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Autore: ninilke    08/02/2012    6 recensioni
I Malfoy sono legati da un contratto segreto a una potente e malvagia famiglia di maghi oscuri, che li vuole in rovina: un aiuto inatteso arriverà dai Potter, soprattutto dalla giovane Lily Luna. Scorpius Malfoy troverà in lei una persona fidata e capirà di poter provare sentimenti profondi, arrivando anche a conoscere l'amore.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Prologo

Draco Malfoy stava percorrendo il lungo corridoio al piano terra del Ministero della Magia: aveva ormai quasi trent’anni, lavorava lì da sei, ma quel luogo gli metteva addosso una sorta di timore reverenziale. Forse erano le colonne, così alte da far perdere lo sguardo in lontananza a chi volesse osservarle fino in cima; forse i soffitti, illuminati dagli splendidi riflessi dei lampadari di cristallo, non si sa se per magia o se per dono di natura; forse i pavimenti, di quel non-colore che ti fa perdere il conto dei passi. Draco non sapeva perché, ma, camminando accanto alle ampie porte-finestre che davano sul cortile, sentiva che quel posto gli stava bene e lui stava bene a quel posto. Salì le scale del settore H, assorto nei suoi pensieri, finchè non fu distratto da una voce squillante:

-Boccino, boccino, boccino!!

Quella voce era del suo bambino, Scorpius: stava rincorrendo un Boccino d’oro giocattolo, creato per far divertire i futuri Cercatori, che produceva piccole orbite attorno alla giovane promessa del Quidditch. Draco si scansò dalla traiettoria dell’oggettino volante appena in tempo per non farsi colpire in pieno viso, poi lanciò uno sguardo severo al figlio:

-Scorpius, papà non è qui per giocare! Oggi è un giorno importante, quindi per favore, fai il bravo.

Il bambino guardò distrattamente il padre, poi si rilanciò all’inseguimento del suo prezioso bottino alato: il boccino, però, iniziò ad andare un po’ troppo in alto per le manine di Scorpius, che già disperava di vederlo tornare. Ad un tratto, però, il suo folle volo fu arrestato dalla mano di uno dei più grandi Cercatori della storia di Hogwarts, Harry Potter.

-Preso! Grifondoro vince la partita!

Il piccolo Scorpius si lasciò andare in un sospiro di sollievo, poi guardò il viso del suo salvatore e si aprì in un grande sorriso:

-Papà, papà! C’è quel signore con il fulmine in fronte!

Harry sorrise a quell’affermazione così candida: era tutta la vita che era “Il prescelto”, “Il Grande Harry Potter”, “Colui che aveva sconfitto l’Oscuro Signore” e adesso quel bambino lo aveva declassato a “signore col fulmine in fronte”! Osservandolo, intuì chi potesse essere il padre che era stato appena chiamato a gran voce: appena alzò lo sguardo, infatti, gli si parò davanti chi confermò le sue teorie:

-Buongiorno Malfoy… Credo che tuo figlio voglia che tu mi noti…

Draco cercò di mantenere uno sguardo di ghiaccio e il ghigno che si portava sempre stampato in faccia, probabilmente da quando era nato: in fondo con Potter non andava d’accordo, quindi perché mostrarsi educato?

-Sì Potter, ho notato la cosa. Questa è la prima volta che vedi mio figlio, giusto?

-In effetti sì… Ma ti somiglia al punto che mi è sembrata subito una faccia nota- Harry abbozzò un sorriso, ma subito lo ritrasse, notando che l’uomo di fronte a lui non sembrava voler cambiare espressione. -Piuttosto, perché sei nel settore H? Non lavori al G?

-Sto andando ad un colloquio col direttore del settore H: devono scegliere due dipendenti che si occupino delle relazioni tra il Ministero e Hogwarts. Sono stato caldamente suggerito per quel posto…- rispose con un sorrisetto altero.

