo.
<< Però sarebbe bello se un giorno ci sposassimo anche noi, eh Akito-kun? >>
È tutta la sera che mi arrovello per pronunciare quelle stramaledettissime  parole e lei invece le dice, così, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Semplice e spontanea, neanche stesse parlando del tempo. Da quale cazzo di pianeta vieni Kurata?
Un alito di vento spinge le ciocche ramate dei suoi capelli verso di me. Ancora incredulo per la frase che le ho sentito pronunciare, respiro il loro profumo misto a quella della sua pelle. Forse è quello che mi ottenebra i sensi, fatto sta che la mia mano scatta automaticamente, come dotata di vita propria. Fruga per un secondo nella tasca della giacca e le porge la pallina di plastica che ho preso alla macchinetta.
Kurata la osserva perplessa, poi la prende fra le mani e impiega circa  mezzo minuto per aprirla. Il mezzo minuto più lungo della mia vita.
Infine sposta la mano sotto la luce del lampione e schiude le piccole dita. Appena vedo il contenuto mi viene un conato di vomito.
Tra il pollice l’indice stringe un piccolo anello, di quelli per bambini, di un nauseabondo rosa confetto. Ma quel che è peggio è che in cima c’è l’immagine schiacciata di un pony con una criniera dorata e due dentoni enormi e sporgenti. E, ciliegina sulla torta, fa pure l’occhiolino.
Credo di avere una paralisi facciale. O forse un danno cerebrale. Probabilmente entrambi.
Come cazzo ho fatto a darle quella schifezza? Ho davvero passato un’ora e mezzo in gioielleria sudando freddo e lanciando montagne di accidenti a Tsuyoshi per poi propinarle quell’obbrobrio? Forse è solo un brutto sogno. Un incubo. Oppure la scempiaggine  di Kurata è contagiosa e mi ha irrimediabilmente infettato.
La diretta interessata ride.
<< La dovrei considerare una propost… >> inizia a chiedermi ironica.
 Si interrompe, probabilmente perché vede la mia espressione sofferente. Vorrei mettermi a ridere e dirle che stavo solo scherzando “Non è che pensavi davvero che volevo sposarti, eh Kurata?”; ma non riesco a muovere un solo muscolo della faccia e dalle labbra mi esce  una specie di gemito.
Chiudo gli occhi, aspettando di sentirla ridere in quel suo modo sguaiato e  dire che quella era la peggiore dichiarazione del secolo, anzi no del millennio, dell’intera storia del creato. E ovviamente che mi tiri l’anello dietro. Attendo ancora qualche secondo ma l’urlo non arriva. Apro cautamente le palpebre e guardo  Kurata.
Rimango per un attimo interdetto. Ha gli occhi lucidi e un’espressione dolce dipinta sul viso. Ho un moto di speranza: forse non l’ha presa così male, dopotutto.
Senza parlare mi porge la mano sinistra, sollevandola all’altezza del mento. Con un singulto recepisco l’invito e le infilo quell’affare di plastica all’anulare. Ha le dita così piccole che le sta alla perfezione. Un goccia le bagna il dorso della mano. Alzo lo sguardo chiedendomi perché proprio in quel dannato momento doveva mettersi a piovere ma in cielo non si vede nemmeno una nuvola. Fisso il volto di Kurata e mi accorgo della lieve scia che quell’unica lacrima ha lasciato sulla sua guancia. Sulle labbra ha disegnato il sorriso più luminoso che le abbia mai visto.
Mi prende il volto fra le mani e mi bacia per un lungo, interminabile momento nel quale mi fa dimenticare tutto: l’irritazione per la serata, l’imbarazzo per quello stupido anello, persino il mio nome. Forse dopotutto non ucciderò Tsuyoshi.
Quando si stacca ho il respiro affannoso e vorrei solo portarla in camera da letto.
<< Vuoi davvero che ci sposiamo Akito? >> mi chiede con gli occhi che brillano.
Annuisco. Non sono ancora del tutto sicuro di aver ritrovato l’uso della parola.
<< UAHHHHHH! >> mi bercia nell’orecchio assordandomi. << Come sono felice! Credevo che non me l’avresti mai chiesto! >>
È saltata in piedi con uno scatto di reni e adesso sta improvvisando uno strano balletto.
<< Oppure che ci saremmo sposati vecchi decrepiti e che la mia truccatrice sarebbe impazzita nel tentativo di nascondermi le rughe! Aahaha! >>
Sospiro. Quattro minuti e ventisette secondi. Non è riuscita a rimanere seria per più di quattro minuti e ventisette secondi nemmeno quando le ho fatto la proposta di matrimonio. È un caso irrecuperabile. Ma non bastava un semplice sì, Kurata?
<< Mi sposo, mi sposo. Mi sposo con Akito… >> cantilena come una bambina.
<< C’è una condizione. >> la interrompo prima che con la sua voce squillante attiri una torma di giornalisti.
<< Eh? >> Si interrompe e mi fissa perplessa.
<< Domani ti passo a prendere con la macchina e andiamo insieme in una gioielleria. Scegli l’anello che ti pare, butti quel… quel coso e soprattutto non dici a nessuno che te l’ho regalato. >>
Fisso con orrore l’anello rosa e il pony ammiccante che adorna il suo anulare. Qualsiasi ragazza normale sarebbe stata sollevata da quella proposta e l’avrebbe accolta con gioia. Ma Kurata di normale non ha proprio niente e infatti si mette di nuovo a urlare come una pazza, stringendo la mano sinistra al petto come se fosse un tesoro prezioso.
<< Non se ne parla nemmeno! Non ho la minima intenzione di toglierlo, figurati buttarlo! Non lo staccherò dal mio dito per un solo secondo, nemmeno per dormire.  Lo metterò anche il giorno del mio matrimonio! Anzi… >> la fisso allucinato mentre prosegue nel suo sproloquio. << Chiamerò mio figlio Occhiolino e mia figlia Dentona. Farò scrivere nel testamento che voglio essere seppellita con questo indosso e…>>
<< Come non detto. Ritiro la mia proposta. >> mormoro con sconforto.
Mi guarda con la boccuccia ancora aperta e un’espressione così incredula e ferita che non posso fare a meno di sorridere. Appena capisce che sto scherzando si rilassa e inizia a picchiettare i pugni sulla mia spalle.
<< Ma cosa dici? Non lo puoi fare, sai? Non ti libererai mai più di me, capito zuccone? Dovrai sopportarmi per tutta la vita ed io ti costringerò ad essere felice! >>
La guardo con una luce divertita negli occhi, il suo viso a pochi centimetri di distanza.
<<  È una minaccia? >> le chiedo fingendomi spaventato.
Abbandona il tono scherzoso e mi stringe le braccia intorno al collo.
<<  È una promessa. >> sussurra prima di baciarmi.
 
