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Autore: mamie    08/02/2012    1 recensioni
Non so se sia il caso di dire "repetita iuvant" o, più propriamente, "diabolicus est perserverare". Comunque ci sono ricascata. Altre 50 frasi sui miei adorati Kuro e Fay.
Partecipa all'iniziativa di Lj "1frase".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '1 frase'
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Nota: partecipa all'iniziativa di Lj http://1frase.livejournal.com/

OCCHIO PER OCCHIO...

 #01 - Angelo
Fay poteva anche sembrare un angelo, con quella chioma bionda e quell’aria svagata, e Kurogane un demone uscito direttamente dall’Inferno, ma dopo esserci stato insieme per un bel po’, Syaoran aveva concluso che la faccenda non stava proprio in questi termini.

#02 - Sorriso
Aveva dovuto camminare sull’orlo della morte e guardare giù nell’abisso per avere alla fine un suo sorriso vero, ma Kurogane non se ne era mai pentito.

#03 - Felicità
L’ostinazione con cui l’idiota si negava ad ogni possibile felicità faceva infuriare Kurogane più di tutti i suoi nomignoli messi assieme.

#04 - Pericolo
L’indifferenza per la  propria sorte, che il mago mostrava ogni volta che si trovavano in mezzo ad un pericolo, dava a Kurogane la misura di quanto la sua vita potesse essergli odiosa.

#05 - Confusione
Guardare Kurogane negli occhi lo mandava inevitabilmente in confusione: non era abituato a lasciarsi spogliare l’anima fino a renderla nuda.

#06 - Mondo
Quando lo vide ballare intorno al fuoco in quel mondo pieno di conigli Kurogane avrebbe voluto pestarlo per bene, e poi farci l’amore fino al mattino.

#07 - Finestra
Guardare una finestra in alto dava sempre a Fay un senso di vertigine: il ricordo di un altro se stesso che precipitava da quella finestra gli arrivava ogni volta come una pugnalata.

#08 - Spazio
Il mago non aveva nessunissima idea di cosa volesse dire rispettare lo spazio personale; sembrava quasi che avesse bisogno di toccare gli altri per essere sicuro di non essere un fantasma.

#09 - Vista
Kurogane non capiva niente di tutti quegli scambi di visioni e di occhi, l’unica cosa che gli interessava era che il mago la smettesse una buona volta di andarsi a cercare il martirio.

#10 - Pace
Fay voleva solo smettere di soffrire, qualsiasi tipo di pace, anche (soprattutto) quella della morte, gli sarebbe andata bene.
 
#11 - Sbaglio
Kurogane si rese conto dello sbaglio solo quando fu troppo tardi; ormai aveva detto a Fay che potevano dormire nella stessa stanza…

#12 – Occhio
L’unico occhio rimastogli si era tramutato di colpo in una gialla iride felina, ma l’aveva guardato con un’intensità così implorante che Kurogane aveva capito, solo in quel momento, che qualsiasi cosa fosse diventato lui gli sarebbe stato accanto.

#13 – Mare
Fay era come le onde del mare, ti scavava dentro, ostinato, e solo dopo un po’ ti accorgevi  quanto di te aveva eroso lentamente.

#14 – Folla
Neanche in mezzo alla più oceanica delle folle quell’idiota di mago sarebbe riuscito a sentirsi meno solo.

#15 – Gabbiano
Fay riconosceva, nel volo dei gabbiani, quella capacità di seguire il vento che il ninja sembrava possedere, ma che lui non aveva mai avuto.

#16- Sogno
A volte Fay sognava di qualcuno che potesse portarlo via, molto, molto lontano, come fosse stata una principessa in attesa del suo prode cavaliere: non aveva mai pensato che il suo salvatore sarebbe stato un ninja dagli occhi rossi che gli dava continuamente dell’idiota.

#17 – Libertà
In tutto quel casino di futuri possibili, di maledizioni e predestinazioni, la loro unica libertà era restare insieme a qualsiasi costo.

#18 – Gelato
Fay sapeva fare un ottimo gelato fiordilatte, ma  Kurogane si rifiutava categoricamente di provarlo: l’unica cosa dolce e bianca che avrebbe voluto assaggiare era quell’idiota che si ostinava a colargli ogni volta fra le dita come un cono sciolto.

#19 – Controllo
Sopra ogni altra cosa, il mago lo irritava perché rischiava ad ogni momento di fargli perdere il controllo.

#20 – Pesce
Vederlo mangiare con grande compostezza pesce marinato a colazione faceva a Fay sempre un effetto piuttosto sconcertante: qualcosa di assolutamente diverso e nello stesso tempo terribilmente attraente.
 
#21 – Sole
Fay aveva i colori del sole, ma Kurogane si stupiva sempre di quanto profondamente il suo animo fosse ghiacciato.

#22 – Brezza
Come marinai sul ponte di una nave avevano una particolare capacità di sentire quando cambiava il vento.

#23 – Costa
Continuavano a navigare a vista, scrutandosi l’un l’altro, ma la costa sembrava davvero ancora troppo lontana.

#24 – Città
Kurogane odiava le strade di città piene di gente, Fay invece le trovava piacevoli, dato che vi si poteva mimetizzare perfettamente.

#25 – Casa
Di tutti i suoi patetici tentativi di sentirsi a casa, a Fay era riuscito solo l’ultimo: la sua casa era un ninja molto alto, molto burbero e molto protettivo, e a lui stava bene così.

