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Autore: Jules_Black    09/02/2012    9 recensioni
"Immagino sia colpa del funerale, delle lacrime.
Di tuo padre che mi sorride appena come se fossi ancora il tuo ragazzo.
E della madre di Duncan che mi sembra tanto fragile seduta lì, senza nessuno.
E si stringe nel maglione rosso, il suo unico figlio intrappolato in una cassa di legno scuro.
Il marito non c'è, il marito beve.
Courtney sta dicendo qualche parola al microfono, un sorso di ricordi tra una lacrima che scende ed una che trattiene."

***
TrentxGwen! |One-shot| Drammatica.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen | Coppie: Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Sapevo che non saresti tornata.
Quanto ti è costato andartene così?
Vivere con lui, morire con lui.
Ti dispiace se ti dedico una canzone?


Ti sto portando un mazzo di rose rosse; le spine pungono il palmo della mia mano, ma non riesco a classificare questo tipo di dolore.
Sei bianca, pallida e immobile.
Una statua di cera, vuota e bellissima.
Non riesco a pensare che tu sia davvero qui come me, adesso.
La vita a volte ti restituisce ciò che ti ha tolto sotto altre forme, altre immagini.
Io ho avuto la fortuna di ritrovarti, senza che sia stata tu a tornare.
Sto iniziando a credere nel destino, sai?
C'è tanta gente qui. E pensare che tu non ci credevi nemmeno, in Dio.
Che non volevi finire incastrata in una scatola di legno per il resto della vita.
O di quello che c'è dopo.
Ti osservo un po' in bilico, non so se avvicinarmi o guardarti da lontano -come ho fatto negli ultimi due anni.
Courtney sta piangendo qualche centimetro più in là.
Crolla per terra e si dispera e urla che è stata colpa tua, colpa tua, colpa tua.
- Ehi, amico.
Il saluto di Geoff è accompagnato da una pacca sulla spalla, Bridgette mi sorride timida dietro di lui.
- Povera Gwen- mi sussurra, come se lei potesse sentirla.
- Ragazza, non dovevi andartene così. Ci mancherai- sta dicendo Leshawna al corpo morto di Gwen.
Non può sentirvi, capite?
Non può.
Harold fissa il cadavere di Duncan con banale solennità.
- No, idiota, da morto non giocherà più con le tue mutande- strilla Courtney, senza ritegno.
Mi appoggio alla tua bara e ti fisso, non ho nemmeno la chitarra per dedicarti un'ultima canzone.
Sorrido, ti accarezzo le guance fredde.
Sei tornata, alla fine.
***
La chiesa è buia e fredda, immagino sia colpa del tempo.
Immagino sia colpa del funerale, delle lacrime.
Di tuo padre che mi sorride appena come se fossi ancora il tuo ragazzo.
E della madre di Duncan che mi sembra tanto fragile seduta lì, senza nessuno.
E si stringe nel maglione rosso, il suo unico figlio intrappolato in una cassa di legno scuro.
Il marito non c'è, il marito beve.
Courtney sta dicendo qualche parola al microfono, un sorso di ricordi tra una lacrima che scende ed una che trattiene.
Non ci meritavamo questa delusione.
Tra poco dovrei salire io lì su, a raccontare il mio dolore a questa gente.
Courtney scende, tra le mani dei fogli macchiati, lì dove l'inchiostro è stato sciolto dalle lacrime.
Non posso.
Non salgo.
Decido di scappare, di andare via.
***
La chitarra suona nella notte scura canadese.
Un paio di accordi, un paio di note che non escono nemmeno bene.
La panchina su cui sono seduto è fredda, spoglia.
E le stelle mi sembrano troppo lontane, davvero troppo lontane.
Ehi Gwen, lo sai cosa fa più male?
Il sapere che forse c'era una speranza.
Che tu prima di salire su quella maledetta moto mi avevi dato motivo di sperare.
- Non tornerà.
A interrompermi è la voce spenta di Cody.
Ti amava anche lui, era evidente.
Si siede accanto a me, sembra un fantasma.
Immagino di sembrarlo anche io, con la barba sfatta e la chitarra in mano.
Un suonatore di quelli fuori di testa, che ripete le canzoni nove volte per sentirsi bene.
Un suonatore di persone morte.
Geoff, che sento arrivare, lancia il cappello contro l'erba fresca del prato. Atterra con un tonfo sordo.
- Mi piaceva Gwen, era una tosta- sussurra.
A poco a poco quel quadrato di erba vicino la chiesa si riempie di persone, di amici.
- Con Duncan non ci si annoiava mai- riprende dopo un po' Geoff.
Non ce la faccio a sentire il suo nome e fare finta che mi dispiaccia.
E' un po' come fingere che il Natale non sia divertente.
Lindsay intona un motivetto stonato, una canzone triste.
Beth accende una candela nella notte.
- Sembriamo un mucchio di ubriachi- mormora Courtney, ma sembra divertita.
Ha gli occhi rossi e le guance bagnate.
Non mi sono mai fermato ad osservala così tanto.
Non è Gwen.
Ho dimenticato come si fa ad essere felici.
Tiro giù un altro arpeggio, ho dimenticato le parole della canzone.
Canta con me Gwen, ti va?
***
La sua tomba è bianca, chissà perché.
Le odia -odiava- il bianco.
Avrebbe preferito una tomba blu con un teschio nero.
Avrebbe preferito essere ancora viva.
Avrebbe preferito me a Duncan?
Sono sepolti insieme, vicini.
L'amore non si ostacola nemmeno dopo la morte.
Chi ha detto questa gran cazzata?
Poggio i fiori e mi volto, non serve piangere, mi dico.
La pioggia inizia a cadere ed io a correre.
Lontano -definitivamente- da te.
***
Ho trentasette anni e mi chiamo Trent.
Sono un musicista in pensione.
Pochi soldi ed una vita con la mia chitarra.
La mia donna è morta anni fa in un incidente stradale.
Sono solo.
La mia donna è morta.
La sera, verso le nove, canta ancora con me.
   
 
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