Fumetti/Cartoni europei > Rat-Man
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Autore: Leo    16/09/2006    5 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato usare il doppio tag br.
Rinoa81, assistente amministratrice.

Rat-Man ha rinunciato alla sua identità per salvare la città...ma è così stupido da riprenderla dopo neanche una settimana! Ed è subito individuato da Valker che cercherà di ucciderlo con le sue mani...
Questa è fatta apposta per Lucifer_teh_Darkslayer...spero la leggerai!
Vista la nascita della sezione apposita di Rat Man (scoperta da me solo oggi) aggiungerò i personaggi precisi per ogni storia...un pò di ordine, dai!!!
Genere: Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Arcibaldo, Boda Valker , Rat-Man, Tadeus Brakko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rat-Man…per sempre!

 

“Devo tornare a casa! Arcibaldo avrà bisogno d’aiuto!”. “Non puoi tornare! E se incontri un’altra volta quei brutti ceffi?”. “È un rischio che devo correre! Non posso lasciare Arcibaldo!”. “Allora verrò con te!”. “No Cinzia! Resta qui!”. “Non puoi impedirmelo! Potresti essere in pericolo!”. “Appunto! Resta qui!”. Rat-Man si avviò verso la porta, mentre Cinzia lo osservava in lacrime. “Io ti aspetterò Rat-man…ti aspetterò!”.

“Impossibile…è riuscito a farci perdere le sue traccie! Come ha fatto Jorgesson?!”. “È un supereroe signore! È un supereroe!”. “NON ESISTONO I SUPEREROI JORGESSON!”. L’assistente fece silenzio. “No Jorgesson! Non mi arrenderò così! Torniamo a casa sua!”. “Va bene signore!”.

Rat-Man esitava ad entrare. Aprì lentamente la porta. Si fiondò dietro al divano. Guardò intorno. Saltò dietro una pianta. Voltò la testa in tutte le direzioni. Fece una capriola, e arrivò dietro Arcibaldo, ancora legato. Osservò attentamente tutta la stanza. “Signore!”. “Shhh! Sto cercando Arcibaldo!”. “Si, signore!”. Si catapultò in cucina. Mise sottosopra tutta la stanza. Poi salì ai piani superiori, ma di Arcibaldo non c’era traccia. “Accidenti! Non l’ho trovato!”. Scese nuovamente e si sedette sul divano abbattuto. “Non c’è nessuno…”. Si voltò verso Arcibaldo. “Ehi Arcibaldo! Portami un bicchiere di tè!”. “Si, signore! Prima però le vorrei chiedere di slegarmi!”. “Arcibaldo! Alla tua età dovresti saperlo fare da solo! Questa è l’ultima volta che lo faccio, poi dovrai cavartela da solo!”. Si alzò dal divano, slegò il maggiordomo che si alzò e andò in cucina. Rat-Man si buttò nuovamente sul divano, aspettando il suo bicchiere di tè. In breve Arcibaldo tornò nel salotto con un vassoio. “Ecco il suo tè, signore!”. “Grazie Arcibaldo!”. Rat-Man bevve tutto d’un fiato il tè, e poi lo appoggiò di nuovo sul vassoio. “Accidenti…non sono riuscito a salvare Arcibaldo…ti rendi conto?”. “È una vera sfortuna signore…”. “Già…”. Si alzò in piedi. “E va bene! Se non sono riuscito a trovarlo, troverò i due uomini e lo vendicherò! Arcibaldo! Prepara la mia attrezzatura!”. “Si, signore! Subito!”. Ma mentre il maggiordomo si avviava nel ripostiglio per prendere il rat-dardo da consegnare al suo signore, un colpo sfondò la porta della casa del supereroe. “Toc toc!” disse Valker entrando lentamente. Rat-Man non sapeva che fare. “State indietro, maledetti!”. “Altrimenti?!”. “Altrimenti utilizzerò il mio colpo segreto!”. “Divertente! Vediamo com’è questo colpo!”. Rat-Man cominciò a sorridere. “Eh eh…non sai a cosa vai incontro!”. Prese una piccola bombetta, e la buttò a terra. “Tecnica del gas soporifero!”. Dalla bombetta uscì una piccola nuvoletta di gas completamente inutile. Rat-Man guardò Valker; poi raccolse la bombetta. La scrutò attentamente. “Ma guarda! Qui c’è scritto che scadeva nell’80!”. Valker colpì Rat-Man, che cadde a terra rovinosamente. Poi gli puntò addosso la pistola. “Prima di eliminarti…vediamo quale inutile uomo si nasconde sotto questa maschera…”. Gli sfilò la maschera.

La pistola cadde a terra; Valker non parlava. Si limitava a guardare quell’uomo. “D-Deboroh…”. Rat-man guardò Valker. Poi si girò verso il suo assistente. “Forse sta parlando con lei!”. “Non è possibile…sei tu? Sei proprio tu?”. Rat-Man non sapeva che dire. Si girò di nuovo verso Jorgesson, anche lui ignaro di tutto. “Mi sa che non parla nemmeno con lei…”. “Sei ancora vivo Deboroh?”. “ma chi è Deboroh?”. Valker perse una lacrima. “Deboroh…figlio mio…”. Abbracciò Rat-man. “Ma…chi sei?!”. “Sono il tuo papà…Deboroh…”. Rat-man trasalì. “p-papà?!”. Jorgesson guardava allibito. E ogni tanto metteva in bocca una manciata di pop corn. “Che significa? Papà?!”. “Si Deboroh! Ho perso le tue tracce dopo la storia della seconda squadra segreta…non potevo cercarti…l’ombra me lo impediva! Ma adesso…adesso potremo tornare insieme! Potremo tornare ad essere una famiglia, come lo eravamo allora…”. Rat-Man lo guardava negli occhi. “Non è possibile…”. “Possiamo tornare ad essere una famiglia Deboroh…una famiglia…”. Rat-Man si allontanò. “No…io non sono Deboroh…io non sono nessuno…non ho un’identità al di fuori di Rat-Man…e tu non sei nessuno…non sei mio padre…non ti conosco…”. “Ascoltami Deboroh…tu hai perso la memoria…io ho il tuo tracciato mentale conservato…se mi dai un po’ di tempo di ridarò la tua memoria…tu…tornerai ad avere la tua identità…”. “Non la voglio!”. Valker rimase senza parole. “Se davvero volevi fare una cosa del genere, potevi cercarmi…te ne saresti fregato dell’ombra…io ora non sono nessuno…solo Rat-Man…quindi per favore: vai via…vai via da qui!”. Valker continuava a non parlare. Poi abbassò lo sguardo. “Ho capito…”. Si alzò in piedi e si avviò alla porta. “Andiamo Jorgesson…non abbiamo più nulla da fare qui!”. “Ma…e la missione?”. “Quale missione?!”. Jorgesson capì. “Va bene signore…”. Uscirono e andarono via per sempre. “Signore…il suo rat-dardo! Non riuscivo a trovarlo, poi mi sono fatto forza e ho controllato nel cassetto della biancheria…”. Rat-Man non rispondeva. Continuava a guardare l’auto che si allontanava. Poi, all’improvviso, si voltò verso Arcibaldo. “Io vado a dormire…fai aggiustare quella porta…”. Arcibaldo lo guardò negli occhi. Sorrise. “Si…signore…”.

Rat-Man stava sotto le coperte. Troppi pensieri lo assillavano per poter dormire. “Beh…almeno adesso so qualcosa del mio passato…”. Ci fu un attimo di silenzio. “Povero Arcibaldo…ha fatto davvero una brutta fine…”.

 

Fine

 

  
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