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Autore: Alyssia Black    07/02/2012    2 recensioni
Era quasi il tramonto, il grande piazzale era pieno di persone che aspettavano pazientemente domandandosi quali magie si stavano per compiere. La grande piazza aveva al centro un piccolo tendone bianco e nero, tanto famoso quanto sconosciuto. La magia di quel posto stava per iniziare ma forse il più grande incantesimo aspettava Prospero, l'incantatore, per compiersi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Non parlava, non mangiava, aveva dieci anni o poco più, una massa di capelli ricci e scuri come la pece ed una pelle candida come la neve. Così era Celia, una bimba venuta dal nulla.
 
Con la carnagione delicata e poi quegli splendidi occhi allungati color nocciola assomigliava sempre più a suo padre, a Prospero l’Incantatore.
Era una bambina dolce, con la bocca sorridente, ma uno sguardo malinconico e gli  occhi persi nel vuoto.
 
Nei giorni successivi al suo arrivo la bambina si mostrò strana. Tutte le sue coetanee giocavano con le bambole o con i peluches, lei, invece, con strane bacchette, carte o palle di vetro.
Cosa trovava di tanto interessante in quegli oggetti?
Prospero proprio non lo capiva, o, meglio,  poteva capire perché quella era sua figlia. Anche lui, infatti, da piccolo era così, diverso da tutti, isolato dal mondo. Aveva sempre vissuto in un universo parallelo, fatto di sogni e di desideri e ciò aveva alimentato le sue speranze.
Da tutti, però, era sempre stato considerato strano e ciò per molti anni lo aveva fatto soffrire.
 
L’Incantatore  trovava la bimba così stranamente somigliante a lui; gli capitava di stare ore e ore ad osservarla mentre lo sguardo di lei era fisso nel vuoto di una palla di vetro, nella speranza di leggervi qualcosa, oppure mentre agitava un bastoncino di legno in attesa che qualcosa accadesse.
 
I giorni passavano, le stagioni mutavano, ma l’unica cosa che non cambiava erano le passioni di Celia per le cose strane, quasi assurde.
Era Giugno inoltrato e il Circo della Notte si stava preparando a uno spettacolo in una piccola cittadina inglese.
Era quasi il tramonto e il circo stava per aprire.
Fuori c’era  una folla scalpitante e impaziente di entrare, in attesa di vedere le magie che si compivano in quel circo così famoso ma così misterioso, che nessuno aveva sentito arrivare, ma di cui tutti avevano sentito parlare.
Molte erano le domande che le persone si ponevano. Volevano sapere  cosa c’era di così speciale in quel piccolo luogo, quali incantesimi si stavano per compiere e se avevano fatto bene a recarsi lì, poco prima del calar del sole.
Ancora, però, per ricevere delle risposte dovevano  aspettare.
 
Prospero l’Incantatore stava coprendo la grande foresta di ricci bruni con un cappello, il  buffo cilindro famoso quanto l’illusionista. Cosa si stava preparando per le persone che pazientemente attendevano?
Forse la sorpresa più grande aspettava in verità Prospero.
L’Incantatore stava per andare in scena, ma decise di salutare la figlia, come era solito  fare.
Appoggiò la bocca morbida sulla testa riccia della bambina come per darle un bacio, ma, proprio in quel momento, la magia ebbe inizio.
Celia stava giocando con una bacchetta di legno quando la puntò verso una piuma ed essa iniziò a volare, a fare piroette e a  volteggiare in aria.
Lo stupore dell’ illusionista era grande, la sua Celia aveva ereditato i suoi poteri, anzi, era assai più brava.
Il modo in cui faceva muovere quella piuma era speciale, sembrava danzasse.
L’Incantatore era veramente sorpreso e immensamente felice. Quella bimba era davvero magica!
Aveva mostrato a tutti i suoi poteri, era una vera maga, degna nipote di sua nonna, la mitica  Violet Duphin.
Il fatto che la bambina fosse una maga aveva riacceso tutte le speranze in quell’ illusionista cinquantenne. Egli, infatti, non era mai riuscito a diventare un vero mago, sapeva soltanto  mettere in scena qualche trucco.
La piccola Celia, però, non aveva terminato con le sorprese.
In pochissimi secondi la bambina fu avvolta da una polvere argentea e
si trovò con i piedi in aria, non riusciva a camminare, stava volando!
Prospero era stupefatto, immensamente felice di quella rivelazione.
 
Proprio mentre i piedi di Celia si sollevavano ancora di più, facendo sbattere la testa della bambina contro il soffittò, la magia più grande avvenne.
Ella, infatti,  emise una parola molto significativa per Prospero.
 –Papà- gridò con una voce allegra e melodiosa.
L’Incantatore era commosso, cercava di nascondere le lacrime sotto il cappello, ma alla fine, non  potendole più trattenere,  scoppiò in un pianto di felicità .
Abbracciava la bambina e pensava che era proprio lei il suo incantesimo più bello.
 

   
 
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