-Da tuo padre?- chiese ingenuamente Harry. Troppo ingenuamente, visto lo scatto d’ira che ebbe Draco:

-Ma quanti anni credi che abbia, Potter?  Dal direttore del settore G! Libero di non crederci, ma so fare il mio lavoro!- Draco si guardò attorno cercando Scorpius: voleva solo allontanarsi da quel corridoio, ma soprattutto da quell’idiota di Potter, che però sembrò ridere di lui.

-Spera che non ti diano quel posto, Malfoy!- rispose l’altro divertito. Draco lo guardò confuso: doveva essere un’offesa? Non stava capendo, come indicava chiaramente la sua espressione. -Intendo, spera di non essere uno dei due impiegati… L’altro sono io!

Gli occhi di ghiaccio sembrarono rompersi in mille pezzettini. Il dubbio era amletico: presentarsi o meno a quel colloquio, sapendo che rischiava di dover lavorare con Potter? L’incarico era di prestigio, lo stipendio di tutto rispetto, ma chi glielo faceva fare di staccarsi dal suo amato settore G? Non trovò risposta al suo interrogativo, perché prese la parola suo figlio:

-Papà, se oggi vinci il lavoro vai a lavorare col signore col fulmine?

-I lavori non si vincono, Scorpius. Comunque non credo che andrò a quel colloquio, non ho intenzione di lavorare gomito a gomito con Potter.

- E perché?

Già, bella domanda: perché? Sette anni di scuola passati a bisticciare erano un buon motivo, no? Ma cosa c’era alla base dei sette anni di bisticci? Di sicuro Draco non se lo ricordava nemmeno… Perché le domande dei bambini dovevano essere così stupidamente ingenue? Inaspettatamente a salvarlo dal momento di empasse fu proprio Harry:

-Vedi Scorpius… Ti chiami Scorpius, vero?- iniziò Harry, per poi continuare dopo un cenno del capo del bambino -Anche io e il tuo papà siamo stati ragazzini: quando eravamo giovani litigavamo spesso, non andavamo d’accordo perché eravamo diversi. Per lavorare insieme bisogna andare d’accordo, quindi forse è meglio così, se il tuo papà non fa il colloquio. Capito?

La testolina bionda si abbassò verso il pavimento, poi si rialzò verso Harry, poi di nuovo verso il pavimento:

-Ma tu sei cattivo?

I due adulti lo guardarono confusi:

-No… non credo di essere cattivo. Perché?

-Perché due bambini litigano se uno dei due è cattivo! Il mio papà non è cattivo… sei tu quello cattivo!

Harry non sapeva cosa rispondere: dopo essere stato bollato come “il signore col fulmine”, adesso era “quello cattivo”: quel bambino stava scardinando le sue certezze riguardo la propria reputazione! Draco gli lanciò un sarcastico sguardo di sottovalutazione e guardando il bambino disse:

-Figuriamoci, Potter era tanto buono e tanto caro… Il più amato dagli abitanti del mondo magico!

-Escludendo la tua famiglia, i Serpeverde, i Mangiamorte, Voldemort e tutte le carogne che gli stavano dietro!

Gli occhi di Draco sembrarono socchiudersi, l’espressione era contratta in una smorfia severa: trattenendo a stento uno scatto d’ira sibilò a Scorpius di andare a giocare nel giardino lì accanto, davanti alla porta finestra in modo che potesse vederlo. Attese che il bambino fosse uscito, poi fissò Harry negli occhi: sembrava che stesse cercando le parole, tutte le sensazioni possibili si facevano strada dietro i suoi occhi, tremendamente inespressivi. Poi sembrò sciogliersi, il suo volto privo di espressioni, come se dentro di lui si fosse combattuta una lotta all’ultimo sangue, ma dove non c’erano né vincitori né vinti: Harry lo guardava senza battere ciglio, aspettando una sua parola, che dopo un’attesa eterna arrivò:

-Non avrei dovuto. Scusa.