 
 



 
Ciao a tutti!
Ed anche questa miniserie è finita…Cosa ne pensate del finale? Lo preferivate più romantico e canonico? Spero tanto di no e che anche questo capitolo vi abbia strappato un sorriso!
Adesso che anche questa serie è conclusa penso che mi prenderò una pausa da questo fandom (se vi interessano penso che mi troverete comunque in quelli di harry potter e twilight); ma non illudetevi, non vi siete ancora liberati di me: ho iniziato a scrivere l’ultima ff di questa serie che si intitola “Linee Intricate” e parla dei vari personaggi di Kodocha in versione adulta. Vi lascio un piccolissimo spoiler, nella speranza di incuriosirvi!
 
Asako le rivolse un’occhiata dubbiosa, poi i suoi occhi si spalancarono. Si mordicchiò le labbra con espressione pensosa prima di chiederle, senza l’ombra di imbarazzo:
<< Quando è stata l’ultima volta che hai avuto il ciclo? >>
Sana sussultò, sorpresa dalla domanda. Che c’entravano le mestruazioni con il fatto che vomitava da dieci minuti buoni?

 
Bene, detto questo vorrei ringraziare personalmente tutte le persone che mi hanno lasciato un commento: grazie mille a –Jessica, ryanforever, tokykia, Orihimechan, Paola19, -Silvia123-, sabry92, silvia97 e  Nensy-Cullen!! Le vostre recensioni mi hanno fatto veramente, veramente piacere!
Un grosso bacio e a presto!
Ely
 

  
  

  
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