#26 – Bugia
Aveva chiuso in una gabbia impenetrabile di bugie l’unica verità che gli era rimasta: prima di morire voleva essere amato.

#27 – Telefono
Al telefono non rispondevano mai, Fay perché temeva sempre che arrivassero brutte notizie, Kurogane perché il suo trillare gli dava decisamente molto fastidio…

#28 – Orizzonte
Fay vedeva il proprio orizzonte chiudersi come una prigione più stretta ogni giorno, solo la spada del ninja aveva avuto il potere di rompere quel cerchio mortale.

#29 – Stile
Non si poteva negare che, pur nella sua primitiva scala di valori, il ninja avesse un certo stile austero ed essenziale, che Fay cercava in ogni modo di rompere perché lo trovava davvero troppo attraente.

#30 – Malinconia
La luna quella notte era solo una piccola ferita nel cielo e loro, ciascuno dalla sua stanza nel  castello di Shirasagi, la guardavano con la malinconia di chi teme di non rivederla più.

#31 – Bacio
Forse l’unica cosa che avrebbe potuto chiudere quelle labbra che blateravano in continuazione sarebbe stato un bacio, ma davvero Kurogane non si decideva a fare un simile salto nel vuoto.

#32 – Mano
Quando aveva sentito la sua mano che lasciava la presa e la sua voce dirgli, con un tono orribilmente pacato, di andare via, Kurogane aveva capito in un lampo che senza di lui più niente della sua esistenza avrebbe avuto un senso: era stato facile, allora, anche tagliarsi un braccio.

#33 – Caduta
Ognuno di loro cercava la sua personale redenzione, dall’abisso dov’erano caduti, maledicendo la propria debolezza: non si rendevano conto che era proprio quella a renderli speciali l’uno agli occhi dell’altro.

#34 – Volo
Fay era come una creatura dell’aria a cui avessero crudelmente spezzato le ali, ma Kurogane si ostinava comunque ad insegnargli a volare.

#35 – Felino
Quando Kurogane aveva quel sorriso sulla faccia sembrava un grosso felino nero che stesse meditando di mangiarsi un canarino e Fay, proprio come un canarino giallo e piumoso, si agitava un poco sul suo trespolo.

#36 – Gravità
Quando si trovavano uno nell’orbita dell’altro, inconsciamente il loro spazio si incurvava e finivano sempre per precipitare.

#37 – Fantasma
Si muovevano continuamente circondati da fantasmi: quelli del loro passato, ombre di altri mondi, riflessi di sogni, ricordi alterati… l’unica sicurezza rimastagli era rispecchiarsi l’uno negli occhi dell’altro, per essere certi di esistere.

#38 – Lotta
Ogni tanto la stanchezza, per quella continua lotta che era il loro viaggio, prendeva il sopravvento: per fortuna uno dei due riacchiappava sempre l’altro prima che si lasciasse andare.

#39 – Motore
I loro desideri erano il motore di tutto quel circo impazzito che gli stava attorno; gli ci volle del tempo, e il rischio di perdersi ogni volta, prima di capire che cosa volessero veramente.

#40 – Tornado
Ogni loro battaglia sembrava un tornado che spazzasse via ogni cosa, ma la tempesta nelle loro anime era molto, molto più grande.

#41 – Vecchiaia
Rinunciare a tutto, non credere più a niente… quando Fay si sentiva così vecchio per fortuna arrivava sempre Kurogane a puntargli una spada alla gola.
 
#42 – Domani
“Domani” era una parola che non pronunciavano mai, era già troppo difficile trovare un punto di appoggio nell’acuta incertezza dell’oggi.

#43 – Sangue
Ne avevano sparso a fiumi, il proprio e quello degli altri, tanto che tutta la loro esistenza sembrava immersa nel sangue, ma ogni volta uscivano da quel mare boccheggiando nel sentirsi vivi.

#44 – Paradiso
Si immaginavano il Paradiso come un tempo in cui avrebbero smesso di soffrire; l’idea della gioia ormai era aldilà persino dell’immaginazione.

#45 – Volontà
“Volere è potere” era solo un’enorme sciocchezza, ma Kurogane non avrebbe rinunciato a resistere solo per mancanza di possibilità.

#46 – Reale
Si erano mescolate così tanto, realtà e illusione, che dove finisse una e dove cominciasse l’altra ormai non aveva più importanza: gli effetti, comunque, erano gli stessi.

#47 – Rosa
I giardini di Lecourt traboccanti di rose si addicevano a Fay, non altrettanto si poteva dire di un Kurogane irrigidito in una camicia dal colletto duro: quasi un presentimento di quanto sarebbe stato spinoso quel soggiorno.

#48 – Voce
Quella voce petulante che continuava a dargli nomignoli assurdi gli era diventata così necessaria  che, la prima volta che pronunciò il suo nome per intero, Kurogane si sentì perduto.

#49 – Solitudine
Fay odiava la solitudine, e ne aveva paura; Kurogane invece se la gettava addosso orgogliosamente come un mantello… a volte però ne sollevava un angolo, per permettere al mago di rifugiarvisi.

#50 Cecità
Il destino è cieco, e nella sua cecità crudele, ma gli uomini non sono da meno: l’unica cosa che alla fine li aveva salvati era stato finalmente aprire gli occhi.
 
 
 
  
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