Quattro parole pronunciate in modo secco, senza alcun sentimento evidente, senza che chi le aveva pronunciate sembrasse minimamente coinvolto. Però le aveva dette! Draco Malfoy chiede scusa a Harry Potter: roba da primo di aprile! Ma la neve che si appoggiava sugli alberi del cortile del Ministero parlava chiaro: non era aprile!

-Ho sentito bene?- chiese dubbioso il Mago Più Amato Del Mondo Magico.

-Non farmelo ripetere- rispose in un sibilo la Carogna. -Non voglio che mio figlio sappia…riguardo alle guerre magiche, al Signore Oscuro… a me. Guardalo, è un bambino: ci sono cose che un bambino non deve nemmeno immaginare- disse Draco, lanciando un’occhiata a un piccolo impiastro biondo che inseguiva un boccino inciampando nella neve. Poi, su quel volto tradizionalmente contratto in una smorfia, apparve un’ombra di sorriso. -Quanto è tonto mio figlio, certe volte!

Gli occhi verdi dell’altro uomo stentavano a credere a ciò che vedevano, ma parvero capire:

-Ho tre figli anche io, capisco cosa intendi… La mia risposta alle tue provocazioni forse era poco adatta alle orecchie di tuo figlio. Ma la miccia l’hai accesa tu!

-Infatti, è per quello che ti ho chiesto quello che ti ho chiesto.

-Scusa?!- alluse ironico Harry

-Quello che ti ho chiesto!- scandì meccanico l’altro. -Comunque scusa mio figlio, non sa ancora bene cosa significhi essere cattivo. Quindi non sa che tu non potresti esserlo neanche lontanamente.

-Perché, tu sì?

Malfoy sembrò offeso da questa affermazione:

- Per quanto non piaccia neanche a me, sai bene cosa c’è sul mio avambraccio- rispose, alludendo al Marchio Nero che gli era stato apposto da ragazzo. -E poi pensavo che sette anni a renderti la vita un inferno fossero sufficienti a dimostrare qualcosa!

Harry si lasciò andare ad una risata sarcastica:

-Tu avresti fatto cosa? Andiamo Malfoy, sono Harry Potter! I miei genitori sono morti quando avevo un anno, sono stato cresciuto dagli zii brutti e cattivi, ho passato i miei sette anni di scuola a combattere contro l’orribilissimo Signore Oscuro che ha terrorizzato il mondo magico, ho visto morire file di persone nel mio nome, compresi due presidi di Hogwarts, e io stesso ho rischiato miliardi di volte di lasciarci la pelle. Mi sarei dovuto preoccupare di te?! Un ragazzino viziato, figlio di papà, a cui tutto è stato dato e niente è stato tolto? Un tafano molesto con una perenne espressione da costipato? Saresti tu quello che ha reso la mia vita un inferno?! Ma smettila dai!

Nel corridoio del piano terra del Ministero della Magia c’erano due uomini: uno lanciava parole di accusa, l’altro ascoltava in silenzio, come masticandole dentro di sé. Perenne espressione da costipato?! Ma come si permetteva? Però “tafano molesto” un po’ l’aveva apprezzata, forse l’avrebbe riutilizzata rivendendola come propria… Ma non era il momento di darla vinta a Potter:

-Facciamo così, piantiamola qua, tanto sai che persone siamo! Io non ho più niente da fare qui, non sosterrò il colloquio. Non dopo aver saputo chi sarebbe il mio collega! Anzi, mi meraviglia che abbiano scelto te: sapevo che la selezione era molto scrupolosa, temevo quasi di poter essere scartato io! A quanto pare mi sbagliavo… Posso andarmene sereno!- esclamò Draco facendo qualche passo.

-Paura, Malfoy? - lo freddò Harry.

