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Autore: _Rosa Bianca_    08/02/2012    1 recensioni
“ Celia è quasi arrivato il momento. È ora di sceglierti il tuo nome d’arte.”
La bambina teneva gli occhi fissi sui quei sedili vuoti, come se il luogo fosse affollato, e muoveva nervosa un piedino.
“Celia, il mio nome rimarrà Celia.”
“ Ognuno ha il suo nome d’arte, è una regola.”
La bambina non rispose.
“ Va bene, allora, sei pronta per stasera, Celia l’incantatrice?”
La bambina finalmente si girò verso suo padre con un sorriso sincero.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nei mesi a seguire l’incontro con sua figlia, Prospero le aveva svelato tutti i segreti di quel mondo che era riservato a pochi eletti e le aveva insegnato come gestire quella magia che la bambina aveva dentro di sé fin da quando era nata. Non avevano mai parlato della madre di Celia e del motivo del suo suicidio, anche se l’incantatore aveva sentito qualche volta la figlia piangere nella sua camera. Il loro rapporto non era fatto di molte parole, ma avevano imparato a capirsi con gesti ed espressioni. Più il loro rapporto si consolidava, più il loro legame magico cresceva, strabiliando Prospero stesso. Ormai il giorno era giunto, Celia era pronta per quello per cui era stata preparata: il circo. Quel giorno, un lunedì ventoso nella fredda Albany, i tendoni erano stati montati in una radura vicino al limitare di una foresta, un luogo famoso per essere infestato da fate e folletti. La bambina, quando entrò nel circo quella sera, tremava e istintivamente prese la mano nel padre. Prospero rimase stupito da quella reazione, ma strinse quella manina fredda e soffice. L’incantatore, non appena furono arrivati nel tendone principale, con tutti posti per gli spettatori ancora vuoti, lasciò la mano della figlia.
“ Celia è quasi arrivato il momento. È ora di sceglierti il tuo nome d’arte.”
La bambina teneva gli occhi fissi sui quei sedili vuoti, come se il luogo fosse affollato, e muoveva nervosa un piedino.
“Celia, il mio nome rimarrà Celia.”
“ Ognuno ha il suo nome d’arte, è una regola.”
La bambina non rispose.
“ Va bene, allora, sei pronta per stasera, Celia l’incantatrice?”
La bambina finalmente si girò verso suo padre con un sorriso sincero.
 
 
Appena sceso il sole e comparse le stelle in una notte senza nuvole, il circo s’illuminò. Da dietro le quinte, la bambina sentiva il suo cuore battere senza sosta. Si sistemava continuamente i vestiti scintillanti che indossava e ripassava a mente tutto quello che sarebbe successo durante lo spettacolo. Prospero, invece, era seduto tranquillo su una sedia e pigramente leggeva il giornale del giorno. Quando si accorse che sua figlia tremava nervosamente le sorrise incoraggiante.
“ Non ti preoccupare, bimba. Dovrai solo fare la mia assistente, se avrai delle difficoltà, ti aiuterò.”
Celia rispose con un timido accenno del capo, ma le mani smisero di agitarsi freneticamente. In quel momento in scena c’erano due pagliacci che intrattenevano il pubblico, Garzon e Ivo, ma il vero evento della serata era Prospero e quella sera,ci sarebbe stata anche lei. Appena finito lo spettacolo i due pagliacci andarono da Celia, per fagli un sorriso sotto il loro spesso trucco.
 
“ Ed Ecco a voi, signori e signore, Prospero l’incantatore e la sua assistente Celia l’incantatrice!”
 
Il mago entrò subito in scena sorridendo e salutando mentre sua figlia lo seguiva alzando timidamente la mano. Il primo numero partì immediatamente. Il compito di Celia era quello di mostrare le carte da gioco a una persona scelta a caso dal pubblico. Sfortunatamente, quando stava riportando le carte al padre, scivolò e cadette sparpagliando tutte le carte sul pavimento. Subito le raccolse e le diede a Prospero diventando improvvisamente rossa in viso e spaventatissima. I numeri successivi non andarono meglio, fu un succedere di piccoli equivoci da parte di lei e, ogni volta che guardava il padre, scorgeva in lui un po’ di delusione mascherata da un sorriso. Celia sentiva che le lacrime stavano per scendere lungo il suo viso, sentiva dentro di sé voglia di riscatto e aveva il bisogno di far vedere a quel pubblico che ormai la guardava con premura che non era solo la figlia sciocca di un prestigiatore. Lei era un’incantatrice ed adesso era il momento di dimostrarlo. Prospero stava facendo fiorire una pianta di rose sotto gli occhi estasiati del pubblico. Lei si avvicinò di qualche passo al padre e gli sussurrò.
“ Posso fare un numero io?”
“ Non sei ancora pronta.” Sibilò il mago.
“ No, lo so invece”
“ va bene, ma se fallisci non ti permetterò di esibirti mai più in vita tua.”
La bambina guardò intensamente il padre, facendogli capire le sue intenzioni. Lui, dopo aver preso gli applausi si portò al centro del palco e disse.
“ Bene, spero che fino adesso vi siate divertiti. Il prossimo numero sarà eseguito dalla mia assistente: Celia l’incantatrice.”
Il pubblico scettico batte le mani, posando gli occhi su di lei. Prospero era andato via, rimaneva solo la bimba contro una platea piena di persone, era il suo momento.
Si avvicinò al pubblico con piccoli passi, mentre nel circo regnava il silenzio assoluto.
In prima fila una bambina della sua stessa età stava aggrappata alla madre mentre la guardava con i suoi enormi occhi.
“Vuoi venire a farmi d’assistente?”
La bambina rispose solo con un cenno della testa. Celia la prese per mano e la condusse fino a una sedia, dove la fece sedere.
“ Come ti chiami?”
“ Siria.”
“ Bene, Siria, adesso devi promettermi che qualunque cosa accada tu non avrai paura.”
“ prometto.”
Celia si spostò di qualche passo dalla sedia e la inizio a fissare. Il pubblico iniziava a mormorare quando la sedia con sopra Siria iniziò a levitare di qualche centimetro dal pavimento, lasciando tutto il pubblico senza parole. Celia alzò la mano destra e la sedia virò verso la sua destra e poi a sinistra, seguendo i movimenti fluidi della manina.
“ Mamma, guarda, sto volando!”  La madre della bambina urlò.
Pian piano la sedia scese mentre gli spettatori incominciarono a battere, prima lentamente, poi sempre più forte le mani. L’aveva fatto, c’era riuscita. Sentì il padre camminare dietro di lei e sul suo viso noto un orgoglio mai visto fino a quel momento, ed era per lei, tutto per lei.
“ Signori e signore, MIA FIGLIA, Celia!”
Da quel momento Celia non lasciò mai il circo, ma si perfezionò nei suoi numeri, lasciando intere platee di tutto il mondo senza fiato. 
  
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