Nonostante i segni del tempo avessero già iniziato a lasciare tracce del loro passaggio, Prospero l'incantatore rimaneva un uomo affascinante; il passo sicuro, i movimenti perfettamente coordinati e lo sguardo arcano e sfuggente lo rendevano oggetto dell'ammirazione di molti tra colleghi amici e semplicemente passanti ma non, a quanto sembrava, della sua giovane ospite.

Lo scrutava sospettosa con quei suoi occhi scuri nascosti da una selva di ricci, occhi troppo simili ai suoi che celavano quella scintilla che solo in pochi riescono a captare e che conferisce tanto potere quanta sventura.

"Avrebbe dovuto chiamarti Miranda" le disse l'uomo in tono divertito ma celatamente amareggiato "suppongo non fosse abbastanza intelligente per pensarci"

Probabilmente lei, troppo piccola, non avrebbe capito il senso di quella frase ma a qualunque persona dotata di un minimo di cultura sarebbe saltata all'occhio la somiglianza, quasi farsesca, tra la loro situazione e quella dei protagonisti della famosa commedia che ormai da più di un secolo stava conquistando le platee dei teatri di tutto il mondo.

Ogni uomo vive aggrappato alla propria conoscenza dell'universo, alle proprie idee e convinzioni alle quali dà il nome di realtà ma non può essere sicuro che non si tratti solo di un'illusione e l'incantatore è un abile stratega in grado ci combinare questi due mondi fratelli in una mimesi sublime che affascina colui che assiste.
L'aria è palpabile, il silenzio assoluto, l'animo in sfibrante attesa..... poi uno schiocco di dita, una nuvola di fumo colorato e la magia è compiuta.
Lo spettatore però è curioso, avido di conoscenza; non si accontenta di applaudire a numero concluso ma cerca invece di carpire ogni segreto, scoprire l'artificio che esso cela e paradossalmente, quando vi riesce, l'esibizione cessa di essere di suo interesse.
Non immagina invece che talvolta il trucco può non esserci, non lo immagina o forse non è disposto ad accettarlo perchè gli esseri umani sono patetici e temono ciò che non conoscono invece di aprirsi ad una nuova conoscenza, sinonimo di evoluzione.

Ingenui.

Questo è il limite di coloro che guardano il mondo con gli occhi della realtà e che non riescono a vedere gli intrighi, gli imbrogli che si celano dietro ad essa e che possono devastare l'anima costringendola a vivere un'esistenza incompleta illuminata solamente dalla fioca luce della luna. Perchè soltanto nella notte, madre di ogni illusione, Prospero ed il suo circo potevano ormai continuare a vivere.

Ora però qualcosa poteva cambiare ed anzi il "pacco" che proprio quella mattina gli era stato consegnato rappresentava una chiave che, se ruotata a dovere, gli avrebbe concesso lo spiraglio di luce che da tanto agognava. Lo scetticismo e la rabbia iniziale lasciarono ben presto spazio all'euforia morbosa che solo il piacere della vendetta può generare ed il desiderio di riscatto verso colui che aveva condannato la sua magia all'oscurità divenne una possibilità sempre più concreta.

Il suo sguardo colmo di rinato interesse tornò a fissare la bambina rimasta immobile come in attesa di istruzioni.
L'incantatore si avvicinò ad uno scaffale fitto di libri ingialliti ed impolverati, estrasse con cura quello che cercava e glielo porse concedendole uno dei suoi rari sorrisi:
"Potresti iniziare leggendo questo"
Sulla copertina in velluto rosso spiccavano i caratteri eleganti del titolo: "La tempesta" di William Shakespeare.