-Ti piacerebbe!- gli rispose l’altro, con uno sguardo tagliente. Ci fu un lungo attimo di silenzio, poi Draco assunse un’espressione un po’ dubbiosa. -Non l’abbiamo già fatta? Dico, questa cosa qua del “paura-ti piacerebbe”?

-Ma sai che forse… Un duello al secondo anno?

-Eh… eh, sì, sì, mi sa di sì. Quando parlavi serpentese…

-Parlo anche serpentese! Vedi che sono cattivo? Ha ragione tuo figlio, Malfoy!

-Già, fammi vedere cosa sta combinando quel… Ehi! Sbaglio o quella è tutta la famiglia Potter?! E stanno circondando mio figlio!! Scorpius, spostati da lì- esclamò Draco correndo fuori nel giardino, mentre Harry lo seguiva per raggiungere i suoi parenti. Sua moglie Ginny lo aspettava insieme ai suoi due figli, intenti a lanciarsi palle di neve, e alla bambina, ancora nel passeggino. A poca distanza stavano arrivando suo fratello Ron, sua cognata Hermione e i loro due bambini. Ovviamente non stavano “circondando” il piccolo Malfoy, erano solo lì vicino, ma gli occhi di un padre protettivo potrebbero vedere qualsiasi cosa!

-Guarda papà! Queste persone hanno i capelli come le carote!- gridò Scorpius al padre, indicando col ditino i nuovi arrivati. Lo sguardo di Draco però lo ammutolì all’istante.

-Scorpius, chiedi scusa! Non hai detto una cosa educata!

L’ammonizione di Draco fu seguita dal silenzio assordante delle famiglie Potter e Weasley che lo guardavano mute: da quando si preoccupava dell’educazione? Lui, che su quei capelli come le carote avrebbe potuto comporre centinaia di insulti? Anzi, niente condizionale, l’aveva già fatto! A rompere il silenzio fu ancora Scorpius: indubbiamente non gli piaceva stare zitto!

-Scusa signora… Anche tu. Anche voi. E ma quanti che siete!- Scorpius guardò con stupore quella famiglia numerosa, ignaro che i Weasley non fossero certo tutti lì. Il suo sguardo non era ancora caduto sulla bambina che stava nel passeggino, ma non appena ciò accadde, il bambino sembrò perdere la sua parlantina sciolta. Rimase in silenzio a fissarla, mentre Harry iniziò a parlare:

-Ragazzi, finalmente! Non vedevo l’ora di dirvi che mi hanno dato il posto! Sono uno dei due impiegati speciali del settore H… Ottimo no?- disse sorridendo. Tutta la sua tribù accolse la notizia con espressioni di gioia, sorrisi e abbracci: Draco li guardò con distacco, senza capire. Come sempre, del resto: ma non cambiavano mai quelli? Sì, erano più maturi, avevano figli, ma erano sempre, tremendamente, loro!

-Grande Harry!- si complimentò Ron -Resta solo da sperare che non ti mettano insieme a un impegatastro noioso, di quelli con la candela al naso e i capelli leccati all’indietro!- Harry gli sorrise ironico:

-Rischiava di esserci Malfoy, ma si è tirato indietro… Lui dice che è per non lavorare con me, ma chi lo sa… Appunto, Malfoy: vorrei presentarti i miei figli. Quel disgraziato tutto spettinato è James, invece quello che le prende dal fratello è Albus… - Harry scosse la testa e urlò al figlio maggiore di smetterla, perché nessuno in famiglia era di gomma.  -Questi invece sono i cuginetti, Rose, la più grande, e Hugo, che è arrivato davvero da poco. Da noi invece l’ultima è qui, nel passeggino: lei è Lily e credo che tuo figlio stia fissandola da una decina di minuti…

In effetti era proprio imbambolato! Draco si sentì leggermente in imbarazzo, quindi chiese al bambino perché osservasse con tanta attenzione la piccola Potter.

-Papà… io la voglio!

Una decina di persone trasalì nel giardino. Draco si fece più pallido del solito:

-Vuoi…cosa, Scorpius?

-La bimba!- rispose indicando Lily.

Il Weasley più anziano non mandò giù quelle parole, anche se venivano dalla bocca di un bimbo di tre anni.

-Ehi giovanotto, mia nipote non è un giocattolo! Non puoi… volere la mia Lily! E non provare nemmeno a guardare mia figlia, sai!

Scorpius distolse lo sguardo dalla bimba, passò a Ron, poi a Harry:

-Signore col fulmine… io voglio tua figlia! Il mio papà la può comprare perché ha tanti soldi! Quanti soldi vuoi?

-SCORPIUS!!!- urlò un Draco sinceramente imbarazzato- Basta! Non dire più una parola, hai già aperto la bocca a sproposito troppe volte! Andiamocene- concluse, voltando le spalle e trascinando il figlio via con sé. Fu però costretto a fermarsi perché qualcosa lo colpì dietro la testa: era la prima, anzi la primissima volta, che qualcuno scagliava un ciuccio in testa a Draco Malfoy! Quell’insolente della piccola Potter aveva osato rovinare la sua uscita di scena: era proprio figlia di suo padre! E se la rideva divertita, la signorina! Scorpius lasciò la stretta di mano paterna e corse dalla bambina: la guardò, poi con espressione dolce scosse la testa e le disse:

- No bimba, non si fa. Puoi fare male al mio papà…- si chinò a raccogliere il ciuccio, poi glielo porse. Lei lo prese tra le mani, sorrise al bambino e disse solo “pà”: non è che sapesse ancora dire molto, ma ultimamente andava forte su “mà” e “pà”. Suo fratello cercava invano di insegnarle a dire “James”, ma forse pretendeva un po’ troppo da lei. Harry si avvicinò al passeggino e, posando una mano sulla spalla di Scorpius, gli sorrise: non si aspettava che il figlio di Malfoy potesse essere così tenero! Va bene, aveva solo tre anni, ma il suo James non era mai stato così e neanche Albus sembrava sulla buona strada… E poi era tutto orgoglioso perché la sua bambina piaceva proprio a tutti, anche al’erede di casa Malfoy.

-Grazie Scorpius, se avrò bisogno di un consiglio su come far star buona Lily chiamerò te! Quanto al vendertela… beh, mi sa che non posso proprio! Ha uno zio molto geloso- concluse Harry sorridendo all’amico Ron, ormai ufficialmente “lo zio geloso”. - Magari un giorno vi incontrerete ancora a scuola. Tu le sarai simpatico e diventerete amici, senza neanche bisogno di comprarla!

Il bambino guardò Harry, poi Draco: conoscendo i precedenti tra loro due, si domandò se tra lui e Lily sarebbe andata allo stesso modo. Lui era così simile a suo padre e lei aveva gli stessi occhi di Harry: Hogwarts avrebbe visto ancora gli interminabili battibecchi tra un Potter e un Malfoy? O si sarebbero semplicemente evitati, mantenendosi a debita distanza? E se non l’avesse rivista più? A lui era simpatico quel visino, così piccolo e arrossato dal freddo dell’inverno, che sembrava accompagnarsi al color carota dei pochi capelli che spuntavano dal berretto di lana. Poi, il lampo di genio:

-Papà, vinci il lavoro!- gridò a Draco con un sorriso enorme -Per favore!

Il padre temette di capire, ma chiese delucidazioni:

-Speri che io lavori con Potter in modo da rivedere sua figlia?- non ricevette risposta, ma un sorrisone fu più che sufficiente- No Scorpius, mettiti in testa che non lo farò!

-Paura!- disse Harry simulando un colpo di tosse.

Draco non si scompose, prese un respiro profondo e si rivolse al suo nemico giurato:

-Ti spiace guardare un attimo mio figlio? Devo andare a un colloquio di lavoro!- e si diresse a lunghi passi verso il luogo dell’appuntamento. Dieci minuti dopo uscì di nuovo in giardino, stavolta con un foglio in mano, che sventolò davanti a Harry. -Contento?!

-Io no! E nemmeno tu, credo! O sbaglio?

In effetti era così, non era contento di aver ottenuto quel posto! Ma perché era andato a quel colloquio, quando aveva detto e ribadito che di lavorare con Potter non se ne parlava? E ma Potter lo aveva sfidato! E ma lui aveva trent’anni, doveva pur voler dire qualcosa! La soluzione al suo travaglio interiore era lì, sotto di lui, che gli abbracciava forte le gambe:

-Bravo papà!! Adesso lavori col signore col fulmine!

Lui non aveva una tribù di parenti a fargli le feste, la sua famiglia non era abituata a queste cose. La sua famiglia aveva pochi membri,nessuno dei quali particolarmente affettuoso o portato a mostrare i propri sentimenti e pensieri, nessuno che somigliasse a un Potter o a un Weasley. Però che colpa aveva Scorpius se era così pieno di vita? Draco non lo avrebbe cambiato: quello era il suo unico figlio e lo amava davvero, roba che avrebbe fatto rabbrividire generazioni di suoi antenati.  Guardò Harry:

-Cominciamo lunedì alle 8- Nessuna espressione, nessuna intonazione particolare nella voce, niente che lasciasse intuire se fosse soddisfatto, disperato, indifferente. Una lastra di marmo.

-Allora a lunedì- si limitò a rispondere -Ciao Scorpius, fai il bravo!- Tutto il clan dei Potter - Weasley fece ciao con la mano al bambino, ignorando serenamente il padre, che non sembrò prendersela affatto: d’altronde neanche lui aveva salutato. Scorpius si avvicinò un’ultima volta al passeggino di Lily: la guardò negli occhi e le disse solo “Ci vediamo”. Lei sembrò capire e fare di sì con la testa, guardandolo allontanarsi nella nebbia insieme al padre.

Harry Potter e Draco Malfoy erano appena diventati colleghi di lavoro: quanto sangue sarebbe stato sparso nei giorni a venire? Nessuno osava immaginare che potesse trattarsi addirittura di settimane…

Scorpius Hyperion Malfoy aveva tre anni, gli occhi azzurri e le idee chiare. E un nome orribile!

Lilian Luna Potter aveva un anno, i grandi occhi verdi di papà e non sapeva cosa le riservasse la vita. Ed era una bambina dispettosa.

Questo fu il loro primo incontro, ma il bello doveva ancora venire…

 

 

SPAZIO DELL'AUTRICE

Anzitutto, grazie per aver aperto questo capitolo ed essere arrivato fino alla fine: per me è già una conquista! Ciò detto, mi sembra giusto presentare questa ff a chi la sta leggendo: è una storia che ho scritto tra settembre e dicembre 2011 e posso dire che è stata un'esperienza che mi ha coinvolto molto a livello emotivo. Spero che possa essere così anche per chi la leggerà! Dal prologo non si capisce ancora come si svilupperà la storia, ma serve un po' per presentare i personaggi in gioco: Harry, Draco e i loro coetanei li conosciamo già, ma sui loro figli ho avuto libertà di creare, quindi li ho immaginati così!

Inizio già col dire che, avendola finita, posso dire subito quanto sarà lunga: prologo-26 capitoli-epilogo. Sembra lunghetta, ma l'intenzione è di postare uno o due capitoli a settimana (di solito mercoledì e domenica), giusto per dare gli ultimi ritocchi.

Aspetto recensioni, anche acide, tanto per capire se posso migliorare o se ho commesso errori imperdonabili che vanno contro l'opera originale!

Grazie per aver letto questo Prologo: spero di pubblicare domenica il primo capitolo!

Ninilke

 

 

 

 

 

  
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